Tagliato da B1 a B3 il rating del gruppo Fiat, per mano di Moody’s. Nel contempo, il giudizio sul debito erogato dalle controllate del gruppo scende da B2 a B1. Le controllate sono Finance and Trade Ltd Sa e Finance North America, nonché Finance Canada.
Moody’s
Grecia, Moody’s premia il paese e alza il rating
L’agenzia di rating Moody’s ha deciso di premiare la Grecia per gli sforzi fatti fino adesso e, dopo cinque anni durante i quali il debito sovrano del paese, e conseguentemente i suoi titoli, sono stati considerati i peggiori sul mercato, il rating dei bond delle obbligazioni greche è passato da C a Caa3.
La decisione di Moody’s di alzare il rating del paese, come dichiara la stessa agenzia, è stata motivata da tre fattori positivi emersi nel paese. Il primo riguarda il piano di austerity imposto che ha dato i suoi frutti, con il deficit del paese che si è ridotto del 74% negli ultimi quattro anni e che lascia ben sperare che la Grecia non solo riesca a raggiungere gli obiettivi previsti, ma forse anche a superarli nel corso del 2014.
► Crescono il PIL e il tasso di occupazione della Grecia nel secondo trimestre 2013
In secondo luogo, Moody’s prevede che il prodotto interno lordo della Grecia nel 2014 subirà un riduzione minima per poi riprendere a crescere nel 2014.
In terzo luogo il miglioramento del rating da parte di Moody’s si inserisce negli spiragli di crescita e di ripresa che iniziano a vedersi in tutta Europa e dei quali, naturalmente, beneficerà anche Atene.
Ma, nonostante la bella notizia, per il paese potrebbe affacciarsi un altro problema: la Troika non ha gradito alcune ultime decisioni del governo ellenico e non ha mandato i suoi ispettori, ciò vuol dire che, a meno di un risanamento dei rapporti entro brevissimo tempo, l’ulteriore miliardo di euro in arrivo alla Grecia da Bruxelles il 9 dicembre potrebbe non arrivare.
Le previsioni di Moody’s sull’economia italiana del 2014
Proprio in questi giorni sono arrivate dal parte della Banca d’Italia le previsioni più recenti sull’andamento dell’economia del nostro paese e sulle possibilità di ripresa che quest’ultimo potrà avere nel medio e nel lungo periodo. Quella che è emersa dal Rapporto sulla stabilità finanziaria del nostro paese è comunque una situazione in chiaroscuro, in cui si intravede una ripresa velata da numerosi punti di incertezza.
Per Moody’s l’Italia supererà il tetto del 3% del deficit
L’agenzia di rating americana Moody’s accoglie bene la notizia della rinnovata fiducia espressa dal Senato al Presidente del Consiglio Enrico Letta, sostenendo, attraverso i suoi portavoce che si tratta del miglior risultato possibile a livello economico, dal momento che il perdurare di un clima di instabilità politica non avrebbe affatto avvantaggiato la situazione economica del Paese e quella del suo rating, così importante in ambito internazionale.
Moody’s taglia il rating di quattro Regioni
Quattro Regioni italiane sono recentemente finite nel mirino di Moody’s, a causa dei crescenti timori sorti in merito alla loro posizione finanziaria. Si tratta, nello specifico, di Piemonte, Campania, Lazio e Sicilia, che hanno così visto ribassarsi il giudizio sul proprio debito da parte dell’ agenzia americana.
> Moody’s sulla situazione creditizia italiana
Piemonte, Campania e Sicilia sono infatti passate da una valore di “Baa3” a “Ba1”, mentre il Lazio, da solo, è passato da una posizione di “Baa3” a “Ba2”. Le quattro regioni italiane, del resto, sono quelle in cui c’è la maggiore probabilità della necessità di un futuro risanamento dei conti, attuabile attraverso un aumento delle tasse e una razionalizzazione delle spese.
> Moody’ conferma l’outlook negativo per l’Italia
I quattro bilanci regionali risultano, infatti, particolarmente sotto pressione al momento, ragione per cui, all’ accumulo di nuovi debiti, il loro outlook non può che essere considerato negativo.
Andando più nello specifico, la Campania soffre per l’ alto tasso di disoccupazione e per il PIL pro capite inferiore alla media della nazione, il Lazio soccombe sotto grandi pressioni finanziarie, il Piemonte, invece vive di grandi squilibri nel bilancio e grandi livelli di debito.
Anche il taglio del rating della Sicilia, infine, è dovuto a deficit di bilancio.
Moody’s avverte: criteri più severi per le banche
L’Europa continua a versare in condizioni di grossa crisi del debito. Parola di Moody’s. Parole che arrivano il giorno seguente a quello in cui i leader europei si sono messi d’accordo per la stretta sul budget e per la creazione di un’autorità fiscale centrale.
24 ore dopo Moody‘s ha dichiarato che la crisi in Europa è ancora in una fase critica e volatile. Il rating di diversi stati membri è a rischio.
Il summit tra i leader europei che si è concluso venerdì ha convenuto di dare altri 268 miliardi di dollari al Fondo monetario internazionale per essere d’ausilio al debito degli Stati in crisi ed evitare una ulteriore diffusione del contagio. Alti livelli di debito, rischio crescente di una recessione e la stretta del credito sono ancora in Europa anche dopo il vertice.
Moody’s ha abbassato, venerdì, il rating a lungo termine per tre grandi banche francesi, che sono Societe Generale, BNP Paribas e Credit Agricole, nonostante le prove sugli stress test siano stati passati da queste tre banche. Moody ha usato dei criteri più severi per le banche, portando il rating per Societe Generale ad A1, mentre ha deciso di portare il rating di BNP Paribas e di Credit Agricole a Aa3. Ogni banca è stata praticamente declassata di una tacca.
L’agenzia, inoltre, ha fatto sapere che la crisi è in una fase critica e volatile, con i mercati del debito sovrano e bancario che sono inclini alla dislocazione acuta, cosa che i politici troveranno sempre più difficile contenere. Inoltre, più l’approccio incrementale alla politica persiste, maggiore è la probabilità di avere degli scenari più gravi, compresi quelli relativi a default multipli da parte di paesi dell’area dell’euro e quelli che coinvolgono alcune possibilità uscite dalla zona euro.
C’è dunque ancora il rischio per la zona euro e osservando i grafici delle coppie di valute ci si accorge di come sia effettivamente così, l’euro sta perdendo colpi.
Moody’s taglia il rating di Telecom Italia
E’ attesa per domani, 23 maggio, la riunione del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia, il quale dovrà decidere in merito alla prospettata fusione con la multinazionale H3G, i cinesi di Hutchison Whampoa, in relazione alla quale era stata autorizzata in precedenza la prosecuzione dei relativi approfondimenti per il completamento dell’ istruttoria.
> Telecom continua sulla strada dell’integrazione con H3G
Ma nel frattempo, dall’ estero, non sono in arrivo buone notizie per il Gruppo Telecom sul fronte finanziario. Moody’s ha infatti tagliato il rating di Telecom Italia, facendolo passare dal valore Baa3 al Baa2. Molto probabilmente la modifica sull’ affidabilità finanziaria del gruppo è stata dovuta ai recenti problemi di bilancio occorsi alla società. A proposito dell’ ingente debito del gruppo, infatti, Moody’s ha consigliato alla società di ridurre il suo ammontare sotto i 27 miliardi di euro entro la fine del 2013.
> Telecom multata per abuso di posizione dominante
Quanto alla attesa fusione con il gruppo H3G, Moody’s la ritiene piuttosto improbabile, ma qualora andasse a buon fine Telecom Italia potrebbe nuovamente beneficiare di un miglioramento del merito creditizio.
Ma le cattive notizie non finiscono qui. Sembra che anche S&P voglia declassare la compagnia telefonica italiana, anche se non vi sono ancora conferme ufficiali.
Anche Moody’s alza il rating della Turchia
Lo aveva fatto già lo scorso novembre l’agenzia di rating Fitch, anche la Moody’s ha preso visione dei grandi miglioramenti della Turchia e ha alzato il merito di credito di Ankara di un gradino portandolo a “Baa3” dal precedente “Ba1” con outlook stabile.
► I paesi emergenti spingono le quotazioni auree
Si tratta di un’ottima notizia che giunge per il paese della mezzaluna dopo circa dieci anni di profonde riforme economiche e strutturali del paese che avevano portato il rendimento dei suoi titoli di Stato ai minimi storici. Con questa promozione, i bond turchi diventano degli ottimi investimenti.
Le motivazioni di Moody’s per l’innalzamento del rating del debito del paese sono molto semplici: le riforme portate avanti hanno permesso alla Turchia di stabilizzarsi e di poter, così, essere meno vulnerabile in caso di shock dei mercati esterni.
Altro grande merito del paese è stato quello di aver estinto il debito contratto con il Fondo Monetario Internazionale (FMI): grandi sacrifici per ottenere questo risultato, ma, come aveva annunciato il premier Recep Tayyip Erdogan, il debito è stato estinto nei tempi previsti con il pagamento, dell’ultima rata da 412 milioni di dollari.
► Nel 2030 la Cina sarà la prima superpotenza mondiale
Soddisfazione per il premier che già da tempo si aspettava questo riconoscimento.
Moody’s sulla situazione creditizia italiana
All’ indomani dell’ insediamo del nuovo Governo italiano a Palazzo Chigi, anche Moody’s, attraverso un suo analista, Dietmar Hornung, che si occupa in maniera specifica dell’ Italia, ha espresso le sue considerazioni sulla situazione creditizia italiana.
> Moody’ conferma l’outlook negativo per l’Italia
Per Moody’s, infatti, la situazione dell’ Italia resta ancora particolarmente difficile e la sua futura affidabilità creditizia sarà valutata sulla base della capacità del nuovo esecutivo di dare corso e di portare aventi le riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno.
> Moody’s penalizza Finmeccanica
Agli occhi di Moody’s, quindi, la situazione italiana rimane sotto particolare osservazione, poiché l’Italia in futuro potrebbe comunque trovarsi nella necessità di chiedere aiuti alla Banca Centrale Europea o di avere bisogno del Fondo Salva Stati. Non potendo dunque escludere per il momento entrambe queste evenienze, il giudizio di affidabilità rimane come sospeso in attesa dei futuri sviluppi anche politici.
La situazione economica italiana che Moody’s rileva per il momento è dunque quella di un Paese ancora in recessione, caratterizzato da seri gap produttivi e una domanda interna molto debole. Un nodo cruciale è rappresentato poi dal mercato del lavoro, che appare ancora troppo regolamentato e vincolato ai contratti di categoria. A questo quadro va aggiunta la vulnerabilità delle banche.