Previsioni di lunga data e non certo – solo – di fine anno per il Centre for Economics and Business Research, che ha tracciato un quadro macroeconomico dell’Italia e dell’Europa nei prossimi anni all’interno del suo annuale rapporto sull’economia degli altri paesi, compresi quelli emergenti.
Italia
La banca d’affari Ubs investirà in Italia
“Sull’Italia investiamo e investiremo in modo importante. Oggi abbiamo una quota di mercato del private banking nazionale sotto il 5% e intendiamo arrivare a raddoppiarla. Siamo anche attenti a eventuali possibilità di acquisizione, a patto che si tratti di realtà di un certo peso, che abbiano in gestione alcuni miliardi di euro”.
Rating confermato all’Italia, ma S&P aspetta le riforme
L’agenzia di rating Standard and Poor’s conferma il giudizio sull’Italia ma pretende che si cambi rotta sulla crescita per non dovere, nel giro di tre mesi, rivedere la propria posizione. In una nota l’agenzia S&P’s ha convalidato i rating BBB/A-2 dati al debito sovrano dell’Italia a lungo e a breve.
Sempre più numerose le multinazionali italiane che emigrano all’estero
Negli ultimi giorni ha fatto molto discutere il fatto che la crisi economica abbia provocato il passaggio in mani di imprenditori stranieri di molti storici marchi dell’industria italiana. In un post pubblicato in precedenza abbiamo sottolineato, infatti, come negli anni centrali della crisi, dal 2008 al 2012, più di 400 marchi storici italiani abbiano preso la strada dell’estero.
Migliorano le prospettive della BCE per l’economia ma non dell’Italia
La Banca Centrale Europea – BCE – ha rilasciato nei giorni scorsi il tradizionale bollettino in cui ha riassunto le prospettive e le stime per l’economia europea ed italiana del prossimo periodo. Il quadro, tuttavia, è apparso subito abbastanza differenziato. Si prevede infatti un generale miglioramento per le condizioni dell’Eurozona, ma un peggioramento delle condizioni italiane.
Le aziende del Made in Italy diventano sempre più straniere
La crisi economica degli ultimi quattro anni ha colpito duramente anche storici marchi italiani, che sono stati costretti a cambiare bandiera e ad emigrare all’estero. Nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore, invece, numerose aziende storiche del nostro paese sono state vittime delle più spietate leggi della concorrenza, in base alle quali le aziende che non riescono ad andare avanti vengono acquistate dai loro diretti competitor solo per essere smantellate e vendute pezzo a pezzo.