Rinnovo dei contratti di lavoro, i tempi di attesa secondo l’Istat

 Secondo l’Istat i dipendenti in attesa di rinnovo del contratto del lavoro sono circa 3,7 milioni, di cui 3 milioni solo nel settore delle pubbliche amministrazioni. I contratti collettivi in scadenza sono 33.

Grazie all’entrata in vigore dei nuovi contratti per alcune categorie di lavoratori (alimentari, olearie e margarinera, carta cartone e cartotecnica) la percentuale dei dipendenti in attesa è calata di qualche punto percentuale rispetto al mese precedente, che si attesta, quindi, al 28,5% dei lavoratori totali.

Secondo l’Istat, nel mese di novembre l’attesa per un lavoratore con contratto in scadenza è di 35,6% mesi, molto di più di quanto segnalato lo scorso anno nello stesso periodo. Anche la media di attesa sul totale dei lavoratori è più alta rispetto allo scorso anno: 10,1 mesi per il novembre del 2012, contro i 7,5 del novembre del 2011.

Le previsioni dell’Istituto di Statistica confermano che per questo mese la situazione dei contratti in scadenza rimarrà invariata, per diminuire, poi, a partire dal gennaio del prossimo anno (39,1%) con un picco nel periodo compreso tra aprile e maggio.

A differenza del comparto pubblico, nel privato la situazione è migliore. La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo si ridurrà dal 92,7% di dicembre 2012 al 38,5% di maggio 2013. Anche i mesi di attesa sono di meno: considerando il totale dei dipendenti privati il tempo di attesa per il rinnovo del contratto è di 2,6 mesi.

 

Proibiti alle aziende gli stage gratuiti

Dal prossimo anno le aziende non potranno più ‘assumere’ stagisti a titolo gratuito. Ormai era diventato un ‘vizietto’, tipicamente italiano, adottato da molti datori, pronti a prendere in prova una serie di collaboratori esterni (usciti da un master o da un’università), sfruttandoli con la scusa di far fare a loro esperienza.

Una legge non consentirà più agli imprenditori di continuare questa spiacevole prassi. La retribuzione sarà obbligatoria.

Il compenso minimo da garantire per assumere uno stagista sarà di 400 euro lordi. Si tratta di una cifra esigua, che è comunque superiore al non percepire nulla.

La legge che prevede questo status è ancora in fase iniziale. Per il momento, durante la scorsa settimana, il Ministro del Welfare ha infatti presentato una bozza sulle linee guida sui tirocini.

Se ne era parlato già questa estate, successivamente alla Riforma del Lavoro proposta dal Ministro Elsa Forneero.

L’intesa sui nuovi tirocini dovrà essere firmata (Insieme al compenso che potrebbe variare di Regione in Regione a patto di non scendere sotto i 400 euro) entro 180 giorni dalla Riforma Fornero.

Si attende dunque la conferenza tra Stato e Regioni.

Successivamente ogni regione potrà decidere il limite minimo del compenso che le aziende dovranno pattuire con i nuovi collaboratori.

Alitalia nuovamente in profondo rosso

Prosegue l’iter negativo di Alitalia. La compagnia aerea è nuovamente sul fondo del baratro. Sono passati quattro da quando Silvio Berlusconi (al tempo Presidente del Consiglio) aveva utilizzato 3 miliardi di euro presi dalla Spesa Pubblica per salvare Alitalia.

Ora, la storia infinita della compagnia sembra continuare e si è nuovamente in profondo rosso in termini di conti. La cifra considerevole messa a disposizione di Berlusconi non ha salvato l’azienda che rischia nuovamente di dichiarare bancarotta. Tutto è tornato punto e a capo. I conti non tornano, sebbene il gruppo imprenditoriale che gestisce la compagnia di aerolinee stia lavorando sodo per provare a salvare azienda e dipendenti.

Pesa come un macigno il confronto con la crescente industria ferroviaria. Italo e Trenitalia guadagnano punti sui binari, strappando clienti su clienti ad Alitalia. I dati, infatti, parlano di buchi profondissimi. Vere e proprie emorragie economiche. La compagnia perde ogni giorno ben seicentotrentamila euro. Negli ultimi 4 anni, nel periodo che va dal 2008 al 2012, i conti sono stati in rosso e attualmente l’azienda ha un debito di 735 milioni.

La gestione degli ultimi quattro anni, pertanto, ha fatto si che gran parte del capitale andasse in fumo. Una gestione che, dunque, negli ultimi quattro hanno ha portato all’estinzione di gran parte del capitale. In questo momento nelle casse di Alitalia ci sono poco più di 300 milioni. Una liquidità che appare esigua.

FUORI DALLA CRISI

Basterà la finanza creativa, il progetto di uno spin-off e il rispolvero di Mille Miglia per salvare Alitalia? Gli imprenditori e i soci sperano di si. In ballo c’è l’urgenza di ricapitalizzare l’azienda, per allontanarsi dal Redde Rationem.

Con il 2013 parte il Fondo per le aziende ricercatrici

 Le aziende chiedono da tempo un aiuto concreto per migliorare il loro business, per ottenere sconti sul prelievo fiscale in modo da lasciare intatto l’aspetto occupazionale. Non è proprio un ricatto ma una richiesta d’aiuto in un momento economico per tutti molto difficile.

In questo senso il governo che ormai possiamo considerare uscente, ha disposto un fondo per fornire aiuti alle imprese ma in modo selezionato. Non ci sono soldi per tutti ma soltanto per chi investe in ricerca e sviluppo.

Questo paletto posto dall’esecutivo dovrebbe garantire da un lato la sussistenza dell’azienda nel tempo, e dall’altro favorire lo scambio di know-how tra imprese e università. Saranno gli atenei, infatti, ad assumere il ruolo di centro nevralgico dello sviluppo.

Entriamo nel dettaglio del Fondo per agevolare le piccole aziende, contenuto nella Legge di Stabilità. Il fondo nascerà nel 2013 e il suo capitale sarà usato per fornire un credito d’imposta a tutte le piccole e medie aziende che investiranno nello sviluppo. Ma i soldi saranno anche usati per ridurre il cuneo fiscale.

Il fondo in questione è istituito presso la Presidenza del Consiglio e si finanzia con la riduzione degli stanziamenti di bilancio che sono destinati ai trasferimenti e ai contributi alle imprese. Questo “metodo” era stato suggerito dall’economista Francesco Giavazzi e infatti passerà “alla storia” come Piano Giavazzi.

Pressione fiscale e debito fiscale: cosa cambia?

 In Italia esiste un Fondo dove si accumula denaro da usare per ridurre la pressione fiscale sui contribuenti. Questo fondo è alimentato di volta in volta da una serie di manovre. Secondo le premesse alla Legge di Stabilità, il fondo in questione doveva nutrirsi dei risparmi di spesa per interessi sui titoli pubblici.

Poi si disse che il fondo doveva essere alimentato dal recupero dei contributi non precedentemente versati. L’ultima notizia legata all’approvazione della Legge di Stabilità, dice che i soldi del fondo daranno attinti dalle risorse che derivano dall’evasione fiscale e dalla riduzione delle spese fiscali.

Collaborando con il fisco nella lotta all’evasione, dunque, si ottiene sul lungo periodo uno sconto sulle tasse con il conseguente allentamento della pressione fiscale. Per questo dal 2013 il Documento di economia e finanza conterrà la valutazione delle entrate che derivano dal contrasto dell’evasione fiscale.

I soldi di questa attività che andranno a finire nel fondo saranno al netto delle spese utili a mantenere l’equilibrio di bilancio o a ridurre il rapporto tra debito e PIL.

Per alleggerire, inoltre, le attività dell’Erario ci sarà un azzeramento dei vecchi debiti con il fisco e si potrà ottenere l’annullamento delle cartelle “pazze” in modo più semplice: entro 90 giorni dalla notifica il contribuente deve presentare una dichiarazione in cui prova che gli atti emessi dal creditore sono invalidi e se l’amministrazione non risponde in 220 giorni le cartelle sono annullate di diritto.

Banche in recessione anche nel 2013

Il 2013 non sarà foriero di novità per gli istituti bancari. La cattiva qualità del credito, nonché il rapporto tra le sofferenze e gli impieghi, poteranno le banche a vivere senza pausa un nuovo periodo di recessione.

Lo sottolinea il rapporto previsione ABI/AFO, presentato a Roma nelle scorse ore. Fino al 2014 il rapporto tra impieghi e sofferenze si attesterà su un 7,3% che non fa ben sperare. Un valore più alto di questo, che è paradossalmente negativo in termini economici, va trovato scavando negli archivi del 1998.

L’ABI, presentando il suo financial outlook descrive la situazione spiegando che gli impieghi a residenti saranno prede di una stagnazione. Soltanto tra due anni si raggiungeranno dei tassi simili a quelli di crescita del Prodotto Interno Lordo, che in ogni caso non supereranno mai il 3%. L’aumento del rischio credito, per l’ABI, sarà un consistente stop alla crescita dei prestiti.

Raccolta

Soltanto la raccolta sarà in crescita. Si tratta dell’unica nota positiva comunicata dall’ABI nell’Outlook finanziario. Aumenterà del 2,9% rispetto allo scorso anno. Un aumento su base annua che nel 2013 raggiungerà il 3%. In previsione, dunque, possiamo aspettarci una diminuzione dello squilibrio tra impieghi e raccolta. Diminuzione di 5,5 punti in percentuale.

Cala la crescita del Pil, e calerà dello 0,6% anche nel prossimo anno. La ripresa economica, con il Prodotto Interno Lordo che crescerà dello 0,8%, dunque, arriverà soltanto nel 2014.

Il settore bancario è debole anche dal punto di vista della redditività. La sua salvaguardia è vincolata ad una politca di controllo più attenta, abbinata ad una forte riduzione dei costi.

Vendite al dettaglio, bene solo i discount

Calano, e di molto, le vendite al dettaglio, eccezion fatta per i discount. Una flessione dell’1% rispetto a settembre e del 3,8% rispetto al 2011. L’Istat ha sottolineato che questo è già il quarto calo mensile consecutivo. Il settimo a livello tendenziale.

Appare opportuno sottolineare che per vendite al dettaglio dobbiamo intendere quel valore corrente che si da nell’incorporare la dinamica delle quantità e la dinamica dei prezzi.

GIU’

I settori che vanno peggio? Eccoli

Alimentare: cala dell’1,3%;

Elettronica & elettrodomestici: calo del 6,6%;

Strumenti musicali: calo dell’11,6%;

Giocattoli: cala del 6,3%;

– Sport: parimenti al settore dei giocattoli, calo del 6,3%;

Non ‘food’: cala dell’1 % rispetto a settembre e del 4% su base annua

Si aggiunge al coro il parere delle associazioni dei consumatori. Durante gli ultimi mesi del 2011 i consumi sono scesi del 5%. Le spese natalizie sono iniziate ma rispetto agli anni scorsi la crisi si fa sentire molto di più. Le associazioni parlano di un calo del 15% rispetto al 2011.

La frenata delle vendite al dettaglio nei primi 10 mesi del 2012 è consistente. Se confrontata con il 2011 si parla del 2% in meno.

SU

Soltanto i discount fanno registrare un trend positivo. La grande distribuzione ha perso molto terreno, scendendo del 5% nel mese di ottobre (confronto su base annua). Il discount, da par suo, è salito dello 0,6%. Perdono anche gli ipermercati e i supermercati. I primi calano del 6,7%, i secondi del 2,6%.

 

La sostituzione conviene con il Monte dei Paschi

 Il Monte dei Paschi di Siena ha ampliato l’offerta dei mutui per andare incontro ad una clientela più vasta. Adesso, tra le pagine del suo sito si scoprono numerose soluzioni, adatte a tante tipologie di richiedenti. Insieme abbiamo già analizzato le caratteristiche del Mutuo Natura e del Mutuo On Off.

Il primo è pensato per chi vuole acquistare o ristrutturare una casa secondo i principi della bioedilizia e del risparmio energetico. Il Mutuo On Off è invece rivolto ai lavoratori precari che quando passano al contratto a tempo indeterminato ottengono una riduzione dello spread ma, se sono in difficoltà economica, possono sospendere il rimborso del prestito ottenuto.

Per chi invece vuole soltanto cambiare istituto di credito approdando a condizioni più favorevoli, c’è a disposizione il Sostimutuo, un finanziamento a tasso variabile rivolto a chi vuol passare al Monte dei Paschi partendo da una banca che non fa parte del gruppo. Si sostituiscono mutui accesi per l’acquisto o la ristrutturazione dell’immobile.

L’importo finanziabile massimo è quello necessario per estinguere il mutuo precedentemente acceso. La surroga consente il trasferimento dell’ipoteca e c’è un risparmio per il cliente che non deve ripagare l’imposta sostitutiva. La durata del piano d’ammortamento non deve superare i 30 anni.

I documenti richiesti sono sempre gli stessi, di carattere reddituale, tecnico e legale.

Mutuo on off per lavoratori a progetto

 Se avete un contratto di lavoro a tempo determinato, oppure se avete un contratto di lavoro a progetto, è molto complesso chiedere l’erogazione di un mutuo tradizionale per l’acquisto della prima casa. Le banche, spesso, chiedono garanzie enormi, a meno di non avere un prodotto adatto a questi lavoratori.

E’ il caso ad esempio del Monte dei Paschi di Siena che ha una gamma molto vasta di mutui. Abbiamo visto insieme quello dedicato a chi vuole acquistare o ristrutturare una casa secondo i principi della bioedilizia e del risparmio energetico, il Mutuo Natura. Adesso vediamo le caratteristiche del Mutuo on off per i precari.

L’importo massimo finanziabile è pari all’80 per cento del valore dell’immobile posto in garanzia, fino ad un massimo di 200.000 euro. Il piano d’ammortamento può essere di 15, 20, 25 e 30 anni a patto che alla scadenza del mutuo, i richiedenti non abbiano superato i 75 anni.

Il mutuatario può chiedere la sospensione del rimborso massimo 4 volte per un massimo di 3 rate mensili ogni volta. Nel caso in cui il lavoratore ottenga un contratto a tempo indeterminato, la banca gli offre una riduzione dello spread.

La documentazione da portare per la richiesta è quella reddituale dei richiedenti, quella tecnica relativa alla casa e quella legale.

3000 nuovi posti di lavoro grazie a McDonald’s Italia

 Questo vuol dire che, da un lato, all’estero c’è ancora fiducia nell’Italia e nella sua forza lavoro e, dall’altro, anche delle interessanti novità per coloro che sono alla ricerca di un impiego.

3000 i posti creati entro il 2015, di cui la prima tranche, circa 1100, già dal 2013 grazie all’apertura di 100 nuovi ristoranti sul territorio italiano. I contratti di lavoro previsti per i nuovi dipendenti McDonald’s Italia saranno, prevalentemente, contratti di apprendistato della durata di 36 mesi e si rivolgeranno a candidati di età compresa tra i 18 e i 29 anni. La maggior parte delle assunzioni saranno nelle regioni del centro e del sud del paese.

Partendo dal presupposto che, almeno fino ad oggi, il 71% dei lavoratori della multinazionale sono assunti con contratti a tempo indeterminato, anche l’apprendistato previsto per queste nuove assunzioni dovrebbe essere finalizzato all’inserimento stabile in azienda.

Interessante anche il fatto che la maggior parte delle persone che ricoprono dei ruoli di responsabilità all’interno di McDonald’s provengono dalle mansioni operative, questo perché l’azienda è fortemente orientata alla formazione e alla crescita professionale che viene dall’esperienza diretta.

Un ruolo di tutto rilievo spetta anche alle pari opportunità: la metà dei direttori dei ristoranti McDonald’s, infatti, sono donne.