Il contratto a tempo indeterminato flessibile di Monti

 Mario Monti oggi è impegnato a Bergamo nella presentazione delle sua lista, per discutere i punti focali del suo programma elettorale. Il primo punto, quello ritenuto più importante, viste anche le tante polemiche dopo la riforma presentata dal suo ministro Fornero, è il lavoro

Nuovi dati disoccupazione dalla Uil

Per Mario Monti c’è bisogno di eliminare il precariato, la piaga che affligge la maggior parte dei giovani italiani, e ha intenzione di farlo con la presentazione di un nuovo contratto, del quale ha già pronta una bozza. Monti e i suoi candidati hanno intenzione di presentare un contratto a tempo indeterminato sperimentale che ha maggiore flessibilità e minori costi per il datore di lavoro, offrendo, in contemporanea, anche maggiori garanzie in caso di licenziamento.

Secondo la bozza in discussione nei primi due anni dopo l’assunzione, ogni datore di lavoro che ha assunto con questo contratto, ha il diritto di licenziare il lavoratore, semplicemente pagando un indennizzo di licenziamento proporzionale al periodo di impiego. Dopo i due anni sarà ancora possibile il licenziamento, a cui dovrà seguire, però, un crescente sussidio di disoccupazione.

Camusso attacca Berlusconi e difende Monti su crisi

Inoltre al dipendente licenziato sarà offerto un servizio finalizzato al suo reimpiego che sarà finanziato dalle aziende e che, quindi, avranno tutto l’interesse a assumere i dipendenti rimasti senza lavoro.

Monti vuole abolire il Reddotometro

Particolare attenzione nella bozza del premier Monti per il nuovo contratto di lavoro, è stata dedicata anche ai giovani, per i quali è stato previsto  un Fondo opportunità, che inizia dal periodo scolastico e sarà proporzionale al merito, con il quale gli studenti meritevoli potranno finanziare percorsi di studio o formazione altrimenti inaccessibili.

Inoltre, il professore ha previsto anche delle agevolazioni fiscali per le imprese con un numero limitato di dipendenti, per i giovani imprenditori e per le donne.

Camusso accusa Berlusconi e difende Monti su crisi

 Susanna Camusso è indemoniata. Ha un ‘nemico’ e un ‘amico’. Il primo si chiama Silvio Berlusconi. Il secondo è Mario Monti. Per quanto riguarda il progredire della crisi, la colpa secondo la Camusso è del ‘Cavaliere’, non del ‘Professore’: “È l’economia senza lavoro, quella finanziaria, che ha provocato la crisi. Si tratta soltanto una a base di lavoro ce ne tirerà fuori.

CGIL VS FIAT

Ma di quale lavoro si parla? La Camusso non intende “Quello senza prospettive offerto da McDonald’s, né quello faticoso e incerto dei dipendenti Fiat”.

MONTI? NON C’ENTRA

Susanna Camusso fa nuovamente riferimento alle polemiche degli ultimi giorni. L’occasione le viene offerta dal dibattito di ieri mattina con gli studenti dell’Istituto tecnico Federico Caffè di Roma, all’interno del quale il segretario della Cgil ha dato il via al ciclo di incontri dal titolo “La crisi economica spiegata ai ragazzi”. Un’iniziativa importante.

Susanna Camusso scagiona Monti: “La responsabilità della situazione non è di Monti”.Queste le prime parole pronunciate in merito all’argomento della discussione dalla sindacalista.

“L’INCANTATORE DI SERPENTI”

“I tecnici non hanno risolto i problemi, ma la colpa è delle politiche dei governi Berlusconi”. Monti lo ha definito un pifferaio magico, come lo ha definito il premier uscente. La Camusso ci va giù ancora più pesantemente, definendo Berlusconi un “incantatore di serpenti”.

Programma per aumentare Export prodotti italiani

Target commerciali alquanto elevati e proposte per farsi avanti con leggi nuove ad ampio raggio, nella speranza che una volta avvenuto il cambio di governo non torni tutto punto e a capo.

Il Piano nazionale dell’export realizzato per il periodo 2013-2015 è un’insieme di numeri e iniziative che dovranno essere confermate con i fatti, iniziando dall’obiettivo di incrementare le esportazioni di merci e servizi a 620 miliardi entro la fine del 2015. Si tratterebbe di trasferire nelle casse del Sistema ben 145 miliardi in più rispetto al risultato finale prefissato per il.

Il programma è stato illustrato da Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo economico, assieme a Riccardo Monti, presidente dell’Agenzia Ice per il commercio estero, è stato approvato dal Presidente del Consiglio Mario Monti.

► Monti vuole abolire il Redditometro

Il ‘Professore’, tuttavia, ha sfruttato l’occasione per scontrarsi ancora una volta contro il suo predecessore a Palazzo Chigi.

Maro Monti ha esaminato i dati, ricordando alla platea che negli ultimi dieci anni l’Italia abbia perso il 30% della quota di commercio mondiale di beni. Urge, pertanto, un riposizionamento più deciso sui mercati emergenti, nonché un potenziamento del sistema di finanziamento, anche con una reale Export bank.

EXPORT

Il prossimo Governo avrà già a disposizione un piano che mira a 145 miliardi extra di export in tre anni salendo da 473 a 620 miliardi (+30%). Il presidente dell’Ice Riccardo Monti ha illustrato il progetto, dichiarando che “l’incidenza dell’export italiano sul Pil è del 28% contro il 50% della Germania non mi illudo di colmare tutto il gap, ma già recuperarne un terzo sarebbe un risultato straordinario”.

Secondo Tremonti necessaria altra manovra

 L’ex Ministro dell’Economia Giulio Tremonti questa mattina è stato intervistato da RTL nella sua nuova veste di leader del movimento Lavoro e libertà. Secondo Tremonti i conti fatti dal governo tecnico non corrispondono a verità e molto presto si renderà necessaria una nuova manovra finanziaria dal valore di circa 14 miliardi di euro.

Quanto vale il redditometro?

Secondo l’ex ministro, la crisi non sta per finire, anzi, lo spettro della recessione incombe ancora sull’economia e, se non verranno fatti degli aggiustamenti di tiro sulle ultime riforme varate, il rischio sarà sempre maggiore. Tra le sue preoccupazioni anche il Redditometro, uno strumento

esteso a così vasto spettro, basato su statistiche di massa, di riflesso così intrusivo.

Monti vuole abolire il Redditometro

Il nuovo esecutivo non cancellerà la riforma del lavoro

Ma non solo. Secondo Tremonti, inoltre, il Redditometro non è nemmeno un’idea dell’attuale governo, in quanto la norma che ne è alla base – quella che ha sostituito i simboli di ricchezza precedenti, trasformandoli nelle odierne cento voci, risale al maggio 2010 e, oltretutto, il provvedimento ha preso forma giuridica solo con il dm del 24 dicembre 2012 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 4 gennaio 2013, con il Governo già dimissionario.

10 cose da sapere sulla riforma del lavoro

Parole dure anche per la riforma del lavoro messa in campo dal Ministro Fornero

che come avrete notato è scomparsa – dice Tremonti a Rtl – E’ una boiata pazzesca e contro i giovani, perché li lascia fuori dal lavoro.

 

Il peso del discorso di Monti a Porta a Porta

test elezioni per Piazza Affari, ma i titoli tricolore potrebbero essere influenzati anche dalla campagna elettorale.

Il confronto politico, spesso gestito attraverso le arene televisive, cerca di sbilanciare il consenso elettorale attraverso la presentazione di proposte legate alle tasse e alle prospettive economiche del paese.

Mario Monti, il premier uscente, ha deciso di correre per la poltrona di Palazzo Chigi e durante la trasmissione televisiva Porta a Porta ha deciso di sferrare un attacco deciso ai suoi concorrenti parlando dei tre temi che in questo momento sono nell’agenda degli italiani: il redditometro, l’IMU e la riduzione dell’IRPEF.

► Strategie di riduzione della tasse

Da sempre Mario Monti è stato associato alla lotta all’evasione fiscale di cui il redditometro, nell’ultima versione, sembra essere il braccio destro. Invece, ospite di Bruno Vespa, il premier uscente spiega che il redditometro ha posto dei vincoli eccessivi all’attività di governo, è stata una decisione di chi ha preceduto Monti e dovrebbe esserne valutata l’abolizione.

I conti dell’IMU, considerata un’imposta figlia dei governi precedenti al suo, Monti spiega che è utile per ridurre il disavanzo pubblico ma si può lavorare per la riduzione del suo peso, senza però estrometterla dalla tassazione.

Molto più concreta e a portata di mano sembra essere la riduzione di un punto percentuale dell’IRPEF, ma serve in tal senso la collaborazione di tutti i partiti.

Test elezioni per Piazza Affari

 L’Italia si appresta a tornare alle urne dopo la crisi di governo che ha determinato le dimissioni di Mario Monti. Il professore bocconiano ha deciso di rinunciare al suo incarico di senatore a vita per correre come premier alle prossime politiche.

Adesso è la politica stessa ad essere attesa al varco. In molti dicono che siamo di fronte a Piazza Affari e al dopo Monti che spaventa, ma c’è qualcosa in più di cui tener conto.

► L’agenda Monti gioca a favore dell’Italia

Fino ad ora i mercato finanziari italiani sono stati in un momento di grazia. Piazza Affari è cresciuta del 17 per cento dalla metà di novembre in po’, recuperando il 41% dai livelli minimi toccati nel 2012, contro il recupero del 23 per cento delle borse europee.

I BTp decennali stessi hanno reso più del 22 per cento e i risparmiatori che hanno indovinato l’investimento ringraziano sentitamente.

► Il rendimento dei BTp sotto la soglia del 4,3%

Adesso però bisogna legare questi dati alla politica e si scopre che molta della fiducia accordata dagli investitori all’Italia, si lega all’operato del Governo Monti riguardo soprattutto il risanamento dei conti pubblici.

Questo stato di grazia, adesso, potrebbe essere incrinato visto che non arrivano notizie entusiasmanti sull’economia americana e cinese e il comportamento di Wall Street lo dimostra. La speranza che la situazione europea migliori, così come l’italiana c’è ma bisogna capire cosa si aspettano gli investitori dalle urne.

Rehn attacca Berlusconi e difende Monti

 L’Italia ha cambiato il suo volto politico nel corso del 2011. Da un governo politico, allora guidato da Silvio Berlusconi, si è passati ad un governo tecnico con a capo il Prof. Monti. E il professore ha fatto tante cose nel corso del suo mandato, che sono piaciute all’Europa.

► Come Berlusconi vuole risolvere problema disoccupazione

A dirlo è Olli Rehn, commissario europeo agli Affari Economici, che sostiene che fino al passaggio del timone, a settembre dello scorso anno, la politica portata avanti dal Cavaliere non era coerente con gli impegni di bilancio e

solo da novembre 2011 ha avviato misure di consolidamento più solide e prudenti, e per questo sono scesi i rendimenti che facilitano il ritorno della fiducia.

► L’Ue precisa sulle critiche all’Imu

Rehn non ha fatto nomi nella sua chiacchierata con i giornalisti, ma le precisazioni non erano necessarie. Dopo i rimproveri all’Italia pre-Monti arrivati da Barroso, presidente della Commissione europea, e da Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, quelli di Rehn erano fin troppo attesi.

Secondo Rehn l’Italia ha riconquistato stabilità e l’economia del paese sta allontanando sempre di più i rischi peggiori, ma, per fare in modo che la situazione possa davvero diventare stabile, non ci si possono concedere indulgenze di nessun tipo. Il pareggio di bilancio deve essere raggiunto entro i termini previsti e, per riuscirci, è necessario continuare la strada delle riforme intraprese dal governo Monti, a prescindere dalla coalizione politica che andrà al governo dopo le prossime elezioni.

► Tutte le tasse del Governo Monti

Spread sotto i 290 punti, lo Stato risparmierà 50 miliardi

Mario Monti ha scritto su Twitter: “Finalmente”. Lo Spread è sotto la quota da lui desiderata. “Merito” di un anno in cui gli italiani hanno tirato la cinghia come non mai per far quadrare i conti.

“Merito”, in altri termini, di ben tre manovre da 82 miliardi avviate in 18 mesi. “Merito” dell’innalzamento della pressione fiscale dal 42,5 al 44,7% in un anno.

Missione compiuta, dunque.

Lo Spread, oggi, non fa più paura. Le distanze dal Bund e dal Btp sono state infatti dimezzate.

Pensare che lo Spread si attestava intorno ai 575 punti all’epoca del Governo Berlusconi (il ‘Cavaliere’ lo considera ad oggi un imbroglio). Ieri, dopo la chiusura di Piazza Affari, ha raggiunto finalmente la tanto agognata quota 283.

Per lo Stato è ossigeno puro. Il risultato consentirà ai contabili di far risparmiare ben 50 miliardi in tre anni all’Italia.

Non male, soprattutto se si considera che siamo alla vigilia delle elezioni.

Ora, però, c’è da portare a termine la sfida a tutti gli effetti. Il calo dello Spread, il dimezzamento del ‘differenziale’ con Btp e Bund, il calo dei tassi, dovranno essere elementi di cui tutte le famiglie e le imprese italiane dovranno giovare.

Oggi che lo spread viaggia 200 punti più giù rispetto al 2011 i conti dello Stato possono essere risanati. Non più interessi del 3,25% come a fine 2011, per inserire sul mercato i Bot Semestrali, dunque.

L’aria, forse, è cambiata. Una settimana fa, infatti, i Bot semestrali sono stati piazzati in grandi quantità (ben 8,5 miliardi) senza la minima difficoltà.

Tassazione: domani sarà in discesa

 Il governo Monti lascia in eredità all’Italia un bel mucchio d’imposte. A parte le nuove tasse c’è un dato di fatto legato all’aumento di un punto percentuale circa della pressione fiscale. Eppure chi investe in opzioni binarie non vede in maniera così negativa il bilancio raccontato nel documento dell’Esecutivo: “Analisi di un anno”.

Il governo Monti, offre una prospettiva nuova per il nuovo anno: la riduzione delle tasse come effetto diretto di una seriei di sacrifici chiesti a tutti gli italiani e soprattutto ad ogni contribuente. Chi investe in opzioni binarie sa quanto siamo importanti non solo i risultati reali ottenuti ma anche i trend possibili nel futuro.

Monti è fiducioso sull’uscita dalla crisi, o meglio, spiega che rispetto al momento in cui è stato chiamato alla guida del Governo tecnico, le prospettive per il futuro sono migliorate “in modo significativo”. I meriti sono suoi e del suo staff e i successi raggiunti sono tutti in elenco.

A livello finanziario è sufficiente ricordare la discesa dello spread e il miglioramento delle prospettive economiche degli italiani che di qui ad un anno dovrebbero ottenere la riduzione di un punto percentuale della pressione fiscale, a tutto vantaggio delle fasce deboli, che, come nel caso del fiscal cliff americano, rischiavano di essere i più penalizzati.

Monti punta a diminuire le tasse e a far crescere il Paese

Mario Monti ha in mano già dall’ultima notte dell’anno i bozzetti del logo del suo nuovo partito, nonché le idee chiare sul futuro dell’Italia.

Il Premier uscente, pronto a candidarsi con una lista di moderati all’interno della quale sarà coadiuvato da Montezemolo, vuole meno tasse e più crescita.

L’obiettivo numero uno del ‘Professore’ è infatti presto detto. Occorre diminuire la tassazione sul lavoro e nello stesso tempo ridurre la spesa pubblica.

La strada, dunque, è già tracciata.

Con l’occasione, nella mattinata Mario Monti ha commentato la proposta di creazione di una commissione di inchiesta per la nascita di un governo tecnico pervenuta da Silvio Berlusconi, definendola con gli aggettivi di “Stravagante”, “Tardiva” e “Interessante”. In due parole, “Ben Venga” – ha detto Monti. Subito dopo la risposta a Bersani relativamente alle critiche di quest’ultimo sulla decisione di candidarsi da parte di Monti. Il ‘Professore’ reagisce dichiarandosi a favore di quelle riforme che possono rendere l’Italia più competitiva, in grado di creare alternative, sbocchi e nuovi posti di lavoro.

In conclusione, la replica di Monti verte sulla sua posizione: non sta contro la destra, né contro la sinistra. Dice di voler scendere in campo per affermare le proprie idee. Una politica, dunque, aperta al dialogo e al rinnovamento del Paese. Che deve crescere.

TASSE E SANITA’

Monti, si diceva, vuole alleggerire le tasse. Quelle per le famiglie (in particolar modo per le famiglie numerose) sono insostenibili agli occhi del ‘Professore’.

Nel contempo va rivisto il sistema sanitario italiano. Deve funzionare ancora meglio, deve avere costi minori e deve garantire un sistema fiscale in grado di ridistribuire ad hoc i redditi a partire dai più ricchi fino ad arrivare ai più poveri. Su questo pare che Monti sia già a lavoro.