Casero parla del nuovo Fisco

 Il viceministro dell’ Economia e delle Finanze Luigi Casero, in alcune interviste rilasciate in questi giorni, ha svelato il volto del nuovo Fisco, quello che a partire proprio da questo mese prenderà gradualmente forma con l’ entrata in vigore di una serie di provvedimenti che andranno a caratterizzare il dopo Equitalia.

>Lotta all’ evasione fiscale ancora in alto mare

Le violazioni IVA sottoposte a sanzione

 Ogni cittadino ha un profilo di contribuente che gestisce in autonomia o affida alle competenze del sostituto d’imposta. Certo è che in entrambi i casi può capitare di sbagliare. Gli errori non sono tutti dello stesso tipo e altrettanto di può dire delle sanzioni correlate.

Infatti, esistono ad esempio, le cosiddette violazioni formali, i famosi vizi di forma che non hanno un effetto sulla determinazione della base imponibile sulla quale poi si calcolano le tasse da pagare. In più le sanzioni formali non arrecano pregiudizi all’esercizio delle azioni di controllo da parte dell’Ente finanziario.

Novità nella fatturazione IVA

Sicuramente, se l’Agenzia delle Entrate o un altro controllare, dovesse occuparsi delle violazioni sostanziali piuttosto che di quelle formali, si otterrebbe un’efficienza più elevata e una riduzione degli sprechi connessi a questo genere di attività.

L’idea di molti è quella di ribadire che le violazioni formali non sono sanzionabili, perché non modificano il gettito fiscale di un contribuente e poi non sono d’intralcio all’Erario. Esistono ben due errori che si verificano ma non possono essere imputati all’autore della dichiarazione: l’errore sul fatto e l’errore di diritto.

Equitalia porta il limite a 50 mila euro

Il primo è un errore del contribuente che compie una determinata azione sicuro del fatto che non sia vietata per legge. In questo caso con maggiore attenzione, l’errore si può evitare. L’errore di diritto, invece, si lega alla dubbia interpretazione della norma violata da parte di un cittadino.

Il Ministro Saccomanni non crede possibile il congelamento dell’aumento Iva

 Nonostante sia possibile che l’Unione europea decida di chiudere la procedura di infrazione aperta contro l’Italia per eccesso di deficit – non è ancora ufficiale, la decisione definitiva arriverà domani – e, grazie a questo, sarà possibile scongelare diversi milioni di euro, non si avranno benefici immediati.

► Servono tre miliardi per evitare l’aumento dell’Iva

I primi risultati di questa chiusura si avranno solo a partire dal prossimo anno e, quindi, non sarà possibile, come da molti auspicato, usarne una parte per reperire le risorse necessarie al congelamento dell’aumento delle aliquote Iva previste per luglio 2013.

Lo ha detto il neo ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni durante la presentazione del rapporto della Corte dei Conti di questa mattina. Il tesoretto che si genererà da questa chiusura della procedura dovrà essere utilizzato per gli investimenti e non per la sterilizzazione dell’Iva.

► Servono 2 miliardi per evitare l’aumento dei ticket sanitari

Si fa sempre più forte, quindi, la possibilità che il balzello Iva scatterà, nonostante i tanti tentativi del governo per evitarlo. Possibile, invece, che il tesoretto possa essere utilizzato per evitare l’aumento dei ticket sanitari.

Vertice a sorpresa tra Letta, Alfano e Saccomanni sulle priorità di governo

 Dopo settimane di intenso lavoro e dopo la diffusione di numerosi voci, anche da parti dei diversi Ministri, in merito al futuro operato dell’ esecutivo, i tre uomini più importanti del Governo, ovvero il Presidente del  Consiglio Enrico Letta, il vicepremier e Ministro dell’ Interno Angelino Alfano e il Ministro dell’ Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni si sono incontrati nella giornata di ieri in un vertice a sorpresa a Palazzo Chigi.

> Servono 2 miliardi per evitare l’aumento dei ticket sanitari

Scopo della tempestiva riunione è stato quello di fare un attimo il punto sull’ operato del Governo e decidere la lista delle priorità che lo attendono. Vero è, infatti, che già a partire da domani, l’ Italia potrebbe definitivamente uscire dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo imposta dall’ Europa, ma anche in questo il margine di manovra previsto per l’ esecutivo sembra molto limitato.

Modifiche alla riforma Fornero per risolvere il problema esodati

Come ha precisato Saccomanni, infatti, l’ Europa potrebbe ugualmente chiedere all’ Italia, che ha un debito pubblico pari al 130% del prodotto interno lordo di restare più o meno sulla soglia del 3% nel rapporto deficit – PIL, cosa che costringerebbe il Governo a fare una scelta tra le misure effettivamente realizzabili con le risorse a disposizione.

Per questo motivo l’ idea è quella di concentrasi sulla riforma dei tributi sulla casa e su quella delle pensioni. Con al massimo un ritocco al costo del lavoro.

Per Coldiretti l’aumento IVA potrebbe ricadere sui consumi di vino

 Dovrebbe scattare il prossimo primo luglio l’ incremento dell’ aliquota IVA, la quale passerà, per effetto di una misura del Governo Monti, dall’ attuale 21% al  futuro 22%. A meno che, ovviamente, il Governo Letta non decida di rinunciare in extremis al provvedimento: reperendo, tuttavia, le necessarie coperture.

Servono tre miliardi per evitare l’aumento dell’Iva

Da alcuni giorni a questa parte, quindi, si susseguono gli allarmi lanciati dalle diverse componenti del mondo produttivo italiano, che teme dalla revisione dell’ imposta un ulteriore effetto di depressione dei consumi.

> L’aumento dell’IVA peserà sulle famiglie più numerose

Tra queste voci spicca oggi quella di Coldiretti, che, dalla manifestazione Cantine Aperte, sottolinea i possibili effetti negativi dell’ aumento dell’ aliquota dell’ IVA sui consumi del vino in Italia.  Consumi che, nel primo trimestre del 2013 hanno già subito una drastica riduzione del 7%.

Ma il dato, in realtà, conferma una tendenza di più lungo periodo che ha caratterizzato il mercato interno italiano. Nel giro degli ultimi 10 anni, infatti, il consumo di vino da parte degli italiani si è ridotto di circa il 25%, cosa che ha ridotto gli stessi ad un totale di soli 22,6 milioni di ettolitri.

A fianco a questa riduzione interna, tuttavia, ha tenuto diversamente bene il settore dell’ export, di cui hanno beneficiato Paesi come la Cina e la Germania che hanno incrementato i loro consumi di vino Made in Italy.

L’aumento dell’IVA peserà sulle famiglie più numerose

 Gli effetti della revisione dell’ aliquota dell’ IVA, che a partire dal prossimo primo luglio, come abbiamo più volte anticipato, passerà dal 21 al 22%, tenderanno a ricadere sulle spalle delle famiglie meno abbienti e più numerose.

Servono tre miliardi per evitare l’aumento dell’Iva

Lo affermano, dopo accurati studi, gli analisti dell Cgia di Mestre, che hanno calcolato che l’ incremento dell’ aliquota inciderà sui nuclei familiari che constano di più individui in maniera inversamente proporzionale al reddito.

Confesercenti lancia l’allarme sull’Iva

Insomma, secondo i calcoli della Cgia, che ha preso in considerazione tre nuclei familiari – tipo e sette livelli retributivi,  a soffrire saranno soprattutto le retribuzioni più basse e le famiglie più numerose: ragione per cui l’ innalzamento dell’ aliquota andrebbe a tutti i costi scongiurato, proprio per non creare una ulteriore emergenza sociale.

Andando più nello specifico, invece, per i nuclei familiari composti da single, l’ incremento peserà maggiormente sulle fasce meno abbienti, con un aggravio annuale fino a 99 euro.

Per un nucleo familiare composto da un lavoratore dipendente con moglie e figlio a carico si avranno spese in più per altri 113 euro l’ anno, mentre nella stessa situazione, ma con 2 figli a carico, si arriva fino a 120 euro l’anno in più.

Novità nella fatturazione IVA

 Dal primo gennaio 2013 sono state introdotte delle novità nella fatturazione IVA dopo la promulgazione della legge di Stabilità. Tutto è riepilogato per bene nella circolare dell’Agenzia delle Entrate numero 12/E del 3 maggio 2013.

Questa circolare ha affrontato soprattutto tre problemi principali che sono il reverse charge, la fatturazione e le operazioni intracomunitarie.

L’aumento IVA ci sarà o no?

Per quanto riguarda il reverse charge si sa che dal primo gennaio 2013 la cosiddetta inversione contabile sarà applicata sia alle cessioni di beni, sia a tutte le prestazioni di servizi fatte nel territorio dello stato da un soggetto passivo comunitario.

Chiaramente esistono degli obblighi per il committente che deve sia numerare la fattura del fornitore comunitario inserendo il controvalore in euro del corrispettivo oltre a tutti gli altri elementi, e in più deve annotare la fattura entro il 15 del mese successivo a quello di ricezione della fattura stessa.

La fatturazione elettronica, invece, è approvata ma per adottarla è necessario il consenso del destinatario e la sua autenticità deve essere garantita tramite i sistemi di controllo di gestione, tramite la firma elettronica qualificata e tramite i sistemi EDI di trasmissione elettronica dei dati.

Un altro breve riepilogo dell’Iva per cassa

Riguardo la numerazione progressiva delle fatture è necessario che siano identificate in modo univoco quindi si può adottare alternativamente la numerazione progressiva, oppure partire dall’ultima fattura del 2012, oppure usare la numerazione progressiva per anno solare.

Le novità per la fatturazione Iva

 Con l’entrata in vigore della Legge di stabilità il 1° gennaio del 2013 sono entrate in vigore anche delle importanti novità per quanto riguarda la fatturazione Iva, che sono state poi ulteriormente chiarite con la circolare n. 12/E del 3 maggio 2013 dell’Agenzia delle Entrate.

Le principali novità riguardano soprattutto il reverse charge e il contenuto e le modalità di emissione delle fatture.

► Reverse charge: cos’è e a cosa serve

► Reverse charge: indicazione in fattura e relative scadenze

L’autenticazione delle fattura elettronica

La Legge di Stabilità permette l’emissione della fattura anche solo in formato elettronico previo consenso del destinatario.

Per garantire l’autenticità del documento sono stati previsti i seguenti sistemi:

– sistemi di controllo di gestione;

– firma elettronica qualificata o digitale dell’emittente;

– sistemi Edi di trasmissione elettronica dei dati.

La fattura in formato elettronico deve essere inviata al destinatario via e mail con l’indicazione di:

– protocollo di comunicazione;

– link da cui scaricare il documento elettronico.

► Come si compila una ricevuta fiscale

Come si compila la fattura elettronica

A partire dal 1° gennaio del 2013 le fatture, sia quelle cartacee che quelle in formato elettronico, possono seguire due diversi tipi di numerazione:

numerazione progressiva che inizia dal numero successivo a quello dell’ultima fattura emessa nel 2012;

inizio di una nuova numerazione per ogni anno solare, in questo caso deve essere indicata anche la data di emissione della fattura vicino al numero (fattura n. 1/2013 etc).

La fattura deve contenere sia il numero della partita Iva di chi emette il documento – in caso di soggetto passivo comunitario si indica il numero di identificazione IVA –  che il codice fiscale.

► Un altro breve riepilogo dell’Iva per cassa

Quando si può emettere la fattura?

La Legge di Stabilità prevede un numero maggiore di casi in cui è possibile emettere la fattura nel momento in cui viene effettuata l’operazione. Nello specifico i casi sono:

– per le cessione di beni nel caso in cui la consegna degli stessi sia certificata o da un documento di trasporto valido o da un documento di identificazione dei soggetti tra i quali è avvenuta l’operazione;

– per le prestazione di servizi quando eseguite nello stesso mese solare e nei confronti dello stesso soggetto, anche con l’emissione di un solo documento entro e non oltre  il 15 del mese successivo alle operazioni e con il dettaglio delle stesse;

– per le cessioni di beni eseguite dal cessionario nei confronti di un terzo con emissione del documento di fattura entro e non oltre il mese successivo all’effettiva consegna o spedizione dei beni;

– per le prestazioni di servizi a soggetti passivi di un altro Stato comunitario per il quale non è previsto il pagamento dell’imposta da emettere entro il 15 del mese successivo a quello in cui è stata eseguita l’operazione;

– per le prestazioni di servizi da e verso paesi extra comunitari, entro e non oltre il 15 del mese successivo a quello in cui è stata eseguita l’operazione.

La fattura semplificata

Nel caso di operazioni con importo complessivo non superiore ai 100 euro la Legge di Stabilità prevede che possa essere emessa la fattura semplificata, con l’esclusione delle operazioni intracomunitarie.

In cosa consiste la fattura semplificata?

Una fattura semplificata, come dice il suo nome, prevede una maggiore semplicità della sua emissione in quanto prevede che il documento riporti solo il numero di partita Iva – o il codice fiscale –   del committente che abbia sede in Italia, ma solo nel caso in cui si disponga di tutti gli altri dati che permettono l’identificazione dello stesso.

Nella fattura semplificata non è necessario indicare la base imponibile IVA, ma si necessita solo dell’indicazione di

denominazione o ragione sociale della ditta;

prezzo totale (IVA esclusa);

aliquota applicata.

Reverse charge: indicazione in fattura e relative scadenze

 Il reverse charge, il meccanismo utilizzato dall’Erario per evitare frodi o mancati versamenti nell’assolvimento dell’obbligo di Iva nella prestazione e cessione di servizi, deve essere indicato in fattura sia dal prestatore che dal destinatario.

Come si indica in fattura il reverse charge?

La fattura che emette il prestatore o il committente del servizio sarà senza addebito d’imposta, ma deve obbligatoriamente riportare la dicitura reverse charge.

Nel caso in cui la fattura sia emessa nei confronti di un soggetto extra comunitario, l’indicazione da riportare in fattura sarà operazione non soggetta.

Le fatture devono comunque numerate e riportare  il controvalore in euro del corrispettivo e degli altri elementi che concorrono a formare l’imponibile.

Gli obblighi del destinatario o del ricevente del servizio

Il ricevente del servizio passibile dell’applicazione del reverse charge dovrà integrare la fattura con il relativo importo dell’Iva in base all’aliquota corrispondente, procedere poi alla registrazione della fattura nel registro degli acquisti e nel registro delle vendite. In questo modo l’operazione risulterà neutra ai fini IVA, ma non ai fini del reddito.

La fattura deve essere annotata entro il 15 del mese successivo a quello di ricezione della fattura stessa. Se il committente non riceve la fattura entro i due mesi dall’emissione della fattura, dovrà procedere ad emissione di autofattura entro il 15 del terzo mese successivo.

Reverse Charge

Cos’è e a cosa serve

Indicazione in fattura e relative scadenze

Reverse charge: cos’è e a cosa serve

 Che cos’è il reverse charge?

Con il termine reverse charge si indica l’inversione contabile, ossia un meccanismo che permette di far ricadere l’assolvimento dell’Iva sul destinatario di una cessione di beni o prestazione di servizi, quando questi è soggetto passivo nel territorio dello Stato, e non sul del cedente o prestatore del servizio in questione.

Il cedente o il prestatore del servizio emette la fattura senza l’addebito dell’Iva che verrà invece integrata nella fattura da parte del ricevente o del destinatario del servizio in base alla relativa aliquota, che si aggiunge poi all’imposta e alla registrazione del documento nell’apposito registro delle fatture emesse o dei corrispettivi, e degli acquisti.

Qual è lo scopo del reverse charge?

La normativa che regola l’applicazione del reverse charge ha lo scopo di evitare che i due soggetti in causa nella transazione – il cedente o prestatore e il destinatario – non frodino l’Erario non versando l’Imposta sul valore aggiunto o richiedendone il rimborso.

Trasferendo il compito dell’assoluzione del pagamento dell’Iva sul destinatario l’Erario ha una maggiore possibilità di controllo sugli adempimenti.

Applicato all’inizio solo nel settore edilizio, il regime del reverse charge è stato esteso anche alla cessione di telefonini e computer e al mondo di Internet, come nei casi nei quali un’azienda paghi dei siti internet per la pubblicazione della propria pubblicità.

Reverse Charge

Cos’è e a cosa serve

Indicazione in fattura e relative scadenze