Per la rivalutazione del TFR c’è tempo fino a lunedì

 La rivalutazione del Trf scadeva il 16 febbraio ma per via del fatto che cade di sabato, questo appuntamento con il fisco è stato spostato al 18 febbraio. Entro lunedì, quindi, ci sarà il tempo necessario per versare l’imposta sull’aumento di valore del fondo. 

In pratica si deve versare l’imposta sostitutiva sulle rivalutazioni di Tfr maturate entro il 31 dicembre 2012. L’aliquota per calcolare l’importo è dell’11 per cento e si calcola sul valore dell’ammontare del fondo accantonato entro il 31 dicembre 2011 dalle imprese che si occupano del trattamento di fine rapporto dei dipendenti.

► Lo sconto con la previdenza complementare

L’imposta da versare è decurtata di quanto è stato già versato in acconto entro il 17 dicembre del 2012. Questa imposta, benché “versata” dall’azienda, in realtà è a carico del lavoratore. Il datore di lavoro la recupera con una diminuzione dello stesso fondo Tfr.

► Previdenza complementare: fondi pensione aperti

Il saldo dell’imposta sostitutiva può essere compensato tramite il modello F24 usando anche dei crediti maturati per altre imposte o contributi. In realtà è possibile usufruire anche del credito che deriva dal prelievo anticipato sul Tfr. Il pagamento del contributo, a livello di codici tributo, deve essere completato inserendo la stringa “1713” dedicata alle operazioni di saldo.

Se sono in corso delle operazioni di fusione o di scissione delle società preesistenti, devono pagare il saldo dell’imposta sostitutiva sia la società che sta per estinguersi, fino alla data della fusione, sia la società incorporante che invece parte con il calcolo dal momento della fusione in poi.

 

Indagato l’ad di Eni, che ne sarà del titolo?

 Si chiama Paolo Scaroni ed è uno dei personaggi più famosi del panorama energetico italiano, poiché guida l’azienda ENI, di cui è amministratore delegato. Questo ruolo non gli ha consentito di evitare le indagini portate avanti dalla procura di Milano che ha indagato Scaroni con l’accusa di corruzione internazionale.

Crisi Piazza affari per colpa di scandali grandi imprese

In ballo ci sono degli appalti che ENI avrebbe ottenuto in Algeria. Soltanto il flash della notizia, all’inizio di febbraio, ha avuto un effetto dirompente sul titolo in borsa che si è ritrovato, in un sol giorno, a perdere il 4,62% del suo valore. La Guardia di Finanza, davanti a questa débacle finanziaria, non ha battuto ciglio ed ha perquisito sia le abitazioni di Scaroni, sia gli uffici dell’ENI, sia quelli della sua controllata SAIPEM.

Eni cerca gas a Cipro

Adesso l’indagine milanese scopre le carte di un calderone molto fitto e l’indagine a carico di Scaroni, si lega a quella che alla fine di dicembre 2012 ha portato alle dimissioni i dirigenti di SAIPEM. Sembra infatti che, quest’ultima azienda, insieme all’ENI, abbia versato circa 197 milioni di tangenti agli esponenti del governo argentino, con il solo obiettivo di partecipare a due progetti molto importanti, collaborando con la Sonatrach, la compagnia petrolifera di stato algerina.

I due progetti in questione sono MLE e Medgaz e muovono un business di circa 11 miliardi di dollari.

Stando a quanto si evince dall’andamento dei due titoli nei primi due mesi dell’anno: la vicenda SAIPEM ha inciso sull’andamento del titolo omonimo e di quello dell’ENI, ma non è possibile dire il contrario

Arrestato amministratore delegato Finmeccanica

 E’ stato arrestato oggi il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi. Orsi dovrà rispondere dell’accusa di corruzione internazionale protrattasi fino al dicembre 2012.

Le indagini di Busto Arsizio

Il gip di Busto Arsizio, il quale ha firmato l’ordinanza, eseguita dai carabinieri, ha motivato la cattura con il rischio elevato di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Le indagini sono partite inizialmente nelle procure di Napoli e Palermo. In un secondo momento sono state trasmesse a Busto.

Domiciliari per Spagnolini

Ai domiciliari va invece l’amministratore di Agusta Westland, Bruno Spagnolini.

L’arresto degli intermediari

Assieme a Orsi, sono stati arrestati anche due cittadini svizzeri, che rispondono ai nomi di Guido Haschke e Carlo Gerosa. I due sono soci e intermediari nell’affare al centro dell’inchiesta: la fornitura di 12 elicotteri al governo indiano. Per loro due sarà necessario avviare le pratiche di estradizione, vista la residenza in Svizzera. Secondo l’accusa, per ottenere quella commessa fu pagata da Finmeccanica una tangente da 51 milioni di euro.

Il bene dell’azienda e del Paese

Intanto, Orsi, confrontandosi con il suo legale Ennio Amodio successivamente l’arresto, ha dichiarato di aver fatto sempre il bene di Finmeccanicaa e del Paese.

Aumento contributi per la gestione separata

 La circolare in questione è la n. 27 del 12 febbraio 2013 con la quale l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha messo nero su bianco le modifiche apportate alle aliquote contributive previste per i professionisti iscritti alla gestione separata, assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie o titolari di pensione.

► Reintroduzione della pensione con 15 anni di contributi

Con una circolare l’Inps comunica la modifica dell’aliquota contributiva per i soggetti iscritti alla Gestione separata, assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie o titolari di pensione. Per l’anno in corso l’aumento è del 2%, si passerà, cioè, dal 18 al 20%. Ferma al 27% l’aliquota contributiva prevista per i soggetti privi di altra tutela previdenziale obbligatoria, aliquota alla quale deve essere aggiunto lo 0,72% per il finanziamento dell’onere per la tutela relativa alla maternità, agli assegni per il nucleo familiare, alla degenza ospedaliera, alla malattia ed al congedo parentale.

Questo aggiornamento dell’aliquota contributo si assomma alla modifica del minimale che porta l’importo minimo da versare per avere l’accredito dell’intero anno contributivo a 3.071,40 euro (nel 2012 erano sufficienti 2.687,40 euro).

► Lo spread delle pensioni

La circolare n. 27 del 12 febbraio 2013 ha aggiornato anche i minimali e i massimali previsti per il 2013: il massimale è di 99.034,00 euro mentre il minimale è di 15.357,00 euro.

Di nuovo attivi i pagamenti Bancomat in Vaticano

 Era il primo gennaio quando Bankitalia decise di bloccare tutti i pagamenti elettronici attraverso Pos nello Stato della Città del Vaticano.

► Visa eterna? Non più

Le motivazioni di una tale decisione erano piuttosto seri. Secondo la Banca d’Italia, infatti, lo Stato Vaticano, essendo uno stato extracomunitario, avrebbe dovuto adeguarsi alle normative europee antiriciclaggio, ma, alla data della decisione, ancora non era stato fatto quanto necessario.

Da qui la decisione di bloccare i pagamenti tramite Pos -gestiti dalla Deutsche Bank Italia. Oggi è arrivata la notizia che pellegrini e turisti potranno di nuovo pagare con Bancomat e carte di credito tutti i servizi offerti dallo Stato Vaticano, compresi anche i Musei.

► Vaticano ha conto sospetto di 40 milioni

A dare l’annuncio questa mattina il portavoce della Santa Sede, Padre Federico Lombardi. Il servizio sarà ora gestito dalla Aduno SA, azienda che da tempo opera all’interno delle mura pontificie, ha emesso in mattinata questo comunicato:

è un’azienda del gruppo Aduno, presente in Vaticano e da oggi gestisce tutte le operazioni elettroniche con carte tramite terminali a pagamento di ultima generazione, consentendo a turisti provenienti da tutto il mondo di pagare ingressi a musei, souvenir e libri in modo semplice e rapido, senza denaro contante.

Incasso Imu 2012

 Nel complesso allo Stato italiano l’Imu ha portato nel 2012 un gettito pari a 23,7 miliardi di euro. Di questo ammontare sono circa 4 i miliardi che provengono dalla tassa sulla prima casa. Sono i dati che oggi ha rilasciato il Ministero dell’Economia.

► In Italia la casa è il bene più tassato

I cittadini italiani che hanno versato l’Imu sono stati 25,8 milioni, di cui 17,8 milioni quelli il cui contributo è stato solo per la prima casa. L’importo medio è stato di 918 euro ad abitazione.

Secondo il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani che ha illustrato i dati presentati, queste cifre sono concordi a quanto previsto dal Governo al momento dell’entrata in vigore della tassa, anzi, a conti fatti, allo Stato sono entrati ben 1,2 miliardi di euro in più rispetto a quanto preventivamente stimato. Resta da vedere, ora, come andranno le cose nel prossimo anno, per il quale il governo ha previsto un’entrata complessiva pari a 23 miliardi.

► Quanto spenderanno gli italiani in tasse

A dare il maggior contributo sono state cinque città –Roma, Milano, Torino, Genova e Napoli– dove le aliquote fissate dai Comuni sono state più alte: si va dai 585 euro medi di Napoli fino ai 917 della capitale, a fronte dei 400 euro medi che gli italiani hanno versato nell’85% dei comuni della penisola.

Solo un quarto dei contribuenti ha potuto usufruire delle detrazioni previste.

 

L’allarme di Confesercenti sui consumi

 Confesercenti lancia l’allarme sui consumi nel nostro paese dopo che è stato contabilizzato che la spesa delle famiglie è notevolmente più leggera rispetto agli anni passati. Si parla di una flessione del 4 per cento che equivale alla riduzione della spesa pari a 35 miliardi euro nel 2012 e, finora, 10 miliardi di euro nel 2013. Influisce molto sulla situazione anche l’aumento della pressione fiscale.

Se si considerano i consumi c’è da temere

Se si considera tutto il biennio, quindi il 2012 terribile che ci siamo lasciati alle spalle e l’anno in corso, scopriamo che i consumi si sono ridotti complessivamente di 45 miliardi di euro. Soltanto nel 2012 la flessione è stata di 35 miliardi, che si traducono in una diminuzione percentuale di 4 punti. Non migliora però la situazione per il 2013. Confesercenti si è detta molto preoccupata per questi dati.

Cambiano le spese, attenti al redditometro

In una situazione del genere hanno un peso molto importante anche le imposte. Il prelievo fiscale, con IMU e TARES in primo piano, costringeranno le famiglie a mettere da parte in media altri 800 euro. Alle imprese, invece, è chiesto di mettere a bilancio altre 3000 euro di uscite.

Per evitare di finire in recessione, dunque, sarà importante che il governo prenda in mano la situazione, anche perché del calo dei consumi di bevande alcoliche e tabacchi (-6%), dell’abbigliamento e delle calzature (-8,9%), degli alimentari e delle bevande (-4,2%), oppure della carne (5,2%), sarà necessario prendere visione subito.

Con MPS non ci sono rischi per mutui e conti

 Il default del Monte dei Paschi di Siena è una di quelle notizie che galleggia nel web da diverso tempo ma nella pratica, soprattutto dopo l’OK ai Monti Bond, non ci sono rischi di default per l’istituto di credito senese. In  molti, però, si sono chiesti cosa succederebbe davanti ad un fallimento acclarato, del Monte dei Paschi o di un’altra qualsiasi banca.

Pronti al via i Monti Bond per MPS

Lo scandalo dei derivati, del Monte dei Paschi di Siena e la questione dei furbetti del 5 per cento, ha mandato nel pallone tutti i settori della politica e della finanza che in qualche modo erano legati alla banca toscana. I ventilati problemi di liquidità sono stati appianati dallo Stato che ha deciso di acquistare le obbligazioni emesse dalla banca andando a sanare un debito di circa 4 miliardi di euro.

Rischi e soluzioni per l’Eurozona

I clienti del Monte dei Paschi di Siena, a questo punto, potrebbero ritenersi soddisfatti, ma si possono dare ulteriori dettagli rassicuranti: i conti correnti e i conti depositi aperti in MPS, sarebbero garantiti dal Fondo interbancario di tutela dei depositi che va a coprire ogni conto fino a 100 mila euro.

Invece, chi ha acceso un mutuo o avviato la pratica per un prestito, continuerà a pagare le rate del piano d’ammortamento agli enti e alle altre istituzioni creditizie che hanno accumulato crediti nei confronti del Monte dei Paschi.

L’ottimismo del nuovo anno nell’immobiliare

 Le banche e gli altri enti che “per mestiere” erogano mutui e prestiti legati all’acquisto della prima o della seconda casa, sono in visibilio leggendo gli ultimi dati relativi al settore immobiliare. Nel 2013, infatti, sembra certo che ci sono segnali di ripresa.

 Calano i mutui e salgono i prestiti

Il 2012, che abbiamo archiviato con l’amaro in bocca, è stato caratterizzato dalla crisi del settore immobiliare che si è tradotta di una diminuzione forte del prezzo delle case ma non abbastanza consistente da rilanciare il mercato. Infatti il mercato è rimasto fermo, anzi, è indietreggiato un po’ per via del calo delle compravendite.

 Nell’UE tutti i prezzi degli immobili in calo

Gli analisti hanno provato a spiegare le ragioni di questo trend al ribasso ed hanno trovato che siamo di fronte ad una serie di concause: la crisi occupazionale, i redditi degli italiani che non crescono al diminuire del potere d’acquisto delle famiglie, ma anche la stretta creditizia delle banche alla ricerca di nuove garanzie che hanno sbarrato la strada alle famiglie.

 Il credit crunch è più soft per il nostro paese

Il 2013, dunque, si porta dietro il trend al ribasso dell’anno precedente, visto che il mercato, da sé, non ha saputo sciogliere i noti critici. Resta il fatto che sono stati colti dei piccoli segnali di ottimismo, partendo dalla rilevazione del sentiment degli operatori immobiliari riferita al III quadrimestre del 2012.

Secondo gli operatori i i prezzi si manterranno stabili, o al massimo caleranno leggermente ma gli investimenti nel settore riprenderanno vigore.

Sull’efficienza energetica novità da Klimahouse 2013

 Klimahouse 2013 è una manifestazione italiana, la più importante del settore, dedicata all’efficienza energetica e alla sostenibilità energetica degli edifici. L’evento, quest’anno, si è svolto a Bolzano ed ha attirato l’attenzione degli operatori edilizi e dei cittadini stessi.

I consumatori, infatti, sono maggiormente disponibili rispetto al passato, a fare interventi di ristrutturazione per i propri appartamenti, anche perché adesso possono ottenere anche il 55% di sconto dall’Erario. A Bolzano, comunque, d’importante c’è la presentazione del protocollo CasaClima R che va ad aggiungersi al protocollo CasaClima già sul mercato.

 Via alla vera certificazione energetica

Questi documenti hanno come obiettivo la classificazione degli edifici sulla base dell’efficienza energetica. Il primo dei due  è pensato per le operazioni di riqualificazione e quindi di ristrutturazione degli edifici esistenti, mentre il secondo – che poi è il primo in ordine cronologico d’introduzione – è studiato appositamente per le abitazioni di nuova costruzione.

La determinazione di una classe energetica piuttosto che un’altra, apre la strada alla richiesta di prestiti finalizzati al miglioramento dell’unità abitativa o dell’edificio intero. Una volto ottenuto l’attestato energetico si può procedere con la ristrutturazione e quindi richiedere un nuovo certificato.

Le detrazioni IRPEF, un riepilogo

Nella maggior parte dei casi, la classificazione energetica, è basata sulle caratteristiche dell’involucro degli impianti. L’obbligatorietà della certificazione, fanno sapere gli operatori, non deve prescindere dalla disponibilità sul mercato di agevolazioni fiscali e di prestiti finalizzati.