Mini-Patrimoniale, ecco quanto costeranno i nuovi bolli

 E’ opportuno elencare tutte le novità che comporta la nuova tassa ‘Mini-Patrimoniale’, introdotta dal Governo Monti. Per quest’anno la tassa porterà nelle casse dello Stato un gettito di 2,6 miliardi. L’erario dovrebbe salire durante il prossimo anno a 4,7 miliardi. Perché? In virtù di una serie di modifiche inserite nell’imposta, che fa parte del pacchetto Salva-Italia. Si evince che i nuovi bolli, accolti non senza polemiche da milioni di italiani che non sanno dove prendere il denaro per pagarli, sono forieri di polemiche da parte di economisti e addetti ai lavori. L’imposta di bollo è vista come una tassazione del patrimonio finanziario. Un modo per tassare i risparmi e un ostacolo per la crescita economica dell’Italia a lungo termine. La pensa così Emilio Rocca dell’Istituto Bruno Leoni, il quale ha approfondito con un’analisi molto puntuale le misure in arrivo. La mini-patrimoniale ha in qualche modo anche delle controindicazioni. Ad esempio, secondo gli economisti, avvantaggia la concorrenza in quanto agevola il risparmio bancario e postale, a discapito dei prodotti gestiti, sopratutto dei fondi comuni di investimento. Non mancano coloro che, puntualmente, considerano vittime di questa patrimoniale esclusivamente i più poveri. Per molti, però, la ‘Mini-Patrimoniale’, avrà vita breve. Staremo a vedere, nel 2013.

L’agenda Monti gioca a favore dell’Italia

 Il mondo della finanza, in questo momento, per quanto riguarda l’Italia, si sta interrogando sulla realtà della “candidatura” di Mario Monti. L’ex premier sembra deciso a guidare una grande coalizione centrista moderata ed ha preso le distanze sia dal PD, sia dal PdL. Quest’ultimo, pur criticando l’operato del professore bocconiano, ha scelto di corteggiare la Lega, mentre il PD ha sottolineato i punti forti del programma del partito in cima ai sondaggi.

Quello che c’è da considerare è che un esito delle urne corrispondente alle aspettative degli investitori, potrebbe attirare nuovi investimenti nel nostro paese. Le ultime aste di BTp hanno dimostrato che la platea di fan del tricolore si è ampliata notevolmente.

Il rendimento dei BTp a 10 anni, quelli più sensibili alla politica e quelli su cui si calcola lo spread, è in calo, il che vuol dire che si ha fiducia nell’Italia e nella possibilità che le urne allontanino con il loro risultato l’ipotesi di ingovernabilità.

E poi c’è sempre l’agenda Monti, i suoi buoni propositi che nascono dalle basi tecniche gettate dal governo uscente: lavoro sul debito, stimolo alla crescita, allontanamento dello spettro della recessione e Decreto liste pulite, salvato in extremis dalla Legge di Stabilità.

Peccato soltanto per l’incremento della pressione fiscale associato al governo Monti.

Tre elementi per valutare il 2012

 Per fare previsioni più o meno accurate sull’andamento dei mercati azionari del 2012, occorre, adesso, fare una panoramica più realistica possibile del 2012. Ci si rende immediatamente conto che “se non è poi così brutto com’era stato previsto”, è anche perché il pessimismo nelle previsioni aveva abbassato il livello delle aspettative.

Di fatto, interpretare i dati del 2012, vuol dire prendere in esame tre dati importanti e cercare di capire come queste situazioni si evolveranno l’anno prossimo.

Il primo elemento è senza dubbio l’intervento delle banche centrali che hanno lavorato molto al consolidamento dell’euro. Basterebbe citare soltanto il lavoro della BCE che è riuscita ad evitare il default della Grecia, ha evitato che Atene uscisse dall’euro con il conseguente ritorno in Europa alle monete locali.

Il secondo elemento è proprio il pessimismo delle previsioni che ha determinato aspettative più basse così che l’anno è stato perfino archiviato come positivo. La crisi, al contrario, è nel suo momento clou ma lascia spazio alle manovre di bilancio dei paesi.

Se poi vogliamo analizzare la situazione italiana e compararla con quella europea, arriviamo al terzo elemento: la chiusura in positivo di Piazza Affari resta lontana comunque dalle performance delle borse dell’Eurozona . Tra i paesi più grandi, riesce ad avere una performance peggiore di quella italiana, soltanto la Spagna.

Piazza affari, anno positivo grazie a Monti

Il Governo guidato da Mario Monti ha nettamente contribuito alla risalita di Piazza Affari. Lo conferma Borsa Italiana, la quale ha erogato gli ultimi dati annuali, aggiornati allo scorso 21 dicembre. Dati che che parlano di un netto recupero per quello che concerne il mercato meneghino. Si tratta di un aumento significativo, di ben nove punti di valore.

Cosa è cambiato? Cosa è migliorato? Lo storico indice Ftse Mib ha fatto registrare un rialzo del 9,79% rispetto 2011. Nell’anno in corso, il Ftse Mib ha toccato il picco più alto in data 19 marzo 2012.

Ottima anche la risalita dell’indice All Share, che ha fatto registrare un grossissimo aumento dell’8,74%. Basti pensare che nel 2011, per quanto riguarda il Ftse Mib si era di fronte a un incredibile calo del 25,28% (parliamo in questo caso di dati aggiornati al 23 dicembre 2011, rilasciati sempre da Borsa Italiana) mentre il calo era intorno al 12% nel 2010.

Borsa Italiana, dunque, fa registrare una capitalizzazione complessiva del 22,5% del Prodotto Interno Lordo, che si porta a quota 364,1 miliardi di euro.

Numeri senz’altro positivi e ottimo anno, in sostanza, per Piazza Affari. L’unico problema? le imprese italiane che hanno aperto un capitale di mercato nel 2012 sono calate. Quest’anno sono infatti 323 le società quotate, cinque in meno rispetto al 2011.

Un ottimo risultato, dunque, per l’esecutivo Monti, quello della rinascita di Piazza Affari. Il segnale proveniente dal mercato milanese è positivo e fa ben sperare per il 2013.

 

Grillo critica l’agenda-Monti

Beppe Grillo presenta la sua Agenda anti-Monti. Lo fa come di consueto sul suo blog. Il leader del M5S ha pubblicato un programma di sedici punti, in netta contrapposizione rispetto a quello del ‘Professore’.

Grillo si dice preoccupato. Fa gli scongiuri, perché altri cinque anni di Esecutivo Monti porterebbero l’Italia al fallimento economico. Nel contempo elogia, portanto acqua al proprio mulino, la sua agenda.

Sedici punti programmatici. Dalla Legge contro la corruzione all’accesso gratuito a internet. Poi una serie di proposte di natura sociale: tra queste il reddito di cittadinanza, le misure anti-casta (quali ad esempio l’eliminazione dei fondi stanziati ai partiti, l’introduzione di un indice che misuri gli arricchimenti ingiustificati e illeciti dei politici). Per finire con il limite di soli due mandati parlamentari. Una mossa per non far sentire i politici come dei scesi in parlamento.

Grillo contro Monti, nonché contro la politica italiana basata sull’economia. Il fondatore del Movimento a cinque stelle vuole anche un referendum per la permanenza dell’euro, nonché uno stop per le grandi opere “Inutili”. Una su tutte? La Tav.

Così, l’Agenda Anti-Monti diventa un pretesto per realizzare in maniera effettiva la democrazia in un Italia sistematicamente gabbata dai ricchi e dai potenti.

Il programma del leader del Movimento cinque stelle contempla infatti l’ introduzione del referendum propositivo e l’obbligo di discutere in parlamento le leggi nate da un’idea del popolo.

Interviene Monti, cresce Gemina in borsa

 Monti aveva promesso di dimettersi, e così è stato, subito dopo l’approvazione della legge di Stabilità. In realtà l’esecutivo uscente ha avuto il tempo di varare anche un altro provvedimento che ha influenzato direttamente le quotazioni del titolo Gemina in borsa.

Il governo Monti, infatti, ha approvato un provvedimento, già in cantiere da diverso tempo, per sbloccare le nuove tariffe all’aeroporto di Fiumicino. Gemina a questo punto ha deciso di disporre investimenti per un totale di 2,5 miliardi di euro spalmati nei prossimi dieci anni.

Con questo capitale si procederà ad ampliare l’aeroporto di Roma e ad ammodernarlo. Gemina, definito l’investimento, ha anche deciso di accelerare la definizione dell’accordo con Atlantia. E’ bastata la dichiarazione d’intenti a far volare il titolo Gemina in borsa. Questo titolo è cresciuto, soltanto nella giornata ieri, del 32 per cento portando le azioni fino a 1,05 euro.

Le nuove tariffe legate all’aeroporto di Fiumicino non resteranno in cantiere per molto, visto che saranno attive già a partire dal 2013. In pratica ogni passeggero dovrà pagare circa 8,5 euro in più, arrivando a quota 26 euro a persona. Il che vuol dire che gli introiti annui aumenteranno fino a sfiorare i 315 milioni di euro all’anno.

Sembra molto ma le tariffe di Fiumicino restano tra le più basse d’Europa.

Elezioni 2013: l’ipotesi Monti

 Il Presidente del Consiglio dimissionario, Mario Monti, è ancora indeciso sulla sua candidatura o meglio sta creando un po’ di mistero in relazione alla scelta di scendere in campo o meno, anche perché non è molto chiara la sua compagine politica di riferimento.

Lo spread non sembra essere molto influenzato da questa indecisione in materia politica, ma tenere d’occhio le scelte di Mario Monti potrebbe essere importante per determinare una serie di direttrici evolutive della politica economica del nostro paese. Chi investe in opzioni binarie, quindi, non può trascurare questi “particolari elettorali”.

Monti, inizialmente, non aveva intenzione di proseguire con l’esperienza politica e dopo una conferenza stampa in cui ha rigettato l’ipotesi della candidatura, è intervenuto su Twitter ribadendo la necessità di “salire in campo”, di rinnovare anche il modo di fare politica.

E con chi si schiera Mario Monti? Per il momento ha intenzione di essere extra partes ma è chiaro che il suo orientamento è centrista tanto che la lista “Verso la Terza Repubblica” potrebbe presto trasformarsi in “Lista Monti”. Insieme a lui Monti potrebbe vedere candidati anche Luca Cordero di Montezemolo e lo stesso Casini che non si è mai allontanato dal centro moderato.

Il PD di Bersani apre a Monti ribadendo però che nel programma dei democratici ci sono più equità, più lavoro e più diritti. Il PdL si è messo in una posizione diametralmente opposta contrastando Monti su tutti i fronti e muovendo le critiche più acerbe alle tasse finora introdotte.

Imu sì o Imu No? Il duello Monti-Berlusconi

 Ieri mattina in conferenza stampa il premier dimissionario Mario Monti ha presentato la sua Agenda per il rilancio dell’economia italiana. Tra le tante cose di cui ha parlato, uno dei punti più dibattuti è stato quello dell’Imu.

Nella sua Agenda la tassa sulla casa deve rimanere, almeno per gli anni in cui è stata già prevista: chiunque proponga una sua eliminazione sta solo cercando consensi per le elezioni (che dovrebbero tenersi il 24 febbraio 2013), ma una volta al governo, dovrà fare marcia indietro e applicare un’altra tassa che potrebbe anche essere il doppio di quella già esistente.

Mario Monti si stava riferendo alle parole di Silvio Berlusconi, che in questi giorni di incertezze riguarda ad una sua nuova discesa in campo, ha promesso agli italia che nel suo programma ha la precedenza l’eliminazione dell’imposta sulla casa. Il Cavaliere avrebbe già pronto un disegni di legge – nel caso di nuova elezione entrerà subito in vigore – per l’abrogazione dell’Imu, i cui introiti saranno trovati da altre fonti.

Nel suo programma Berlusconi vede la possibilità di ricavare lo stesso gettito fiscale tassando maggiormente giochi, lotterie, tabacchi, alcolici e la birra, tutte tasse che inciderebbero molto di meno sulla vita degli italiani.

 

L’Agenda Monti

Ieri mattina il premier Mario Monti, nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, ha fatto un piccolo accenno alle linee guida della sua Agenda per il rilancio dell’economia italiana, sorprendendo tutti con la sua apertura verso la patrimoniale. Un accenno al quale ha fatto seguito la sua Agenda composta da 25 cartelle in cui il premier dimissionario propone delle novità che sicuramente faranno discutere.

Oltre alla patrimoniale, che dovrà essere applicata sui grandi patrimoni e sui consumi per non provocare ulteriori problemi alle categorie già deboli, Monti ha chiesto, all’esecutivo che verrà dopo di lui, di riformare quanto prima la legge elettorale e, sopratutto, di tagliare i contributi pubblici alla politica, comprendendo in questo anche il divieto di accumulare indennità e retribuzioni vari per onorevoli e parlamentari.

Tra le altre soluzioni proposte, il rilancio dell’economia italiana deve passare anche per una riforma ampia e profonda del mercato del lavoro, a cominciare dalla detassazione del lavoro femminile e una semplificazione della burocrazia per poter attirare gli investimenti esteri.

Infine, l’Agenda Monti punta ancora alla lotta all’evasione fiscale, sulla riforma delle pensioni e su un nuovo sistema do ammortizzatori sociali. Ultimo punto, forse il più discusso, quello dell’Imu, una tassa sicuramente indigesta ma che, come avverte il premier, non può essere evitata.

 

 

Gli italiani pagano l’Imu con i risparmi di una vita

Il 17 dicembre 2012 passerà alla storia come il giorno in cui gli italiani hanno messo mano al portafoglio per il pagamento di una tassa del tutto nuova, introdotta dal Governo Monti e riguardante la seconda casa.

L’Imposta Municipale Unica, senza dubbio il tratto distintivo dell’esecutivo tecnico Monti, è sinonimo di sacrificio per le famiglie del Belpaese.

Mentre il Ministro Vittorio Grilli crede nella risalita grazie alle entrate provenienti dall’imu, gli italiani fanno i conti con i risparmi nel loro portafoglio e nel loro conto in banca.

Già, perché, l’Imu comporta un aggravio procapite di 780 euro all’anno, che fa dell’Italia il primo Paese in Europa per quanto concerne la tassazione sugli immobili.

Nei giorni scorsi alcune analisi hanno messo nero su bianco i numeri riguardanti le utenze, i rincari, il valore medio degli affitti. La media nazionale è altissima, e le famiglie non riescono a sostenere una tale spesa.

Così, tre italiani su cinque corrono a estremi rimedi per il pagamento dell’Imposta sulla seconda casa. Si affidano ai risparmi di una vita, così da tenere il più possibile in attivo il bilancio familiare, destinato a cedere viste le numerose tasse che si aggiungeranno.

Se nel 2010 erano 2 milioni, due anni dopo le famiglia in serio disagio, le quali spesso presentano arretrati per via dei mutui, dei canoni e delle bollette sono salite circa a tre milioni.

Una stima che fa preoccupare. E non poco.

Ecco perché tre italiani su cinque sono ricorsi ai risparmi realizzati negli scorsi anni per pagare l’imposta.