Servono tre miliardi per evitare l’aumento dell’Iva

 Il gettito previsto dal Governo con l’aumento di un punto percentuale dell’aliquota Iva è di circa tre miliardi di euro. Una buona entrata che però potrebbe portare anche ad una contrazione dei consumi – i beni di consumo costerebbero di più e quindi se ne acquisterebbero di meno – il che sarebbe comunque un danno per l’economia italiana.

► Epifani discute di IMU e di IVA

Per evitare sia l’uno che l’latro rischio è necessario trovare questi tre miliardi da qualche altra parte. Dove?

Una soluzione è quella proposta dal viceministro dell’Economia, il democratico Stefano Fassina, che ha messo sul tavolo del governo una soluzione che rientrerebbe nella revisione della tassazione sugli immobili – già allo studio del governo e che dovrebbe essere pronta entro agosto: l’Imu non dovrebbe essere eliminata per tutti, ma si dovrebbe lasciare almeno per i ricchi e per i proprietari di case di lusso, prevedendo delle detrazioni di almeno 450 euro per chi non rientra in queste categorie.

In questo modo sarebbe già possibile recuperare almeno 2 miliardi.

► Aumento dell’Iva: quali prezzi saliranno e di quanto

Altra soluzione è quella proposta da Confesercenti: i tre miliardi necessari dovrebbero arrivare da una dieta dimagrante delle istituzioni, tagliando le spese non necessarie al loro mantenimento, e con una maggiore concentrazione su lotta alla corruzione e al lavoro sommerso.

 

Possibile proroga per bonus energia e ristrutturazioni

 L’ intenzione del Governo Letta sembra proprio quella di prorogare, almeno fino al prossimo 31 dicembre 2013, i provvedimenti di defiscalizzazione per le ristrutturazioni edilizie e i bonus energia del 50 – 55% che sono in scadenza a fine giugno. Lo ha anticipato ieri, in un discorso alla Camera, il Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Maurizio Lupi, affermando che l’ esecutivo ha allo studio anche un piano per estendere tali sconti fiscali.

Per Baretta è difficile evitare l’aumento IVA

A ben guardare, però, anche questi provvedimenti sono essenzialmente soggetti al recupero delle risorse necessarie alle coperture. E il problema delle risorse, in Italia, in questo momento, appare di fondamentale importanza. Proprio oggi, infatti, è entrato ufficialmente in vigore il decreto IMU che ha sospeso il pagamento dell’ Imposta Municipale per un totale di 2,4 miliardi di gettito.

Da oggi in vigore il decreto sull’IMU ma i nodi da sciogliere restano

A luglio, poi, è previsto l’ aumento dell’ aliquota IVA dal 21 al 22%, che ha già suscitato numerose voci di dissenso nella maggioranza: tra queste quella di Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera, che ha chiesto l’ emissione di un altro decreto entro il mese di giugno per evitare che il provvedimento si traduca in realtà, con numerose conseguenze negative per l’ economia.

Ma la sterilizzazione dell’ IVA ha un valore di almeno 2 miliardi. Che andrebbero comunque recuperati: e di questi tempi non è cosa semplice.

Da oggi in vigore il decreto sull’IMU ma i nodi da sciogliere restano

 E’ stato firmato proprio ieri, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il decreto –  approvato lo scorso venerdì  17 Maggio dal Consiglio dei Ministri – sulla sospensione della rata IMU di giugno per i possessori di prima casa e sul rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga ed è da oggi ufficialmente in vigore, a seguito della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Per Baretta è difficile evitare l’aumento IVA

Nonostante tutto questo, però, i nodi da sciogliere, per il Governo Letta non sono ancora finiti. A partire dal prossimo primo luglio è infatti previsto il passaggio dell’ aliquota dell’ IVA dall’ attuale 21 al 22%, provvedimento che tutta la maggioranza chiede più o meno compatta di scongiurare, data la precaria situazione in cui già versa l’ economia italiana quanto a PIL e mondo dei consumi.

Epifani discute di IMU e di IVA

L’ aumento dell’ IVA, tuttavia, potrebbe fruttare allo Stato 4 miliardi di euro, e qualora si volesse evitarlo, con una Italia ancora non del tutto fuori da problemi di bilancio,  si dovrebbero trovare altrove le risorse necessarie.

E ciò, avverte il sottosegretario all’ Economia, Pierpaolo Baretta, sembra piuttosto difficile, sia per il tempo a disposizione, sia per le coperture concrete.  Senza considerare che sono anche in scadenza i bonus per le ristrutturazioni edilizie e i budget delle missioni di pace. Dove trovare, quindi, tutti i soldi necessari?

Epifani discute di IMU e di IVA

 Il Segretario del Partito Democratico Guglielmo Epifani ha discusso oggi a Siena, in occasione della campagna elettorale del candidato sindaco, di IMU e di IVA, proponendo in sostanza di utilizzare le risorse derivanti dalla rimodulazione dell’ IMU per evitare l’ aumento dell’ IVA che dovrebbe scattare a partire dal prossimo 1 luglio.

Confesercenti lancia l’allarme sull’Iva

Per Epifani, infatti, l’ innalzamento dell’ aliquota IVA previsto dal Governo Monti potrebbe finire per pesare soprattutto sulla parte finale della filiera, ovvero sul mondo del commercio e delle imprese, già provati dalla congiuntura economica particolarmente negativa. Questa conseguenza, quindi, dovrebbe essere evitata, anche se trovare le risorse necessarie in così poco tempo non è impresa da poco.

> Per Baretta è difficile evitare l’aumento IVA

E’ a questo punto, allora, che secondo Epifani potrebbero entrare in campo i meccanismi di rimodulazione dell’ IMU: se da una parte è giusto togliere l’ IMU a chi non può pagarla, dall’ altra si potrebbe pensare di utilizzare le risorse IMU per evitare l’ innalzamento dell’ aliquota dell’ IVA.

Contrario alla revisione dell’ IVA è anche il viceministro all’ Economia Stefano Fassina, che ricorda la drammatica situazione attraversata oggi dal Paese sotto il profilo economico.

Intanto da oggi è ufficialmente in vigore il decreto IMU che vale, in totale, 2,4 miliardi di credito sospeso.

Confesercenti lancia l’allarme sull’Iva

C’è preoccupazione per lo scatto dell’Iva al 22%. Il Presidente nazionale di Confesercenti, Marco Venturi, è intervenuto sulla questione a latere dell’assemblea elettiva toscana con i membri dell’ente tenutasi a Firenze.

Venturi ha dichiarato che “Se scatterà l’aumento al 22% inciderà ancora di più sui consumi, deprimendoli ancora”.

Ciò potrebbe secondo Venturi provocare conseguenze negative anche in merito al gettito fiscale, che invece di aumentare, come stabilito, di 3 miliardi di euro, potrebbe essere ridotto di 300 milioni”.

Venturi si è poi espresso sul calo dei consumi, aggiungendo che esso “avrà un effetto anche sulla produzione e sulle prospettive economiche del nostro paese. Occorrerà cercare di affrontare il nodo dei conti pubblici tagliando la spesa pubblica. Non la spesa produttiva o quella utile per i servizi sociali, ma i tantissimi sprechi ed eccessi che ci sono nel nostro paese”.

Venturi ha rammentato che Confesercenti ha presentato “dei rapporti precisi che dicono anche dove tagliare ma ci vuole il coraggio politico per affrontare questi problemi”.

In totale, considerando il possibile aumento Iva dal primo di luglio, considerando la scadenza dell’Imposta municipale unica di giugno al netto dell’esclusione della prima casa e quella relativa alla Tares a dicembre, potrebbe sopraggiungere una stangata da 734 euro a famiglia a fine 2013. Lo rende noto Federconsumatori, facendo la somma dei rincari per ogni singola imposta: 45-45 euro per la Tares, 207 euro per l’Iva, 480 euro medi per l’Imu.

L’ipotesi di aumento dell’Iva dal 1 luglio dilata la situazione di crisi per il commercio al dettaglio e 26mila imprese del settore potrebbero scomparire entro fine anno. Lo afferma l’Ufficio studi Confcommercio rivedendo la previsione del saldo natalità-mortalità alla luce del possibile nuovo scatto dell’imposta sui consumi.

Per Baretta è difficile evitare l’aumento IVA

 Per il mese di luglio è stato previsto, già dai tempi del Governo Monti, l’ aumento dell’ IVA di un punto percentuale su una serie di beni di ampio consumo. Da molte parti del Paese si sono così levate voci che chiedono l’ abolizione del provvedimento, che sembra destinato solo a peggiorare la precaria situazione economica italiana.

Ma in una intervista radiofonica, il sottosegretario all’ Economia Pier Paolo Baretta ha recentemente dichiarato che, per il momento, sembra piuttosto difficile recuperare le risorse necessarie per evitare il passaggio dell’ aliquota IVA al 22%, previsto appunto per il 1 di luglio.

Aumento dell’Iva: quali prezzi saliranno e di quanto

In poco tempo, infatti, ha spiegato il sottosegretario, andrebbero recuperati circa 4 miliardi di euro, oltretutto in un periodo in cui l’ Italia rimane comunque soggetta a vincoli di bilancio, anche se, dopo maggio, riuscirà ad uscire dalla procedura UE di infrazione per eccesso di deficit.

L’aumento dell’aliquota IVA potrebbe abbattersi sul fisco

Numerosi sono, infatti, gli impegni finanziari che attendono il Paese: da poco si è varata la sospensione dell’ IMU e il rifinanziamento della Cassa Integrazione in deroga, Cig, sono stati prorogati i contratti dei precari della Pubblica Amministrazione e a breve dovrebbe partire anche un piano per l’ occupazione giovanile.

Per Baretta sarebbe utile, quindi, stilare una agenda degli adempimenti da qui a fine anno per stabilire le priorità finanziarie.

Aumento dell’Iva: quali prezzi saliranno e di quanto

 Il 1° luglio 2013,  a meno che nel frattempo non si arrivi ad un decreto risolutivo, l’aliquota Iva sui beni di consumo salirà di un punto percentuale, passando dal 21% attuale al 22%. Un aumento che così, in percentuale, difficilmente restituisce l’idea di quanto inciderà realmente sui consumi.

► Le proposte per evitare l’aumento dell’Iva

Vediamo, allora, quali sono i beni e le merci che saranno interessate dall’aumento dell’Iva e come potrebbero variare i prezzi.

I beni e le merci interessate dall’aumento dell’Iva

1. Preziosi

Tra gli aumenti maggiori che si potranno avere con l’aumento dell’Iva ci sono i gioielli.

Ad esempio, come riporta IlSole24Ore, un gioiello dal valore di 350 euro arriverà subirà un aumento del prezzo di 3 euro; mentre un diamante dal valore di 3.450 euro potrebbe arrivare a costare 3.479 euro.

2. Arredamento

In questo caso l’aumento per una cucina standard, del valore indicativo di 8.000 euro, sarebbe di 66 euro.

3. Tabacchi

Se adesso un pacchetto di Malboro costa 5 euro, dal 1° luglio 2013, con l’aumento di un punto percentuale dell’Iva, arriverebbe a costare 5.050 euro.

► L’aumento dell’IVA peserà sulle famiglie per 135 euro all’anno

4. Elettrodomestici

Se al momento un televisore LCD di media qualità lo si paga 489 euro, dal 1° luglio lo si potrà acquistare a non meno di 493. Per queste merci, infatti, l’aumento stimato da IlSole24 Ore varia dai 3 ai 5 euro, in base al prezzo di mercato del prodotto in questione.

5. Trasporti

Se si prende in considerazione un’auto di medio valore, intorno agli 11 mila euro, il prezzo di luglio, dopo l’aumento dell’Iva, potrebbe aumentare di ben 100 euro.

Fonte: IlSole24Ore

Le proposte per evitare l’aumento dell’Iva

 Il Governo con quello che è stato denominato il Decreto emergenze, quello che contiene la sospensione del pagamento dell’Imu, del quale si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni, sta rimettendo mano a quanto fatto da Mario Monti e dai suoi tecnici.

► 100 mila persone dovranno rifare i calcoli IMU

In primo luogo, come detto, la sospensione dell’Imu e la promessa di una nuova legge che ridefinisca l’intero sistema di tassazione sui beni patrimoniali, i che riporta l’attenzione sull’Iva. Sospendere l’Imu comporta un minor gettito per le casse delle amministrazioni che devono, in qualche modo, fare cassa.

L’aumento dell’Iva sarebbe stata una buona soluzione, se non fosse che aumentare l’aliquote sui beni di consumo di un punto percentuale comporterebbe un’ennesimo esborso per le famiglie, come già ha anticipato la Confcommercio. Che fare?

Al tavolo del governo sono state già presentate due istanze. Una è quella del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta che propone un aumento selettivo dell’Imposta sul valore aggiunto sui beni e i servizi ai quali oggi è applicata l’aliquota Iva del 21%, cercando di aumentare l’aliquota solo su alcuni beni, sia in base alle attuali dinamiche dei consumi che dei vincoli imposti dall’Europa.

► L’aumento dell’aliquota IVA potrebbe abbattersi sul fisco

Il viceministro dell’Economia Stefano Fassina propone invece di rimettere subito mano all’Imu, allargando del 15%, il perimetro delle case di pregio e di lusso adibite ad abitazione principale cui il Governo non ha sospeso il pagamento della tassa comunale sugli immobili.

 

 

L’aumento dell’aliquota IVA potrebbe abbattersi sul fisco

 Proprio in queste ultime ore l’ Ufficio studi di Confcommercio e la Cgia di Mestre hanno reso note le stime relative ai rincari che il futuro aumento dell’ aliquota IVA imporrà sul bilancio annuale delle famiglie italiane. Con il passaggio dell’  IVA  al 22%, infatti, si aspetta un aggravio di almeno 135 euro per nucleo familiare.

L’aumento dell’aliquota IVA potrebbe abbattersi sul fisco

Ma se da un lato le associazioni dei consumatori mettono in guardia rispetto alle conseguenze negative che potrebbero abbattersi sul mondo dei consumi e su quello delle imprese italiane all’ introduzone di questa misura, dall’ altro la Confesercenti lancia l’ allarme sulla possibilità che anche lo stesso gettito fiscale ne subisca un grave danno.

Per il Codacons i carrelli della spesa sono sempre più vuoti

Secondo le stime diffuse dal presidente Marco Venturi, infatti, le entrate del fisco italiano, piuttosto che aumentare di 3 miliardi come previsto dal Governo Monti,  potrebbero subire una riduzione di 300 milioni.

Le stime ufficiali su cui è stato calcolato l’ incremento delle entrate sono, a detta di Confesercenti, calcolate su una quota pari di beni venduti. Ma molti prodotti hanno già fatto registrare importanti cali nelle vendite, dunque gli ulteriori rincari non favoriranno certo i consumi.

La strada utile sarebbe, invece, quella di ridurre l’ aliquota al 20%, tagliare le spese e gli sprechi pubblici, nonché combattere sistematicamente la corruzione e il sommerso dell’ economia italiana.

L’aumento dell’IVA peserà sulle famiglie per 135 euro all’anno

 Come è stato più volte annunciato nel corso degli ultimi mesi, a partire dal prossimo 1 Luglio è previsto l’ innalzamento dell’ aliquota dell’ IVA, che passerà dall’ attuale 21% al futuro 22%. Questo aumento, tuttavia, come si può immaginare, avrà delle notevoli conseguenze sul mondo dei consumi a livello nazionale e graverà, in modo particolare, sulle spalle delle famiglie italiane.

L’aumento IVA ci sarà o no?

L’ ufficio studi della Confcommercio ha quindi calcolato che il suddetto incremento dell’ aliquota dell’ IVA produrrà per ogni famiglia (calcolata su una base di 3 persone) una stangata da 135 euro all’ anno, cifra media che produrrà un aggravio totale da 2,1 miliardi di euro per il 2013 e di ben 4,2 miliardi di euro per il 2014.

Per il Codacons i carrelli della spesa sono sempre più vuoti

L’ aumento dell’ IVA voluto dal Governo Monti, infatti, interesserà il 70% dei consumi e, in particolare, subiranno il rincaro una serie di prodotti di ampio utilizzo. Tra questi, ad esempio, vino e birra per le bevande, vestiario, calzature, elettrodomestici e mobili, carburanti, giocattoli, computer e riparazioni auto.

Le associazioni dei consumatori, tuttavia, come Federconsumatori e Adusbef, alla luce della presente situazione, chiedono che il provvedimento venga rivisto, perché il potere di acquisto delle famiglie italiane già si trova ai minimi storici e questa ulteriore misura contribuirà solo a contrarre ancora di più il mercato, gravando anche sul mondo delle imprese.