Nuovi dati disoccupazione dalla UIL

 A dirlo è Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, che in una conferenza stampa che si è tenuta poche ore fa afferma come le stime sulla disoccupazione presentate a giugno dello scorso anno siano state troppo ottimistiche. Da una più attenta rilevazione, infatti, è risultato che la media dei posti di lavoro persi ogni giorno è di 2000.

Dati cassa integrazione 2007/2012

Angeletti continua dicendo che nel corso di quest’anno il numero dei disoccupati aumenterà di circa mezzo milione di unità, passando dagli attuali 3 milioni a 3,5. E non risparmia un commento sulle politiche portate avanti dal governo che, seppur mirando ad una ripresa del paese tramite misure di austerità, non prendono in considerazione lo sviluppo, vero motore dell’economia e unica ancora di salvezza dal crollo del paese.

Come Berlusconi vuole risolvere il problema disoccupazione

Quello che è stato ottenuto con l’austerity, infatti, ha si fatto diminuire lo spread, ma questo non ha valore per quanto riguarda i dati dell’economia reale. Per questo Angeletti ha fatto appello alle forze politiche -in modo particolare alla coalizione che uscirà vincitrice dalle elezioni di febbraio- per una riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni, perché:

L’evasione fiscale è il problema, non un problema. Sarei concentrato a far pagare le tasse a tutti piuttosto che introdurre una nuova tassa.

 

 

Crisi industria 2012

 La crisi della domanda interna continua ad essere penalizzante per l’industria italiana in termini di produzione. Stando alle rilevazioni dell’Istat, gli ordini dell’industria sono diminuiti dello 0,5% mensile a novembre (indice destagionalizzato) e del 6,7% in tutto il 2012 (indice grezzo).

► Fiat riassorbirà tutti i dipendenti in quattro anni

Nei primi undici mesi dello scorso anno la caduta cumulata è stata del 9,3% in confronto allo stesso periodo di due anni fa. Secondo i dati dell’Istituto di statistica, il fatturato è calato dello 0,2% congiunturale e del 5,4% tendenziale.

Da gennaio a novembre il calo complessivo registrato è del 4%. A trainare la contrazione di ordini e fatturato è stata in particolar modo la componente interna, mentre quella estera ha contribuito a frenare il calo.

NOVEMBRE

Anche a novembre si è verificata una doppia velocità tra il mercato interno e quello esterno ai confini nazionali. Per il fatturato, il mercato italiano fa registrare di fatto un calo dello 0,6% e quello estero un incremento dello 0,5% congiunturale. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo parla di una flessione del 2,4% in confronto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 come a novembre 2011), il fatturato totale scende in termini tendenziali del 5,4%, per via di un calo dell’8,7% sul mercato interno e di un aumento dell’1,5% su quello estero.

INDICI

Gli indici destagionalizzati del fatturato fanno emergere cali congiunturali per i beni di consumo (-1,1%), per i beni strumentali (-0,7%) e per i beni intermedi (-0,2%), mentre è in aumento l’energia (+3,6%). Il fatturato dell’industria degli autoveicoli su base annua è diminuito del 9,4%, mentre gli ordinativi hanno fatto registrare un crollo del 18,3%.

Modifiche Redditometro

 Ecco come potrebbe cambiare il Redditometro. Si parla di un nuovo provvedimento legislativo per modificare in senso più esplicito la conformazione dello strumento messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate per calcolare autonomamente il proprio reddito e verificare che sia congruo con le spese effettuate.

MODIFICHE

Come? Diminuendo o addirittura cancellando la componente statistica, che convive con la statistica proveniente dai dati effettivi inerenti al contribuente (ricavati dalle banche dati del fisco e di altri organismi pubblici).

► Tabella A del nuovo Redditometro

È palese che i valori medi di consumo delle famiglie, anche se calibrati in virtù della loro numerosità e della residenza geografica, possono non fotografare la situazione dei singoli.

DISCREPANZE

L’accentuazione del ruolo dei dati effettivi di spesa non dovrebbe però modificare l’impostazione di fondo, fondata in altri termini sul confronto tra la capacità di spesa come ricostruita dall’amministrazione finanziaria e il reddito dichiarato dal contribuente. La potenziale incoerenza dovrebbe in prima battuta rappresentare un deterrente per il contribuente, stimolandolo ad un comportamento più corretto in sede di dichiarazione.

Qualora successivamente essa dovrebbe concretizzarsi in un’effettiva discrepanza, darebbe il via libera all’intervento del fisco sottoforma di indagine, con la possibilità per l’interessato di fornire le proprie spiegazioni anche prima dell’avvio formale dell’accertamento. Che non sarebbe comunque un accertamento di massa.

 

 

Bersani no alla Patrimoniale

 Pier Luigi Bersani è stato chiaro. Non pensa ci voglia una patrimoniale. Secondo il parere del segretario del Pd, in Italia la patrimoniale c’è già, è quella sugli immobili e si chiama Imu. Questo il suo pensiero, espresso nell’intervento a `Nove in punto´, in onda su Radio 24.

Bersani ha ripetuto che l’Imposta municipale unica necessita di maggiore progressività alleggerendo posizioni più deboli.

► Il Pd fa il punto sull’economia italiana

Per quanto concerne la restante parte dei patrimoni, Bersani non intendo pensare ad una patrimoniale.

Il problema dell’Italia in un siffatto contesto sarebbe la tracciabilità.

Bersani è dell’idea che occorre diminuire di gran lunga la pressione fiscale, iniziando dal lavoro, dalle pensioni, l’Irpef, i redditi più bassi e aiutando gli investimenti. Così Bersani pensa già ad eventuali tagli al fisco.

► Una panoramica sull’andamento dell’euro

Per quanto riguarda la sua affermazione che il Pd andrà a vedere sui conti la polvere sotto il tappeto, il leader Pd chiarisce che non voleva dire che i conti sono truccati ma bisogna capire se le spese obbligate sono coperte e se le previsioni di crescita ottimiste del governo sono reali.

CRISI

Bersani è intervenuto anche sulla crisi, affermando che la proiezione del governo è un po’ ottimistica. Bersani non crede che sia saggio, comunque, continuare a lavorare sul Pil con nuove manovre.

L’importante per il segretario del Partito Democratico è non fare promesse a vanvera, bensì procedere in forme da tali da non deprimere l’economia.

La BCE contro Bankitalia sugli investitori

 La BCE, mensilmente, pubblica un bollettino in cui descrive la situazione finanziaria europea. Nell’ultima pubblicazione ha preso in esame i flussi di capitale ed ha sottolineato che nel nostro paese c’è una vera e propria fuga di investimenti verso i titoli core, vale a dire quelli dei paesi con la tripla A.

La BCE, alla rilevazione, ha accompagnato anche una raccomandazione: l’Italia deve fare dei passi avanti nel risanamento dei conti. Le raccomandazioni, arrivate direttamente a Via XX Settembre non hanno affatto impensierito il Governatore di Bankitalia che ha ribadito che non risultano delle fughe di capitali. Basterebbe osservare il declino dello spread che dopo la crisi di governo, in questo momento di transizione, ha comunque perso terreno scendendo al di sotto dei 265 punti.

► Record del debito pubblico italiano

Il presupposto della valutazione della Banca Centrale Europea è che l’incertezza politica allontana gli investitori, ma si tratta di una considerazione scontata e – con riferimento al caso italiano – anche piuttosto inappropriata, visto che dopo la caduta del Governo Monti, il Paese, sembra addirittura più stabile.

 Come e dove è meglio investire nel 2013

 

Draghi ha ribadito che c’è stato un miglioramento delle condizioni finanziarie dell’Italia ma ha anche sottolineato che non c’è un legame diretto tra finanza ed economia reale, ecco perché bisogna lavorare strutturalmente per la ripresa.

Il Pd fa il punto sull’economia italiana

 Il Partito Democratico è impegnato nella campagna elettorale e nella battaglia portata avanti su tutti i fronti dal leader prescelto alle Primarie, Pier Luigi Bersani.

Il segretario ha fatto il punto della situazione economica guardando la questione da ogni punto di vista:

MERCATI

Molti mercati finanziari sono preoccupati alla vigilia del voto. Ma Bersani rassicura: “In tutto il mondo si vota e in nessun luogo al mondo si sa il risultato anticipatamente, si andrà a votare e ci sarà un governo stabile”.

CONDONO

Bersani non vuole sentir parlare “Mai più di condono”.

Il leader del Pd parla di fedeltà fiscale come asse del suo lavoro, così che ogni euro ricavato serva a ridurre le tasse dei contribuenti.

TASSE

Bersani non nasconde la presenza di un problema fiscale c’è, dal momento che la pressione fiscale è aumentata 4 punti durante il Governo Berlusconi.

LIBERALIZZAZIONI

Il segretario del Pd afferma che liberalizzare è “di sinistra”. Non è un’azione contemplata veramente dalla destra italiana. Bersani chiama in causa ragioni storiche per confermare quando dice, e conclude dicendo che il Pd ha una missione liberale e sociale da portare a termine.

MARCHIONNE

Bersani si è anche rivolto a Marchionne, in merito al fatto che Fiat ha confermato gli impegni per l’Italia, con parole dure: “Marchionne provi a contestare le mie parole, quando ho dichiarato che la cassa integrazione si giustifica solo se serve per allestire nuove linee di produzione e dunque nuovi posti di lavoro. E ho aggiunto che il governo dovrebbe ricevere spiegazioni dalla Fiat. Questa non mi sembra un’oscenità. Proviamo a rispettarci a vicenda. Marchionne rispetti i politici”.

Impegni Fiat per Italia

 L’amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne ha dato la definitiva certezza che gli impegni presi dal lingotto per il nostro Paese saranno rispettati: Queste le sue parole nel corso di una prolusione al Quattroruote Day.”Siamo intenzionati a confermare tutti i nostri impegni per l’Italia”.

► La svolta cinese della Fiat

Marchionne ha inoltre aggiunto che in quattro anni Fiat giungerà ad impiegare pienamente i suoi dipendenti.

Come?

Il target dell’azienda di autoveicoli torinese è quello di esporre e realizzare 17 modelli e 7 aggiornamenti prodotti entro tre anni. Parliamo pertanto del periodo che va dal 2013 al 2016. Marchionne è sicuro di riuscire a realizzare tale obiettivo.

Oltretutto Marchionne ha desiderato esprimere un parere sulle dichiarazioni dei politici in relazione all’annuncio dato da Fiat sulla Cig a Melfi. L’ad di Fiat, con voce scossa, ha affermato di aver “trovato oscene le dichiarazioni di ieri dei politici sul caso Melfi”.

JEEP CINA

► 10 cose da sapere sulla riforma del lavoro

Capitolo rapporti Fiat-Cina. Marchionne ha ripetuto più volte che con Gac potranno essere realizzate 100 mila autovetture all’anno. Il lavori per la creazione dello stabilimento sono ormai giunti al termine e potenzialmente la produzione potrebbe iniziare tra un anno e sei mesi.

La produzione di Jeep in Cina riguarderàù inizialmente 100 mila vetture all’anno, ma è potenzialmente raddoppiabile a oltre 200 mila.

Per quanto concerne invece la situazione del mercato europeo, Marchionne ha affermato che terminerà il 2013 in linea con il 2012: “Andranno bene America, Brasile e Cina”.

 

Sconfiggere corruzione per risparmiare 60 miliardi l’anno

 Quanto costa la corruzione al Sistema Italia? almeno 60 miliardi di euro. Una cifra che dovrebbe e potrebbe essere risparmiata tramite un impegno concreto e collettivo in opposizione alle cosche del malaffare. Non è un fattore positivo per un Paese come l’Italia versare così tanti euro per il saldo dell’Imposta Municipale Unica e poi guardare attoniti lo scempio provocato da mafia e (parti della) politica ai cittadini.

► 10 cose da sapere sulla riforma del lavoro

La corruzione leva infatti alle casse del Paese ben 60 miliardi. Sono soldi sottratti alla legalità, i quali se risparmiati rappresenterebbero un’enorme risorsa. Risparmiandoli, paradossalmente, si potrebbere dar vita a un nuovo Welfare, finalizzato al pagamento degli interessi che l’Italia deve annualmente soltantoo per gli interessi del suo debito pubblico.

INIZIATIVA RIPARTE IL FUTURO

Per eliminare in via definitiva tale “furto” è stata indetta l’iniziativa Riparte il futuro, che si concentra sulla realizzazione di una mobilitazione collettiva da iniziare online e proseguire in piazza. In virtù dell’aiuto dato da associazioni quali Libera e Gruppo Abele, l’iniziativa è stata illustrata nella giornata di ieri dal celebre parroco Don Luigi Ciotti. Ciotti è un prete da sempre schierato nella lotta contro le mafie e il malaffare. Ciotti ha voluto commentare con le seguenti parole l’iniziativa Riparte il futuro: “Si tratta di un movimento trasversale che vuole stringere una nuova alleanza con la politica e con i politici, chiedendo trasparenza a chi si candida per realizzare il bene comune. Noi cittadini abbiamo il dovere di chiedere conto a chi si presenta alle elezioni di rappresentare la democrazia e la politica vera”. A dimostrazione e ricordo di questo accordo è stato creato un braccialetto bianco riportante la scritta #100giorni. E’ questo il periodo entro il quale i candidati dovranno impegnarsi a modificare la legge contro la corruzione , smembrata dai vari passaggi parlamentari.

Programma per aumentare Export prodotti italiani

Target commerciali alquanto elevati e proposte per farsi avanti con leggi nuove ad ampio raggio, nella speranza che una volta avvenuto il cambio di governo non torni tutto punto e a capo.

Il Piano nazionale dell’export realizzato per il periodo 2013-2015 è un’insieme di numeri e iniziative che dovranno essere confermate con i fatti, iniziando dall’obiettivo di incrementare le esportazioni di merci e servizi a 620 miliardi entro la fine del 2015. Si tratterebbe di trasferire nelle casse del Sistema ben 145 miliardi in più rispetto al risultato finale prefissato per il.

Il programma è stato illustrato da Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo economico, assieme a Riccardo Monti, presidente dell’Agenzia Ice per il commercio estero, è stato approvato dal Presidente del Consiglio Mario Monti.

► Monti vuole abolire il Redditometro

Il ‘Professore’, tuttavia, ha sfruttato l’occasione per scontrarsi ancora una volta contro il suo predecessore a Palazzo Chigi.

Maro Monti ha esaminato i dati, ricordando alla platea che negli ultimi dieci anni l’Italia abbia perso il 30% della quota di commercio mondiale di beni. Urge, pertanto, un riposizionamento più deciso sui mercati emergenti, nonché un potenziamento del sistema di finanziamento, anche con una reale Export bank.

EXPORT

Il prossimo Governo avrà già a disposizione un piano che mira a 145 miliardi extra di export in tre anni salendo da 473 a 620 miliardi (+30%). Il presidente dell’Ice Riccardo Monti ha illustrato il progetto, dichiarando che “l’incidenza dell’export italiano sul Pil è del 28% contro il 50% della Germania non mi illudo di colmare tutto il gap, ma già recuperarne un terzo sarebbe un risultato straordinario”.

Nessun cambiamento per le pensioni di invalidità

 La Circolare n. 149 del 28 dicembre 2012 rilasciata dall’Inps parlava molto chiaro: a partire da quest’anno il reddito per l’ottenimento della pensione di invalidità per gli invalidi civili al 100% sarebbe stato calcolato sul totale di quello famigliare e non più, come succedeva prima, sul reddito del singolo richiedente.

Cambiamenti pensioni di invalidità: è polemica

Appena la notizia si è diffusa si è scatenata una grande polemica, sia da parte dei diretti interessati che da parte dei sindacati, che ha portato all’apertura di un’istruttoria da parte del Ministero del Welfare.

Ora è arrivata la risposta del Direttore Generale dell’INPS, Mario Nori, che in una nota ha fatto sapere che

la liquidazione dell’assegno ordinario mensile di invalidità civile parziale, sia per la pensione di inabilità civile si continuerà a far riferimento al reddito personale dell’invalido.

Fornero blocca circolare Inps su pensioni invalidità

Dietrofront, quindi, da parte dell’Istituto di Previdenza sociale che ha ritenuto opportuno tornare al vecchio sistema di assegnazione, quindi il limite dei 16.127,30 euro annui rimarrà riferito solo al reddito del richiedente. 

La CGIL, il più grande sindacato nazionale, ha espresso molta soddisfazione per questa decisione, ritenuta fin dall’inizio vessatoria e iniqua nei confronti dei disabili, anche se dal Ministero fanno sapere che la questione non è completamente risolta e la circolare dell’INPS ha posto l’attenzione su un problema che deve essere comunque risolto in sede legislativa e che ricadrà inevitabilmente sul prossimo esecutivo che si troverà al governo.