Azioni Faac: il sequestro è fatto!

 Le azioni della SpA Faac, la multinazionale bolognese il cui business è costruito sulla produzione di automatismi per cancelli e parcheggi, sono state sequestrate ma per capire la disposizione del Tribunale di Bologna bisogna andare un po’ indietro nel tempo.

A marzo del 2012, la Faac è diventata una controllata della Curia di Bologna perché questo è stato disposto in testamento da Michelangelo Manini che aveva ereditato l’azienda in modo “universale”, visto che si trattava dell’azienda fondata dal padre nel 1965.

Una tradizione industriale antichissima che non ha messo in difficoltà il tribunale bolognese che ha disposto all’inizio un custode per l’intero patrimonio: Paolo Bastia, un personaggio che è diventato il pomo della discordia tra la Curia e alcuni famigliari di Manini.

La Curia, in particolare, nel vedersi sottratto questo patrimonio, ha fatto ricorso contro il provvedimento del giudice ma il porporato è stato irremovibile e dal processo di sequestro è stata salvata soltanto l’abitazione principale di Manini.

Bastia avrà diversi compiti da svolgere e tutti sono convinti che dopo essere stato consulente della Procura di Parma per l’affare Parmalat, sia la persona adatta ad occuparsi anche della Faac. Il suo obiettivo dovrà essere quello di custodire temporaneamente i beni datigli in affidamento e provvedere alla gestione ordinaria dell’attività tenendo costantemente aggiornato il giudice.

GE vuole Avio

 La General Electric avrebbe le mani su Avio, che in Italia e nel mondo è considerato un colosso dell’aeronautica. In pratica un’azienda nata da una costola della FIAT che operava in Piemonte e poi è passata sotto il controllo del private equity inglese Cinven che in minoranza è anche partecipato da Finmeccanica.

Tutti i grandi dell’industria dunque, sono coinvolti in quest’affare. Ma finora non c’è stato alcun annuncio ufficiale ci si aspetta la vera svolta in settimana.

I fatti. Civen aveva il desiderio di tirarsi indietro e di non investire più denaro in Avio e per questo negli ultimi mesi è andata alla ricerca di un acquirente. All’inizio aveva provato a fare fortuna in Borsa ma il mercato, diciamo così, non è stato all’altezza delle mire di questa società.

Alla fine sembra che si sia fatta avanti la General Electric che ha concluso in modo positivo il primo passo verso l’acquisto, la fase di cosiddetta diligence. Ora manca soltanto il via libera dell’Antitrust che vigila in Europa tanto che tutto il lavoro, in questo periodo, è sulle spalle dei consulenti legati delle società coinvolte.

Secondo il resoconto del Sole 24 Ore ci sarebbero gli advisor di Cinven, Rothschild e JP Morgan e poi sono stati coinvolti anche i banker di Merrill Lynch e Credit Suisse.

Emendamenti sul lavoro al ddl Stabilità

 Dopo aver fatto un esame generico in dieci punti sugli emendamenti al ddl Stabilità vediamo ora quali sono gli emendamenti che riguardano più da vicino il mondo del lavoro, che è stato uno dei nodi più discussi sia del decreto salva Italia che di questa nuova manovra.

Un emendamento molto importante è quello che riguarda il TFR (Trattamento di Fine Rapporto), per il quale è stato previsto uno stop alle trattenute del 2,5% nella busta paga dei dipendenti pubblici. In questo modo il provvedimento del governo richiesto dalla sentenza della Corte di Cassazione diventa una parte integrante del ddl Stabilità.

I dipendenti della pubblica amministrazione potranno essere soddisfatti anche per un altro emendamento che li riguarda da vicino: il ddl prevede una proroga dei contratti in scadenza dei dipendenti delle PA e, per i precari che hanno almeno tre anni di servizio saranno riservati il 40% dei posti nei concorsi pubblici.

Come poi abbiamo già visto in precedenza, è stato dato il via libera al provvedimento per le ricongiunzioni pensionistiche che saranno gratuite e non più onerose.

Per saperne di più sugli emendamenti del ddl Stabilità per le pensioni:

Pensioni di anzianità: le novità dal 2013

Ricongiunzione gratuita: chi può farla?

Chi paga per il ricongiungimento pensionistico?

Evasione fiscale, una voragine nelle casse dello Stato

 L’evasione fiscale è una delle peggiori piaghe italiane. Secondo il rapporto della Guardia di Finanza mancano all’appello ben 41 miliardi di euro, una cifra desinata a salire con il proseguire dei controlli. Di questi 28 miliardi soldi non denunciati e 13 quelli che, invece, sarebbero finiti in conti correnti esteri.

Per tutto l’anno la Guardia di finanza ha passato al setaccio le attività commerciali italiane riscontrando irregolarità nell’emissione di scontrini o fatture in un esercizio su tre. 7.500 gli evasori totali, ai quali si aggiungono ben 600 milioni di euro non pagati all’Iva.

10.000 denunce per reati tributari, 150 delle quali trasformate in arresto. 375 quelle per frode fiscale e riciclaggio e una segnalazione all’Agenzia delle Entrate di 170 milioni di euro di basi imponibili sottratte all’imposizione fiscale.

Numeri enormi a cui si aggiunge anche la difficoltà per le forze dell’ordine a recuperare il capitale: la GdF ha sequestrato beni per oltre 2 miliardi e 300 milioni di euro, ma ne sono stati incassati solo 900 milioni. I capitali più difficili da recuperare sono quelli che sono stati portati all’estero (per ora le indagini hanno portato ad individuare 2.180 violazioni per un valore pari a 102 milioni di euro, e di sequestrare denaro e titoli per circa 44 milioni di euro).

 

Gli emendamenti al ddl stabilità in dieci punti

 I tecnici del Governo hanno lavorato tutto il fine settimana per perfezionare il nuovo pacchetto di emendamenti per la il ddl stabilità che, dopo questo passaggio in Commissione Bilancio del Senato, arriverà domani mattina al Governo.

Sono tante le novità previste dagli emendamenti, vediamole nel dettaglio.

1. Possibilità di richiedere congedi parentali anche “su base oraria

2. Nascita della fattura elettronica

3. Diritto di prelazione per locatari e concessionari di immobili pubblici da 50 anni  per l’acquisto “al prezzo di mercato”

4. Creazione di un nuovo supercommissario per la gestione dei rifiuti di Roma e provincia.

5. Autocertificazione del rischio prorogata al 30 giugno per i datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori.

6. Risorse pubbliche per finanziare gli obblighi di servizio pubblico nel settore trasporti in favore di Trenitalia.

7. Slittamento al primo marzo 2013 del termine entro il quale Mps potrà emettere le obbligazioni da vendere al Tesoro (Monti-Bond).

8. Aiuti a imprese e lavoratori autonomi che abbiano subito danni indiretti (e anche per quelli che hanno subito in danno economico) dal terremoto in Emilia Romagna.

9. Stanziamento di 850 milioni di euro per gli Enti locali (450 milioni ai Comuni, 150 alle province che saranno ristrutturate tra un anno)

10. Proroga contratti in scadenza dei lavoratori a tempo della Pa al 31 luglio.

 

Piccole e medie imprese schiacciate dalla pressione fiscale: più della metà chiede prestiti

 L’indagine condotta dalla Confartigianto e dall’Istituto Ipso ra il 6 il 12 dicembre su un campione di imprenditore dell’artigianato ha messo in evidenza come la situazione delle piccole e medie imprese italiane sia davvero difficile. Negli ultimi tempi è stato rilevato un aumento della pressione fiscale pari al 22,6% che ha delle pesanti conseguenze sul credito delle aziende, costrette a chiedere prestiti per far fronte alle incombenze fiscali, con una conseguente diminuzione degli investimenti e degli occupati.

Le aziende costrette a chiedere un prestito, secondo i dati dell’indagine, sono il 58%, mentre il 33% degli imprenditori ha dovuto ritardare il pagamento dei fornitori, il 29% ha rinunciato a fare investimenti in azienda. La pressione fiscale, poi, è stata causa del ritardo dei pagamenti delle imposte per il 26% delle imprese.Una situazione del genere non può che avere anche delle conseguenze sui dati che riguardano l’occupazione, sia quella attuale che le prospettive future. Circa il 16% delle imprese non può assumere e sono il 16% quelle costrette a ricorrere a licenziamenti o ad ammortizzatori sociali.Come sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti le entrate fiscali sono cresciute di 24,8 miliardi nel 2012 e hanno raggiunto il 44,7% del Pil: tra il 2005 e il 2013 è stato stimato che l’incremento delle entrate fiscali ‘assorbe’ il 97,3% dell’incremento del PIL.

 

 

 

Aumento delle tariffe dei servizi pubblici, lo studio della Cgia

 Secondo la Cgia di Mestre la spesa annua per le tariffe dei servizi pubblici, come acqua, gas e rifiuti, negli ultimi dieci anni ha subito un aumento del 43,4% (corrispondenti a 601 euro in più per famiglia) causati, in larga parte da un aggravio fiscale che deriva da liberalizzazione e dai tagli ai trasferimenti.

Nel complesso la Cgia ha registrato, incrociando i suoi dati con quelli dell’Istat relativi a popolazione e inflazione (che nel corso di questi dieci anni ha subito un aumento del 24,5%), un aumento del 71,8% dell’acqua, un +59,2% per il gas e il 56,3% per la tassa sui rifiuti.

Questo vuol dire che gli italiani sono passati da una spesa media di 1.385 euro a famiglia nel 2002 ai 1.986 del 2012.

Secondo il segretario degli artigiani di Mestre Giuseppe Bortolussi, la causa di questi aumenti delle tariffe sarebbero la conseguenza delle liberalizzazioni che in questi settori non hanno dato vita agli effetti sperati. Ma gli aumenti non si sono limitati a queste voci. A costituire un esborso maggiore per le famiglie ci sono anche i trasporti ferroviari (+47,8%), i pedaggi autostradali (+47,6%), i trasporti urbani (+46,2%), l’energia elettrica (+41,8%) e servizi postali (+28,1%).

Fanno eccezione solo le tariffe telefoniche che si sono abbassate del 7,5% nel corso del decennio preso in esame.

Bortolucci ricorda anche che, nonostante i prezzi dei servizi siano molto alti, rimangono comunque tra i più bassi d’Europa, anche se la qualità dei servizi stessi non è migliorata di pari passo con l’aumento dei costi.

 

 

Legge di stabilità: tutti gli ultimi emendamenti

 Il Governo del premier Monti si concluderà, per suo stesso volere, non appena entrerà in vigore la Legge di Stabilità, il testo che dovrebbe rimettere in sesto i conti dello Stato italiano e riportare il paese a livelli di crescita e occupazione normali.

La legge prevede diversi cambiamenti nella vita degli italiani. Vediamo quali sono.

Uno dei cambiamenti più importanti è quello che riguarda l’Imu, l’imposta sulla casa. Dal prossimo anno i contributi dei cittadini andranno tutti ai comuni (per quest’anno i gettito è stato equamente diviso tra le amministrazioni locali e lo stato) e le aliquote in base alle quali si calcola la rata sulla seconda casa scende dall’attuale 1,06% allo 0,96%.

Novità anche per le pensioni dei dipendenti pubblici che, almeno in parte, potranno usufruire del ricongiungimento non oneroso dei contributi.

La copertura delle rc auto sarà garantita per i 15 giorni successivi alla scadenza, ma è stata cancellata la tolleranza prevista dal Codice civile.

Allungamento dei termini per l’adozione dei libri in formato digitale per le scuole (dal 2013 al 2014), cancellazione dei debiti con il fisco fino a 2000 euro e obbligo di indicazione dei medicinali equivalenti sulle ricette dei medici di base.

Ultimo cambiamento quello delle assicurazioni sui mutui: coloro che hanno stipulato l’assicurazione, nel caso estinguano il debito con la banca prima della scadenza si vedranno restituire la quota parte relativa alla parte restituita anzitempo.

Pil al -2,4%. Italia peggior paese del G20

L’Ocse non ha notizie confortanti per l’Italia. Durante il terzo trimestre il Prodotto Interno Lordo è sceso del 2,4%, a fronte di un aumento complessivo nel resto dei Paesi che formano l’area del G20.

Il Pil degli altri Paesi dell’area, infatti, è aumentato dello 0,6%, espandendosi del 2,6% complessivo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Il Pil italiano, invece, scende dello 0,2% nel trimestre e del 2,4% su base annuale. Si tratta del dato più negativo per quanto concerne tutta l’area.

Poco meno peggiore di quello (sempre italiano) del secondo trimestre, quando era sceso dello 0,7 per cento rispetto al secondo trimestre 2011 e del 2,4% su base annuale.

L’Ocse, organizzazione con base a Parigi, ha messo in evidenza la contrazione congiunturale fatta registrare dall’Italia. Qualcosa in positivo si è mosso ma, come visto, si tratta di poco. Molto poco. L’Italia dunque guadagna il titolo di Maglia nera del G20, mettendo a registro l’unica proiezione negativa a pari merito con quella del Regno Unito (il cui Pil è sceso dello 0,1% tendenziale).

Cresce invece il Pil della la Cina. Complessivamente, inoltre, il Pil dell’Eurozona è calato di un -0,6% tendenziale.

Grilli rassicura gli Usa sulla crisi

L’Italia uscirà dalla crisi. Vittorio Grilli, Ministro dell’Economia, ne è certo. La strada è lunga e la via è “stretta”, ma il risultato è certo. La Campagna elettorale non sarà l’ennesimo intralcio.

Il Ministro dell’Economia ha rassicurato gli Stati Uniti durante il Council of Foreign Relation. Nel corso della sua relazione, esposta dinanzi a un pubblico composto da economisti e professori universitari, Grilli ha lanciato un messaggio rassicurante.

Ci sarà spazio anche per la riduzione dello Spread, a patto che l’Italia sappia procurarselo.

In occasione del Council, Grilli è tornato a parlare di Riforme. Di quelle approvate e di quelle da approvare. Molte ancora dovranno essere approfondite. Alcune di esse riguardano il settore delle liberalizzazioni, altre i Servizi.

C’è bisogno di efficienza e competitività, secondo Grilli.

Il Ministro è sicuro di una cosa: L’Italia ha fatto registrare un enorme senso di consapevolezza per quanto riguarda l’esigenza di cambiamento.

Un esigenza avvertita dal popolo italiano, giorno dopo giorno. Sempre di più.

Certo è che gli italiani sono ‘shockati’ dall’Imu e da altre imposte, ma sperano nell’allentamento della pressione fiscale. Per farlo, secondo Grilli, è necessario che tutti paghino le tasse.