L’Ivafe, l’imposta sul valore dei conti correnti, depositi, partecipazioni e azioni che il soggetto possiede all’estero. Per il pagamento dell’Ivafe occorre applicare al valore di ciò che è posseduto all’estero un’aliquota base pari all’1,5 per mille all’anno. Vediamo nello specifico come si calcola l’Ivafe per le differenti categorie di reddito estero.
Conto correnti e libretti di risparmio all’estero
Per questo tipo di prodotti finanziari – per i quali c’è l’esenzione dall’Ivafe se il valore della giacenza annua è inferiore a 5.000 euro – si deve pagare un’imposta fissa pari a 34,20 euro per ogni libretto o conto corrente detenuto.
In caso di conti all’estero cointestati, l’Ivafe viene calcolata in base alle quote riferibili al contribuente.
Attività finanziarie
Per le attività finanziarie scambiate nei mercati regolamentati, l’aliquota base dell’1,5 per mille viene applicata al valore di mercato delle attività nel paese dove sono detenute.
In caso, invece, di attività non partecipanti ai mercati finanziari regolamentati – ad esempio le azioni e le obbligazioni – l’aliquota si applica al valore nominale delle stesse o, in mancanza, al valore di rimborso, anche se rideterminato ufficialmente.
In presenza di titoli che hanno sia valore nominale sia di rimborso, la base imponibile è costituita dal valore nominale; in mancanza di entrambi, invece, si fa riferimento al valore di acquisto dei titoli.
Le sanzioni in caso di mancato pagamento vanno dal 100% al 200% dell’importo dovuto al Fisco più una maggiorazione di un terzo perché operazioni effettuate all’estero.