Crescono il PIL e il tasso di occupazione della Grecia nel secondo trimestre 2013

 Proprio mentre le tensioni sociali sembrano raggiungere il loro culmine ad Atene, per effetto della crisi, e la città appare ancora scossa dall’omicidio del cantante Pavlos Fyssas, vittima ad Amfiali di un militante del movimento Alba Dorata, dal Ministero dell’Economia greco arrivano per la nazione notizie più che positive.

Un nuovo strumento di sostegno al reddito dal Ministro del Lavoro Giovannini

 Lo chiamano, per il momento, salario minimo oppure, in maniera un po’ più fiscale, strumento di sostegno al reddito. Ma il suo nome ufficiale sarà quello di SIA, ovvero Sostegno per l’Inclusione Attiva. Di che cosa si tratta? Si tratta di una nuova forma di sostegno sociale proposta dal gruppo di lavoro del Ministro Giovannini, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, che, attraverso l’introduzione di questa nuova misura ha intenzione di offrire un nuovo strumento nazionale per il contrasto della povertà.

Quasi 800 milioni di incentivi alle imprese per le nuove assunzioni fino al 2015

 Arrivano in questi giorni i dati definitivi relativi agli interventi che sono stati previsti dal Governo per risollevare le sorti del mondo produttivo italiano ed incentivare le imprese a riprendere le assunzioni di giovani. Il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha infatti dichiarato che negli ultimi mesi, attraverso i diversi decreti legge che sono stati emanati, lo Stato italiano ha messo a disposizione delle imprese che hanno intenzione di assumere un totale di circa 794 milioni di euro.

L’ABI disdice il contratto nazionale del lavoro dei bancari

 La crisi economica non dà ormai più tregua neanche a quei comparti economici che tradizionalmente erano considerati più protetti e quasi al riparo del normale corso e tracollo degli eventi. Come il mondo delle banche e dei bancari, che oggi sono costretti, al pari della maggior parte dei settori produttivi italiani, a prendere in considerazione estreme soluzioni di fronte a condizioni diventate estreme. 

Aumenta l’occupazione femminile anche se gli stipendi sono ancora bassi

 Sono sempre di più le donne italiane ad avere un posto di lavoro. Negli ultimi cinque anni, infatti, tra il 2008 e il 2012, il numero delle donne italiane occupate  è aumentato di 122 mila unità, così come indica una recente indagine compiuta da Repubblica sulla base dei dati forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Stando ai dati risultanti dalle dichiarazioni dei redditi relative agli anni 2007 – 2001, dunque, il numero delle contribuenti italiane è cresciuto di uno 0,6%.

Il settore no profit italiano resiste alla crisi

 La crisi economica che investe l’Italia ormai da diversi mesi ha avuto conseguenze piuttosto devastanti sul mondo del lavoro italiano. A dirlo, e a certificarlo anche attraverso dei dati, è la Confartigianato, l’associazione degli artigiani italiani, che ha rilevato l’esistenza all’incirca di tre milioni di disoccupati e di cinque milioni di lavoratori in difficoltà.

Sono sempre meno gli under 35 che hanno un lavoro nel 2013

 L’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, ha recentemente pubblicato i dati relativi al tasso di occupazione dei lavoratori italiani nel secondo bimestre del 2013. Da queste analisi è risultato che la fascia più colpita dai recenti assestamenti a ribasso del mercato del lavoro del nostro Paese è stata quella dei giovani con una età compresa tra i 24 e i 35 anni, che hanno perso, in fatto di occupazione, circa 750 mila posti di lavoro.

Come accedere agli incentivi per l’occupazione femminile

 Con la Riforma Fornero sono stati previsti degli incentivi alle aziende che assumono donne disoccupate da almeno sei mesi, che consistono in uno sgravio contributivo del 50%.

L’accesso agli incentivi è sottoposto al possesso di determinati requisiti sia da parte dell’azienda che assume sia da chi è assunto, che sono stati definitivamente definiti dal Governo con la pubblicazione della nota 43956 del 26 giugno 2013, la quale specifica quali sono i settori interessati.

 Come usufruire degli incentivi Inps per l’assunzione di disoccupati over 50

I settori interessati agli incentivi per l’occupazione femminile

Potranno accedere agli sgravi contributivi previsti dalla Riforma Fornero come incentivo all’occupazione femminile solo le aziende e le imprese il cui settore i attività sia caratterizzato da un tasso di disparità occupazionale tra uomo e donna superiore di almeno il 25% della media nazionale calcolata sui parametri forniti dall’Istat relativi all’anno 2011.

► Requisiti per le agevolazioni all’assunzione di donne disoccupate over 50

I requisiti per l’accesso agli incentivi all’occupazione femminile

Gli incentivi saranno concessi solo alle aziende e alle imprese che, oltre a rientrare nei settori sopra definiti, assumo donne:

1. di qualsiasi età, residenti in area svantaggiata e prive di occupazione regolarmente retribuita da almeno dei mesi;

2. di qualsiasi età e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi.

► I requisiti per l’accesso alle agevolazioni per l’assunzione di giovani disoccupati

La durata degli incentivi

Ricordiamo, inoltre, che la durata degli sgravi contributivi per le aziende è definita in base al tipo di contratto di assunzione:

– 12 mesi per i contratti a termine e somministrazione;

  • – 18 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato e

per i contratti a termine trasformati in rapporti a tempo indeterminato.

 

I motivi per cui la Riforma del lavoro del Governo Letta non funzionerà

 Con il Decreto Lavoro entrato in vigore il 31 agosto 2013, il Governo Letta ha voluto fare degli aggiustamenti e delle correzioni rispetto alla precedente normativa, con lo scopo di rilanciare un mercato che in Italia è ormai immobile da troppo tempo e che esclude una grossa fetta della popolazione.

► ABC del Decreto Lavoro, tutto quello che c’è da sapere sul testo approvato dal Senato

La disoccupazione in Italia è ormai ferma al livello record del 12% della popolazione attiva, percentuale che si alza in modo esponenziale quando l’analisi si restringe in base all’età: a soffrire di più della mancanza di lavoro sono i giovani, che non hanno modo di entrare in questo mondo (il tasso di disoccupazione per i giovani sotto ai 25 anni a luglio 2013 è stato al 39,5%, +0,4% rispetto a giugno e +4,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).

Tra le cause principali, per quanto riguarda i giovani, la mancanza di un filo diretto che porta i giovani dalla scuola al lavoro, un problema che il Governo Letta ha provato a risolvere con degli incentivi all’apprendistato e all’assunzione di giovani.

Ma, secondo alcuni esperti, tra i quali figura anche Tito Boeri, uno dei più importanti economisti italiani, il problema di questo Decreto lavoro, quello che lo porterà a non fare alcuna differenza per chi si trova senza lavoro, è proprio la struttura di questi incentivi all’occupazione, giovanile e non: gli incentivi sono temporali, ossia hanno una scadenza e anche molto ravvicinata. Fatto, questo, che li rende praticamente inutili:

Quando si hanno poche risorse da distribuire – afferma Boeri – è meglio che vengano concentrate in pochi provvedimenti di lunga durata, come poteva essere un sussidio permanente per le retribuzioni più basse. Altrimenti c’è il rischio che gli incentivi, distribuiti su troppi interventi e per periodi limitati, si esauriscano senza avere inciso sull’economia reale. Insomma, che siano soldi buttati via.

► In Italia scompare il posto fisso e aumentano i precari

Ma il problema sembra non essere solo questo: secondo la Prof. Silvia Ciucciovino dell’Università degli Studi di Roma Tre, c’è bisogno di un cambiamento radicale che porti all’eliminazione della prassi di una riforma all’anno,

almeno per due ragioni: in primo luogo perché l’instabilità e l’incertezza delle norme è un elemento di ulteriore disfunzionalità del mercato del lavoro e di scoraggiamento degli investitori stranieri a operare nel mercato italiano; in secondo luogo perché la crescita dell’occupazione dipende, non certo dalle norme, quanto da una seria politica di investimento sulla crescita economica del Paese.

Cosa fa e quanto guadagna un Proposal Engineer

 Nella disamina delle figura manageriali che saranno più richieste da adesso ai primi mesi del 2014, la Michael Page, società di recruitment specializzata nella ricerca di figure manageriali di alto e medio livello, c’è anche il Proposal Engineer, una professionalità molto richiesta soprattutto dalle aziende che lavorano su commessa, ossia delle aziende che non hanno una produzione in serie, ma lavorano su progetti che sono spesso irripetibili e che durano per molti anni.

► Le figure manageriali più ricercate del 2013/2014

Cosa fa il Proposal Engineer

Il Proposal Engineer è una figura chiave per la scelta dei progetti da realizzare. La sua attività, infatti, consiste nello studio e nell’analisi delle proposte fatte.

Una tale figura manageriale si caratterizza per la velocità dei suoi processi decisionali: il Proposal Engineer deve capire i tempi stretti i costi e i benefici di eventuali progetti proposti o della partecipazione alle gare di appalto.

Per farlo, il Proposal Engineer analizza e studia i dossier delle gare d’appalto e i documenti contrattuali riguardanti le operazioni da valutare; è i grado di fare dei preventivi – su progetto o sul campo – con relativi costi da sostenere per la realizzazione, è in stretto contatto con fornitori e subappaltatori per studiare le soluzioni più efficaci e più convenienti per presentare offerte competitive, sia a livello economico che strutturale.

Il Proposal Engineer è una figura centrale per lo sviluppo di un’azienda che lavora su commessa, in quanto fa da tramite tra il cliente e il responsabile commerciale o il Project Director dell’azienda.

Quanto guadagna il Proposal Engineer

La retribuzione annuale di un Proposal Engineer va dai 40/50 mila euro fino ai 70.000. La differenza, come accade per tutte le figure manageriali, la fanno gli anni di esperienza.