Quest’anno sarà certamente ricordato come quello che ha visto un tracolle del valore del metallo giallo, insieme al forte calo visto anche nel altro prezioso, l’Argento.
Oro
Gli investitori tornano cauti dopo gli annunci della FED e l’aggiornamento del Def
Solo alcuni giorni fa l’annuncio da parte della Banca Centrale americana , la FED, di rimandare per un altro periodo di tempo il cosiddetto tapering, cioè l’interruzione degli stimoli economici e finanziari per la crescita e lo sviluppo, aveva creato nei mercati internazionali, da Wall Street alle borse europee, un generale clima di ottimismo che aveva fatto schizzare il Dow Jones a livelli record. Buoni anche i successi della borsa italiana in quelle stesse ore.
Oro a 10.000 dollari: le previsioni di Société Générale
Dall’inizio dell’estate l’oro ha avuto delle fasi alterne per il suo prezzo: si è passati dal minimo storico di giugno (1.180 dollari l’oncia), quando l’oro ha toccato il livello più basso mai registrato dal 2010, all’ultima settimana che ha visto il prezzo dell’oro crescere esponenzialmente e ha toccato i 1.433,6 dollari l’oncia, prezzo massimo degli ultimi tre mesi.
Questa mattina l’oro era poco sotto ai 1.400 dollari, in lieve rialzo rispetto alla chiusura di ieri sera.
► La strana performance positiva dell’oro
Questa introduzione è propedeutica per capire quanto detto in questi giorni da Albert Edwards, analista di Société Générale, che ha affermato che il prezzo dell’oro potrebbe arrivare anche a 10.000 dollari l’oncia, un prezzo esorbitante al quale si potrebbe arrivare se non si risolvono in fretta due criticità di importanza capitale: da un lato la crisi siriana e, dall’altro, il crollo che si è registrato negli ultimi mesi anche per le economie sulle quali tutti puntavano, quelle emergenti.
Se la situazione dovesse peggiorare ancora, secondo Edwards, il prezzo dell’oro continuerebbe a salire, come ha fatto nelle ultime settimane (+15% in due mesi), fino a raggiungere il livello estremo dei 10.000 dollari all’oncia.
Accadrebbe se si concretizzasse la possibilità di un attacco Usa in Siria, ma accadrebbe anche se crollassero i mercati emergenti. Edwards sottolinea, infatti, la precarietà delle economie occidentali che sarebbero prese in pieno e contagiate da questa crisi, creando così i presupposti per l’inizio di una nuova recessione globale.
► La Siria fa crescere il prezzo del petrolio
A creare i presupposti per un rialzo del prezzo dell’oro fino a 10.000 dollari all’oncia sarebbe la deflazione che ne nascerebbe, capace di spostarsi velocemente dall’Asia all’Europa e agli Usa.
L’oro da Londra alla Svizzera
Chi sta facendo il pieno d’oro? Una domanda fondamentale per conoscere la domanda e l’offerta del bene rifugio d’eccellenza, al fine di scommettere in modo sicuro e remunerativo per il futuro. Una risposta interessante è stata data dagli analisti che hanno osservato un movimento dal Regno Unito alla Confederazione Elvetica.
►La strana performance positiva dell’oro
Il dato riportato è il seguente: nel primo semestre del 2013, da Londra sono passate in svizzera circa 800 tonnellate d’oro. Per il valore del metallo in questione si tratta di un’operazione valutata in 2,6 miliardi di euro. Dalla Svizzera, però, fanno capire che non è colpa dei loro connazionali se c’è stato questo movimento, visto che un acquirente d’oro su due è italiano.
►Aumentano i rialzisti tra gli hedge funds
Per capire l’importanza di questo spostamento è bene fare un paragone con l’anno scorso. Nel 2012 sono stati spostati da Londra alla Svizzera, circa 80 tonnellate d’oro in sei mesi. Questo vuol dire che il momento in atto è dieci volte superiore a quello registrato l’anno scorso. Molto interessante il controvalore acquistato dall’oro in questo passaggio. Dal Regno Unito alla Confederazione Elvetica, il controvalore del metallo prezioso è di 2 miliardi e 600 milioni di euro.
Tutta l’operazione sembra dovuta al fatto che molti risparmiatori hanno detto addio all’oro di carta per comprare dei veri lingotti da conservare nei caveaux elvetici.
La strana performance positiva dell’oro
Il mondo delle materie prime, in questo momento, vive sulle corde dell’oro. Il metallo in questione, dall’essere considerato un bene di rifugio, aveva perso molta della sua brillantezza nelle ultime settimane, inaugurando un trend negativo di lungo periodo.
►Aumentano i rialzisti tra gli hedge funds
Dopo le attese ottimistiche dell’inizio del 2013 che parlavano dell’oro scambiato per 1900 dollari l’oncia, si è capito che le previsioni non erano rispondenti all’andamento reale delle quotazioni auree. C’è stato subito un ripensamento e tantissimi hedge funds sono tornati sui loro passi. Alla fine del primo semestre 2013, quindi, l’oro è stato dato in calo.
Il 22 luglio, però, qualcosa deve essere cambiato visto che si è registrata la migliore giornata dell’oro da più di un anno a questa parte. Il prezzo della materia prima in questione è cresciuto del 3,3 per cento per oncia in poco più di 4 settimane.
►Continua la discesa del prezzo dell’oro
Gli analisti, allora, hanno nuovamente corretto le valutazioni profetizzando un rialzo dell’oro di lungo periodo. A preoccupare c’è sempre il legate tra il lingotto e il biglietto verde. L’oro infatti è crollato proprio mentre guadagnava terreno il dollaro, spinto in questo movimento dalle dichiarazioni della FED che sperava di ridurre nel brevissimo periodo il piano di Quantitative Easing.
Certo è che stanno tornando sul lingotto sia la Cina, sia il Giappone.
Aumentano i rialzisti tra gli hedge funds
Il crollo delle quotazioni dell’oro, soprattutto all’inizio dell’anno, ha colto di sorpresa numerosi investitori che si aspettavano di vedere il metallo in questione scambiato anche a 1900 dollari l’oncia. Adesso, invece, si fanno i conti con il crollo delle quotazioni che sono scese alla fine di giugno fino a 1180 dollari l’oncia. Si tratta del livello minimo registrato da 3 anni a questa parte.
► Continua la discesa del prezzo dell’oro
Cosa potrebbe cambiare nel breve periodo? Tutto dipende dagli investitori internazionali e dalle loro sensazioni. I cosiddetti hedge funds, infatti, non sono convinti che il crollo delle quotazioni dell’oro sia da considerarsi un trend di lungo periodo. Anzi.
In questo primo tratto di luglio, per l’appunto, l’oro ha recuperato il 10 per cento del suo valore e le quotazioni hanno raggiunto anche la soglia dei 1300 dollari l’oncia. Questa inversione di tendenza sembra legata alla diminuzione del numero di venditori. Per questo è lecito aspettarsi un recupero dei prezzi nella seconda parte del 2013, nel secondo trimestre dell’anno.
Le posizioni rialziste sono state analizzate anche dalla Commodity Futures Trading Commission che proprio la settimana scorsa ha valuto un incremento del 4,1 per cento del numero degli investitori che credono nel recupero del dollaro. Secondo Standard Chartered, addirittura, si arriverà presto ai 1400 dollari l’oncia.
Continua la discesa del prezzo dell’oro
L’oro continua a perdere terreno a dispetto di tutte le previsioni fatte alla fine dell’anno scorso. I risultati del primo trimestre del 2013 sono al quanto deludenti visto che non era stato proprio individuato il trend giusto. Il prezzo del metallo giallo, infatti, è in calo. L’oro, in tutto il 2013, fino a questo momento, ha perso esattamente il 25 per cento del suo valore ma questo non ha scoraggiato gli acquisti che restano ad un livello molto elevato.
In un anno e mezzo, dopo il boom delle quotazioni, il valore dell’oro ha subito una battuta d’arresto. Non è tutta colpa della crisi perché è cambiata proprio la considerazione di questa materia prima che sembra essere ormai fuori dall’alveo dei beni rifugio. Per mettere al sicuro i risparmi, adesso, dovranno essere sperimentate nuove strategie.
Questo non vuol dire che la domanda di oro sia in calo visto che anche nel 2013 i volumi relativi all’acquisto di oro, resteranno molto elevati, trainati dalle richieste dei paesi emergenti. Tutta questa situazione dipende dal fatto che le quotazioni dell’oro non seguono un andamento normale, ma sono contraddistinte da un’anomalia che le porta oltre la classica relazione domanda-offerta.
►L’analisi di FT Alphaville sull’oro
Le ultime previsioni legate all’oro parlano comunque di una stabilizzazione del prezzo del metallo giallo, per il 2013, attorno al costo di 1250 dollari l’oncia.
La bolla oro ai minimi
L’oro, dall’inizio dell’anno è stato considerato il materiale con il maggior margine di guadagno. Già solo per il fatto che nazioni ed investitori lo considerano un bene rifugio, era garanzia della sua ascesa incondizionata. In realtà le previsioni non sono state rispettate quindi invece che viaggiare verso i massimi storici con il superamento della soglia dei 1900 dollari l’oncia, il metallo prezioso ha viaggiato verso i minimi.
►L’analisi di FT Alphaville sull’oro
In pratica è iniziato un trend ribassista che ha portato l’oro ai livelli minimi mai registrati negli ultimi tre anni. Il trend ribassista non sembra momentaneo ma al contrario sembra prefigurare un andamento di lungo periodo. Gli investitori, a questo punto, cercano delle strategie per uscire fuori dal settore delle materie prime, per affrancarsi dall’oro.
►Valute e materie prime legate verso il ribasso
Mercoledì scorso il metallo in questione ha sfondato la soglia minima e con la perdita del 4 per cento del suo valore, è giunto fino ai 1221,80 dollari l’oncia. In generale nel secondo trimestre dell’anno finanziario il ribasso del metallo è stato del 23 per cento e proprio per questo si teme che sia già iniziata la bolla dell’oro.
Alcuni esperti di fondi d’investimento vedono sempre più vicina la soglia dei 1000 dollari, superata la quale gli investitori avranno sempre meno voglia di dedicarsi al metallo giallo.
L’analisi di FT Alphaville sull’oro
Il prezzo dell’oro continua a scendere e in questo momento in trend a ribasso della materia prima in questione sembra quanto meno delineato. FT Alphaville che è un blog specializzato del Financial Times, ha proposta una sua analisi interpretativa della situazione. Il report è stato curato da Izabella Kaminska.
►Valute e materie prime legate verso il ribasso
L’oro da sempre è considerato un bene di rifugio e si pensava che potesse assolvere a questa funzione ancora per moltissimo tempo. Invece, già nel primo trimestre del 2013, è stato fin troppo evidente che qualcosa stava cambiando e che le previsioni che consideravano l’oro in viaggio verso i 1900 dollari l’oncia, erano addirittura falsate.
►L’oro ancora al ribasso va verso i livelli minimi
In effetti l’oro ha raggiunto in queste settimane il livello minimo mai registrato negli ultimi tre anni ed è andato anche al di sotto della soglia di resistenza dei 1200 dollari l’oncia. La fase ribassista, però, non sembra questione di giorni, quindi ci si chiede fino a che punto si potrà arrivare nelle prossime settimane di scambi.
Giovedì, il prezzo dell’oro è sceso sotto i 1200 dollari per oncia. La reazione degli investitori è stata molto interessante perché sono rimasti in attesa di una potenziale risalita e hanno studiato i valori minimi futuri del metallo giallo. Nelle previsioni si parla anche di 800 o 900 dollari per oncia.
L’oro ancora al ribasso va verso i livelli minimi
Un analista finanziario di Saxo Bank, Steve Lucas, ha fatto un’analisi accurata delle quotazioni auree spiegando che in futuro ci saranno ancora dei ribassi. Una prospettiva che, sebbene contraddica tutte le precedenti visioni, soprattutto quelle della fine del 2012, introduce al trend più “plausibile”.
►Oro sotto i 1500 dollari l’oncia
L’analisi di Lucas parte da un’idea molto precisa del trend dell’oro. In questi mesi, il mercato ha registrato i massimi mensili più bassi da novembre 2012 ad oggi. I prezzi dell’oro hanno chiuso una serie di minimi annuali più alti. Tutto fa pensare che siamo davanti ad un sentiment ribassista. Ad aprile, però, c’è stato un rimbalzo che ha fatto recuperare le quotazioni dell’oro e fa intuire una rottura del trade basso del 2011.
►Nessuno si spiega il crollo dell’oro
Oltre all’analisi, Saxo Bank fornisce anche delle indicazioni precise per gli investimenti dei prossimi mesi. In particolare offre tre parametri ed un suggerimento. I parametri indicati nel report sono sostanzialmente tre. L’entry, lo stop e il target. Il primo parla di un mercato a 1400 dollari l’oncia. Lo stop è equivalente invece al massimo livello di quotazioni raggiunte a maggio che equivalgono a 1487,6 dollari l’oncia. Infine il target che è dato da 1321,5 e 1284,3, dove il primo è il minimo raggiunto nel 2013 e il secondo è un pull back del 38 per cento calcolato al rally decennale del periodo 2001-2011.