Cosa cambia con la Legge di Stabilità

A meno che non ci siano ulteriori imprevisti, oggi il testo della Legge di Stabilità riceverà le dovute approvazioni per il ‘via libera’. Dopo il ‘Si’ di ieri pomeriggio ottenuto dalla Commissione Bilancio del Senato, oggi si aspetta quello della ‘Camera’ prima di dare il ‘Nulla Osta’ necessario.

L’iter della Legge di Stabilità è stato lungo e complicato. In mezzo ci sono stati avvenimenti molto importanti, quali la decisione di Mario Monti di restituire il mandato nelle mani del Presidente Napolitano.

Le dimissioni di Monti e la successiva preparazione alle prossime elezioni hanno rallentato l’approvazione delle ultime norme di fine legislatura.

Nel contempo, gli ostacoli più grandi all’approvazione provengono dal Popolo Delle Libertà, che ha provato in tutti i modi a rallentare il lavori.

Tra le modifiche messe in atto dalla Commissione vi sono molti aumenti concernenti la spesa pubblica.

Per quanto riguarda invece i finanziamenti sono previsti otto miliardi di euro per il Gruppo Finmeccanica (spalmati in 16 anni, a partire dal 2016), 2,1 miliardi per la Tav Torino-Lione (spalmati su 14 anni), 80 milioni di euro per la pedemontana del Piemonte, 30 milioni di euro per la statale tirreno-adriatica, 30 milioni di euro per il settore della pesca. E poi, ancora,  70 milioni di euro per le assunzioni nel comparto della sicurezza, 13 milioni di euro destinati alla continuità territoriale delle isole siciliane e sei milioni di euro per i Comuni montani.

Vanno invece cinque milioni di euro al Corpo della Guardia Forestale. Dieci milioni di euro fungeranno per il dissesto idrogeologico dell’Abruzzo e, inoltre, sono previsti fondi per la memoria e la figura di alcuni personaggi illustri.

Ad esempio è previsto  un milione di euro per organizzare le celebrazioni di Giuseppe Verdi. Andranno invece 800 mila euro alla Fondazione della Levi Montalcini, un milione per i partigiani, 130 mila euro per il Castello di Udine. Sono destinati poi 500 mila alla la Lega contro i tumori, un milione per il Garante dell’infanzia. Per quanto riguarda il Bambin Gesù, l’oospedale romano gestito dal Vaticano avrà a disposizione 12,5 milioni, mentre il Gaslini di Genova cinque.

LEGGE DI STABILITA’: COSA CAMBIA?

Ecco quali saranno le novità non appena la Legge sarà approvata:

– I governatori delle regioni non potranno alleggerire l’Irpef per un anno;

– I redditi più bassi e i nuclei familiari subiranno una rimodulazione;

– Qualora non vi sia un accordo sulla detassazione della produttività sono previste opzioni per utilizzare alcune tra le risorse previste;

– Rifinaziamento del fondo di garanzia per Piccole e Medie imprese.

–  Fondi per la Tav Torino-Lione: Per la Tav è previsto un finanziamento di 2,25 miliardi spalmato in quindici anni;

– Finanziamento di 8,4 miliardi spalmanto in 16 anni per le industrie del comparto aeronautico.

– Internazionalizzazione delle imprese, con 10 milioni di euro finanziati dall’Ice.

– Fondi per la Sla: 115 milioni di euro sono stati messi a disposizone dei malati di Sla.

– Proroga al 2020 per le concessioni demaniali su porti, fiumi e laghi, così come già deciso in precedenza per le spiagge.

– Fondi per i policlinici delle università:  I policlinici universitari gestiti da atenei privati riceveranno 52,5 milioni di euro.

– Fondi per l’infanzia;

– Fondi per lo sport;

– Non è più obbligatorio portare i pneumatici da neve in autostrada.

ULTIMI EMENDAMENTI APPROVATI (PACCHETTO DELL’ULTIMA ORA)

– Apertura delle gare per le nuove sale adibite al gioco online;

– Esenzione Irpef per le pensioni di guerra

RIFLESSIONI

Le ultime modifiche al testo della Legge di Stabilità, che a tutti gli effetti dovrebbe essere l’ultimo provvedimento preso dall’attuale legislatura, apportano un contributo spese di quindici miliardi di euro spalmati in altrettanti anni.

Al momento del suo approdo in Senato, il testo del Ddl è stato corredato di 100 emendamenti aggiuntivi rispetto all’inizio delle manovre. La Commissione Bilancio li ha approvati nella notte, e sono stati rinominati come ‘Pacchetto dell’ultim’ora’.

AUMENTO DELLE TASSE

Seppur potenziale, l’aumento delle tasse ci sarà. Alcuni vincoli fiscali saranno alleggeriti. Le regioni saranno infatti messe a dura prova nel prossimo anno. Non passa ad esempio l’aumento dell’addizionale Irpef sulle persone fisiche oltre lo 0,5%. Soltanto se il Governo avesse aumentato anche l’Irap sulle imprese, l’addizionale sarebbe aumentato. Entrambe le imposte potrebbero essere dunque alzate nel 2013.

Non passa per le Regioni la possibilità di esentare il pagamento di una parte delle addizionali (la parte che supera lo 0,5%).

Appare lontano il rischio di un incremento generalizzato delle tasse regionali, dal momento che il tetto di spesa del Patto non permetterebbe alle Regioni di usare il maggior gettito. Tuttavia non è detta l’ultima parola. Molte regioni hanno la necessità di far quadrare i conti e ridurre lo stallo, ragion per cui il discorso è ancora molto aperto.


 

Dall’Inail ricco contributo alle imprese per salute e sicurezza sul lavoro

Nuovi incentivi, per un totale di 155 milioni, sono destinati alle imprese al fine di migliorare sicurezza e salute sul posto di lavoro.

L’obiettivo è stato fissato dall’Inail che ha messo a disposizione l’ingente fondo, così da sostenere le imprese ed elevare i livelli di salvaguardia.

Il contributo in conto capitale è finalizzato alla copertura del 50% dell’investimento.

Il bando per accedere ai fondi è disponibile da oggi 20 dicembre 2012 sul sito www.inail.it. Chi vuole farne richiesta ha due mesi di tempo per inserire online il proprio piano di miglioramento della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro.

Il progetto potrà essere inserito dal 15 gennaio al 14 marzo del prossimo anno.

Gli incentivi saranno ottenuti se le proposte delle imprese soddisferanno i requisiti richiesti e valutati con un punteggio stabilito a priori dall’Inail.

Successivamente, in base all’ordine cronologico dell’invio del progetto, saranno inviato i finanziamenti alle imprese che li hanno meritati.

Soddisfatto dell’iniziativa è colui che l’ha presentata. Parliamo di Massimo De Felice, presidente dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

Massimo De Felice, sottolineandone l’importanza, ha dichiarato che il suo obiettivo è quello di far si che questo tipo di finanziamento possa essere reiterato nel tempo. Sono già tre anni che Inail presenta questa occasione.

Per il bando del 2012, il budget totale degli incentivi messi a disposizione è di 146 milioni e 250 mila euro provenienti dalle risorse Inail. Vi sono inoltre quasi 9 milioni 102 mila euro messi a disposizione dal ministero del Lavoro.

Continua la crisi dei commercianti

Si registra una brusca caduta per le vendite al dettaglio. Nel mese di ottobre sono scese dell’1% rispetto a settembre e del 3,8% su base annua. Una crisi, quella del commercio, che sembra dunque essere interminabile.

I dati sono stati messi a disposizione dall’Istat. L’Ente ha fatto presente che è il quarto calo mensile consecutivo. La situazione rispetto al 2011 è dunque ulteriormente peggiorata. I settori del commercio che vanno peggio sono secondo le statistiche Istat quello alimentare (vendite al dettaglio scese dell’1,3%) e il settore non ‘food’ (vendite al dettaglio scese del 2,5%).

I primi dieci mesi del 2012, dunque, fanno registrare un evidente calo pari al 2% se confrontato con lo stesso periodo dell’anno precedente.

Crolla ad ottobre anche la grande distribuzione. Una discesa del 5% su base annua. Va bene solo il discount alimentare, che guadagna un buon +0,6%. In perdita, però, tutte le altre tipologie:

–  ipermercati (-6,7%);

– supermercati (-2,6%).

L’Istat ha inoltre aggiunto che il periodo di magra non ha risparmiato i piccoli negozi, i quali hanno fatto registrare una diminuzione del 3,0%. I dati sono sempre da interpretare in termini tendenziali.

La diminuzione delle vendite, nel complesso, è stata fatta registrare da tutti i settori.

Vanno peggio di tutti i seguenti gruppi:

– Supporti magnetici & strumenti musicali (-3,9%;

– Mobili, articoli tessili, arredamento (-3,6%);

Cartoleria, libri, giornali, riviste (-3,2%).

 

 

Ue chiede all’Italia di estinguere il debito

Il bilancio a breve termine per l’Italia non è negativo. A dirlo è il Parlamento Europeo. Il problema, però, riguarda la lunga tratta. Sul lungo tragitto, infatti, i rischi di stress di bilancio vengono condizionati alla totale applicazione del consolidamento (“ambizioso”) che è in corso.

La Commissione Ue rilascia il suo rapporto annuale riguardante la sostenibilità dei conti. Secondo Bruxelles la situazione attuale italiana non è delle migliori, ma il problema più grande non è quello immediato ma quello che riguarderà il debito. In altri termini, secondo Bruxelles, sulla base delle attuali politiche il debito italiano potrebbe scendere solo durante (oppure) oltre il medio termine.

Il problema è che la sostenibilità dei conti pubblici (come è sottolineato nel rapporto) è condizionata dalla totale implementazione del consolidamento fiscale in corso. Un consolidamento che appare ambizioso. Inoltre è condizionata dalla volontà di mantenere il surplus primario oltre (di molto) il 2014.

Per la cronaca, ad ottobre 2012 il debito italiano ha sfondato il tetto dei 2.000 miliardi.

Appare inoltre impegnativo raggiungere l’avanzo primario entro due anni. Gli odierni standard internazionali e gli odierni standard storici del nostro Paese fanno si che ci voglia una fortissima determinazione al fine di evitare crolli di natura fiscale.

Secondo gli esperti dell’Unione Europea tale determinazione è necessaria per far si che gli obiettivi vengano raggiunti. Per il momento, comunque, da Bruxelles apprezzano la risolutezza con la quale l’Italia sta procedendo per la riduzione del debito pubblico.

 

Troppe tasse scoraggiano acquisto immobili

L’Imu incide sull’acquisto degli immobili. Non è (ormai) una novità. Il prelievo patrimoniale che incide sugli immobili ha ormai da molto tempo allargato il suo raggio d’azione. Incide di gran lunga sul mercato immobiliare l’introduzione di diverse imposte. Un dato che contribuisce a colpire dal punto di vista psicologico gli acquirenti (e i presunti tali).

Così, il mercato delle compravendite rischia di corllare definitivamente. I dati in nostro possesso, aggiornati a novembre 2012, confermano tale tendenza. La paura di comprare casa c’è, e si sente. Il calo, per il momento, è superiore al 20%.

E’ opportuno sottolineare che non è solo l’Imu (e il suo pesante e salato pagamento) a pesare sulla scelta di effettuare un investimento nel settore del mattone. Due sono gli altri fattori per i quali gli acquirenti non agiscono oppure agiscono con estrema cautela.

– Le prospettive a breve termine del mercato immobiliare sono sinonimo di profonda crisi;

– C’è una forte concorrenza dei titoli di Stato.

Vediamo sia i pro che i contro:

Contanti

Pagare una casa (da 280.000 euro) in contanti, implica un’ulteriore spesa (di 5.000 euro) per le imposte agevolate e per la parcella del notaio. Una somma che va aggiunta al valore iniziale dell’investimento.

Mutuo

Se non si vuole pagare in contanti si deve ricorrere al Mutuo. Quest’ultimo potrebbe essere dedotto in maniera parziale dalle imposte sui redditi, ma comporta un lungo periodo in cui il proprietario dell’immobile si troverà in una situazione di perenne deficit.

Investimento

Anche per quanto riguarda l’investimento, dal punto di vista finanziario, la situazione non è delle migliori. Consideriamo l’ipotesi di acquistare in contante l’immobile per poi metterlo in affitto. Si registrerebbero delle elevate spese iniziali. Quando si incassano i canoni occorrerebbe calcolare l’incidenza Imu, nonché la cosiddetta ‘cedolare’ secca. Una tassa che porta via addirittura il 21% dei proventi.

Acquisto

C’è chi (raramente) acquista una casa per tenerla semplicemente a disposizione per sperare nel capital gain sul medio periodo. Una follia, se si pensa che andranno pagate tutte le spese ordinarie di gestione, nonché l’IMU (senza alcuno sconto sulle aliquote).

Banche in difficoltà

Cresce la sofferenza degli istituti bancari. L’Abi ha reso noto all’interno dell’outlook del mese di ottobre che i danni sfiorano quota 120 miliardi. Si tratta in termini tecnici di sofferenze ‘lorde’. Se le consideriamo escludendo le svalutazioni si tratta di sofferenze pari a circa 120 miliardi di euro. Un conto che è salito di 2,2 miliardi in più rispetto al mese di settembre. Ma il dato più eclatante è che le sofferenze lorde sono aumentate di 17 miliardi in più rispetto all’ottobre del 2011.

L’incremento annuo in percentuale è del 16,6%. L’Abi fa un confronto con gli impieghi e considera che le sofferenze sono pari al 6,1% nel mese di ottobre 2012. L’anno prima erano pari al 5,2%.

Lo studio Abi del Monthly Outlook parla delle sofferenze al netto delle svalutazioni. In questi termini le sofferenze del mese di ottobre 2012 sono pari a 68,1 miliardi di euro. Si tratta di quasi un miliardo in più rispetto al mese di settembre e di quasi 13 miliardi in più rispetto allo stesso mese di ottobre ma dello scorso anno.

In altri termini si è verificato un + 22% rispetto al 2010. Complessivamente il rapporto tra impieghi totali e sofferenze nette è aumentato fino al 3,53% da un anno ad oggi.

Conseguenze delle difficoltà delle banche

In una situazione così descritta, inevitabilmente, calano i finanziamenti alle imprese. A fine ottobre fanno registrare un -3,9%. Tutto è ovviamente ben spiegato nel rapporto mensile dell’Abi. Al suo interno si parla anche di un calo di prestiti alle famiglie. Aumentano i depositi e, inoltre, rimangono stabili i mutui per l’acquisto di un immobile.

 

 

Lo slittamento della Tares è stato richiesto dal Governo

L’emendamento alla Legge di Stabilità rilasciato di recente dal Governo ha fatto si che la prima rata della nuova tassa sui rifiuti, la Tares, dovrà essere pagata ad aprile 2013 e non più a gennaio del prossimo anno. Nello specifico la Tares è il nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi.

La decisione è stata presa dal Governo, è in qualche modo si tratta anche un modo per far ‘respirare’ un po’ di più gli italiani (e le loro tasche), recentemente reduci del salasso IMU. Dopo il pagamento dell’Imu, la cui scadenza era il 17 dicembre, pagare anche la Tares a gennaio sarebbe stato un brutto colpo.

Il Governo ha dunque richiesto lo slittamento della Tares, così da far stare più tranquilli per un po’ i contribuenti del Nostro Paese. Ciò non toglie che costoro ad aprile dovranno fare i conti con un’imposta molto salata, per la quale si prevede un gettito di quasi un miliardo ogni anno, che entrerà nelle casse dello Stato.

Ricordiamo che la Tares prenderà il posto di Tarsu e Tia. Le due imposte, chiamate con due nomi diversi in base al tipo di prelievo effettuato dagli stessi Comuni, vanno in ‘pensione’.

La nuova tassa sui rifiuti è dilazionata in 4 rate, ma si potrà pagare in una unica soluzione nel mese di giugno del 2013, secondo quanto disposto dal Governo in seguito alla presentazione dell’emendamento alla Legge di Stabilità. La Tares è destinata ai cittadinini, nonché ai proprietari di immobili. In particolar modo è destinata a quei cittadini che (come dice l’emendamento) “Occupano o detengono locali oppure aree scoperte”.

Rispetto a Tarsu e Tia, l’importo della Tares sarà maggiorato.

Oltre quattro milioni di stranieri in Italia

Aumenta la popolazione italiana, ma diminuiscono gli italiani. Nel Nostro Paese, infatti, l’ultimo decennio è stato caratterizzato da una forte affluenza di cittadini stranieri. Dal 2002 al 2012 sono passati dall’essere 1.334.889 milioni all’essere 4.029.145 milioni.

Si tratta di una crescita pari al 201,8 per cento e di un dato di tutto rispetto. Dato che è stato fornito dall’Istat. Secondo il censimento dell’Ente, in Italia (il dato è aggiornato al 9 ottobre scorso) ci sono 28.745.507 uomini e  30.688.237 donne. In media ci sono dunque  93,7 uomini ogni 100 donne.

Il dato più eclatante emerso dal quindicesimo censimento Istat è che rispetto a dieci anni fa la componente straniera è triplicata. Nel contempo è diminuita di oltre 250.000 individui la popolazione che ha cittadinanza italiana. Si segnala, dunque, un aumento di  2.694.256 stranieri nel nostro Paese.

Soffermandoci ancora sul censimento, noteremo, che l’età media dei cittadini è di 43 anni. L’età media è scesa al Sud, in particolar modo in Calabria, Puglia e Sicilia. Sottolineiamo inoltre che in  Trentino-Alto Adige l’età media è di 42 anni. La regione più ‘giovane’ da questo punto di vista è la Campania, dove l’età media scende al livello minimo di 40 anni. Questa è la soglia minima italiana.

Tutto sta nel vedere come cambierà la situazione tra 10 anni. La notizia dell’aumento della popolazione straniera nel Nostro Paese è senza dubbio positiva.

Incasso record per l’Imu, allo Stato sono arrivati 24 miliardi di euro

 Scaduto il termine ultimo per il pagamento dell’Imu – per chi non lo ha fatto vale la pena affettarsi per poter usufruire degli sconti sulle multe con il ravvedimento operoso – le casse dello Stato traboccano di euro. Il gettito totale dell’imposta sulla casa è stato di 24 miliardi di euro, tre in più rispetto a quanto previsto dall’esecutivo.

Si tratta ancora di un bilancio provvisorio, i dati reali arriveranno solo il prossimo anno, ma, come detto anche dal ministro dell’Economia Vittorio Grilli, è possibile che il dato sia destinato a salire, proprio in virtù di tutti coloro che non hanno completato il pagamento della terza rata e che lo faranno in futuro aggiungendo all’importo base la penale per il ritardo.

Non si sa quanti saranno i soldi che entreranno nelle casse dello stato grazie ai ritardatari, ma, sempre nel’opinione di Grilli “le entrate superiori alle attese potrebbero essere salutari per i nostri conti“.

Secondo le stime del Sole 24 Ore il gettito totale dell’Imu è di 23,2 miliardi, dei quali 11,8 miliardi (quindi circa il 50% del totale) arrivano dalle regioni del Nord, 4,91 miliardi sono quelli derivati dal super saldo, cioè la terza rata la cui aliquota è stata decisa dai comuni, molti dei quali hanno optato per quella massima, e 980 milioni di euro arrivano dall’Imu sulle prime case.

 

 

 

Come sarà la ripresa dell’Europa

 La prima cosa da chiedersi è se ci sarà il tanto agognato rimbalzo degli indici nel 2013, se effettivamente le maggiori economie europee, che ancora resistono alla crisi, affronteranno il default o voleranno verso l’isola della salvezza. Alcuni analisti hanno delle previsioni sull’Europa in generale e sull’Italia e la Spagna in particolare.

Chi investe in opzioni binarie ed ha seguito la questione europea sa che molti hanno considerato dopo la Grecia, come anelli deboli del Vecchio Continente, il nostro paese e il governo di Madrid. In realtà Spagna e Italia sono sotto la lente d’ingrandimento anche in relazione al cambio di legislatura.

Secondo gli esperti della società Jefferies International la ripresa dell’Europa ci sarà ma bisognerà attendere ancora 6 mesi prima di vedere qualche risultato. Poi si comincerà a crescere ma in modo graduale, senza incrementi rapidi degli indici. A trainare tutti sarà proprio l’Italia che insieme alla Germania si metterà alla guida dell’UE.

Alla Vanguard c’è sempre molto ottimismo rispetto all’Italia. Il nostro paese è considerato una potenza ancora in fase d’incubazione rispetto al 2013. Di certo sarà importante conoscere la strategia economica e finanziaria del nuovo governo che seguirà quello di Monti. Il rifinanziamento del debito pubblico, invece, è la prospettiva nell’orizzonte spagnolo anche se la svolta ci sarà soltanto dopo l’aprile del 2013.