L’allarme della disoccupazione giovanile

 I giovani che non hanno un lavoro sono la vera preoccupazione europea. In pratica nel Vecchio Continente l’allarme maggiore è legato alla disoccupazione giovanile. A dirlo e spiegarlo in modo scientifico ci ha pensato l’ILO, l’Organizzazione internazionale del lavoro.

Record di disoccupati in Spagna

L’ILO fa parte dell’ONU ed ha pubblicato un rapporto sulla situazione lavorativa mondiale. Il grande problema da affrontare oggi è che la crescita della disoccupazione giovanile che sarà ancora costante nei prossimi 5 anni. Nel 2018 il tasso di disoccupazione giovanile arriverà al 12,8 per cento. E’ una crisi che interessa soprattutto i giovani ma che deve essere affrontata dal punto di vista economico, sociale e politico.

I giovani hanno difficoltà con i mutui prima casa

Il tasso di disoccupazione giovanile, che riguarda i lavoratori di età compresa tra 15 e 24 anni, è cresciuto molto. Nel 2007 era pari all’11,5 per cento ed ora nel 2012, è arrivato al 12,4 per cento. Tanto dipende dal rallentamento globale dell’economia ma non sembra che su questo fronte ci sia un barlume di miglioramento.

In più, oltre ai giovani senza lavoro, sono aumentati anche i giovani che hanno lavori precari, temporanei o part time. Rispetto ai periodi analoghi a questo, già visti in passato, l’elemento nuovo è il perdurare della crisi.

L’allarme di Rete Imprese per le imprese italiane

 Rete Imprese lancia un appello al Governo e alla politica tutta per ciò che sta succedendo alle imprese italiane: nel 2013 potrebbero chiudere 250mila attività commerciali e dell’artigianato con la perdita di 650mila posti di lavoro, fatto che si aggiunge alla perdita di 26,6 miliardi di Pil e 22,8 miliardi di consumi.

Una situazione gravissima generata da una crisi che si è trasformata in una recessione che intrappola le imprese sulle quali, inoltre, pesa un carico fiscale ormai intollerabile, la mancanza di credito e anche la macchinosa burocrazia italiana.

Le imprese italiane, denuncia Rete Imprese, a causa di questa situazione, non possono essere competitive sul mercato internazionale, come dimostra la perdita, negli ultimi sei anni, della competitività.

Una situazione che, però, può ancora essere invertita, ma solo se si riuscirà ad evitare il balzello fiscale previsto per l’estate che prevede l’aumento dell’Iva, la Tares e l’Imu. Il governo deve agire in fretta, commenta Carlo Sangalli, presidente di Rete Imprese Italia, e il fisco è la prima delle quattro priorità per il salvataggio delle imprese italiane che prevedono, dopo la riduzione delle tasse, la concessione di maggiore credito, la semplificazione e gli incentivi al lavoro.

Anche la Camera dà il via libera al Def

 Dopo quello di ieri pronunciato dal Senato, è arrivato, anche da parte dell’ Aula della Camera, il via libera al Def, il Documento di economia e finanza che è stato approvato con 419 voti a favore.

> Il Senato dà il via libera al Def

Nella Risoluzione la maggioranza ha così espresso la sua volontà di superare la rigida austerità di bilancio degli ultimi mesi, per aprire verso una politica che ripercorra la strada della crescita e dell’ occupazione. L’ obiettivo del Governo sarà dunque quello di continuare a razionalizzare la spesa pubblica, ma accanto alle misure di contenimento, si troverà anche spazio per accrescere gli investimenti produttivi e per alleggerire la pressione fiscale che al momento grava sulle spalle di famiglie e imprese.

Dai dividendi dello spread le risorse per l’IMU e la Cig

Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni ha quindi ricordato che l’ approvazione del Def da parte del Parlamento è un passo sicuramente importante anche nei confronti degli incontri con Bruxelles che si verificheranno a breve.

Il primo passo, infatti, è comunque costituito dalla chiusura della procedura di disavanzo, ma successivamente ci si dedicherà ad una revisione del Def in relazione anche alle riforme strutturali annunciate dal Governo.

Per Squinzi è necessario detassare il costo del lavoro

 Mentre il nuovo esecutivo guidato da Enrico Letta si prepara, nel corso di questa settimana, a sciogliere, almeno in via preliminare, il problema rappresentato dalla sospensione dell’ IMU, il Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, sposta l’ attenzione su un’ altra grave emergenza del Paese:  quella dell’ eccessivo costo del lavoro.

Susanna Camusso cerca l’accordo con Confindustria

Per il Presidente dell’ Unione degli industriali italiani, infatti, sarebbe decisamente più importante intervenire per detassare il costo del lavoro piuttosto che quello della casa, dal momento che in questo momento la vera priorità per il Paese è quella di dare nuova linfa al mercato del lavoro e far ripartire la crescita.

Le priorità per il nuovo governo secondo Squinzi

A proposito di questo tema, dunque, Giorgio Squinzi ha ricordato, dal Politecnico di Milano, dove era ospite in occasione del 50enario del conferimento del Premio Nobel a Giulio Natta, che Confindustria ha in passato avanzato la proposta di detassare del 9% il costo del lavoro attraverso la neutralizzazione dello stesso dal calcolo degli imponibili Irap. Per il Presidente questo è quindi un provvedimento che deve essere adottato e che avrebbe sicuri risultati positivi in questa direzione.

Squinzi ha poi dedicato anche un commento all’ ipotesi, spesso suggerita in questi giorni, della cosiddetta decrescita felice: a suo avviso si tratta di una soluzione impossibile, che andrebbe a distruggere lavoro e occupazione.

Per Bonanni è necessario rifinanziare la CIG entro maggio

 Il punto di vista del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, sull’ emergenza disoccupazione in Italia è a dir poco tassativo: il Governo, infatti, dovrà trovare al più presto – cioè entro la fine del mese di maggio – quel miliardo  e mezzo utile al rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga, a meno di non aggiungere una ulteriore emergenza ad una situazione già estremamente precaria.

Disoccupazione in aumento nel 2013 e nel 2014

Secondo Bonanni, infatti, ad essere a rischio è la stessa tenuta sociale del Paese, poiché, qualora la Cig non venisse rifinanziata, oltre 700 mila cassaintegrati andrebbero andare ad aggiungersi al già alto numero dei disoccupati italiani.

> I giovani disoccupati sono il 38,4%

E per quanto riguarda le cifre relative alla disoccupazione italiana, a partire dal 2007 ad oggi, cioè dalle prime avvisaglie della crisi economica, il numero delle persone senza lavoro in Italia è praticamente raddoppiato. Così che, secondo le ultime stime fornite dall’ Istat, il tasso di disoccupazione del nostro Paese raggiunge oggi quasi il 12%, e si tratta di un valore privo prospettive di miglioramento in futuro.

Per il leader della Cisl, inoltre, le altre emergenze sociali a cui bisogna trovare presto una soluzione sono rappresentate dalla questione degli esodati, dalla necessità di promuovere l’ occupazione e da quella di abbattere la pressione fiscale.

Il programma di Letta su Imu e occupazione

 Dalle telecamere di “Che tempo che fa” il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha fatto ieri sera su Rai 3 il punto della situazione su tutte le principali questioni che travagliano il nuovo esecutivo.

> Una nuova tassa comunale al posto dell’Imu?

Tra i numerosi argomenti trattati, all’ interno dei quali un certo spazio è stato riservato anche a Europa, lotta alla mafia e cultura, campeggiano, però, i due temi di maggiore urgenza per il Paese, ovvero la ripresa dell’ occupazione – per ridare speranza ad un mercato del lavoro, ed ad una economia che versa da tempo in condizioni negative – e la questione dell’ IMU, al centro ormai da giorni delle prime mosse del Governo.

> Disoccupazione in aumento nel 2013 e nel 2014

Per quanto riguarda l’ IMU, dunque, per Letta si tratta di una tassa che va comunque superata e non di una prerogativa del Centro Destra. La sua rivisitazione, però, sarà compresa all’ interno di un ben più ampio piano sulla casa,  con misure relative anche ad incentivi per gli affitti e per le ristrutturazioni.

Sul fronte del mercato del lavoro, inveceil Presidente del Consiglio ha annunciato l’ urgente rifinanziamento, già nei prossimi giorni, della Cassa Integrazione in deroga (Cig), che sarà coperta attraverso lo stesso provvedimento con cui si ratificherà il congelamento della rata di giugno dell’IMU. A giugno, inoltre, la proposta di un grande piano europeo per il rilancio dell’ occupazione.

Disoccupazione in aumento nel 2013 e nel 2014

 Ancora nessuna buona novità sul fronte del mercato del lavoro italiano. Anzi, le ultime stime relative alla situazione economica del Paese, pubblicate dall’ Istat, sono su questo fronte abbastanza negative.

> L’Eurozona tra disoccupazione e inflazione

Nel suo rapporto intitolato «Le prospettive per l’economia italiana nel 2013-2014» l’Istat ha infatti previsto che nei prossimi mesi del 2013 il tasso di disoccupazione subirà un ulteriore incremento pari all’ 1,2% rispetto al 2012, andando così ad attestarsi su un valore dell’ 11,9%.

I giovani disoccupati sono il 38,4%

Non ci saranno, poi, su questo fronte, quei deboli segnali di ripresa che invece interesseranno il prodotto interno lordo e la spesa per i consumi nel 2014: l’ Istituto prevede, infatti, che il tasso di disoccupazione continuerà a salire anche nel corso del prossimo anno, raggiungendo il 12,3%.

Tra le cause di questo incremento l’ Istat cita l’ inevitabile lentezza con cui il mercato del lavoro è solito tenere dietro a fenomeni di ripresa economica. Alla luce di un futuro aumento della disoccupazione è possibile, inoltre, che anche le retribuzioni per dipendente siano soggette nei prossimi mesi ad un debole incremento e che la produttività subisca invece prima un debole calo e poi una leggera ripresa. Una flessione, infine, investirebbe anche il costo del lavoro per unità di prodotto.

L’occupazione è la priorità del Ministro del Lavoro

 Per il neo Ministro del Welfare Enrico Giovannini le priorità a cui il nuovo Governo governo dovrà dare risposta in tempi brevi sono essenzialmente due: la creazione di nuovi posti di lavoro e il blocco della crescente disoccupazione.

Solo il lavoro potrà trascinare con sé, infatti, una nuova crescita economica. E per fare questo, l’ esecutivo del Governo Letta prevede innanzitutto di apportare alcune modifiche alla precedente riforma Fornero, che ha regolamentato il mercato del lavoro secondo canoni  un po’ troppo rigidi per l’ economia di crisi che il Paese sta invece vivendo.

Per Giovannini la riforma Fornero va cambiata

Per prima cosa, dunque, bisognerà mettere nuovamente mano alla contrattualistica dei contratti a tempo determinato, per garantire a tutto il mondo dell’ imprenditoria italiana una maggiore flessibilità attualmente non assicurata dalla Riforma.

> Le modifiche alla riforma Fornero

Altre priorità – o meglio emergenze – della situazione italiana contemporanea per il Ministro Giovannini sono poi quelle rappresentate dal rifinanziamento  della Cassa Integrazione in deroga e dagli esodati.

Per quanto riguarda la Cig, infatti, i sindacati –  che hanno ritrovato una nuova intesa all’ indomani del 1 Maggio – e le Regioni hanno già fatto richiesta di un nuovo finanziamento per il 2013 che, secondo i calcoli delle stesse sigle sindacali, dovrebbe ammontare a circa 1,5 miliardi di euro.

Per Giovannini la riforma Fornero va cambiata

 Proprio ieri, Primo Maggio e giorno della Festa del Lavoro, il neo ministro del Welfare Enrico Giovannini ha annunciato la necessità di apportare delle modifiche alla riforma Fornero, la riforma che da qualche mese a queste parte aveva ridisegnato le norme del mercato del lavoro.

> Vademecum sulla riforma del lavoro – L’interpretazione

A queste dichiarazioni del Ministro Giovannini, poi, hanno subito fatto eco le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Enrico Letta, che da Parigi ha sostenuto la tesi della necessità di una maggiore flessibilità nel mondo dei contratti a termine.

> Letta annuncia modifiche alla riforma Fornero

Secondo il Ministro del Welfare Giovannini, infatti, la riforma Fornero è stata ideata e sviluppata per adeguarsi ad una economia di crescita. L’Italia, invece, in questo momento, si trova in un periodo di recessione e ciò impone dunque la necessità di rivedere alcuni contenuti della riforma.

Oltre alla modifica della riforma del lavoro, tra le priorità che bisogna affrontare al più presto per il Ministro vi sono il problema dell’ occupazione (e della disoccupazione) e quello della ripresa dei settori economici più colpiti dalla crisi. Il lavoro è, del resto, il nodo centrale del programma del nuovo governo e va risolto in tempi molto stretti e in un’ottica di crescita europea.

I giovani disoccupati sono il 38,4%

 L’ Istat ha recentemente diffuso i dati, per il momento solo destagionalizzati e provvisori, relativi alla situazione degli occupati e dei disoccupati italiani relativi al mese di marzo 2013.

> 1,24 milioni di disoccupati in più dal 2007

Per il mese di marzo, dunque, il tasso di disoccupazione italiana è rimasto stabile all’ 11,5%, ma su base annua il tasso di disoccupazione risulta aver subito un incremento dell’ 1,1%.

Questo significa, tradotto in numeri, che rispetto al mese di marzo 2012, nel corso del mese di marzo di quest’ anno si sono persi 248 mila posti di lavoro.

Record di disoccupati in Spagna

Le più colpite da questo fenomeno sembrano essere le donne, per le quali sono stati persi nel terzo mese dell’ anno 70 mila posti di lavoro. Al contrario, tuttavia, sale il numero degli uomini occupati di 19 mila unità.

Sempre con riferimento al mese di marzo, infine, le persone che invece lavorano in Italia sono 22 milioni 674 mila, cioè il 56,3% della popolazione.

Si possono così tirare momentaneamente le somme del quadro che abbiamo delineato: il settore più colpito per quanto riguarda la disoccupazione nel mese di marzo 2013 risulta sempre quello dei giovani con una età compresa tra i 15 e i 24 anni, la cui percentuale raggiunge oggi il 38,4%, per un totale di 635 mila unità.