I dati della disoccupazione restano altissimi per l’Italia ma c’è chi va controcorrente ed assume anche in tempi di crisi.
Occupazione
Pensioni, il silenzio del governo
Il discorso pensioni è stato ancora una volta rimandato: non c’è stato infatti nessun intervento da parte del premier Matteo Renzi sulle pensioni, nessuna risposta dell’Italia all’Ue sulla questione di trattamento di genere nell’età per raggiungere la pensione contributiva fra uomini e donne, e nessun confronto sulle pensioni dei Quota 96 della Scuola in Commissione Bilancio.
Cos’è la riforma Hartz, ovvero il modello a cui si ispira Matteo Renzi per la nuova riforma del lavoro
Matteo Renzi è stato in Germania per un incontro bilaterale con la cancelliera tedesca Angela Merkel, un incontro in cui tanto l’uno che l’altro hanno avuto di che complimentarsi: la cancelliera ha speso parole di lode per le riforme che sta mettendo in atto il giovane premier, mentre Renzi non ha avuto timore nel dire apertamente che per la sua riforma del mondo del lavoro e del welfare ha studiato e preso spunto dalla riforma Hartz, ovvero la riforma messa in atto tra il 2003 e il 2005 dal governo Schroeder.
Cerchiamo di capire, quindi, di cosa si tratta e perché questa riforma potrebbe essere utile anche in Italia.
I paesi dove le donne lavorano come gli uomini
Da sempre e ovunque le donne hanno avuto delle difficoltà oggettive di inserimento e di carriera nel mondo del lavoro che i loro colleghi maschi non hanno mai dovuto affrontare.
Negli ultimi tempi la situazione sta migliorando, ma si è ancora ben lontani dall’avere una vera e propria parità dei sessi nel mondo del lavoro in quanto a possibilità di fare carriera e di retribuzione.
Ci sono però alcuni paesi dove le donne hanno ormai raggiunto questa agognata parità, vediamo quali sono.
► Le donne italiane oberate dalle faccende domestiche
La classifica dei paesi in cui le donne sono considerate al pari dell’uomo è stata stilata dal The Economist, che ha redatto la classifica in base ai seguenti parametri: istruzione, partecipazione in termini di forza lavoro, salario, costo degli asili, regolamentazione della maternità, numero di iscrizioni nelle business school e rappresentatività tra le posizioni senior.
La classifica dell’Economist sulle possibilità lavorative delle donne
I paesi del Nord Europa sono quelli in cui le donne sembrano avere delle maggiori possibilità di essere al pari dei colleghi uomini almeno per quanto riguarda i livelli di istruzione raggiunti e le partecipazione alla forza lavoro, anche se la retribuzione continua ad essere inferiore rispetto a quella degli uomini.
Nella parte bassa della classifica troviamo paesi come la Corea del Sud e il Giappone che hanno un tasso scarsissimo di inclusione al lavoro delle donne: qui, infatti, non ci sono donne tra i quadri e i manager aziendali e le retribuzioni sono anche del 37% più basse di quelle degli uomini.
► Le dieci migliori aziende per le donne in carriera
Anche l’Italia si trova nella parte bassa della classifica, posizione dovuta soprattutto alla scarsa presenza delle donne nel mercato del lavoro.
Naspi, la nuova forma di sostegno alla disoccupazione
Naspi la nuova forma di sostegno di reddito di disoccupazione che entrerà in vigore con il governo Renzi ha delle innovazioni rispetto ad Aspi e Mini Aspi introdotte dall’ex ministro Fornero. Non le sostituirà del tutto ma le affiancherà. La Naspi sarà il nuovo sussidio di disoccupazione universale, destinato a tutti coloro che perdono il posto di lavoro, compresi i meno protetti tra i precari, come i collaboratori a progetto.
Laurea breve e lavoro, un binomio possibile
La riforma dell’Università che ha portato alla divisione del ciclo di studi accademico in due parti, il famoso 3+2, è stata particolarmente contestata sia dai docenti che dagli studenti che si sono trovati a dover gestire un numero infinito di corsi ed esami da sostenere.
Sono passati dodici anni dall’entrata in vigore della riforma e Almalaurea ha tirato le somme di questo lungo periodo, focalizzando la sua attenzione su coloro che hanno deciso di fermarsi al primo step, ovvero i possessori di una laurea breve.
Quanto guadagnano i laureati italiani?
E’ stato pubblicato in queste ore l’annuale rapporto di Almalaurea, consorzio che riunisce più di 60 atenei italiani, sulle condizioni dei neolaureati italiani.
L’immagine che emerge non è certo rosea: gli stipendi dei laureati italiani sono sotto la media europea e internazionale, inoltre, il numero dei ragazzi che decide di intraprendere un percorso di studi accademico continua a scendere.
I lavori e le professioni più richieste in Europa, paese per paese
Sono molti i giovani che in Italia stanno pensando, se non lo hanno già fatto, di andare a cercare fortuna all’estero. Prima di partire, però, bisognerebbe aver chiaro dove andare e a far cosa: per scegliere il paese migliore dove andare può risultare molto utile l’indagine pubblicata dalla Direzione Lavoro e affari sociali della Commissione europea che riporta quali sono le professione e i mestieri più ricercati in Europa.