Costo energia in diminuzione da maggio per le Pmi

 Dal primo maggio diminuirà del 10% il costo dell’energia per le Pmi. Il premier Matteo Renzi ha annunciato un nuovo fondo da “Cinquecento milioni di euro in più per il fondo di garanzia per le Pmi per la lotta al credit crunch, vero o presunto che sia e che ha già garantito 10 miliardi di accesso al credito. Una misura che le aziende sanno essere rilevante” e sarà dunque possibile pagare i debiti Pa entro il 21 settembre.

Il discount in crescita in Ital

 Nel periodo gennaio 2013-gennaio 2014 gli acquisti presso i Discount sono cresciuti, ma sono calate le vendite negli Ipermercati, soprattutto nel Sud e nel Nord-Est del paese.

Nel periodo di riferimento, in base ai rilevamenti Nielsen, lo scontrino medio dei Discount ha segnato un incremento del 2,2% , passando da 19,70 euro a 20,14 euro. Di contro lo scontrino medio battuto negli Ipermercati è diminuito del 4,5% , abbassandosi da 47,57 euro a 45,44 euro. Contrazione più limitata (-1,3%) per gli scontrini dei Supermercati passati da una media di 28,40 euro a 28,04 euro. Lo scontrino medio della spesa nelle tre tipologie commerciali ha complessivamente registrato un arretramento dell’1,5%, da 29,22 euro a 28,79 euro.

 

A gennaio vendite al dettaglio ferme

 

Nel Nord-Ovest ( Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia) il fatturato della grande distribuzione ha registrato solo una lieve flessione dello -0,29%, mentre lo scontrino medio è passato da 33,04 euro a 32,57 euro (-1,4%).
Nel dettaglio, cresce dell’1,3% lo scontrino medio dei Discount (da 21,02 euro a 21,30 euro), mentre quello degli Ipermercati scende da 49,31 euro a 47,64 euro (-3,4%), così come cala lo scontrino dei Supermercati (-2,7%, da 29,20 euro a 28,41 euro).

Alquanto più negativa la situazione nel Nord-Est (Emilia-Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia) dove il fatturato della distribuzione moderna è sceso dell’1,11% ed il valore medio dello scontrino è diminuito del 2,2%, da 32,32 euro a 31,62 euro. In quest’area solo i Discount segnano valori in crescita (+4,6% lo scontrino medio, passato da 20,09 euro a 21,01 euro), mentre Ipermercati e Supermercati registrano valori negativi, rispettivamente a -7,3% (da 51,01 euro a 47,27 euro) e -1,1% ( da 30,93 euro a 30,58 euro).

Di contro, nelle regioni centrali (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) si registra un progresso generale della battuta media per scontrino dello 0,3% (da 28,48 euro a 28,50). In contro tendenza va solo lo scontrino medio dei Discount che scende da 19,52 euro a 19,46 euro (-0,3%). Lieve la flessione dello scontrino dei Supermercati (-0,7% da 29,28 euro a 20,07 euro), più sensibile invece il ribasso (2,1%) degli scontrini degli Ipermercati, da 45,67 euro a 44,73 euro.

Nell’area Sud (Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia) il fatturato della grande distribuzione è sceso del 2,7%, così come è arretrato (-2,2%) il valore medio degli scontrini portatosi a 24 euro.
Nel dettaglio, a fronte di un’ottima crescita del 4,6% per gli scontrini dei Discount (da 20,09 a 21,01 euro),si segnalano una brusca flessione delle battute medie negli Ipermercati (-7,3%, da 51,01 euro a 47,27 euro) ed una contrazione più leggera nei Supermercati (-1,1%, da 30,93 euro a 30,58 euro).

A gennaio vendite al dettaglio ferme

 Il mercato interno in Italia continua a essere caratterizzato da poco movimento. La crisi mostra ancora gli effetti sulle famiglie italiane che non sono propense a spendere. Meno soldi, lavoro più precario e rischio povertà hanno portato la classe media italiana quasi a scomparire e questa dinamica si vede anche nelle vendite al dettaglio che negli ultimi anni hanno mostrato dati negativi e decrescita.

L’Istat ha mostrato i dati sulle vendite al dettaglio nel mese di gennaio. Le vendite sono ferme su base mensile con una crescita che è pari a zero. Su base annua le vendite al dettaglio sono scese dello 0,9%.

 

Commercio al dettaglio in caduta

 

L’Istituto di Statistica certifica quindi che l’inizio del 2014 vede il commercio al paloe  ancora in difficoltà. Lo scorso anno le attività commerciali chiuse per problemi economici sono state moltissime a livello record e la dinamica non sembra migliorare. Non fa differenza iol settore alimentare, che solitamente è la roccaforte del commercio e delle vendite. A gennaio anche la vendita al dettaglio di generi alimentari è stata pressoché ferma su base mensile, mentre su base annua la flessione è dello 0,1%.

In crescita le vendite nei discount del 3,1% tendenziale. In aumento anche la grande distribuzione dell’1%, i supermercati dello 0,2% e gli ipermercati dello0,6%  mentre scendono del 2,5% le vendite nei piccoli negozi.
Con la crisi è normale che cresce la vendita al dettaglio in discount e ipermercati. I primi perché hanno prezzi più bassi e i secondi perché mettono molte offerte a disposizione dei clienti. La dinamica dei piccoli negozi sembra invece destinata a soffrire in  quanto costretti a spese più alti e quindi ad applicare anche prezzi maggiori.

Le spese e i tagli in sanità pubblica

 Il servizio sanitario nazionale ha molti pregi e alcuni difetti. In Italia il sistema è universalistico, cioé copre tutta la popolazione. Negli anni, però, alcune riforme e alcune situazione ne hanno modificato la funzionalità. La sanità rappresenta la prima voce di spesa per lo Stato e negli anni si sono introdotti e aumentati i ticket per le prestazioni sanitari e visti alcuni casi di malasanità.

Con la riforma costituzionale di qualche anno fa la competenza per la sanità è passata alle regioni. Questo cambiamento, che nelle mire di chi l’ha proposto doveva avvicinare la gestione della salute ai cittadini, ha portato ha diverse criticità soprattutto di tipo economico. I casi della regione Lazio e della regione Calabria, per citarne due, sono eloquenti. Buchi economici, cleintelismo e la politica chhe interviene sulle nomine dei primari. Questi sono alcuni dei casi che i quotidiani hanno riportato.

 

La spesa sanitaria raddoppierà entro il 2060

 

La spesa per la sanità pubblica è diminuita negli anni e il servizio è passato dal finanziamento a pioggia a un finanziamento più calibrato in base alle regione. La conferenza Stato Regioni decide in tal senso e ci sono anche dei sistemi sanitari regionali efficienti, come quello dell’Emilia Romagna o quello della Toscana.

La sanità costa molto allo Stato e non si è mai proposto un processo di privatizzazione. Perno centrale resta l’accesso a tutti. I problemi economici sono più che altro effetto di una gestione sbagliati e ora in tempo di spending review anche alle regioni si chiede un maggiore conntrollo delle spese sanitarie e un’organizzazione e una gestione più efficaci. Le regioni sono nell’occhio del ciclone per le spese folli e dopo l’austerity è necessario considerare la necessità di offrire un servizio che non costi molto alla comunità.

L’Istat mostra l’export in calo a febbraio e l’import in aumento

 L’Istat ha mostrato i dati sull’export e l’import che non sono molto buoni. In Italia, a febbraio su base mensile le esportazioni sono scese e le importazioni sono aumentate. I dati dell’Istat mostrano che l’export extra Ue è in calo del 2% e l’import in aumento dell’1,7% su base mensile.

Sono scese le esportazioni di beni strumentali del 4,3%, dei prodotti intermedi dell’1,7% e dei beni di consumo non durevoli dell’1,2%. Le importazioni sono aumentate per tutti i settori a parte quelli dell’energia che è diminuito del 2,2% e dei beni di consumo non durevoli che si sono abbassati dello 0,9%.

 

Esportazioni in calo con dato sorprendente

 

L’export su base annua è in crescita dello 0,5% e l’import e invece in diminuzione del 5,2%. La bilancia commerciale è in surplus di 1.422 milioni di euro, più del doppio rispetto all’anno precedente.

Le esportazioni sono un parametro importante anche per testare l’economia italiana e la competitività delle imprese. Con il mercato interno abbastanza fermo l’export è quindi un elemento importante. Per il Codacons il calo delle esportazioni a febbraio è “Una pessima notizia. L’Associazione dei consumatori ha affermato che “Le  imprese italiane che sono riuscite a sopravvivere in questi anni di crisi lo hanno fatto proprio grazie alle esportazioni e alla domanda estera”. Per questa ragione il dato non è confortante.

Il Codacons ha anche detto che c’è un crollo dei consumi delle famiglie che non ha precedenti e che “Le esportazioni rappresentano l’unica ancora di salvezza per le aziende italiane e per far crescere il Pil. L’anno scorso, infatti, gli altri Paesi erano già usciti dalla recessione a differenza dell’Italia”.

Pensioni, dove Renzi prenderà i fondi

 Le nuove risorse per misure del piano lavoro e non solo presentato dal premier Renzi potranno arrivare da tagli alle pensioni, quelle di reversibilità, da cui sono previsti 100 milioni dal 2016.

Le caratteristiche della nuova tranche di Btp Italia

 La prossima emissione dei BTP Italia continuerà ad essere aperta a tutti indistintamente, operando attraverso il MOT, il mercato regolamentato elettronico retail gestito da Borsa Italiana, ma si svolgerà con modalità che consentano di differenziare le tipologie di investitori.

“Premio fedeltà” Btp Italia requisiti per ottenerlo

 Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) comunica che da lunedì 14 a giovedì 17 aprile 2014, verrà emesso un nuovo BTP Italia, della durata di 6 anni anziché 4 come nelle passate emissioni, collocato sul mercato in due fasi: i primi tre giorni dal 14 al 16 aprile (che potranno essere ridotti a due in caso di chiusura anticipata) saranno riservati ai risparmiatori individuali ed altri affini, mentre la giornata del 17 aprile (con eventuale chiusura anticipata prima del termine naturale delle contrattazioni) sarà riservata agli investitori istituzionali.