La negazione del codice IVA deve essere provata

 Per aprire un’attività di tipo commerciale o imprenditoriale è necessario dotarsi di una partita IVA e qualora la propria attività si svolga all’estero, è necessario anche chiedere al paese di riferimento del business, il rilascio di un codice IVA.

Al via il rimborso dell’Iva per le imprese

Di recente è capitato che con riferimento ad alcuni documenti comunitari, un paese abbia rifiutato la richiesta di codice da parte di un’azienda, offrendo come motivazione, l’esiguità del business della stessa, insufficiente a giustificare l’attività. In pratica, il paese ha respinto la richiesta perché l’azienda considerata, non avendo la possibilità di portare a termine certe attività, avrebbe usato il codice rilasciato per finalità evasive.

Banche tedesche campionesse di evasione

In questa controversia è stato chiesto il ricorso alla Corte Europea che ha ribadito l’importanza di avere prove certe dell’ambiguità del business di un’azienda. Tutta la questione giuridica è ruotata attorno all’interpretazione degli articoli 213, 214 e 273 della direttiva 2006/112/CE. La controversia era tra una società a responsabilità limitata e l’amministrazione fiscale della Lettonia. Secondo quest’ultima, la richiesta d’iscrizione dell’azienda nel registro dei soggetti passivi IVA era da considerare elusiva perché la richiedente non aveva le capacità materiali, tecniche e finanziarie per svolgere l’attività economica dichiarata. L’azienda in questione si occupa di servizi di costruzione.

Saldo IVA entro lunedì 18 marzo

 L’appuntamento del 18  marzo riguarda tutti i contribuenti IVA che hanno scelto di presentare la dichiarazione IVA in forma autonoma. C’è ancora tutto il fine settimana di tempo per fare i conti e pagare il saldo che parte dall’acconto versato nel dicembre scorso.

Lo sguardo sulle partite IVA a gennaio 2013

Se i contribuenti si aspettano di pagare una cifra che considerano esagerata, allora sappiano che è disponibile la rateizzazione. Un’opportunità da cogliere al volo considerando che si pagheranno anche degli interessi. Questi corrispondono allo 0,33% dell’importo e calcolati ogni mese. Il versamento, però, non va fatto se l’importo dovuto non supera gli 11 euro.

IVA, IMU e Accise le tasse più remunerative

I contribuenti chiamati a pagare il saldo IVA, che hanno deciso di presentare la dichiarazione in forma unificata, possono comunque usare questa scadenza per saldare l’imposta senza interessi aggiuntivi sulla cifra dovuta. Invece, se si decide di posticipare pagamenti e dichiarazioni, allora le due scadenze a disposizione sono il 17 giugno e il 17 luglio prossimi. L’interesse da corrispondere è dello 0,40 per cento per ogni mese di “ritardo” calcolato a partire dal 18 marzo.

Questo vuol dire che se il saldo IVA si pagasse il 17 giugno, il contribuente dovrebbe versare la somma dovuta più gli interessi pari al’1,20 per cento (o,40% x 3 mesi). Se invece il pagamento è fosse ultimato il 17 luglio, allora di dovrebbe pagare l’importo con gli interessi dell’1,20 per cento e sulla somma calcolare un ulteriore 0,40 per cento d’interessi.

Lo sguardo sulle partite IVA a gennaio 2013

 Quello delle partite IVA è un argomento caldo nell’agenda finanziaria, visto che sulla base dell’apertura di queste posizioni si fanno delle valutazioni sulla vitalità finanziaria del nostro paese. L’Osservatorio delle partite IVA ha presentato online, sul sito del Dipartimento delle Finanze, la sintesi relativa al mese di gennaio 2013.

Il monitoraggio ha preso in considerazione le attività “imprenditoriali” che sono state aperte e chiuse, da un mese all’altro e le ha raggruppate secondo criteri diversi: per esempio in base alla natura giuridica, piuttosto che sulla base della ripartizione territoriale, piuttosto che considerando il settore produttivo o i dati demografici.

IVA, IMU e Accise le tasse più remunerative

In linea generale si fa presente che soltanto a gennaio 2013 sono state aperte ben 85.087 partite IVA che, confrontate con quello che accadeva soltanto un anno prima, dimostrano che c’è stata una flessione del 4,8 per cento. Le partite IVA intestate a persone fisiche rappresentano il 78,90 per cento del totale, cui si aggiunge il 13,4 per ceno delle partite IVA associate a società di capitali. Le prime sono in calo dell’8,2 per cento e le altre, invece, sono in aumento del 19,3 per cento.  

IVA agevolata sui controlli alle caldaie

A livello geografico il maggior numero di aperture di partite IVA si registra nel nord Italia , a seguire ci sono le aperture al Sud e alle Isole e in terza posizione il Centro Italia.

Qualche elemento importante sull’UNICO Mini 2013

 Per la dichiarazione dei redditi delle persone fisiche, oltre al modello UNICO 2013, è disponibile una variante: il Modello UNICO Mini 2013 che è valido soltanto per alcune categorie di contribuenti che presentano una contabilità semplificata.

► I modelli 730-4 per le dichiarazioni

Ma quali sono le novità contenute nel modello? Vediamone insieme qualcuna. Sicuramente si tratta di un modello di dichiarazione che può essere presentato soltanto dai contribuenti residenti nel nostro paese che non hanno subito una variazione del domicilio fiscale dal primo novembre dell’anno precedente a quello della dichiarazione. In più il Modello Unico Mini è pensato per chi non è titolare di partita IVA, per chi non ha l’obbligo di presentare dichiarazioni integrative o correttive, per chi ha un domicilio nella propria residenza anagrafica e per chi non è un tutore legale, per chi vuole dedurre le spese per i famigliari a carico e per chi ha percepito redditi da terreni e fabbricati.

► La comunicazione dati IVA del 2012

La platea è molto vasta, quindi, e tutti dovranno scegliere tra una modalità di presentazione della dichiarazione diretta, attraverso i servizi dell’Agenzia delle Entrate, oppure indiretta tramite gli intermediari abilitati, siano essi CAF, commercialisti convenzionati o sostituti d’imposta di qualche tipo.

Riguardo le scadenze, l’UNICO Mini deve essere presentato entro il 30 settembre per chi sceglie la trasmissione telematica, oppure dal 2 maggio al primo luglio se si sceglie la spedizione del formato cartaceo presso gli uffici postali.

Alcuni appuntamenti fiscali di marzo

 Marzo è un mese molto importante per la contabilità e infatti, la seconda parte del mese, è ricca di appuntamenti per i contribuenti e per gli enti pubblici.

In calo a dicembre il numero delle nuove partite IVA

Iniziamo dal 18 marzo 2013. In questa data scade il versamento IVA sulla base della dichiarazione annuale. Tutti i soggetti IVA che non sono tenuti alla dichiarazione unificata, devono comunque versare il saldo IVA che si deduce dalla dichiarazione annuale 2013 per l’anno 2012. Questo appuntamento è anche per chi deve presentare la dichiarazione unificata Modello UNICO 2013 e vuole rateizzare l’IVA pagando il 18 marzo 2013 la prima parte e poi le rate il 16 di ogni mese con la maggiorazione dello 0,33 per cento.

Altre novità IVA per il 2013

Sempre il 18 marzo scade il termine per il pagamento della tassa sui libri e sui registri contabili. Le società di capitali sono tenute al pagamento di una cifra forfetaria di 309,87 euro oppure di 516,46 euro in base al capitale sociale dichiarato. Anche in questo caso, come nel precedente, il pagamento deve avvenire tramite il modello F24.

Restiamo in ambito IVA perché il 18 marzo scade la liquidazione e il versamento dell’IVA mensile con riferimento al mese di febbraio 2013 e nel caso in cui il calcolo fatto ecceda i 25,82 euro. Il codice tributo da usare in questo caso è il 6002.

Società di capitali attese alla cassa

 Questa è una notizia che riguarda soprattutto le società di capitali e le società consortili. Si spiega che è in scadenza il pagamento della tassa annuale sulle concessioni governative per la remunerazione e la bollatura dei libri e dei registri contabili obbligatori.

Cos’è l’IVA di gruppo e chi può usarla

I libri contabili, per esempio IVA acquisti e IVA vendite, generalmente, non possono essere usati prima di ottenerne una registrazione ufficiale dall’Agenzia delle Entrate. Chiaramente ci sono dei casi limite: i possessori di partita IVA che fanno la dichiarazione dei redditi autonomamente, per esempio, non sono tenuti all’imposta di bollo sui registri.

Una mini guida all’IRAP

Non si può dire la stessa cosa delle società di capitali e delle società consortili. Il termine ultimo da rispettare per queste operazioni è il 18 marzo. La scadenza fiscale, rispettata, non comporta l’applicazione di sanzioni. Ad essere interessate dall’appuntamento sono le SPA, le Srl, le Sapa e le consortili anche se si tratta di società in liquidazione.

Le scritture contabili devono essere vidimate, numerate progressivamente e quindi bollate al Registro delle Imprese della Camera di commercio o da un notaio. La spesa da sostenere per le operazioni è dei 309,87 euro se il capitale sociale o il fondo di dotazione non superano i 309,87 euro, oppure è di 516.456,90 per gli importi che superano la cifra indicata.

Il versamento va fatto tramite F24 indicando il codice tributo 7085.

Finti maghi e ministri del culto alle prese col Fisco

 La Commissione tributaria regionale di Trieste è intervenuta sulla tassazione dei redditi non dichiarati dal ministro di un culto religioso che non è riconosciuto dall’ordinamento del paese.

► Gli interessi di mora sono più consistenti

La sentenza numero 66/08/2012 spiega che l’ufficio che, dopo diversi avvisi di accertamento, ha recuperato la tassazione sui redditi non dichiarati dal contribuente in questione, ha operato in modo legittimo. In realtà, il ministro del culto, che potrebbe anche un mago o un chiaroveggente, aveva contestato gli avvisi di accertamento emessi dalla Guardia di Finanza.

Le Fiamme Gialle, infatti, dopo una serie di indagini legate ai conti correnti bancari intestati al contribuente, avevano esaminato una serie di movimenti finanziari, legati a più anni d’imposta, che non corrispondevano al reddito dichiarato al fisco dal contribuente, che, tra l’altro, percepiva il trattamento pensionistico minimo.

► Anche se non c’è il difensore ci si può informare

La Guardia di Finanza ha quindi accusato il ministro del culto di omissione nella presentazione delle dichiarazioni fiscali. per la cronaca, “l’imputato”, era anche risultato proprietario di un terreno e di un fabbricato, usato come luogo di culto. In questo fabbricato, per esempio, erano distribuite bottiglie d’acqua considerata benedetta e ricavata da un pozzo che il contribuente aveva scavato in quella proprietà.

Molto importante, oltre all’analisi dei conti correnti, anche quella del sito internet del luogo di culto, in cui, tra i servizi, s’indicava anche quello di “chiaroveggenza”. La contestazione si è basata sull’indicazione delle somme incriminate come proventi di una libera donazione dei fedeli. La spiegazione non ha convinto la Finanza.

IVA agevolata sui controlli alle caldaie

 Condomini e privati, periodicamente, devono chiedere alla ditta fornitrice degli impianti, un check-up completo delle caldaie e quant’altro, ma l’IVA che deve essere applicata alle fatture, non è quella ordinaria al 21 per cento ma quella agevolata al 10 per cento.

Le novità dell’IVA per cassa

Chiaramente parliamo del check-up obbligatorio degli impianti di riscaldamento che sono istallati nelle unità abitative e servono sia i singoli appartamenti che i servizi dello stabile. L’IVA agevolata vale sia per i condomini, sia per i privati ma è limitata, spiega la risoluzione numero 15/E dell’Agenzia delle Entrate, agli interventi pro efficienza. Tutte la altre prestazioni o la copertura assicurativa verso terzi, non possono beneficiare di questo regime.

Sui redditi da lavoro imposizione unica UE

La precisazione è stata necessaria dopo la richiesta di chiarimenti fatta da una società che si occupa di assistenza e manutenzione delle caldaie a gas che sono nelle abitazioni private. Questa società, prendendo in esame l’articolo 31 di una legge del 1978, aveva dedotto che il bonus era da considerarsi esclusivo per gli impianti condominiali; gli interventi per i privati, invece, sarebbero dovuti essere al 21 per cento.

L’Agenzia delle Entrate, per rispondere a questa domanda, ha invece usato il Dpr 380/2001 in cui si parla di prestazioni agevolate anche per gli impianti installati in fabbricati a destinazione abitativa privata. Se un’azienda ha applicato l’IVA ordinaria, quindi, adesso dovrà risarcire i clienti e poi chiedere un rimborso al Fisco senza variare le fatture emesse.

Le novità dell’IVA per cassa

 Per applicare il regime della contabilità IVA di cassa, l’Agenzia delle Entrate considera fondamentale il comportamento concludente dell’operatore. L’IVA per cassa comprende il differimento della cosiddetta esigibilità e lo spostamento cronologico della detrazione d’imposta.

 Cos’è l’IVA di gruppo e chi può usarla

Per dimostrare di aver optato per l’IVA per cassa, senza aver ancora effettuato la necessaria comunicazione all’Agenzia delle Entrate, è sufficiente scrivere sulle fatture la dicitura “IVA per cassa” richiamando in modo esplicito l’articolo 32 bis del decreto legge del 2012 numero 83.

La scelta del contribuente deve essere però comunicata all’Agenzia delle Entrate nella dichiarazione annuale. Chi ha iniziato a lavorare in questo regime già da primo dicembre dell’anno scorso, deve tenere a mente che l’opzione vincola i soggetti fino al 2014. L’opzione, infatti ha una durata triennale e dicembre 2012 è da considerarsi equivalente ad un’annualità intera.

Il saldo IVA si avvicina

Per la dichiarazione dell’opzione, tecnicamente, è necessario usare la prima casella, la numero 1, del rigo VO15 del modello IVA 2013. Chi ha aderito all’IVA per cassa nel 2013, però, dovrà ricordare d’inviare la comunicazione l’anno prossimo.

E per tutti coloro che operavano in un regime di IVA per cassa già prima del dicembre del 2012? Per loro sarà importante l’atteggiamento concludente, ma sarà fondamentale la comunicazione all’Agenzia delle Entrate, con il richiamo alle regole contenute nel Decreto legge numero 83 del 2012.

La comunicazione dati IVA del 2012

 Scade il 28 febbraio 2012 il termine per la trasmissione telematica della comunicazione dei dati IVA relativi all’anno scorso, in modo da non dover pagare delle sanzioni. Quello che l’amministrazione finanziaria riceve dai contribuenti, è un documento che sarà poi usato per calcolare le risorse a disposizione del nostro paese che, inserito nella struttura UE, dovrà versare un contributo al bilancio comunitario.

 Come si chiede il rimborso IVA

La comunicazione dei dati IVA deve essere presentata da tutti i titolari di partita IVA ma esistono delle eccezioni, per esempio non sono tenuti a rispettare la scadenza coloro che nel 2012 non hanno fatto operazioni imponibili oppure non devono fare le liquidazioni periodiche.

 In calo a dicembre il numero delle nuove partite IVA

Ci sono anche altre categorie di contribuenti esonerate dalla comunicazione dei dati IVA, le ha elencate FiscoOggi: le persone fisiche che hanno realizzato un volume d’affari non superiore ai 25 mila euro, le persone fisiche che rientrano in un regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e nuovi minimi, i contribuenti che presentano la dichiarazione annuale IVA in forma autonoma entro febbraio, i contribuenti esclusi dall’onere dalla stessa Agenzia delle Entrate, alcune categorie di enti e i soggetti che sono sottoposti a procedure concorsuali.

 Cos’è l’IVA di gruppo e chi può usarla

Il modello di comunicazione dei dati IVA è scaricabile dal sito dell’Agenzia delle Entrate ma si può anche compilare direttamente con i software che l’erario mette a disposizione.