Si discute ancora di modifica dell’IMU

 L’imposta municipale sugli immobili, per quanto possa aprire una frattura nella compagine di governo, è finanziariamente necessaria visto che consentirebbe di evitare l’aumento dell’IVA e il conseguente impatto negativo sui consumi degli italiani. Eppure l’IMU, prima di essere di nuovo considerata papabile “tappa buchi”, deve subire una trasformazione.

Modello dichiarazione IMU

L’idea generale è quella di trovare delle soluzioni per esentare dal pagamento tutti coloro che hanno un reddito molto basso ed introdurre invece una tassa ad hoc che cumuli sia il possesso della casa, sia l’uso dei servizi comunali. Teoricamente tutto fila liscio come l’olio, peccato che non siano state ancora trovate le coperture necessarie. Riassumendo l’idea in voga in questo momento è quella relativa all‘introduzione dell’esenzione per reddito nel pagamento dell’IMU e quella legata all’accorpamento in una sola imposta dell’IMU e della TARES.

Imu – Istruzioni per la compilazione del modello per la dichiarazione

Attualmente, tanto per fare il quadro della situazione, esiste uno sconto sull’IMU di 200 euro. Questa franchigia potrebbe essere elevata fino a 600 euro se si trovassero le coperture economiche adeguate. L’escamotage per salvare capra e cavoli sarebbe quindi nell’introduzione di un legame tra imposta municipale sugli immobili e reddito ISEE.

Nella pratica, per finanziare questa riforma, servono ben 3 miliardi di euro. Intanto il governo studia un sistema per rimandare ancora il pagamento dell’IMU fino ad ottobre.

Rinviato l’aumento dell’IVA

 Nuove notizie in materia fiscale arrivano direttamente dal Ministro degli Affari Regionali Graziano Delrio che spiega come nel Consiglio dei ministri di mercoledì si vota soprattutto per il rinvio di tre mesi dell’aumento dell’IVA. In realtà questa decisione sembra aver ridotto nuovamente in frantumi la maggioranza.

Due scadenze dell’8 luglio prossimo

Nella compagine al governo, infatti, già nelle settimane scorse c’era stata parecchia tensione riguardo l’acquisto degli F35. Adesso si apprende invece che nel 99 per cento dei casi sarà approvato il rinvio dell’IVA e sarà tutto da rifare a settembre. In questo momento, infatti, il governo avverte la necessità di lavorare soprattutto sul rifacimento del sistema delle aliquote.

Prorogato il pagamento di alcuni UNICO

Il PdL, invece, non sembra d’accordo on l’accantonamento dell’aumento dell’IVA e vorrebbe invece congelare le aliquote fino alla fine dell’anno e ritoccare invece l’imposta sul valore aggiunto innalzandola ben oltre il 22 per cento.

Lo stesso Brunetta in radio era stato critico sulla sospensione dell’IVA per tre mesi prendendosela soprattutto con il ministro delle finanze. Le sue parole, riportate da diversi giornali, sono state le seguenti:

“Se Saccomanni propende per una sospensione dell’Iva per tre mesi, questo non va assolutamente bene. E’ una presa in giro. “

Adesso sui temi fiscali ci si aspetta un confronto duro in parlamento visto che Letta ha presentato alle Camere una relazione preliminare rispetto al Consiglio UE.

 

I poveri saranno i più colpiti dall’ aumento dell’ Iva

 Stime sulle conseguenze imposte dall’ imminente aumento dell’ Iva, che, a partire dal prossimo primo di luglio, salvo interventi da parte del Governo realizzati all’ ultimo momento, passerà dall’ aliquota del 21% a quella del 22%.

Possibile il rinvio dell’ aumento dell’ IVA

 Si fa finalmente un poco di chiarezza in più un merito alla spinosa faccenda dell’ IVA, la cui aliquota, per volontà del Governo Monti, dovrebbe aumentare dal 21 al 22% a partire dal prossimo primo di Luglio.

Delrio: “Difficile trovare coperture su Iva e Imu”

 Lo aveva già detto Flavio Zanonato. Adesso lo ha ribadito un altro componente del governo Letta, ammettendo che per Iva e Imu sarà molto difficile trovare le adeguate coperture.

Parliamo di Graziano Delrio, ministro per gli Affari Regionali.

Delrio avverte che è impossibile sforare i conti. Ciò equivarrebbe a vanificare un anno di sacrifici. Al contrario, è necessario restare con i ‘piedi per terra’ rispettando i vincoli voluti dall’Europa, anche se possono esserci implicazioni difficili. “Ne va della nostra credibilità” – afferma Delrio.

Parole che arrivano a un giorno di distanza rispetto alla provocazione di Silvo Berlusconi. Il giorno prima, infatti, il leader del Popolo delle Libertà aveva contrariamente esortato a sfiorare i limiti imposti dall’Ue.

Delrio, molto più cauto, ha affermato che è necessario prestare la massima attenzione, tenendo bassi gli interessi sul debito. E a mano a mano bisongerà fare in modo che nel 2014 ci possano essere nuove regole, con una revisione del patto di stabilità. Ma servono carte in regola.

Delrio, durante un’intervista rilasciata al Mattino ha dichiarato che bisogna smetterla coi ‘bluff’. Si è poi soffermato sull’Iva: “Non si può liquidare la questione con degli slogan. La materia è delicata, anche perché un aumento potrebbe portare ad una contrazione dei consumi e dunque ad una riduzione del gettito”.

Delrio, poi, ha elogiato l’ottimo lavoro di Saccomanni che si sta occupando con molta serietà della questione. Bisognerà dunque attendere le prossime settimane al fine di trovare la soluzione adatta.

Aumento dell’Iva: quanto costa alle famiglie e quanto ne guadagna lo Stato

 Il Governo sta ancora discutendo per capire se ci sono le possibilità per evitare, o almeno per posticipare, il famigerato aumento dell’Iva che arriverà dal primo luglio 2013. L’Imposta sul valore aggiunto passerà dal 21 al 22% su una larga fetta dei generi di consumo e si prospetta come l’ennesimo salasso per le famiglie italiane.

► Cosa aumenta e cosa no con l’aumento dell’Iva

Sono state fatte diverse stime su quanto costerà effettivamente alle famiglie questo aumento e, secondo la CGIA, la Confederazione degli Artigiani di Mestre, nei prossimi sei mesi gli italiani spenderanno tra i 44 euro e i 51,5 euro in più, in base al numero dei componenti del nucleo famigliare.

Questo aumento dell’Iva non è stato voluto dall’attuale Governo, ma era stato già previsto dal precedente, ossia dal governo dei tecnici guidato dal Professor Monti.

L’obiettivo dell’aumento dell’Iva è quello di recuperare risorse per lo Stato. Si stima che potrebbero arrivare alle Casse dell’Erario circa 4 miliardi di euro.

► L’aumento dell’Iva potrebbe essere rinviato di tre mesi

È possibile? Forse sì, se la situazione economica dovesse migliorare ma le esperienze precedenti ci dicono che si tratta di una possibilità piuttosto remota: lo scorso anno l’Iva era stata già aumentata ma il gettito per le casse dello Stato, invece di aumentare di pari passo, è diminuito di 3,5 miliardi di euro, a causa del crollo dei consumi delle famiglie.

 

Cosa aumenta e cosa no con l’aumento dell’Iva

 La maggior parte dei beni di consumi vedranno aumentare il loro prezzo dal primo luglio, giorno in cui è previsto l’aumento dell’Iva di un punto percentuale, che passerà, quindi, dall’attuale 21% al 22%. Non tutti i beni di consumo saranno interessati da questo aumento, infatti si salveranno i beni di prima necessità la cui imposta agevolata attualmente vigente resterà invariata.

► Per il blocco dell’ Iva servono 8 miliardi

Tra questi generi di consumo ci sono gli alimenti come pane, pasta, formaggi e verdura e gli immobili adibiti a prima abitazione, che conserveranno l’aliquota al 4%.

Aliquota Iva invariata al 10% anche per beni e di servizi definiti intermedi come la carne, il pesce, i medicinali o il caffè del bar.

A subire il balzello dell’Iva che si riverserà sul costo del prodotto finale saranno i generi non di prima necessità, tra i quali figurano elettrodomestici, vino, oggetti hi-tech, vestiti e veicoli a motore.

Facendo un rapido calcolo, quando si acquisterà, dopo il primo luglio, una bottiglia di vino dal costo unitario, prima dell’aumento dell’Iva, di 10 euro, il prezzo da pagare sarà di 10,8 euro. Un televisore da 500 euro ne arriverà a costare 504 euro.

► L’aumento dell’Iva potrebbe essere rinviato di tre mesi

Sembra poco, ma se si sommano tutti gli acquisti che deve fare una famiglia ogni giorno si ha la misura del peso che gli italiani dovranno sopportare.

Per il blocco dell’ Iva servono 8 miliardi

 L’ aumento dell’ aliquota Iva dal 21 al 22% previsto per il prossimo primo luglio fin dai tempi del Governo Monti si fa oggi sempre più vicino. E nelle ultime interrogazioni avvenute in questi giorni in Aula in Senato anche il Ministro dell’ Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni non ha potuto fornire previsioni ottimistiche in merito al suo eventuale blocco.

>L’ aumento Iva ci sarà

Il blocco dell’ aumento dell’ aliquota di un solo punto percentuale costerebbe al Governo ben 4 miliardi di euro, che, sommati ai 4 miliardi che si stanno ora impegnando sul fronte del rinvio Imu già operativo per decreto, darebbero come somma un totale di 8 miliardi di euro. Uno sforzo economico che le limitate risorse dello Stato italiano non permettono al momento di sostenere.

>Per Confindustria la priorità è il costo del lavoro

L’ Italia, ha precisato il Ministro, ha dei margini di manovra molto limitati. Senza contare poi il fatto che il governo è attualmente impegnato per la riduzione della pressione fiscale, per la riforma della tassazione immobiliare e che ulteriori tagli di spesa non sarebbero rinvenibili.

Ci sono però allo studio anche un paio di ipotesi opposte, come un rinvio a 3 mesi per poter meglio monitorare la situazione economica globale.

 

L’aumento dell’Iva potrebbe essere rinviato di tre mesi

 Il 1° luglio 2013 arriverà l’aumento di un punto percentuale dell’aliquota Iva. Un piccolo aumento percentuale che, trasformato in cifre ed euro, potrebbe rivelarsi un insopportabile aumento del costo della vita per le famiglie e dei costi delle imprese.

► La Confcommercio crede ancora nel blocco dell’ Iva

Quando il Ministro dello Sviluppo Economico ha dichiarato di non poter far nulla per evitare questo aumento, la platea composta dai rappresentanti della Confcommercio ha sonoramente protestato. Le ragioni della protesta sono note e sacrosante, tanto che oggi il ministro delle Finanze Fabrizio Saccomanni ha provato a sedare gli animi parlando di un possibile spostamento della fatidica data.

Il ministro non si è sbilanciato, ma ha comunque dichiarato che il Governo sta facendo tutto il possibile per ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese, soprattutto al fine di capire quante risorse servono per arrivare a questo obiettivo e dove sarà possibile reperirle (l’aumento dell’Iva serve proprio a generare le risorse necessarie).

► Ciascun italiano paga 1000 euro di tasse al mese

Secondo il ministro Saccomanni il Governo sta studiando delle vie alternative, ma se non si aumenta l’Iva sarà comunque necessario trovare 2 miliardi di euro subito da qualche altra parte e un finanziamento di 4 miliardi per ciascuno degli anni successivi, ma il Governo sta anche pensando alla possibilità di posticipare il balzello di tre mesi, o anche per un periodo maggiore, per monitorare la situazione economica generale e capire se sarà possibile evitare definitivamente questo balzello.