i paradossi italiani: 65mila posti di lavoro vacanti

 Il motivo di questa discrepanza? Non si trovano le figure professionali adatte a ricoprir le diverse mansioni richieste.

Questo è quanto emerge dall’analisi annuale del  Sistema informativo Excelsior di Unioncamere  e del Ministero del Lavoro, secondo la quale anche nel 2012, il 16,1% delle assunzioni non stagionali previste dalle imprese rimane scoperto.

Tra le figure professionali maggiormente ricercate ci sono progettisti informatici, analista programmatore, sviluppatore di software, progettisti meccanici, revisore contabile, tutti lavori per i quali è richiesta un’alta formazione. Ma mancano candidati anche per quanto riguarda per cui non è richiesta la laurea come termoidraulici, tessili, elettrotecnici e camerieri.

Anche quest’anno dai dati Excelsior emerge un paradosso: pur in presenza di una contrazione dell’occupazione, una parte non marginale della domanda di lavoro delle imprese comporterà difficoltà nella ricerca del candidato più idoneo – sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi. E’ un paradosso che rende sempre più urgente intervenire con un cambio di passo del mondo della formazione: serve uno sforzo straordinario per offrire a tutti i giovani la possibilità di conoscere dal di dentro il mondo dell’impresa e, nello stesso tempo, far apprezzare alle imprese il proprio talento. E’ necessario in definitiva organizzare anche in Italia in maniera sistematica percorsi di apprendimento in azienda completamente integrati nel curriculum formativo.

L’OCSE sul deficit italiano

 L’OCSE ha ritoccato le stime sulla crescita dell’Italia. Il nostro paese, ormai da diversi mesi, è dato in peggioramento dal punto di vista finanziario ed economico. Adesso l’OCSE ha modificato leggermente le previsioni sull’Italia e ci potrebbe essere un piccolo miglioramento delle stime. L’Organizzazione invita comunque alla prudenza perchè la recessione nel breve termine continuerà.

Nel dettaglio l’OCSE aveva stimato una contrazione del 2,3 per cento del Prodotto Interno Lordo italiano per il 2012 ed ha ribadito che anche nel 2013 ci sarà una flessione ma sarà al massimo dello 0,2 per cento sull’interno anno. Il ritorno alla crescita che tutti aspettano dovrebbe esserci nel 2014 ma sarà comunque lieve. Il PIL italiano, tra due anni, potrebbe registrare un saldo positivo dello 0,8 per cento.

Secondo l’Organizzazione parigina l’Italia, in questo momento, deve mettere in pratica delle misure finanziarie supplementari, che hanno come obiettivo sempre quello del risanamento ma che intervengono in maniera prioritaria sui conti pubblici.

Per quanto riguarda il rapporto deficit-PIL, l’OCSE lo dà al 3 per cento per il 2012 anche se prima aveva stimato che si fermasse all’1,7 per cento. Per il 2013 questo rapporto dovrebbe assestarsi sul 2,9 per cento e nel 2014 è probabile che risalga al 3,4 per cento andando oltre la soglia definta da Maastricht.

Il reddito delle famiglie cala per il quinto anno consecutivo

 Secondo le stime della Banca d’Italia il reddito reale delle famiglie italiane diminuirà di qualche punto percentuale in più rispetto al 2,5% del 2009. A dirlo è il vicedirettore della Banca d’Italia, Salvatore Rossi.

Si tratta del quinto anno consecutivo in cui gli stipendi degli italiani continuano a perdere il reale potere d’acquisto e, dal momento che ci sono sempre meno soldi disponibili, le banche non concedono più prestiti o mutui e le famiglie si trovano, quindi, in maggiore difficoltà.

Da gennaio allo scorso settembre sono stati erogati mutui immobiliari per poco più di 21 miliardi. Riportando il dato ad anno, si ottiene un ammontare di circa 30 miliardi, molto minore di quello registrato nei due anni precedenti, minore anche di quello del 2009, l’altro anno recente di forte recessione, in cui comunque furono erogati mutui per oltre 40 miliardi, al netto di surroghe e sostituzioni, quest’anno praticamente non utilizzate dalle famiglie

Le famiglie italiane non si trovano in difficoltà solo perché le banche applicano rigidi criteri di selezione delle clientela a cui erogare prestiti e mutui, ma anche perché esiste una situazione di vulnerabilità finanziaria, laddove le famiglie che hanno dei prestiti già in essere vedono gravare il servizio del prestito per circa il 30% del reddito complessivo

Nel biennio 2011-2012 sono circa 600mila le famiglie italiane  ‘vulnerabili’, ossia quelle per cui può diventare molto difficile far fronte ai pagamenti dovuti. Il numero delle famiglie in difficoltà è sostanzialmente invariato rispetto ai livelli di fine 2010.

 

Monito europeo all’Italia: l’ordinamento giuridico sulla sicurezza del lavoro è da rivedere

 

 Nelle specifico le norme che la Commissione Europea ha chiesto vengano riviste (entro il termine massimo di due mesi) per fare sì che anche le normative italiane siano adeguate a quelle europee sono la norma che che esonera il datore di lavoro dalla sua responsabilità in materia di salute e sicurezza in caso di delega e subdelega e al norma che differisce nel tempo l’obbligo di fornire un documento di valutazione dei rischi nel caso di nuove imprese o di modifiche significative nell’attività di un’impresa.

Il tutto è arrivato con un parere motivato della Commissione e le autorità italiane hanno sessante giorni di tempo per adeguarsi (il parere è arrivato il 21 novembre). Un documento nel quale sono contestate ben sei irregolarità del testo unico italiano sulla sicurezza del lavoro. Oltre alla due menzionate, nel documento si parla anche di
proroga dei termini per la redazione di documenti contenenti i risultati di una valutazione dei rischi nel caso di una nuova impresa o di modifiche sostanziali apportate a un’impresa esistente;

– il differimento dell’entrata in vigore dell’obbligo di valutazione del rischio di stress da lavoro;

– il differimento dell’entrata in vigore della legislazione sulla salute e sulla sicurezza per i lavoratori appartenenti a cooperative sociali e organizzazioni di volontariato della protezione civile;

– la proroga dei termini per l’adeguamento alle disposizioni di prevenzione degli incendi delle strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre 25 posti letto esistenti in data 9 aprile 1994.

Ancora incertezze per l’accordo con la Svizzera

 C’è un totale disaccordo tra il Ministro dell’Economia Grilli e il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani per quanto riguarda le tempistiche e le modalità di un accordo con la Svizzera  per la tassazione dei capitali italiani depositati nelle banche elvetiche.

Il primo parla di un accordo ormai in fase conclusiva, mentre il secondo, che segue molto da vicino il dossier della trattativa, afferma che

La trattativa non è in fase conclusiva: il governo deve essere sicuro che l’accordo non sia un condono e non favorisca il riciclaggio.

Anche il premier Monti è dello stesso avviso del sottosegretario:

Stiamo negoziando con la Svizzera ma ci stiamo ponendo dei paletti perché vogliamo ben vedere che non ci siano, o siano in modi ben delimitati, forme di condono.

La situazione si è fatta più complicata dal momento che in Germania l’accordo sulla tassazione dei fondi in Svizzera è saltato a causa dell’opposizione di Spd e Verdi alla proposta di un’imposta liberatoria ai capitali tedeschi in Svizzera garantendo però l’anonimato dei titolari dei conti.

Ceriani conferma che anche la questione dell’anonimato è parte integrante delle trattative, e ha garantito che la Svizzera, almeno per ora, non si è opposta al libero scambio di informazioni, come previsto in una una recente riunione ministeriale a livello Ocse. Oltre all’anonimato, comunque, ci sono ancora da sciogliere diversi nodi, quali la garanzia iniziale che le banche elvetiche devono versare al Fisco italiano, il periodo di durata per il calcolo dell’imposta “tombale”  e l’aliquota periodica per i rendimenti futuri.

Per Goldman Sachs l’Italia è un’ottima opportunità di investimento

 Da un lato c’è Morgan Stanley che rivede al ribasso le prospettive di crescita italiana, dall’altro c’è Goldam Sachs che, invece, parla di una ripresa dell’Italia che, grazie alle misure di emergenza prese in questo ultimo periodo, potrebbe diventare uno dei paesi in cui sarà più conveniente investire.

Dall’ultimo report della Goldman Sachs Asset Management, infatti, in Italia il restringimento del differenziale tra i Bund e i Btp è stato solo il primo segnale della ripresa, che ora viene supportato anche da altri fattori. A parlare è Jim O’Neill, presidente della Goldman Sachs, che, dopo aver analizzato i i principali trend macro e di investimento, parla di una economia italiana che ha toccato il fondo e che quindi ora sarebbe pronta a risalire.

In Italia, in questa nuova prospettiva, per quanto rimangano ancora dei pesanti fardelli che il sistema si porta appresso (uno fra tutti è la rigidità del mercato del lavoro) per il prossimo anno il mercato azionario italiano mostrerà una buona performance, grazie ad una rinnovata propensione al rischio da parte degli investitori istituzionali e privati, tanto da essere considerata alla stregua di economie emergenti e molto interessanti come Cina, Russia e Brasile.

Morgan Stanley rivede al ribasso la crescita italiana

Morgan Stanley, la più famosa banca d’investimento americana, ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell’Italia, che, nei prossimi mesi, sarà coinvolta in un periodo di incertezza politicaper il cambio di esecutivo.Previsioni pessimistiche, quindi, per Morgan Stanley che, nel suo rapporto dedicato all’Eurozona, dichiara apertamente che i prossimi mesi, quelli in cui, cioè, è previsto un cambio radicale dello scenario politico italiano, con il passaggio dal governo tecnico del prof. Monti ad un nuovo esecutivo di cui ancora non si conoscono i dettagli, potrebbe comportare un passo indietro nelle riforme che, fin qui, sono state attuate.

Gli analisti della banca di investimenti parlano di un political cliff italiano che potrebbe avere un grosso impatto anche sulle decisioni italiane in merito al rifinanziamento del debito pubblico attraverso la richiesta di aiuti all’Europa.

Quindi, per Morgan Stanley, la crescita italiana per il 2013 passerà dal precedente -1% al -1,2%, un parziale miglioramento rispetto alle previsioni per l’anno in corso (-2,1%), preludio, comunque, di un miglioramento dello 0,5% del Pil previsto nel 2014. Nel complesso la recessione in Italia sta rallentando, ma rimane il problema di una crescita bassa.

Eccellenze agricole all’asta

 Prodotti agricoli di pregio saranno oggetto di un’asta di Christie’s che ha deciso di far confluire il ricavato di questa particolare vendita nella costruzione di un asilo nell’Emilia Romagna sconvolta dal terremoto.

In genere siamo abituati a sentire cifre da capogiro nelle aste di Christie’s, ma soltanto in relazione ad opere d’arte, quasi o anche gioielli. Niente di tutto questo nella prossima asta che invece vedrà protagonisti i prodotti agricoli di pregio.

Il progetto è stato promosso da Confagricoltura che ha pensato di contribuire alla promozione del patrimonio agricolo nostrano e allo stesso tempo alla ricostruzione di un territorio che deve ancora affrontare tutti i problemi legati al sisma prima e alla crisi economica dopo.

L’iniziativa si chiama “Ripartiamo dal nido” – perché i soldi saranno proprio usati per la costruzione di un asilo – ed è stata presentata a Roma nella sede della Confederazione agricola.

Cosa ci sarà dunque all’asta? In primo luogo i prodotti tipici del comparto agroalimentare, quindi forme di Parmigiano Reggiano, Prosciutti con il marchio DOP ma anche dei pacchetti vacanze negli agriturismi di questa zona.

I soldi hanno già una destinazione: la ricostruzione dell’asilo parrocchiale di Mortizzuolo, una frazione di Mirandola, in provincia di Modena. Un impegno diretto che piacerà sicuramente anche agli astanti.

Il salvataggio del Reggiano

 Il Parmigiano Reggiano, in seguito al sisma che ha sconvolto in maggio l’Emilia Romagna, si è trovato a fare i conti con una crisi degli acquisti e con una serie di forme del prodotto, rovinate, quindi difficili da piazzare sul mercato.

Un salvataggio in extremis di questa eccellenza italiana, è stato possibile attraverso la corsa all’acquisto degli italiani che riconoscendo la bontà del prodotto nostrano e riscoprendo una solidarietà ante litteram, hanno salvato diversi caseifici.

In pericolo nel periodo post sisma ben 37 caseifici di Modena, Reggio Emilia, Mantova e Bologna, più di 600 allevamenti e qualcosa come 60o mila forme di parmigiano danneggiate. I numeri arrivano direttamente da un’indagine della Coldiretti.

L’associazione, a sei mesi dal sisma, ha ricordato che il 10 per cento del PIL agricolo dell’Italia parte proprio dall’indotto emiliano e prodotti quali il Parmigiano Reggiano o il Grana Padano, ma anche l’aceto balsamico di Modena, il prosciutto di Parma a il Lambrusco, ce li invidiano – e talvolta ce li copiano, in tutto il mondo.

Le vendite solidali hanno arginato la crisi. Coldiretti si è spesa molto in questa iniziativa solidale insieme a Campagna Amica e al Consorzio di Tutela che hanno organizzato una rete distributiva su base locale, nazionale ed internazionale.

Evasione fiscale, gli italiani fuggono in Svizzera

Tasse troppo alte. Chi può fugge dall’Italia alla volta della Svizzera. Un posto sicuro per liberarsi dal peso delle tasse. I dati in nostro possesso dicono che due anni fa gli italiani che richiedevano la residenza nella vicina Lugano erano circa 700. Oggi sono 6.000. I motivi? La crisi, la gestione del Paese di Berlusconi e Monti e, ovviamente, il conseguente aumento delle tasse.

Il Canton Ticino, dunque, diventa una meta ambita per i più benestanti. Coloro che vogliono salvaguardare il proprio patrimonio e la sua gestione, scelgono la Svizzera per il management di denaro, partecipazioni e fondi. Non è un fenomeno migratorio con valigie di cartone, bensì le valigie sono griffate.

Ci si trasferisce alla ricerca del benessere, della volontà di mantenere uno stile di vita agiato, cosa che l’Italia non permette più.

Il Consolato di Lugano conferma i dati sulle richieste di domicilio in Svizzera:

“6.000 persone, e sempre persone famose, conosciute e benestanti. Da quando, nel 2009, la Confederazione Elvetica ha aderito al trattato di Schengen, entrare a Lugano è diventato più facile. Ci vogliono interessi legati al Paese elvetico e una casa in affitto o acquistata e si può fare richiesta per trasferire la propria residenza. Interessi e case fanno però la differenza. Infatti, in pochi si possono permettere di acquistare una casa a Lugano. Allora chi può ne approfitta, potendo contare su una tassazione generale del 20% e una buona qualità della vita”.