Criteri di applicazione delle aliquote per la produttività

 Il decreto firmato ieri dal presidente del consiglio Mario Monti con il ministro dell’Economia definisce i criteri di applicazione delle aliquote per la produttività. In primo luogo, nel testo, viene alzato a 40.000 euro il limite massimo per accedere alla detassazione al 10% del premio di produttività.

Produttività: l’accordo c’è ma senza CGIL

Il valore del premio oggetto della detassazione resta invariato: 2.500 euro. Per quanto riguarda i finanziamenti,inoltre, il decreto firmato ribadisce quanto detto dalla legge di stabilità, che prevede l’applicazione dello sconto fiscale per un limite massimo di onere di 950 milioni (per il 2013) e di 400 milioni (per 2014), fissando il limite massimo del 2014 a 800 milioni.

I dati Istat sulla produttività italiana

Il decreto prevede un doppio binario per l’assegnazione degli incentivi fiscali di produttività: da un lato gli incentivi per le voci retributive individuate dai contratti che fanno riferimento ad indicatori quantitativi di produttività, redditività, efficienza, innovazione e, dall’altro, l’incentivo verrà applicato se sarà prevista almeno una misura per tre delle quattro aree di intervento individuate dal governo (ridefinizione dei sistemi di orari, distribuzione flessibile delle ferie, impiego di nuove tecnologie, integrazione delle competenze).

Questo doppio binario di assegnazione permette di non dover azzerare quanto finora contrattualizzato per la produttività tra le parti sociali e i rappresentanti del governo.

Scadenze da rispettare per accedere alla salvaguardia per gli esodati

 Il Ministro Elsa Fornero, nel corso di un convegno alla Camera dei deputati, ha annunciato ufficialmente che la procedura avviata in estate per la salvaguardia degli esodati è finalmente conclusa e che, per l’inizio del mese di febbraio, arriveranno le prime lettere di ammissione.

► Esodati, cresce la copertura

Il totale degli esodati che rientrerà in questa prima ondata è di circa 65mila individui, la seconda tranche, invece, riguarderà circa 55mila persone. Questo è l’effetto del decreto ministeriale di attuazione del 5 ottobre 2012, pubblicato in Gazzetta ieri, che ha chiarito i termini per la salvaguardia dei contributi volontari e apre la porta anche alle garanzie per coloro che sono stati esclusi dalla prima tornata.

Trovati i fondi per gli esodati

Le scadenze da rispettare per avere la salvaguardia

Aziende

20 febbraio: termine ultimo per inviare al ministero del Lavoro l’elenco dei lavoratori licenziati entro il 31 dicembre 2012, indicando per ognuno la data di fine rapporto.

31 marzo di ogni anno: termine ultimo per inviare al ministero l’elenco dei lavoratori che saranno licenziati nell’anno di riferimento.

Lavoratori

21 maggio: tempo massimo per la presentazione delle domande di accesso al beneficio presso le direzioni territoriali del lavoro per i  lavoratori che hanno sottoscritto accordi individuali o collettivi all’esodo.

 

I dati del rapporto Noi Italia dell’Istat

 L’Istat ha pubblicato il rapporto Noi Italia, uno studio approfondito sulla situazione delle famiglie italiane. I dati che ci sono stati restituiti sono davvero allarmanti: il tasso di persone che possono essere considerate povere e continua a crescere il numero dei disoccupati; i tagli alla spesa pubblica si fanno sentire soprattutto nel settore della sanità, portando le famiglie a dover spendere cifre sempre maggiori per l’assistenza.

Ma non solo, dal rapporto emerge che la situazione italiana è difficile sotto tutti i punti di vista. Di seguito i dettagli de Noi Italia.

Lavoro

I dati relativi al 2011 parlano di un tasso di occupazione pari al 61,2% della popolazione di 20-64 anni, appena un decimo in più dell’anno precedente, il che fa  scendere l’Italia al terzultimo posto dei paesi europei in quanto a numero do occupati, lasciandosi dietro solo la Grecia e l’Ungheria.

Inoltre, sono aumentati notevolmente i disoccupati di lungo corso (più di 12 mesi) che sono arrivati ai livelli di dieci anni fa. Anche il numero degli inattivi va crescendo: nel 2011 il tasso di inattività nella popolazione tra i 15 e i 64 anni è stato del 37,8%, contro una media europea pari al 28,8%.

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Povertà

Si può parlare di povertà ancora nel 2013? Si può, anche in Italia, dove le famiglie in condizioni di povertà relativa sono l’11,1%, per un totale di 8,2 milioni di individui, e quelle in condizioni di povertà assoluta sono il 5,2% (3,4 milioni di individui).

Spese sanitarie

La spesa sanitaria pubblica è di circa 112 miliardi di euro, nettamente inferiore ai dati che arrivano dagli altri paesi europei, con una media di 1.842 euro annui per abitante, con una netta divisione tra nord e sud del paese, dove le quote spese per la sanità ogni anno sono rispettivamente 1.163 euro e 909 euro.

Il debito della sanità pubblica

Scuola e formazione

Ecco un altro grande problema per l’Italia: l’abbandono scolastico. Il 18,2% dei giovani con età compresa tra i 18 e i 24 anni ha lasciato la scuola prima del diploma (la media europea è del 13,5%) con una maggiore concentrazione di giovani che non portano a termine i loro percorso formativo in Sicilia e in Sardegna.

Criminalità

Altra faccia della povertà: il tasso di criminalità nel nostro paese è in leggero aumento, anche se, almeno in questo caso, il numero di omicidi volontari è sotto alla media europea. Lo stesso non si può dire, però, per le rapine e i furti che sono in continua crescita (nel 2011 sono stati denunciati alle autorità oltre 40 mila, pari a 66,8 ogni 100 mila abitanti) con un aumento del 10,2% rispetto all’anno precedente.

Immigrazione 

L’Italia non è più l’Eldorado e i migranti scelgono altre destinazioni, dove la situazione economica e, quindi, le possibilità di un futuro sono più rosee. Anche se il numero degli stranieri regolarmente registrato sul territorio italiano è salito di circa 100 mila (per un totale di 3 milioni e 600 mila stranieri regolari), tra il 2010 e il 2011 si è registrato un brusco calo degli arrivi (quasi il 40% in meno).

I migranti hanno contribuito anche a compensare -almeno in parte- il saldo demografico dell’Italia, che rimane, comunque, un paese in cui la proporzione tra anziani e giovani è di 147 contro 100.

Crescono le imprese individuali con titolare straniero

Differenti effetti della crisi tra nord e sud del paese

Le condizioni economiche e sociali della popolazione e delle imprese italiane continua a manifestare la dicotomia che da sempre esiste tra il nord e il sud della penisola. Un divario che la crisi ha contribuito ad allargare, soprattutto perché in questo ultimo periodo le imprese che hanno risentito di meno della crisi sono quelle che producono per l’estero, per la maggior parte presenti nelle regioni del nordi Italia, mentre le aziende specializzate nella produzione di merce per il mercato interno, localizzate principalmente al sud, hanno avuto un tasso di mortalità molto più alto, con una conseguente perdita maggiore di posti di lavoro.

 

 

Per Confindustria i programmi dei partiti sull’economia reale sono insoddisfacenti

 Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi in una intervista al Tg1 ha parlato dei programmi dei partiti politici per le prossime elezioni e ha criticato la mancanza di riferimenti chiari all’economia reale. Gli ultimi dati della banca d’Italia e del Centro Studi di Confindustria parlano di un calo del Pil dell’1%, oltre la previsione dello 0,2%  fatta in precedenza.

Programma per aumentare export dei prodotti italiani

La preoccupazione del presidente di Confindustria è quindi per l’economia reale. Giorgio Squinzi ha affermato:

Siamo decisamente preoccupati perché dai programmi dei partiti riscontriamo insufficiente attenzione ai problemi dell’economia reale, che in questo momento è il vero problema del paese.

Il 2013 potrebbe essere difficile per l’economia italiana, con la politica concentrata molto sulla finanza e poco sull’economia reale.

Confindustria sta realizzando un documento in cui saranno inseriti gli obiettivi economici che la prossima legislatura dovrebbe realizzare per migliorare la situazione dell’Italia.

 

Nuova manovra per superare la crisi

Gli obiettivi che sono stati individuati nel documento, così come presentati da Giorgio Squinzi, sono: il primo la crescita superiore al 2% all’anno; il secondo è rimettere il manifatturiero al centro dell’attenzione del Paese portandone l’incidenza sul Pil ad oltre il 20% dal 16,7% di oggi -la situazione del settore della manifattura in Italia ha avuto un drammatico calo del 25% rispetto al 2007-  e il terzo è il raggiungimento del rapporto tra debito-Pil nell’ordine del 100 per cento.

Il titolo del documento è Priorità: crescita e occupazione e già fa capire come l’aumento del carico fiscale non è per Confindustria la soluzione.

Il fisco contro l’evasione spudorata

 Il redditometro è diventato uno strumento molto importante per la lotta all’evasione fiscale, per la misurazione del reddito degli italiani, per l’efficacia della campagna elettorale. Secondo l’Erario il redditometro colpisce al cuore gli evasori più spudorati e oltre che controllare massivamente le dichiarazioni fiscali fornite, contribuisce alla pianificazione delle indagini mirate.

Quel che sta a cuore all’amministrazione tributaria è scovare le persone che a fronte della dichiarazione di un reddito esiguo, possono “vantare” spese non conformi, senza tra l’altro perdere le agevolazioni e gli sconti previsti dallo Stato sociale. Tra i furbetti non ci sono gli anziani perché per gli anziani non c’è redditometro che tenga.

Lo ha chiarito una circolare dell’Agenzia delle Entrate ribadendo i punti chiave del Redditometro. Per prima cosa scandaglierà le spese effettivamente sostenute: quelle certe legate a utenze, mutui, assicurazioni e prodotti simili. In secondo luogo si occuperà delle spese relative al mantenimento dei beni quali auto, moto, barche e via dicendo e poi prenderà in esame le spese di tutti i giorni, per esempio quelle per la spesa, per un’uscita in pizzeria con gli amici, per qualche capo d’abbigliamento.

Per le spese correnti non è necessario conservare gli scontrini, mentre è fondamentale mantenere la documentazione per le spese importanti e per le donazioni ricevute da altri, ad esempio un regalo in denaro.

Diminuiti incassi Stato su giochi e scommesse

 C’è crisi anche nel settore dei giochi e in quello delle scommesse. Parliamo di una delle principali “droghe” degli italiani, che frutta ogni anno molti soldi al Monopolio di Stato, e che pare però una tendenza meno in auge rispetto alle precedenti stagioni.

Gli ultimi dati parlano di una diminuzione degli incassi nel 2012.

DATI

Gratta e Vinci: l’incasso è di 35 milioni di euro.

Superenalotto: l’incasso è di 16 milioni di euro.

Jackpot: nel complesso i giocatori hanno portato a casa 151,8 milioni di euro. In questo contesto lo Stato ha guadagnato 9,1 milioni senza neanche fare i conti con le probabilità di indovinare i numeri vincenti.

Win for Life: l’incasso per lo Stato è di 1,8 milioni.

Vecchie formule di gioco + Viva l’Italia, Grattacieli e Cassaforte: da queste rendite lo Stato ha incassato più di 600 mila euro, cifra alla quale debbono aggiungersi i 300 mila euro dei premi promozionali da un milione:

Si vince tutto: lo Stato ha incassato 600 mila euro.

In conclusione c’è da sottolineare che in ogni caso l’Erario porta comunque a casa un montepremi sicuramente più ricco di quello portato a casa dai giocatori. Ma il gettito per il 2012 è sicuramente minore rispetto a quello del 2011. Cosa succederà nel 2013? Tutto lascia presagire che vi sarà un ulteriore calo in questo settore così fiorente.

Novità processo Salva-Ilva

 Il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha accettato la richiesta della Procura provocando una questione di legittimità costituzionale della legge 231 ‘Salva Ilva’ e trasmettendo gli atti alla Consulta.

Anche il Tribunale di Taranto, in qualità di giudice dell’appello, la settimana passata aveva sollevato dubbi di costituzionalità della legge 231 rimettendo gli atti alla Consulta e stoppando il giudizio, così da aspettare la decisione in merito presa dalla Corte costituzionale.

Svolta

Qualora la magistratura dovesse decidere di dissequestrare i prodotti finiti e semilavorati attualmente locati sulle banchine del porto, i soldi guadagnati dalla vendita della merce saranno destinati ad adempiere alle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale, a saldare gli stipendi e a tutto ciò che sarà necessario per la sopravvivenza dell’azienda.

A controllare le operazioni potrebbe esserci il Garante dell’Aia.

Così l’Ilva ha dichiarato che l’unica svolta positiva potrebbe giungere solo se i giudici torneranno sui propri passi.

Ferrante

Il messaggio ha come primo destinatario il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco, destinato a decidere sull’istanza di dissequestro dei prodotti avanzata dall’azienda. Una posizione, quella dell’azienda, che non è di certo una novità, così come non c’é stata alcuna news positiva dall’incontro che il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, ha tenuto con i vertici sindacali di categoria di Fim, Fiom e Uilm.

Ferrante ha proseguito, definendo “drammatica” la situazione, ripetendo che l’azienda farà il possibile per saldare gli stipendi di febbraio (si tratta di 70 milioni di euro per tutti gli stabilimenti Ilva in Italia) e che l’azienda è sana, robusta e ha sempre ottemperato ai suoi impegni.

Ma nel contempo, Ferrante ha messo l’accento sull’esigenza di sbloccare la merce sequestrata, senza la quale il non può esserci futuro per l’Ilva.

Aumento conto corrente

 Attivata la commissione per saldare il mutuo. È una spesa che si deve alla banca per pagare la rata mensile del finanziamento immobiliare, la quale in precedenza non c’era, mentre da adesso viene richiesta quasi in tutti gli istitui. La cifra in media si aggira intorno all’euro e mezzo, ma può raggiungere fino a 2,75 euro.

► Redditometro franchigia al 20%

Si tratta di una delle novità di fine 2012, che i risparmiatori possono scoprire sull’estratto conto di riepilogo di dicembre.

CATTIVE NOTIZIE

Ma ci sono anche altre brutte notizie, in confronto all’anno precedente.

In primo luogo c’è da parlare del peso della neonata commissione d’istruttoria veloce sugli sconfini, che può raggiungere quota 50 euro al mese (se andate in rosso oltre i 500 euro per più di una settimana).

Grilli auspica riduzione tasse

Occorre poi menzionare l’aumento di quasi tutte le spese bancarie nell’anno in cui la crisi è diventata profonda: si va dal canone della carta di credito al pagamento delle bollette.

AUMENTO

In due anni le commissioni bancarie hanno subito un incremento, giungendo a incidere sull’estratto conto di dicembre per 217,20 euro nel mese, rispetto ai 159,29 euro di fine 2010: parliamo dunque di un considerevole +36%.

Grilli auspica riduzione tasse

Il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha indicato la via per la riduzione delle tasse all’Europarlamento, considerandola una vera e propria necessità.

L’auspicio del Ministro dell’Economia del nostro Paese è questo.

Oltretutto, Grilli ha aggiunto che è fondamentale revisionare la spesa pubblica. Un tale obiettivo deve essere perseguito dal Governo italiano che verrà.

► Redditometro franchigia al 20%

Le indicazioni di Grilli sono giunte durante un’audizione tenuta dallo stesso a Bruxelles, dinanzi alla Commissione economica dell’Ue.

Grilli si è poi soffermato sulla leva fiscale utilizzata dall’esecutivo tecnico presieduto da Mario Monti. Secondo Grilli tale leva è stata usata più del dovuto. Le misure di Austerity, però, erano inevitabili al fine di risanare la credibilità dell’Italia.

Con ciò Grilli non ha inteso dire che l’Italia non sa che il settore pubblico deve essere ridimensionato per un calo delle tasse.

In definitiva, la guardia resta molto alta, dalle parti di Palazzo Chigi così come dalle parti di Bruxelles.

Sono giorni di transizione, in vista delle prossime elezioni e i tecnici stanno trovando tutte le soluzioni possibili per avviare nuove riforme e rendere più digeribili le vecchie e le nuove imposte sul conto dei contribuenti.

Modalità di utilizzo, scadenze e sanzioni per i voucher lavoro occasionale

 La riforma del lavoro ha portato degli importanti cambiamenti per quanto riguarda l’utilizzo dei buoni lavoro voucher, lo strumento di pagamento utilizzato per retribuire i lavoratori occasionale con collaborazione di tipo accessorio, che, per essere validi, dovranno essere orari, numerati progressivamente e datati e utilizzati al massimo entra 30 giorni dall’acquisto.

Tutto ha inizio con la riforma del lavoro accessorio arrivata con la legge n. 92 del 2012. Secondo la nuova normativa, a partire dal 18 luglio 2012 in poi, salvo alcuni casi specifici, il lavoro occasionale di tipo accessorio potrà essere utilizzato per tutti i tutti i settori produttivi, sempre che però sia rispettato il limite quantitativo previsto dalla riforma, di 5.000 euro di compenso sulla totalità dei committenti nel corso di un anno solare.

Congedi parentali e certificati medici: le novità del 2013

Per chiarire ulteriormente la questione il Ministero del lavoro ha rilasciato una circolare, la n. 4 del 2013, con la quale si stabiliscono i limiti e le sanzioni per l’utilizzo dei voucher per il pagamento di questa tipologia di prestazioni.

Limiti e sanzioni per prestazioni che eccedono i 5.00 0 euro

Nel caso in cui, infatti, il datore di lavoro utilizzi voucher per una somma complessiva superiore al limite prefissato dei 5.000 euro (che si riducono a 2.000 se il committente è imprenditore commerciale e professionista), il lavoro svolto non potrà più essere considerato come accessorio ma sarà trasformato in rapporto di natura subordinata a tempo indeterminato, con l’applicazione delle relative sanzioni civili e amministrative per il datore di lavoro che non ha rispettato il limite.

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Scadenza e sanzioni previste per l’utilizzo dei buoni voucher oltre il 30° giorno

Ulteriore novità per le scadenze dei voucher: oltre a dover essere orari, datati e numerati, i buoni lavoro dovranno essere utilizzati entro e non oltre il 30° giorno dal loro acquisto, termine oltre il quale scatta il lavoro nero, con le relative sanzioni, perché, come recita la circolare

la prestazione stessa sarà da ritenersi quale prestazione di fatto, non censita preventivamente e pertanto da considerarsi “in nero”.

Le sanzioni, in questo caso, partono da 1.500 euro per arrivare fino a 2.000 euro.

Sono due le interpretazioni possibili al limite di utilizzo dei buoni lavoro fissato al 30° giorno dalla data di acquisto. La prima considera i tempi di comunicazione per le imprese che devono dare preventivamente notifica dell’intenzione di utilizzare i voucher per il lavoro accessorio: la durata di trenta giorni permette una maggiore flessibilità nell’utilizzo del voucher, che sia in formato cartaceo o in quello telematico.

La seconda interpretazione, invece, è più restrittiva e

renderebbe assai difficile e oltremodo oneroso per il committente formalizzare preventivamente le singole giornate e le quantità di voucher da attribuire ad ogni lavoratore, in particolare in alcuni settori ove la effettuazione e la quantificazione della prestazione è condizionata da fattori esterni, anche di carattere climatico, di difficile prevedibilità.

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Limiti e sanzioni previste per durata della prestazione

La circolare n. 4/2013 prevede inoltre che il datore di lavoro può incorrere in sanzioni anche nel caso in cui la durata della prestazione resa dal dipendente occasionale sia eccedente il limite orario prefissato dai voucher. In questo caso, gli ispettori del ministero dovranno accertarsi dell’effettiva corrispondenza tra la quantità di ore lavorate dal dipendente e i buoni lavoro utilizzati per il pagamento.