Mario Draghi
La BCE valuta nuove misure per intervenire sul sistema bancario
Il presidente della Banca Centrale Europea – BCE – Mario Draghi ha recentemente tenuto una conferenza a Francoforte in cui ha parlato della politica che sarà attuata nel breve periodo dall’Istituto, anche in vista delle nuove previsioni economiche per i primi mesi del 2014. Dopo l’ultimo intervento sui tassi di interesse, avvenuto nel mese di novembre, in seguito al quale il costo del denaro è stato portato ancora una volta al suo minimo storico al livello dello 0,25 per cento, la BCE ha deciso di mantenere inalterato il livello dei tassi di interesse.
Il costo del denaro resta invariato per la BCE a dicembre 2013
I tassi di interesse rimarranno, anche per il mese di dicembre 2013, sugli stessi livelli del mese precedente. Lo ha confermato oggi la Banca Centrale Europea che ha quindi dato continuità a quella politica monetaria aggiornata lo scorso 13 novembre che vuole il costo del denaro fermo al suo minimo storico dall’introduzione della moneta unica europea.
La Bce mantiene il tasso a 0,25%
La Banca Centrale Europea (Bce) ha mantenuto il tasso dello 0,25% del costo del denaro, che è il più basso a livello storico, nei Paesi dell’Europa. La parola d’ordine però è sempre quella di abbassare il debito pubblico. Lo dice il Presidente della Bce Mario Draghi che invita i governi a lavorare sulla spending review e a ridurre il deficit. Una raccomandazione quella di Mario Draghi che si riferisce anche al miglioramento dei servizi pubblici e a limitare l’introduzione di ulteriori tasse. Il bilancio dei Paesi europei deve quindi essere a posto, ma senza che questo costi ulteriori sacrifici per le persone. Sembra essere questo l’invito del Presidente della Bce.
I tassi della Banca Centrale Europea ad ottobre 2013
Nei giorni scorsi si è tenuto l’ultimo consiglio direttivo della Banca Centrale Europea – BCE – che ha confermato in via ufficiale la continuazione di quella politica monetaria accomodante e di sostegno alla ripresa più volte annunciata anche dal suo governatore Mario Draghi nelle settimane passate.
Le priorità della BCE per la ripresa economica europea
Il numero uno dell’Eurotower Mario Draghi ha parlato, in un convegno tenutosi a Berlino, delle priorità che attendono la Banca Centrale Europea – BCE – al fine di favorire la ripresa economica del Vecchio Continente. Se infatti quella crescita dello 0,3% del Prodotto Interno Lordo Europeo dei mesi scorsi vuole essere l’avvisaglia di un corso economico che sembra aver finalmente trovato una diversa direzione, ancora molto lavoro resta da fare nei singoli Stati, poiché la ripresa economica non ha toccato in maniera simile tutti i mercati finanziari europei.
La BCE continuerà a sostenere l’ economia
Nonostante gli ammonimenti presentati nei giorni scorsi dai vertici del Fondo Monetario Internazionale – FMI – che aveva richiamato l’ attenzione delle banche centrali sull’ impossibilità di continuare a sostenere all’ infinito l’ economia dei paesi copliti dalla crisi attraverso delle misure straordinarie di politica monetaria, il presidente della BCE Mario Draghi ha confermato nelle scorse ore l’ intenzione di continuare proprio su questa strada.
Europa: Draghi pronto a partire
Mario Draghi, davanti alla difficile situazione ancora esistente in Europa, si è detto pronto ad intervenire per supportare i mercati, sottolineando che insistere sulla politica monetaria è ammesso ma non risolve i problemi strutturali degli stati membri. Un passo più avanti, una riflessione diversa da quella maturata in seno alla Fed e alla Banca del Giappone.
►L’Italia esce dalla procedura di deficit
Le banche centrali, in questo particolare periodo storico, sembrano essere le uniche a fare il bello e il cattivo tempo. La Fed ha tenuto tutti i mercati con il fiato sospeso fino all’ultimo meeting in cui ha annunciato finalmente che il piano d’acquisti nominato Quantitative Easing, non sarà interrotto fino all’anno prossimo.
►L’economista greco Varoufakis sulla crisi
Stessa cosa per la Banca del Giappone che sembra raccogliere i frutti di una politica monetaria espansiva e considera già l’opportunità d’insistere in questo tipo di comportamento economico. La BCE che non era mai stata d’accordo allo stimolo monetario senza controllo della crescita economica, si è inserita nella scia delle due omologhe americana e giapponese.
Mario Draghi ha quindi sentito la necessità di rassicurare i mercati spiegando agli investitori che la BCE è pronta all’intervento diretto, all’iniezione di liquidità a patto che gli Stati membri avviino o continuino con le riforme strutturali necessarie.