Draghi allunga i tempi di attesa per la fine della crisi

 Un anno in più, dunque.

Tutti avevamo iniziato a sperare che la crisi che ci tormenta ormai da diversi anni e che in questo 2012 ha affondato i denti in tutta l’Europa sarebbe finita al massimo entro la fine del 2013. Ma, invece, non sarà così, almeno a detta di Mario Draghi, numero uno della Banca Centrale Europea, che, in un intervento di questa mattina, ha annunciato che la ripresa arriverà per il 2014.

► Mario Draghi su occupazione e euro

A conferma di quanto detto da Mario Draghi sono arrivate anche le correzioni per le previsioni di crescita della zona dell’Euro, naturalmente riviste al ribasso: per il 2013 il Pil atteso è negativo (una percentuale compresa tra il -0,9% e il -0,1%), mentre per il 2014, l’anno che dovrebbe essere portatore della ripresa, il Pil atteso è tra 0 e 2%.

Le cause di questa revisione al ribasso sono da rintracciare nella lentezza delle riforme che, di conseguenza, rallenta anche la ripresa di fiducia da parte dei mercati e il persistere ancora del problema della disoccupazione.

Mario Draghi ha anche voluto rassicurare tutti coloro che vedono nell’esito delle elezioni italiane un altro problema di cui tutti potrebbero risentire. Secondo il capo dell’Eurotower, infatti:

► La BCe acquista 103 miliardi di bond

I mercati sanno che viviamo in sistemi democratici e sul risultato delle elezioni politiche italiane sono meno impressionati rispetto ai media ed ai politici. L’Italia in ogni caso prosegue il consolidamento dei conti pubblici e gli aggiustamenti strutturali dell’economia, come se ci fosse una sorta di pilota automatico.

Mario Draghi su occupazione e euro

 Nel suo discorso tenuto all‘Accademia Cattolica di Monaco di Baviera il presidente della BCE Mario Draghi ha voluto lanciare un chiaro segnale ai paesi dell’Unione Europea, in un momento politico particolare come quello del post elezioni in Italia che ha riaperto delle questioni mai risolte in seno alla Banca Centrale e all’Unione.Draghi si è schierato in difesa della moneta unica come solo mezzo di stabilità per l’economia dei paesi dell’Unione Europea. Ma è necessario che i paesi che hanno deciso di aderirvi si prendano le giuste responsabilità per far sì che l’euro possa davvero assolvere al suo compito non lasciando alla Banca Centrale il compito, che non potrà mai essere di sua competenza, di portare avanti le riforme strutturali dei singoli paesi.

Quello che la BCE può fare, ora che i paesi con i maggiori problemi hanno ricevuto gli aiuti, è impegnarsi a mantenere stabili i prezzi, come prevede il suo mandato, ma poi l’iniziativa di risanamento deve partire dall’interno dei singoli paesi, che non possono fermarsi agli obiettivi raggiunti fino ad ora.

Anche se i costi sociali delle riforme di questo periodo sono stati molto alti, non ci si può fermare adesso: la disoccupazione è ancora molto alta in molti paesi dell’Eurozona e il presidente ha invitato i paesi ad

attuare riforme fondamentali che spingano il potenziale delle loro economie. La disoccupazione è una tragedia che spreca la vitalità dei lavoratori, impedisce alle persone di avere un ruolo attivo nella società e crea una sensazione di senza speranze, che è frustrante per i giovani.

Non si può sottovalutare il problema della disoccupazione che in Europa colpisce circa 19 milioni di persone, l’equivalente della popolazione dell’Olanda.

 

 

Draghi vede più stabilità ma l’economia reale non migliora

In una audizione al Parlamento europeo, Mario Draghi ha parlato della situazione economica nell’Eurozona. Per Draghi la situazione è più stabile, ma non ci sono ancora miglioramenti per quanto riguarda l’economia reale. Il fatto che l’economia reale non migliora riguarda anche l’Italia, con le banche che stanno soffrendo gli effetti della recessione.

Draghi fa il quadro della situazione monetaria Ue

Draghi ha spiegato che si deve continuare con il consolidamento portandolo ad essere più leggero. In particolare, bisogna diminuire l’imposizione fiscale che in Europa è molto alta. Ecco le parole di Mario Draghi: “’Il 2013 e’ iniziato con un quadro più stabile rispetto agli ultimi anni grazie alle riforme dei governi ma servono sforzi più importanti perché la Ue possa emergere dalla crisi e ricreare fiducia e crescita”.

Inflazione e stabilità dei prezzi nel discorso di Draghi

I riferimenti di Draghi sono anche ai rischi sulle prospettive economiche della zona euro e sulla fiducia che non mostra ancora segni di ripresa. La ripresa è comunque prevista per la metà dell’anno anche se sarà all’interno di una economia ancora debole e sarà graduale.

La Bce si concentra sulla ripresa dell’economia reale, che ancora non migliora, e studia un modo per fare arrivare i prestiti fatti alle banche alle piccole e medie imprese. Draghi ha detto: “Il consolidamento è necessario, sappiamo che ha effetti sulla contrazione economica a breve termine ma non si deve abolire o attenuarlo ma si possono mitigarne gli effetti, ad esempio costruendo un consolidamento basato meno sull’aumento delle tasse, che nella zona euro sono già molto alte’”.

L’intervento di Mario Draghi al G20 di Mosca

 Ieri l’Eurostat ha diffuso i dati sul Pil dell’Eurozona. I risultati sono stati ben sotto le attese e i mercati ne hanno immediatamente risentito. Per questo Mario Draghi ha deciso di intervenire, su questa e altre questioni, per cercare di infondere un po’ di fiducia.
► Continua a diminuire il Pil italiano

Il Governatore della BCE non ha che potuto ammettere che l’economia europea sta ancora attraversando un momento di grande difficoltà, ma ha tenuto a sottolineare che la situazione è in via di stabilizzazione. Una crisi ancora in atto che secondo Draghi è stata originata da una mancanza di finanziamenti e che ora deve essere risolta attraverso il consolidamento fiscale degli Stati e il pareggio di bilancio.

L’intervento di Mario Draghi è arrivato dal G20 di Mosca e a questo proposito il Governatore ha anche dato la sua visione a proposito di uno dei temi centrali di questo attesissimo summit: la guerra delle valute, definendo chiacchiericcio tutte le polemiche a riguardo:

► G20 di Mosca pronto al via

i tassi di cambio non sono un obiettivo politico, ma sono importanti sia per la crescita che per la stabilità dei prezzi. Tutto questo chiacchiericcio che si rincorre è infruttuoso, autolesionista, inappropriato.

Precisando, poi, che i tassi di cambio devono essere determinati dai mercati e che né gli Stati né le banche possono intervenire.

La BCE non cambia il costo del denaro

 Il presidente delle Banca Centrale Europea Mario Draghi ha parlato chiaro: le previsioni fatte dal suo istituto sulle condizioni dell’economia dell’Eurozona si stanno verificando e, quindi, non c’è alcun motivo per modificare la politica monetaria fin qui messa in atto.Una politica che resterà accomodante, in quanto le prospettive di crescita restano deboli e l’uscita dalla crisi presenta ancora dei rischi che rappresentano le priorità della BCE.

► Come Draghi ha cambiato la BCE

Secondo Draghi il tasso di inflazione scenderà sotto al 2% nei prossimi mesi ed è per questo che la BCE ha deciso di lasciare invariato allo 0,75% il costo del denaro, una decisione che lo scopo preciso di dare un ulteriore sostegno alla crescita, che farà vedere i primi risultati a partire dalla seconda metà dell’anno in corso.

A dare linfa vitale all’economia saranno l‘aumento della domanda interna e più in generale della domanda globale, il tutto a favore delle esportazioni, anche se resta ancora da vedere come agire nei confronti dell’apprezzamento dell’euro, che, se da un lato è un chiaro segno di fiducia da parte dei mercati, dall’altro potrebbe rendere sfavorevole il cambio.

► Una panoramica sull’andamento dell’euro

Draghi ha così risposto, anche se in maniera indiretta, alle osservazioni di Hollande che chiede una maggiore flessibilità della politica di cambio della BCE, ribadendo, inoltre, che la Banca centrale è un organismo indipendente.

Draghi al WEF: il 2012 anno dell’euro

 Mario Draghi al WEF non solo si è scagliato contro il governo Monti, ma nel suo intervento a Davos ha anche parlato di quanto la Banca da lui governata abbia fatto per aiutare i paesi dell’Eurozona a uscire dalla drammatica situazione economica in cui ci troviamo.

Monti e Bersani: è polemica al WEF sugli esodati

Per il presidente della BCE, infatti, il 29012 è stato un anno in cui la moneta unica ha fatto da protagonista e di come abbia riguadagnato terreno, anche grazie agli interventi mirati fatti dal suo istituto. Ma non è finita, la crisi è ancora presente, ma già a partire dalla seconda metà dell’anno sarà possibile vedere i primi segni di miglioramento.

Mario Monti al WEF spiega i motivi della sua candidatura

Ora, però, dopo il tanto lavoro fatto dalla Banca Centrale Europea per evitare problemi drammatici, come i tagli ai tassi e le iniezioni di liquidità per gli istituti bancari in difficoltà, la palla passa in mano ai singoli paesi, perché proseguano la strada del consolidamento fiscale e delle riforme strutturali.

World Economic Forum Outlook 2013

Mario Draghi ha colto l’occasione anche per definire la sua opinione per quanto riguarda la supervisione bancaria: i paesi coinvolti non devono agire come singoli, ma in sinergia con tutti gli altri e con il supervisore centrale che sarà, appunto, la Banca Centrale Europea.

Draghi al WEF si scaglia contro il governo Monti

 Al World Economic Forum di Davos si sono riuniti tutti i più grandi economisti ed esperti di finanza mondiali, tra i quali c’era anche Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea. Oltre a parlare dell’euro e dell’anno appena trascorso in Europa, il presidente della BCE ne ha approfittato per dire la sua anche riguardo alla situazione italiana.

Mario Monti al WEF: polemica con Bersani sugli esodati

Una stoccata ben direzionata è arrivata direttamente a Mario Monti e alle sue scelte. Secondo Draghi l’economia italiana necessita di una riduzione sostanziosa della pressione fiscale che ora, soprattutto dopo le manovre fatte nel corso dello scorso anno dal governo tecnico, grava in modo pesante su imprese e famiglie. Solo in questo modo sarà possibile uscire fuori dalla crisi e far crescere l’economia.

Mario Monti al WEF spiega i motivi della sua candidatura

Draghi ha parlato riferendo anche della situazione degli indicatori economici: l’Italia ha riconquistato fiducia, grazie anche a quanto fatto fino ad ora, ma è arrivato il momento di fare le riforme per il sostegno e il rilancio dell’economia reale, cosa che ancora non è stata fatta.

Secondo Mario Draghi, quindi:

I paesi devono proseguire sia il consolidamento fiscale sia le riforme strutturali, che aumentano competitività e creano posti di lavoro e crescita. Se i governi dei paesi dell’area euro riusciranno a perseverare su risanamento dei conti pubblici e riforme strutturali dell’economia, le politiche della Bce favorevoli alla crescita finiranno per trasmettersi all’economia reale.

In sostanza il presidente si è schierato contro Monti e, dato che ora il premier uscente ha deciso di salire in politica, anche contro la sua lista.

Come Draghi ha cambiato la BCE

 La Reuters, l’agenzia di stampa, ha dedicato un reportage molto interessante a Mario Draghi, considerato da tanti l’uomo del cambiamento della BCE. Mario Draghi è in carica dal 24 giugno del 2011 ed ha dovuto affrontare la crisi del debito e le spaccature attorno all’euro.

► Prima riunione Bce 2013

Quando è arrivato a Francoforte, molti hanno pensato che fosse l’uomo giusto, studiato ad hoc per evitare il fallimento dell’Italia e non solo. In realtà, il suo curriculum è di tutto rispetto e il suo lavoro, molto più collegiale che in passato, è riuscito ad essere determinante per molte imprese.

Draghi ha già lavorato alla Banca Mondiale di Washington, al ministero del Tesoro italiano ed è stato governatore della Banca d’Italia. Più dei titoli però, dicono gli analisti, colpisce il suo stile. Mario Draghi sa di poter contare sugli organi direttivi della BCE che hanno sempre lavorato affrontando nello specifico tutte le questioni. Molti collaboratori di Draghi, che prima avevano il compito di informare gli organi direttivi, adesso sono invitati ad essere più operativi, fermo restando che l’ultima parola su tutto spetta sempre all’uomo dell’anno.

► Draghi è l’uomo dell’anno per ‘The Times’

In generale la collegialità delle decisioni caratterizza l’operato di Draghi che comunque si è portato dietro numerose critiche. Tanti vogliono che ci sia meno controllo, oppure che le politiche economiche siano messe in pratica con più facilità e soprattutto che la BCE non perda il suo potere.

Prima riunione Bce 2013

Durante la prima riunione dell’anno nuovo, la Banca Centrale europea ha confermato i dati degli ultimi giorni del 2012. In primo luogo, il tasso di riferimento della Zona Euro è ancora allo 0,75%.

► Draghi è l’uomo dell’anno per ‘The Times’

Nel contempo, restano invariati tanto il tasso marginale sulle operazioni di rifinanziamento, all’1,50%, quanto il tasso sui depositi, a zero.

RIDUZIONE SPREAD

Si registra un’ulteriore riduzione dello spread tra BTp e Bund, il quale durante l’ultima seduta di borsa torna a più riprese sotto la soglia dei 260 punti base. Fondamentali per il raggiungimento di questo risultato sono state le parole del presidente della Bce Mario Draghi, in merito alla crescita economica europea del 2013. Lo spread tra i decennali benchmark di Italia e Germania si attesta così a circa 20 punti in meno della chiusura di ieri e ai minimi da luglio 2011. In grande calo c’è anche il rendimento dei decennali italiani che va sotto il 4,16%, raggiungendo minimi da oltre due anni.

► Salvati fondi stanziati da Ue

BORSE

Intanto, nella giornata di oggi, brilla Piazza Affari. E’ stata una seduta tutto sommato variegata per le Borse Europee, con Milano in grande ascesa.

Piazza Affari chiude la seduta con un +0,72%. Bene anche Madrid. Chiusura sotto la parità, invece, per Parigi, Francoforte e Londra. Wall Street procede invece maluccio.