Un post pubblicato in precedenza ci ha dato la possibilità di fornire alcune utili informazioni in merito al regime contabile agevolato, quel particolare regime agevolato per l’ Iva che l’ Agenzia delle Entrate riserva a specifiche categorie di contribuenti che si trovino in possesso dei requisiti necessari.
Partita Iva
Le semplificazioni del regime contabile agevolato
Un post pubblicato in precedenza ci ha dato la possibilità di fornire alcune utili informazioni in merito al regime contabile agevolato, quel particolare regime agevolato per l’ Iva che l’ Agenzia delle Entrate riserva a specifiche categorie di contribuenti che si trovino in possesso dei requisiti necessari.
Soggetti e contribuenti esclusi dal regime contabile agevolato
Un post pubblicato in precedenza ci ha dato la possibilità di fornire alcune utili informazioni in merito al regime contabile agevolato, quel particolare regime agevolato per l’ Iva che l’ Agenzia delle Entrate riserva a specifiche categorie di contribuenti che si trovino in possesso dei requisiti necessari.
Mutui per possessori di Partita Iva – I migliori a tasso misto del 2013
Chi possiede una Partita Iva, e quindi si configura come un libero professionista, dalle banche viene assimilato nella grande categoria dei lavoratori atipici, ossia quei lavoratori che non hanno uno stipendio fisso o un contratto a tempo indeterminato che possa essere usato come garanzia di fronte all’istituto bancario.
► Costi di gestione della Partita Iva
I liberi professionisti sono talmente scoraggiati da questa situazione che hanno rinunciato addirittura a chiedere prestiti e mutui, ma non tutte le porte sono chiuse, perché ci sono delle banche che hanno creato degli strumenti di credito appositamente studiati sulle esigenze di chi possiede una Partita Iva.
Un primo consiglio da seguire per ottenere credito per i liberi professionisti, è di orientarsi verso mutui a tasso fisso e variabile, che permettono di aderire meglio all’andamento non lineare del loro reddito. Le ciance di ottenere un mutuo aumentano se si scelgono prodotti con opzione di rinegoziazione.
► Obblighi fiscali e costi: quando conviene aprire la Partita Iva?
I migliori mutui a tasso misto per le Partite Iva
Mutuo Arancio di IngDirect: tasso del 4.395% per i primi 5 anni, con possibilità di passare al variabile o rimanere al fisso. Possibilità di rinegoziazione dopo 10 anni; la durata massima del mutuo è di 30 anni per un importo che copre non più dell’80% del valore dell’investimento.
Credito Emiliano (Credem) e Banca delle Marche: tasso misto del 5,72%, durata massima di 30 anni per l’80% dell’immobile.
UBI Banca: tasso al 4.055%, durata massima di 50 anni e copertura all’80%.
Obblighi fiscali e costi: quando conviene aprire la Partita Iva?
Aprire una Partita Iva è conveniente solo quando i guadagni del lavoratore autonomo sono sufficienti a coprire i costi di gestione della Partita Iva.
I costi di gestione della Partita Iva
Gli obblighi fiscali della Partita Iva
Oltre questi, nel soppesare i pro e i contro dell’apertura di una Partita Iva, non va dimenticato di mettere sul piatto della bilancia anche il suo costo burocratico, che consiste, per lo più, degli obblighi fiscali.
Tra questi ci sono, naturalmente, l’obbligo dell’emissione della fattura ogni volta che si riceve un pagamento, la compilazione dei registri contabili che contengono tutto lo storico delle fatture emesse e ricevute, la liquidazione dell’Iva e la sua dichiarazione annuale tramite Modello Unico o gestione separata.
► Come si apre la Partita Iva?
Quindi, conviene aprire una Partita Iva?
Come anticipato la convenienza dell’apertura della Partita Iva dipende soprattutto da quanto si pensa di guadagnare in un anno. Per compensi totali che non superano i 5.000 euro all’anno, la Partita Iva è altamente sconsigliata perché il reddito sarebbe appena sufficiente per coprire i costi di gestione e le tasse. In questi casi è meglio scegliere altre modalità di pagamento, come la ritenuta d’acconto.
Per un reddito imponibile stimato tra i 5 e i 30 mila euro all’anno potrebbe essere conveniente, se si rientra nei limiti di età, l’apertura di una Partita Iva con il regime dei minimi.
Costi di gestione della Partita Iva
Avere una Partita Iva è una richiesta sempre più frequente tra i datori di lavoro. Si cercano figure professionali non dipendenti, da pagare con un compenso alla consegna del lavoro assegnato, senza doversi fare carico degli obblighi contributivi a favore di questo.
Il professionista a Partita Iva gestisce da sé la sua posizione fiscale e contributiva, ma non sempre questo è un male. La Partita Iva può anche essere vantaggiosa, a patto, però, che i compensi che si ricevono siano tali da coprire le spese di gestione della Partita Iva.
► Come si apre la Partita Iva?
Infatti, aprire una Partita Iva non ha nessun costo, i problemi si manifestano per il suo mantenimento: vediamo nello specifico quali sono.
I costi di gestione della Partita Iva
I costi di gestione della Partita Iva sono di due tipi: da un lato le spese per la gestione della contabilità da parte di un professionista e, dall’altra, le quote di iscrizione alle Camere di Commercio – per le categorie per le quali è prevista, con un importo medio tra gli 80 e i 100 euro all’anno – tasse e tributi.
Questi ultimi sono:
– Inps: calcolata al 27% del reddito imponibile, più un eventuale conguaglio se questo risulta superiore ai 13.819 euro in un anno;
– Irpef e Irap, da calcolare in base al reddito.
► Obblighi fiscali e costi: quando conviene aprire la Partita Iva?