Tassi mutuo Italia più alti in Europa

I mutui italiani sono i più alti in Europa. Lo confermano i dati messi a disposizione dalla Banca centrale europea (Bce). Dati che parlano oltretutto di una netta differenza tendente all’aumento rispetto ai Paesi limitrofi.

Il tasso sui nuovi mutui in Italia si attesta intorno al 4,05% mentre in Europa si aggira intorno al 3,35%.

Anche se la tipologia di prodotto è a volte differente rimane il fatto che le famiglie del nostro Paese versano di più rispetto a quelle del resto del Vecchio Continente. Se in Italia la migliore offerta vanta un tasso del 2,96%, in Spagna la migliore offerta si aggira intorno all’1,95%. Il confronto con la Spagna è interessante non solo per la situazione di crisi che concerne i due Paesi, ma anche in virtù del fatto che le tipologie di mutuo sono abbastanza contigue. Infatti, in Italia e in Spagna i prodotti a tasso variabile sono utilizzati sovente.

L’affitto come alternativa alla crisi

Sui mutui a tasso fisso si può invece operare un paragone con Germania e Francia. In Italia i mutui a tasso fisso sono più alti di quelli di tedeschi e di quelli francesi. In Italia si può prendere al 5,29%, in Germania al 2,96% e in Francia al 3,10%. Solo in Spagna i tassi fissi sono più elevati rispetto all’Italia, ponendosi al 5,85%. Per queste ragioni, probabilmente in Spagna sono pochi quelli che scelgono un mutuo con un tasso fisso. In Germania e in Francia, invece, si selezionano soprattutto i mutui a tassi fissi.

Sondaggio Confesercenti su crisi

 Lo scetticismo ha preso il posto della speranza nelle previsioni per il futuro economico dei cittadini italiani. La quasi totalità, infatti, non vede nessuna possibilità di ripresa nell’anno appena iniziato. E’ quanto emerge da un sondaggio di Confesercenti-Swg sulle prospettive economiche dell’Italia per il 2013.

► La crisi economica europea nel 2013

L’87% degli intervistati(in pratica si tratta di 9 italiani su 10) ha espresso parere negativo sulle possibilità di miglioramento dell’economia, mentre l’84% pensa addirittura che possa esserci un ulteriore peggioramento. Solo il 16% del campione vede una possibilità di svolta, ma è l’esatta metà di quanto la pensavano così per l’anno precedente (32%).

Va leggermente meglio, ma davvero di poco, la prospettiva per quanto riguarda le condizioni famigliari. In questo caso la percentuale dei totalmente scettici è dell’86%, mentre poco più della metà (il 52%) non vede nessun cambiamento. Gli speranzosi nel futuro sono il 14% del totale (in discesa di tre punti percentuali rispetto alla scorso anno).

► Per Standard & Poor’s Europa fuori dalla crisi nel 2013

Il problema che affligge maggiormente la popolazione è la mancanza di lavoro, che porta ad una forte insicurezza nel futuro, a cui si aggiungono le difficoltà delle famiglie a gestire il misero budget familiare per far fronte a tutte le esigenze. Nel 2012 il 41% degli interpellati ha dichiarato di non riuscire ad arrivare alla fine del mese.

Nuova compilazione fatture 2013

 Con la legge di stabilità (legge n. 218/2012) sono entrate in vigore, con decorrenza dall’1 gennaio appena passato, delle modifiche alle regole di compilazione delle fatture di vendita. Il legislatore, infatti, ha recepito il contenuto della direttiva 2006/112/UE in materia di fatturazione e ha adeguato gli standard italiani a quelli europei.

► La fattura dice se l’acquisto è privato o per la ditta

In base alle norme elencate in precedenza le fatture che saranno emesse a partire dall’1 gennaio, dovranno poter essere identificate in maniera univoca. Questo vuol dire, in prima istanza, che si dovranno prendere degli accorgimenti precisi per la numerazione delle stesse. Le possibili soluzioni sono due:

1. Continuare la numerazione progressiva dall’ultima fattura dell’anno precedente (quindi, se l’ultima del 2012 era la numero 127, la prima del 2013 sarà la 128);

2. Azzerare la numerazione ripartendo da 1, ma affiancando sempre al numero della fattura l’anno di riferimento (1/2013 oppure 2013/1).

► Fattura semplificata: sempre il codice del cliente

Queste nuove indicazioni hanno suscitato delle incertezze da parte di aziende e professionisti possessori di partita Iva,c che, prontamente accolti dall’Agenzia delle Entrate, hanno dato vita alla risoluzione n.1/E, secondo la quale:

– la data di emissione è un elemento assolutamente obbligatorio;

– l’identificazione univoca delle fatture è certificata sia da una numerazione progressiva potenzialmente illimitata, sia da altri elementi.

► Più tempo per la fattura IVA

Quindi, anche il solo riferimento del numero progressivo della fattura rimane un elemento identificativo inequivocabile. Si consiglia, quindi, di continuare la numerazione delle fatture con l’azzeramento del numero e di iniziare, invece, la numerazione progressiva solo a partire dal 2014, quando i sistemi di recepimento di tali documenti saranno stati aggiornati.

Novità pensioni forze dell’ordine

 Nel decreto legge Salva Italia è stata prevista l’adozione di un regolamento di armonizzazione dei requisiti minimi di accesso al pensionamento per il personale delle forze dell’ordine. Questa particolare categoria, infatti, finora ha calcolato i requisiti su una base diversa rispetto alle altre.

► Elenco coefficienti di calcolo delle pensioni

Continuerà ad essere così, ma i requisiti minimi saranno adeguati, come tutti gli altri, alla speranza di vita. L’Inps ha fatto sapere che, dal momento che il regolamento non è ancora stato emanato, si continuerà ad applicare i requisiti pensionistici vigenti, che saranno soggetti all’adeguamento della speranza di vita a decorrere dal 1° gennaio 2013 (saranno validi fino al 31 dicembre 2015). A partire da questa data, inoltre, se il pensionamento avviene a prescindere dall’età, l’adeguamento deve essere applicato anche al requisito contributivo.

► Cambiamenti pensioni di invalidità: è polemica

La pensioni di vecchiaia per il personale appartenente a Forze armate, Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia, Vigili del fuoco sarà ottenuta al raggiungimento dell’età anagrafica massima prescritta dai singoli ordinamenti, variabile in funzione della qualifica o grado, e al requisito contributivo previsto per la generalità dei lavoratori.

► 6 milioni di pensionati non godranno della rivalutazione delle pensioni

Se, al raggiungimento dell’età pensionabile prevista, non si è raggiunto il requisito contributivo, si dovrà lavorare per ulteriori tre mesi. I parametri per la pensione di anzianità, ad oggi, sono:

– 40 anni e 3 mesi di contributi, indipendentemente dall’età;
– anzianità contributiva non inferiore a 35 anni e con un’età di almeno 57 e anni e 3 mesi;
– massima anzianità contributiva corrispondente all’aliquota dell’80% con età anagrafica di almeno 53 anni e 3 mesi (solo se raggiunta prima dell 31 dicembre 2011).

 

La Tares sarà più alta della Tarsu secondo la Cgia

Lo dimostra la Cgia di Mestre che parla di entrate di 8 miliardi di Euro per lo Stato. I proprietari degli immobili pagheranno circa 30 centesimi in più a metro quadrato

Per la Cgia, la differenza porterà a una entrata per lo Stato di 0,9 miliardi di Euro cui si aggiunge 1 miliardo di Euro che arriva dalla maggiorazione di 30 centesimi a metro quadrato prevista dalla Tares. La stima di questo miliardo di Euro è contenuta nel decreto legge “Salva Italia”.

► Nel 2013 tasse in aumento per 14,7 miliardi

Le entrate fiscali della Tares serviranno anche per finanziare le spese degli Enti Locali. Si parla di quei costi per i cosiddetti “servizi invisibili” come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la gestione dei parchi ecc. cioè servizi che riguardano la collettività.

► Il 2013 è l’anno di Tares e Tobin Tax

Dopo l’Imu, quindi, ancora tasse in aumento che riguardano gli immobili. In un situazione di crisi economica, quindi, lo Stato sembra puntare sugli immobili considerando che in Italia l’80% delle persone è proprietaria di una casa. Una sorta di patrimoniale, anche se sulla questione dell’equità di queste imposte ci sarebbe da ragionare, anche in base a quanto affermato dall’Ue sull’Imu e poi riportato sull’Ici. Anno nuovo e tasse nuove, ma comunque più alte e si paga di più.

La Cina lascia l’Italia

 La crisi mina il giro di affari della comunità cinese insediata in Italia. Nelle maggiori città italiane, Roma e Milano in testa, il fenomeno è già molto evidente. Serrande chiuse nei quartieri a maggior concentrazione cinese, come già preannunciato dal Financial Times.

La ristorazione continua a tenere bene. A sentire il peso della crisi e delle rinunce degli italiani sono soprattutto i negozi di abbigliamento e di casalinghi. L’Italia, insomma, non è più l’Eldorado di qualche tempo fa, quando arrivarono i primi emigranti della profonda Asia, l’economia non gira e tenere un negozio aperto è un problema anche per i cinesi.

► Auto, Cina pronta a sorpassare l’Europa nel 2013

Secondo le prime stime sul fenomeno, a partire per tornare in patria è la prima generazione di cinesi, i pionieri dell’emigrazione in Italia, che, in una buona percentuale, lasciano in Italia moglie e figli e si dirigono verso lo Zehjang, loro regione d’origine, attirati dalla situazione economica cinese e dal suo forte sviluppo.

I più giovani, invece, vanno a cercare altrove un’occasione di fare fortuna. Le mete predilette sono l’Africa e l’America Latina.

► Paesi in crescita nel 2013

Un dato accomuna tutti i cinesi che stanno andando via dall’Italia: nella maggior parte dei casi si tratta di un allontanamento momentaneo con previsione di ritorno non appena l’economia italiana riprenderà il suo corso.

Le prospettive economiche del Giappone

 Il Giappone e la sua moneta, lo yen, sono al centro di un discorso economico molto ampio che si lega anche all’andamento delle borse europee ed americane. Per chi investe in opzioni binarie è sempre un paese da tenere d’occhio al fine d’indirizzare gli investimenti sul trend maggiormente remunerativo.

► Un po’ di calma nel mercato valutario

A livello politico, in questo momento, il Giappone è molto concentrato sulla diatriba con la Cina per il predominio sulle isole Senkaku. Ma soprattutto il problema del Giappone è la condizione economica, la sua situazione passata, il momento contingente e le prospettive future.

Dollaro/Yen, una settimana complessa

In passato, dopo la seconda guerra mondiale tutta la ricchezza del Giappone si è affidata alla capacità di risparmio dei cittadini. È da lì che è partita la ripresa del paese, ma soltanto fino al 1989 anno in cui dopo una bolla speculativa durata per tutti gli anni Ottanta, è iniziata una crisi molto latente.

Oggi il rapporto tra il PIL e il debito è cresciuto notevolmente arrivando a sfiorare quota 240%, in più sono crollate le esportazioni verso la Cina e il paese ha dovuto fare i conti con l’invecchiamento della popolazione e con i tentativi del governo di iniettare liquidità nel mercato.

Per il 2013, quindi, ci si affida alla velocità d’interpretazione, alla rapidità delle decisioni e alla prontezza nell’azione del primo ministro. Si lavorerà sulla politica monetaria, sulla politica fiscale e sugli investimenti pubblici.

L’analisi economica fatta dalla BCE partendo dal discorso di Draghi

 La BCE, ancora una volta ha scelto di lasciare invariati i tassi d’interesse ma quel che conta è soprattutto il discorso di Mario Draghi che ha fatto un’analisi della situazione economica dell’Europa. In primo luogo ha spiegato che anche nel 2013 saremo di fronte ad un’economia molto debole, in cui, però saranno riconoscibili dei segnali di miglioramento.

Entro la fine dell’anno molte novità dovrebbero essere messe sul piatto, ma qual è l’analisi fatta da Mario Draghi nel dettaglio? I punti del suo discorso sono sostanzialmente riassumibili in tre capisaldi: la decisione di lasciare i tassi di interesse invariati, il perdurare della debolezza economica che è stata cruciale nel 2012 e la stabilità nell’evoluzione dei prezzi che corrisponde all’analisi monetaria della BCE.

► Prima riunione Bce 2013

Riguardo l’analisi economica si parte subito dalla descrizione dell’andamento trimestrale dei conti del Vecchio Continente che illustrano una contrazione dello 0,2 per cento nel secondo trimestre del 2012. Il PIL reale dell’Europa ha subito nel terzo trimestre un calo dello 0,1 per cento e sembra che anche per il 2013 continuerà la discesa.

Poi ci sarà una piccola ripresa, forse partendo proprio dagli ultimi mesi dell’anno. A questo punto, per completare l’analisi occorre parlare dell’inflazione che nel 2013 dovrebbe scendere sotto la soglia del 2 per cento determinando nuovi assetti nelle politiche monetarie dei paesi.

► Diminuzione inflazione 2013

Cala sempre di più la fiducia degli italiani

 Gli italiani hanno acceso tantissimi finanziamenti in passato e spesso non hanno considerato una pratica, che arriva dall’America e che consiste nel pagare tutto con una sola rata, che va a sostituire tutte le altre e che dipende da un mutuo le cui condizioni sono sicuramente più favorevoli.

Si chiama consolidamento e il consolidamento è un’opportunità. A parte questo, quel che conta è la fiducia degli italiani che in questo momento è arrivata ai livelli minimi, almeno secondo quanto riporta l’Osservatorio Findomestic. L’indice di fiducia ha raggiunto il livello di 3,05 punti. Se si pensa che in una scala da 0 a 10, la soglia positiva è 7, è tutto dire.

Gli italiani, insomma, si stanno preparando al peggio, quindi sono pronti a tagliare tutte le spese che nel bilancio famigliare possono essere considerate più voluttuarie. A quel punto è chiaro che soltanto le spese accessibili, come possono esserlo telefonini e piccoli elettrodomestici, saranno plausibili.

Se poi si vanno a valutare coloro che prevedono di acquistare mobili e arredamento nei prossimi tre mesi, allora si evidenzia una crescita dell’interesse all’acquisto delle abitazioni dal 3,7 al 4,6 per cento. Diminuisce intanto la spesa per i mobili che nel mese di dicembre è di 2257 euro. Il comparto dei prestiti traballa.

Liquidità in prestito con le offerte di prestiti

Gli appartamenti sono un premio

 Si potrebbe dire che il mercato immobiliare sta prendendo una brutta piega se si considera che la casa non è più soltanto o non è più un diritto ma rappresenta piuttosto un premio. E’ quello che è accaduto in un centro commerciale nel nord Italia.

►Europa e USA diversi anche nel mercato immobiliare

L’economia sta attraversando una fase molto critica: il mercato del lavoro è in una fase di stallo, l’economia in recessione e le banche hanno difficoltà a concedere mutui. Diventa allora ancora più importante l’iniziativa portata avanti da un centro commerciale che ha messo in premio una casa per i suoi clienti.

►Idealista: sarà l’anno dell’affitto

A Peschiera Borromeo è stato organizzato questo concorso a premi molto bizzarro dove i buoni premio messi in palio erano diversi e dal valore che superava cinquantamila euro, ma il primo premio era una casa di cinquanta metri quadri a Peschiera, il cui valore è di 166 mila euro.

Niente male! L’appartamento è stato offerta da una cooperativa costruttrice della zona che stava costruendo un complesso immobiliare di duecento appartamenti. Cosa ha ottenuto la cooperativa in cambio? Una grandissima pubblicità, all’interno del centro commerciale, per circa sei mesi e in forma gratuita.

L’efficacia dell’iniziativa si può calcolare anche partendo dall’incremento del fatturato del centro commerciale cresciuto del 20 per cento circa.