Francia e Italia fronte comune sulle riforme economiche

 Il presidente francese François Hollande e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi si sono presentati alla conferenza stampa che ha seguito l’incontro di sabato proponendo un fronte unito. La prima visita di Stato del Presidente Renzi a Parigi per incontrare il Presidente francese si è conclusa con l’accordo di lavorare su un terreno comune in molte molte questioni sull’economia. In particolare, i due leader hanno chiesto all’Europa un impegno deciso per affrontare l’impennata della disoccupazione giovanile.

Inoltre, Hollande e Renzi hanno condiviso la necessità di avere meno burocrazia per le aziende e più opzioni in termini di regimi per i lavoratori. Matteo Renzi ha affermato che l’Europa dovrebbe stabilire strategie per stimolare la crescita e ridurre la disoccupazione elevata.

 

Imprese, le prossime mosse del governo Renzi

 

Il premier italiano ha trovato in François Hollande un interlocutore interessato. Il Presidente francese si stra preparando a introdurre un patto di responsabilità che offre agevolazioni fiscali alle imprese. Misure simili a quelle che sono state proposte in Italia. Il riferimento è alle riforme proposte dal governo che comprendono 10 miliardi di euro di tagli delle tasse che ritorneranno ai lavoratori dipendenti con reddito netto mensile di non oltre 1.500 euro e la riduzione delle tasse per le imprese.

Renzi ha ribadito che l’Italia non supererà il limite di disavanzo del 3% che è stato stabilito dall’Unione europea. Il nostro Paese ha sempre il problema del debito pubblico che è al 133% del prodotto interno lordo, ed è ora nella lista di controllo dell’Ue.

François Hollande ha evidenziato la lotta comune dei due Paesi per protezione del welfare state. L’Italia e la Francia stanno lavorando a riforme strutturali per aumentare la competitività e alleggerire la pressione fiscale. Renzi oggi incontrerà la Merkel in Germania.

Naspi, la nuova forma di sostegno alla disoccupazione

 Naspi la nuova forma di sostegno di reddito di disoccupazione che entrerà in vigore con il governo Renzi ha delle innovazioni rispetto ad Aspi e Mini Aspi introdotte dall’ex ministro Fornero. Non le sostituirà del tutto ma le affiancherà. La Naspi sarà il nuovo sussidio di disoccupazione universale, destinato a tutti coloro che perdono il posto di lavoro, compresi i meno protetti tra i precari, come i collaboratori a progetto.

Per la Bce l’Italia deve ridurre il deficit

 La Banca centrale Europea (Bce) nel suo bollettino mensile ha affermato che finora l’Italia “non ha fatto tangibili progressi rispetto alla raccomanndazione Ue di ridurre il deficit, rimasto al 3% l’anno scorso contro il 2,6% raccomandato dall’Europa. L’Europa continua quindi a tenere sotto controllo l’economia del nostro Paese e a fornire delle raccomdazioni.

All’Italia si chiedono uleriori sforzi, ma la linea politica del Presidente del Consiglio Matteo Renzi non è solo di austerity, ma anche di abbassare la pressione fiscale e restituire qualcosa ai lavoratori in termini di tasse come attraverso il taglio del cuneo fiscale.

Un progetto che Angela Merkel ha detto essere ambizioso e che quindi non ha trovato ostacoli in Europa, e neanche in Italia visto che i sindacati hanno approvato le riforme proposte.

 

Bce, la crescita va come previsto. Pericolo deflazione si allontana

 

Per quanto concerne l’economia dell’Europa, la Bce si aspetta che in zona euro l’inflazione “nei prossimi mesi si attesti in prossimità dei livelli attuali”, per aumentare gradualmente verso il 2%. Nel 2014 la Bce si aspetta un’inflazione all’1%, nel 2015 all’1,3% e nel 2016 all’1,5%. Le precedenti stime indicavano l’1,1% per il 2014 e l’1,3% per il 2015. La questione dell’inflazione bassa, e della deflazione anche se al momento non ci sono elementi per parlare di questo rischio, è in questo periodo uno degli aspetti più problematici dell’economia in Europa. I rischi della bassa inflazione sono più ati di quelli dell’inflazione alta, visto che la stima di base del 2% è un parametro di riferimento.

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La riforma della Pubblica amministrazione

 Previste riforme alla pubblica amministrazione attraverso i profili dirigenti: verranno valutati da pagelle secondo specifici criteri e potrebbero subire variazioni positive e negative sugli stipendi. Renzi vuole in questo modo cambiare le sembianze dei dirigenti pubblici. L’obiettivo è quello di riordinare i vertici statali e i meccanismi di gestione della pubblica amministrazione con provvedimenti che modificheranno gabinetti, uffici legislativi e vari dicasteri attraverso la rotazione dei capi dipartimento.

Turismo, per l’ Italia un surplus di 12,8 miliardi

 Per l’anno 2013 l’Italia può vantare un saldo turistico positivo di 12,8 miliardi di euro: i turisti stranieri hanno infatti speso in Italia 32,989 miliardi di euro, in crescita del 2,9 per cento sull’anno precedente, mentre gli italiani all’estero hanno speso 20,159 miliardi, con una contrazione del 1,7% sul 2012. Questi i dati emersi da una indagine ad hoc effettuata dalla Banca d’Italia.

Più nel dettaglio, la spesa media giornaliera di ogni turista straniero in Italia si attesta a 99 euro (un aumento del 6,4% rispetto al 2012), mentre ogni italiano in viaggio all’estero limita le proprie spese a 74 euro al dì, per una durata media del soggiorno di 9 giorni (contro i sei giorni e mezzo del soggiorno degli stranieri nel nostro paese).

 

Il turismo italiano verso l’uscita dalla crisi economica

 

Le ragioni del viaggio degli italiani sono principalmente “personali” o “di vacanza”, ed implicano una spesa complessiva di circa 14 miliardi, quasi il doppio della spesa relativa ai viaggi di lavoro. I paesi europei attraggono quasi la metà (10 miliardi) dei soldi sborsati dai turisti italiani in viaggio, che prediligono la Francia (1,9 miliardi) seguita da Spagna (1,4 miliardi), Svizzera (1,3 miliardi), Germania e Regno Unito (1,2 miliardi). Gli Stati Uniti “incassano” dai visitatori italiani 1,8 miliardi di euro.

I più attratti dalle bellezze del Belpaese sono i turisti tedeschi che l’anno scorso hanno speso quasi 5 miliardi di euro all’interno dei nostri confini, collocandosi in cima alla classifica generale.
Dietro di loro, gli americani, con 4 miliardi di spese in Italia, ed i francesi che, con poco meno di 3 miliardi di euro, superano i 2,3 miliardi spesi dagli inglesi nel nostro paese.

Consumi, gli italiani tagliano le spese

 Nuovo segnale negativo per i consumi degli italiani, che continuano a contrarsi dopo che si erano avuti alcuni deboli segnali di stabilizzazione facendo vedere come la situazione economica delle famiglie faccia davvero fatica a ritornare su livelli positivi.

Centre for Economics and Business Research, previsioni su Italia

 Previsioni di lunga data e non certo – solo – di fine anno per il Centre for Economics and Business Research, che ha tracciato un quadro macroeconomico dell’Italia e dell’Europa nei prossimi anni all’interno del  suo annuale rapporto sull’economia degli altri paesi, compresi quelli emergenti.

Saldo positivo per le imprese italiane nel 2013 tra aperture e cessazioni

All’interno di questo rapporto si prevede che nei prossimi anni, quelli che vanno fino al 2018 e poi ancora oltre, le sorti dell’Italia all’interno del contesto europeo non si riprenderanno del tutto.  La causa di questa continua recessione dell’Italia deve essere addotta non solo alla congiuntura negativa, ma anche al proseguimento del declino dell’economia dell’Europa, che non permetterà al prodotto interno lordo di prosperare.

L’export dei distretti industriali italiani segna un nuovo record nel 2013

Così l’Italia sarà costretta a scivolare, piano piano, a livello di PIL, dal nono posto attuale nella classifica mondiale, al quindicesimo posto. Negli stessi anni, tuttavia, alcune nazioni, come la Gran Bretagna, secondo queste previsioni, saranno destinate a guadagnare ulteriori posizioni in classifica.

I Paesi emergenti, però, in questo quadro, continueranno a crescere. Tra questi la Cina, che entro il 2028 conquisterà la prima posizione a livello di PIL mondiale, superando anche gli Stati Uniti, che rimarranno secondi in classifica. Sul podio, insieme ai grandi, andranno quei paesi che applicano un modello economico simile a quello USA, che continuerà a tenere anche nei prossimi anni: India, Brasile  e Giappone. Il modello europeo, invece, e l’euro, soffriranno, anche se tra le prime posizioni in classifica compariranno almeno Gran Bretagna e Germania.

 

 

 

L’Italia fuori dalla recessione ma con dubbi sulla crescita

 L’Istat ha mostrato come il Prodotto interno lordo (Pil) italiano si è espanso dello 0,1% nel quarto trimestre dello scorso anno rispetto ai tre mesi precedenti, confermando una stima precedente e la congruenza delle previsioni.

Tuttavia, il Pil in Italia è diminuito dello 0,9% rispetto al trimestre finale del 2012 , come ha aggiunto l’Istat, e questo porta a una revisione verso il basso della stima preliminare di un calo su base annua dello 0,8 %.

 

Tanti i fallimenti e le chiusure per la crisi

 

L’Istat ha anche rilevato che gli investimenti fissi sono cresciuti a un ritmo trimestrale dello 0,9%, mentre i consumi  interni sono piatti. Questi dati mostrano dettagli su come l’economia in Italia sta per concludere una fase di recessione che durava da nove trimestri consecutivi.

Il commercio estero ha aggiunto 0,3 punti percentuali al consuntivo, le esportazioni sono cresciute dell’1,2% sul trimestre e le importazioni dello 0,2%.

In crescita anche il settore agricolo dello 0,8% rispetto al terzo trimestre, mentre il settore manifatturiero è cresciuto dello 0,3%. Il settore dei servizi è rimasto fermo, mentre il settore delle costruzioni ha fatto registrare una contrazione dello 0,7%.

I dati dell’Istat mostrano anche che la spesa delle famiglie ha continuato a contrarsi mentre la spesa pubblica è cresciuta ad un tasso trimestrale dello 0,2% in termini destagionalizzati.

Nonostante la fine della contrazione, l’economia in Italia è stata profondamente segnata dalla recessione, sollevando dubbi circa il suo futuro potenziale di crescita. Il tasso di aperture di nuove imprese nel settore commerciale non alimentare nei mesi di gennaio e febbraio è stato il più basso in 40 anni, mentre molti piccoli negozi hanno chiuso.

Brunello Cucinelli, ricavi in crescita

 Il gruppo presente nel listino a Piazza Affari, ha archiviato un anno che ha visto i ricavi in crescita grazie soprattutto allo sviluppo delle vendite registrate in crescita nei mercati internazionali.

Inflazione le ultime stime vedono ancora in calo

 A febbraio il tasso d’inflazione è nuovamente sceso attestandosi allo 0,5%, il valore più basso da oltre quattro anni. E se si fa il confronto mese su mese (-0,1%) davanti all’indice appare anche il segno meno.