Cos’è il bonus mobilità per gli studenti

 Il governo Letta ha reso operativo il Decreto fare che va a rivoluzionare il rapporto tra il possesso di un’abitazione e la pratica del pignoramento. In realtà questo decreto introduce moltissime altre novità. Per esempio il bonus maturità mobilità per gli studenti.

Si tratta di un’iniziativa molto apprezzata che in qualche modo si pone in antitesi al bonus maturità fortemente criticato. Il bonus mobilità non è altro che un sostegno economico per favorire la mobilità interregionale degli studenti universitari più meritevoli.

Abitazione principale e decreto fare

Per il biennio 2013-2014 è già pronto un budget di 10 milioni di euro da assegnare a tutti coloro che vogliono intraprendere o hanno intrapreso la carriera accademica e hanno già degli ottimi risultati. Il sostegno garantisce loro di iscriversi ai corsi di laurea triennale o magistrale, organizzati dalle università del Belpaese sia statali che non, localizzate in città diverse da quelle di residenza.

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Non è possibile accedere al bonus mobilità se ci si iscrive ai corsi delle università telematiche. Il mondo accademico, nel prepararsi a questa novità, prende atto anche di altri provvedimenti: lo sblocco del turn over per le università e gli enti di ricerca; la flessibilità del sistema di finanziamento delle università con una semplificazione dell’attribuzione delle risorse tramite un unico fondo; l’introduzione di interventi straordinari a favore della ricerca.

 

Per Squinzi un miliardo per il lavoro non basta

 Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha in queste ultime ore commentato l’ iniziativa del Governo Letta di erogare il primo miliardo di euro per promuovere l’ occupazione giovanile e ridare una ventata di ossigeno all’ intero mondo del lavoro italiano. 

Arriva 1 miliardo per l’ occupazione dei giovani

 Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha confermato, in una intervista rilasciata ieri nel corso della trasmissione condotta da Lucia Annunziata, che nella giornata di mercoledì il Consiglio dei Ministri discuterà della prima proposta per risollevare il mondo dell’ occupazione italiana. Soprattutto quella giovanile. 

Le otto professioni dove trovare lavoro

 In Italia in lavoro non c’è ma questo non vale per tutte le professioni. Almeno stando a quanto emerso durante il Festival del Lavoro 2013 di Fiuggi dall’indagine elaborata dalla Fondazione studi consulenti del lavoro, secondo la quale ci sono 150 mila posti di lavoro disponibili in Italia.

► Lavoro estivo: le professioni più ricercate

Sono tutte professioni che i giovani non vogliono più fare o dei quali non conoscono l’esistenza in quanto la scuola e la formazione battono sempre le stesse strade contribuendo a formare un esercito di disoccupati. Ma il lavoro in Italia c’è, basta guardare nella giusta direzione per trovarlo.

Secondo la Fondazione studi consulenti del lavoro il primo settore nel quale ci sono moltissimi posti vacanti a disposizione dei giovani è quello dei lavori manuali. Un settore che non conosce crisi, o dove la crisi si fa sentire di meno, ma che pone delle condizioni lavorative ‘dure’: un esempio sono i panettieri, che lavorano durante la notte, ma ai quali, appunto per questo, viene data una giusta retribuzione.

In questo settore sarebbero disponibili fino a 1.040 posti vacanti. Stesso discorso vale per il falegname.

In Italia sembra che ci sia anche una forte mancanza di infermieri specializzati (lo scorso anno ne sono stati richiesti ben 22 mila, la maggior parte delle richieste, però, è rimasta senza un candidato) e di tecnici informatici.

Altro settore nel quale c’è la possibilità di trovare un’occupazione è quello degli infissi con 1.500 posti disponibili.

► I profili lavorativi più ricercati dalle agenzie per il lavoro

Inoltre, in Italia mancano all’appello persone che siano disposte a lavorare in bar e ristoranti (posizioni che spesso sono ricoperte da studenti) e a fare i pasticceri.

In conclusione, se in Italia si vuole trovare un lavoro, è necessario guardare verso le professioni che richiedono abilità manuale.

Come cambia l’emigrazione italiana

 Il nostro paese, da sempre, soprattutto nel Novecento, è stato interessato dai flussi migratori in uscita. Nel senso che moltissimi italiani, ai primi del Novecento e nel secondo Dopoguerra, hanno tentato la fortuna trasferendosi all’estero con le loro famiglie. Le destinazione privilegiate erano l’Argentina e gli Stati Uniti, almeno all’inizio del secolo scorso.

Dove vanno i giovani che lasciano il proprio paese in cerca di fortuna?

Poi i flussi migratori si sono rivolti anche al nord Europa e in particolare al Belgio, alla Francia e alla Germania dell’Ovest. Questa nuova tendenza è stata considerata caratteristica del secondo Dopoguerra. Oggi non solo sono cambiate le mete dei nuovi migranti, ma anche le motivazioni per il trasferimento e la condizione sociale di chi ha la valigia pronta.

I giovani scappano dall’Italia

Riguardo le mete dei nuovi migranti si scopre che la meta più gettonata oggi è la Germania che assorbe il 20 per cento dei flussi italiani in uscita. Al secondo e al terzo posto si piazzano rispettivamente la Francia e la Gran Bretagna che assorbono il 16 e il 13 per cento dei flussi. A seguire l’Ungheria, l’Olanda e l’Austria, tutte con un 5 per cento di italiani migranti all’attivo.

Il trasferimento, spiga la ricerca, è compiuto senza la famiglia al seguito nel tre quarti dei casi e se si devono indicare almeno due motivi per spostarsi dal paese d’origine si parla di “ricerca di un reddito migliore” e “possibilità di fare carriera”.

Come potrebbe cambiare la riforma Fornero

 Il Consiglio dei Ministri che si terrà il prossimo 21 giugno potrebbe già  trovarsi a discutere del cosiddetto pacchetto – lavoro, ovvero di quell’ insieme di misure che il Governo Letta ha intenzione di varare per modificare alcuni aspetti della precedente riforma del lavoro, quella che porta il nome dell’ ex Ministro Fornero

Lavoro estivo: le professioni più ricercate

 Sono tanti gli studenti che, una volta finita la scuola o la sessione di esami, cercano un’occupazione per i mesi estivi. Certo, la situazione occupazionale italiana al momento lascia poco da sperare, ma, secondo le ultime stime, questa estate porterà a ben 60.000 nuove occupazioni temporanee.

Per accaparrarsi un posto, però, è necessario guardare nella giusta direzione. Ecco quali sono le professioni che maggiormente richieste per questa estate 2013.

Secondo i dati rilasciati dal sistema informativo Excelsior di Unioncamere e dal ministero del Lavoro, la professione maggiormente richiesta per questa estate, come succede d’altronde tutti gli anni, è il cuoco, seguita, immediatamente dopo, dal cameriere e da tutte le professioni del settore turistico-alberghiero, quindi si cercano anche addetti ai servizi di pulizia, all’accoglienza, all’informazione e all’assistenza della clientela.

Per alcune di queste professioni spesso è richiesta una esperienza precedente o la provenienza da scuole del settore, ma ci sono anche molte realtà che cercano giovani alla prima esperienza.

Se tra queste professioni nessuna rientra nel vostro campo di interessi, le ricerche di una occupazione estiva si possono focalizzare anche sull’animazione – in questo caso c’è anche la possibilità di fare una esperienza di lavoro all’estero – o, ancora, sul baby sitting o sul commercio, in particolar modo nelle grandi città dove è prevista una maggiore affluenza di turisti per il periodo estivo.

Rapporto sui diritti globali: ecco chi sono i precari italiani

 Il Rapporto sui Diritti Globali voluto dalla CGIL ha messo in luce un’altra grave piaga italiana che fa buona compagnia alla disoccupazione: il precariato, ossia la condizione nella quale si trovano molti giovani italiani, ma non solo giovani, che li porta ad avere un’occupazione, ma senza alcuna certezza per il futuro.

► Lavoro estivo: le professioni più ricercate

Circa 3,3 milioni di persone in Italia si trovano in questa situazione. Parliamo, nella maggior parte dei casi, di persone che si trovano ad essere dipendenti con contratti a termine involontari o coloro che lavorano part time pur essendo disponibili ad una occupazione a tempo pieno.

Fanno parte della schiera dei precari anche i collaboratori che si trovano vincolati da monocommittenze, obbligo dell’utilizzo dei mezzi e degli strumenti aziendali e da orari e sedi di lavoro fissati dal committente. L’ultima categoria sono i liberi professionisti, molto spesso anche loro involontari, che lavorano con partita Iva.

Il guadagno medio di un precario in Italia è di 836 euro netti al mese, con gli uomini che ne guadagnano fino a 927 e le donne che si fermano, invece, a 759 euro.

► I profili lavorativi più ricercati dalle agenzie per il lavoro

Maggiormente concentrati nelle regioni del sud (21,2% in Calabria, 20,4% in Sardegna, 19,9% in Sicilia e 19,8% in Puglia) i precari lavorano per la maggior parte nella pubblica amministrazione: 514.814 nella scuola e nella sanità, 477.299 nei servizi pubblici e 119.000 tra Stato, Regioni e Enti locali.

I profili lavorativi più ricercati dalle agenzie per il lavoro

 La disoccupazione in Italia non aveva mai raggiunto dei livelli così alti. Quasi la metà dei giovani si trova senza un’occupazione a causa della crisi e della stagnazione dell’economia.

► Lavoro estivo: le professioni più ricercate

Va detto, però, che la mancanza di lavoro per i giovani non è sempre colpa della crisi, a volte, infatti, a rendere difficile la ricerca è anche la mancanza di informazione dei giovani su quali siano le professioni effettivamente ricercate e, quindi, la mancanza di una formazione adeguata per rendersi appetibili al mercato del lavoro.

A dirlo sono due delle agenzie per il lavoro più importanti in Italia, ManPower e Adecco.

Secondo Manpower, i profili professionali più richiesti al momento sono quelli specializzati nell’ internazionalizzazione aziendale e nel commercio, che, accanto ad una formazione tradizionale – ad esempio come gli addetti amministrativi e al backoffice o i funzioni segretariali – abbiano anche delle esperienze che possano aiutare le aziende a rendersi competitive sul mercato che è divenuto quasi esclusivamente digitale e internazionale.

► I 4 motivi della disoccupazione giovanile secondo l’Economist

Ma, stando invece a quanto dichiarato da Adecco, per trovare lavoro non è necessario avere un’alta formazione: ci sono alcune professioni molto specializzate e altamente redditizie che, però, non richiedono anni di studio, ma piuttosto la formazione sul campo: sono i tecnici specializzati (manutentoreoperatore su macchine utensili, saldatore etc) sempre più richiesti ma, purtroppo, poco presenti nel mercato del lavoro italiano.