Bankitalia mostra un’Italia quarta per pressione fiscale e seconda per debito pubblico

 Gli ultimi dati sulla situazione economica in Europa vedono spesso l’Italia in fondo alla classifica. I dati sul potere di acquisto delle famiglie piuttosto che quelle sulla disoccupazione giovanile pongono l’Italia tra le ultime dell’Europa. Per diversi indicatori, Paesi come la Grecia, la Spagna e l’Irlanda si giocano con il nostro l’ultimo posto. Per quanto riguarda, invece, la classifica dei Paesi europei con la più alta pressione fiscale, il nostro Paese è tra i primi, ma non c’è da essere allegri. La stessa cosa per il debito pubblico.
La pressione fiscale in Italia è al 44% sul Pil nel 2012. In crescita rispetto al precedente anno quando era al 42,5%.
I dati diffusi da Bankitalia vedono quindi l’Italia al quarto posto in Europa insieme alla Finlandia e al sesto posto nella Ue nella classifica dei Paesi europei per quanto riguarda la pressione fiscale.
I dati sul debito pubblico mostrano invece l’Italia al secondo posto. Al primo posto c’è ancora la Grecia e per ora non sembra attaccabile in questo non invidiabile primato. Nel rapporto tra debito pubblico e Pil i dati del 2012 vedono l’Italia al primo posto. Sul debito pubblico in Europa non sono messe bene neanche Portogallo e Irlanda.
Dal report di Bankitalia si vede anche che i prestiti della Banca Centrale Europea (Bce) alle banche italiane sono diminuiti a novembre. La riduzione è di quasi 3 miliardi di euro, dai 230 miliardi di ottobre ai 227,6 miliardi di novembre.

Nessuna notizia sull’arrivo della carta di debito Google in Italia

 La carta di debito di Google non è ancora arrivata in Italia e non hanno notizie certe su quanto questo avverrà. L’azienda di Mountain View ha sviluppato a sua organizzazione sui pagamenti da dispositivi mobili nel 2011 per le necessità legate alle sue attività. Google ha creato Wallet, ma si sono registrati dei problemi tecnici. Alla base c’è il problema che molti esercizi non sono predisposti per eccettare i pagamenti attraverso queste transazioni.
Google a creato la carta di debito per superare questi problemi riscontrati per i pagamenti in quanto la tecnologia Nfc non è cresciuta ancora al punto da essere regolare. E ora è disponibile la carta di debito in diverse parti del mondo mentre in Italia ancora non è presente.
Il colosso di Mountain View ha creato quindi la sua carta che rientra nel circuito Mastercard ed è utilizzabile sia per fare gli acquisti online sia per i prelievi dai cricuiti Atm ossia i bancomat.
Il fatto che la carta di debito di Google non sia ancora arrivata in Italia dipende da diversi fattori. Non ci sono date certe sul lancio in Italia poiché c’è la questione delle spese legate alla sua gestione. Negli Stati Uniti non esistono costi gestione e nemmeno tasse su questo tipo di carte e anche i tempi per ricerverle sono molto rapidi. I tempi di attesa negli Stati Uniti sono di quindici giorni. In Italia tra costi e tasse la situazione è molto diversa e probabilmente bisognerà trovare una strada per fare in modo che Google possa inserire la sua carta di debito anche nel mercato italiano per gli acquisti online e non solo.

Oli Rehn chiede sforzi ulteriori per abbassare il debito pubblico

 Il debito pubblico italiano è sempre l’aspetto più preoccupante dell’economia, sia per il nostro Paese stesso sia per l’Europa. In Italia cresce il gruppo di persone che critica i parametri europei sul debito pubblico. Si organizzazno manifestazioni, si creano gruppi e si lancianmo sfide. C’è chi critica il governo perché segue eccessivamente l’Europa, chi parla di uscire dall’euro e chi vede un complotto nel sistema del debito a livello europeo. Senza scomodare la fantapolitica o le teorie della cospirazione, si nota sempre il richiamo dei leader dell’economia europea all’Italia sulle misure adottate per ridurre il debito pubblico.

In Italia sale il rischio di povertà

 In Italia il rischio povertà è sempre più preoccupante ed esteso. Gli ultimi dati del 2012 dell’Eurostat, l’Istituto di Statistica europeo, mostrano come anche la Spagna e il Portogallo hanno un rischio di povertà minore di quello del nostro Paese. L’Eurostat ha comunicato i dati che mostrano un rischio per la Spagna del 28,2% e per il Portogallo del 25,3%, mentre per l’Italia è del 29,9%. In Europa l’Italia è davanti solo alla Grecia che è al 34,6%.

Le pensioni assorbono più del 60% della spesa sociale italiana

 Sono le pensioni italiane ad impegnare più del 61 per cento della spesa pubblica italiana destinata al sociale. Stiamo parlando, quindi, del nostro welfare, di quei soldi di fonte statale che finiscono in siti e progetti sociali di diverso genere. Ma in Italia, come è noto, la previdenza ha un profilo piuttosto ingombrante.

Censimento Istat sulle Piccole Medie Imprese in Italia

 Non sono incoraggianti i dati diffusi dal 9 ° Censimento ISTAT in merito all’Industria e ai Servizi, nel Convegno “Check up delle imprese italiane” di Milano, che ha descritto l’evoluzione del lavoro nelle imprese italiane in dieci anni (2001-2011).

Asta e rendimenti Btp 10 Anni Italia

  In una giornata in cui i mercati americani rimangono chiusi per la festa del ringraziamento, si prevede che ci sarà un ponte lungo almeno fino a lunedì in cui i mercati riprenderanno a pieno ritmo.

Pensioni, Italia non in linea con l’Europa

 Nella zona Ocse, l’Italia ha il tasso di contributi previdenziali più alti. A rischiare di più oggi sono i precari che rischiano di essere in grande difficoltà quando sarà il loro turno ad uscire dal mondo del lavoro. I dati diffusi dall’Ocse, dallo studio “Pensions at a glance” mettono in risalto anche come i salari italiani siano al di sotto della media Ocse.

Vendita auto Italia, retrocesso in serie C

 Il mercato automobilistico italiano, considerato ancora uno dei principali, rischia di retrocedere in Serie C senza che si pensi da parte del governo a nessuna mossa per sciogliere le penalizzazioni come la pesante imposizione fiscale e, in generale, per dare slancio all’economia e alla ripresa.

Cresce il business dei farmaci contraffatti

 Diventa sempre più vasto e diffuso il business dei medicinali contraffatti nel mondo. Ad essere riprodotti sono ora non solo i farmaci che portano maggiori profitti e più facili da piazzare sul mercato, ma anche farmaci di prima necessità, in un giro d’affari che oggi raggiunge i 200 miliardi di dollari all’anno.