Il dipartimento delle Finanze del Ministero dell’ Economia ha fornito gli ultimi bilanci in merito alle aperture delle Partite Iva nel corso del primo semestre del 2013. Le statistiche dimostrano che, rispetto al primo semestre del 2012, queste ultime hanno subito un calo del 6,5%.
Partita Iva
Come funziona il regime delle nuove iniziative produttive per l’apertura di una Partita Iva?
Quando si decide di mettersi in proprio e di iniziare a lavorare percependo i propri compensi tramite Partita Iva è necessario fare molta attenzione alla scelta del regime fiscale.
Infatti, il Governo, per andare incontro a tutti coloro che hanno volontà imprenditoriale anche in questa difficile situazione economica, ha messo a punto diversi regimi fiscali per i possessori di una Partita Iva. Tra questi ci sono il regime dei minimi e il regime delle nuove iniziative produttive.
► Come si apre la Partita Iva?
Se il primo regime è dedicato a persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni che iniziano una nuova attività, il regime delle nuove iniziative produttive è quello migliore nel caso in cui si rientri nella categoria delle persone fisiche che iniziano una nuova attività d’impresa (incluse anche le imprese familiari) per la prestazione di servizi o per attività industriali o commerciali.
Questo regime – la cui scelta deve essere indicata nel modello AA9/11 necessario alla richiesta dell’apertura della Partita Iva – prevede il pagamento di una tassa unica del 10% che sostituisce l’Irpef e le altre addizionali regionali, ma chi sceglie questo regime deve poi provvedere autonomamente alla regolarizzazione delle posizioni Inps e Inail e agli obblighi amministrativi relativi alla Camera di Commercio.
Per usufruire del regime delle nuove iniziative produttive è necessario essere in possesso di tutti i requisiti necessari per l’adesione al regime dei nuovi minimi, ai quali si aggiunge il limite di 30.987,41 euro per i compensi derivanti da attività di prestazione di servizi e di 61.974,83 euro se si tratta di attività industriali o commerciali.
► Chi può avvalersi del regime dei minimi per l’apertura di una Partita Iva?
Non è prevista ritenuta d’acconto, ma chi sceglie il regime delle nuove attività produttive, differentemente da quanto accade per il regime dei minimi, ha l’obbligo di conservare i documenti contabili e di fatturare le operazioni attive.
Chi può avvalersi del regime dei minimi per l’apertura di una Partita Iva?
Sempre più spesso le aziende richiedono ai giovani il possesso di una Partita Iva. In questo modo le aziende non hanno particolari carichi fiscali, in quanto questi sono riversati sul lavoratore stesso che dovrà provvedere al pagamento delle tasse e delle imposte relative ai redditi percepiti, alla previdenza e alle varie addizionali regionali.
► Come si apre la Partita Iva?
Con una normale Partita Iva queste imposizioni fiscali sono piuttosto proibitive, soprattutto per chi si accinge a iniziare una nuova attività: per questo è stato studiato il regime dei minimi – trasformatosi nel 2011 in regime dei nuovi minimi – che prevede una minore imposizione fiscale e meno oneri burocratici.
La Partita Iva con il regime dei nuovi minimi (scelta che deve essere indicata nella compilazione del modello AA9/11 necessario per l’apertura della stessa) è destinata a nuovi imprenditori, giovani e lavoratori in mobilità che hanno aperto un’impresa o un’attività autonoma a partire dall’1 gennaio del 2012, ma per potersi avvalere dei suoi benefici è necessario essere in possesso anche dei seguenti requisiti:
1. Età non superiore ai 35 anni;
2. Non aver esercitato attività artistiche o professionali nei tre anni precedenti;
3. L’attività per la quale si apre la Partita Iva con il regime dei minimi non deve essere la prosecuzione dell’attività svolta precedentemente;
4. Il compenso percepito nell’anno precedente all’apertura della Partita Iva non deve essere superiore ai 30.000 euro.
Il regime dei minimi vale per cinque dalla prima richiesta ed è rinnovabile fino al compimento del 35° anno di età.
► Come funziona il regime delle nuove iniziative produttive per l’apertura di una Partita Iva?
Va ricordato, inoltre, che chi decide di aprire una Partita Iva con il regime dei nuovi minimi non è sottoposto alla registrazione e alla tenuta scritture contabili per imposte dirette ed è anche esonerato dal versamento e dagli obblighi IVA.
Come si apre la Partita Iva?
In questo periodo di disoccupazione alle stelle, molti aspiranti lavoratori decidono di cambiar la loro situazione mettendosi in proprio. Per farlo è necessario l’apertura di una Partita Iva, che ci identifichi come lavoratori autonomi o come imprenditori individuali.
► Chi può avvalersi del regime dei minimi per l’apertura di una Partita Iva?
È da questa differenziazione che si parte per iniziare le procedure di apertura della Partita Iva, quindi cerchiamo di capire qual è la differenza tra le due situazioni: il lavoratore autonomo è un libero professionista, che può essere iscritto ad uno specifico albo o meno, che lavora in proprio per diversi committenti; se, invece, ci si vuole dedicare ad attività come artigianato o commercio si è classificati come imprenditori individuali.
Nel caso di apertura di Partita Iva per lavoratori autonomi è necessario provvedere alla compilazione del Modello AA9/11 che si può scaricare, con le relative indicazioni per la sua corretta compilazione, dal sito dell’Agenzia delle Entrate.
Una volta compilato, il Modello AA9/11 deve essere inviato all’Inps, anche per via telematica, dal lavoratore stesso o da un intermediario abilitato.
► Come funziona il regime delle nuove iniziative produttive per l’apertura di una Partita Iva?
Se invece la nostra attività risulta essere nel campo dell’artigiano o del commercio e quindi si è classificati come imprenditori individuali, si ha l’obbligo di iscrizione al registro delle imprese e l’apertura della Partita Iva dovrà essere fatta alla camera di commercio.
Calendario delle scadenze per il pagamento delle imposte relative all’Unico 2013
Il 31 maggio il Governo ha annunciato una proroga per quanto riguarda le scadenze relative alla presentazione dei modelli per la dichiarazione dei redditi, sia, quindi, per il modello 730 che per il modello Unico.
► Proroga ufficiale per il Modello Unico 2013
Lo slittamento delle scadenze si è reso necessario dopo la cancellazione del pagamento della prima rata dell’Imu che ha creato parecchi problemi ai Caf e ai contribuenti stessi, soprattutto per coloro che avevano già effettuato il pagamento.
Per l’Unico si è trattato di una doppia proroga che ha previsto uno slittamento all’8 luglio del pagamento delle somme dovute a saldo e a titolo di primo acconto (senza maggiorazione) e al 9 luglio la scadenza per i versamenti a titolo di interesse corrispettivo, per i quali, però, è stata prevista una maggiorazione dello 0,40%.
Queste somme possono essere pagate sia in un’unica soluzione che a rate. Se si sceglie il pagamento rateizzato, che non per forza deve riguardare tutte imposte risultanti dal Modello Unico 2013, il termine di pagamento dell’importo totale slitta al mese di novembre e l’importo è soggetto ad una maggiorazione per interessi pari al 4% annuo.
► Detrazioni per spese mediche nell’Unico PF
Inoltre, sono previste delle differenze per il pagamento delle imposte per i soggetti che possiedono una partita Iva o per coloro che non ne hanno. Vediamole nel dettaglio.
Il calendario della scadenze per il pagamento delle rate delle imposte relativo all’Unico 2013
Titolari di partita Iva
I rata – scadenza 8 luglio – nessun interesse
II rata – scadenza 16 luglio – interessi 0,09%
III rata – scadenza 20 agosto – interessi 0,42%
IV rata – scadenza 16 settembre – interessi 0,75%
V rata – scadenza16 ottobre – interessi 1,08%
VI rata – scadenza 18 novembre – interessi 1,08%
Soggetti non in possesso di partita Iva
I rata – scadenza 8 luglio – nessun interesse
II rata – scadenza 31 luglio – interessi 0,24%
III rata – scadenza 2 settembre – interessi 0,57%
IV rata – scadenza 30 settembre – interessi 0,90%
V rata – scadenza 31 ottobre – interessi 1,23%
VI rata – scadenza 2 dicembre – interessi 1,56%
Ricordiamo inoltre che il pagamento delle rate delle imposte derivanti dal Modello Unico 2013 (quindi riferito all’anno di imposta 2012) devono essere effettuati con il modello F24 con i seguenti codici tributo:
1668 per le imposte erariali (IRPEF, IRES, IVA, cedolare secca);
3805 per i tributi regionali (addizionale regionale all’IRPEF, IRAP);
3857 per i tributi locali (addizionale comunale all’IRPEF).
Come si rileva un’attività commerciale?
Sono incrementate le aperture di partite IVA al fine di intraprendere un attività in proprio: ma conviene sempre iniziare una nuova attività o a volte vale la pena di rilevarne una già avviata? Quali sono i suggerimenti da dare a tutti coloro che desiderano od hanno in preventivo di rilevare un’attività commerciale già esistente?
Anzitutto, subito dopo aver progettato l’acquisto di un’attività commerciale, l’informazione è fondamentale: occorre fare una stima delle spese a cui si andrà in contro e confrontarle con i guadagni preventivati. Per fare ciò sarà utile consultare il bilancio, fatture attive e passive dell’attività in questione, costi fissi e non, che potrete tranquillamente chiedere al titolare cedente. In questo modo si potrà anche determinare il vero valore economico dell’attività stessa.
In caso di attività specifiche è fondamentale accertarsi di avere la licenza o i permessi necessari all’esercizio o dei titoli professionali adeguati: accertato questo e pattuito il prezzo di cessione dell’attività, il compratore dovrà subentrare con una nuova partita IVA, che dovrà essere richiesta preventivamente all’Agenzia delle Entrate. Avrà luogo poi la cessione dell’attività tramite atto notarile: sarà il notaio che successivamente si attiverà per la registrazione dell’atto pubblico presso il Registro delle Imprese.
Ma prima di procedere al rilevamento di un’attività commerciale, è consigliabile vivamente accertarsi, oltre del valore reale che dovrà essere, come già detto dimostrabile, anche della presenza di debiti in essere con fornitori, affittuari, INPS ed erario. Non bisogna assolutamente dare per scontate tali cose in quanto rilevare un’attività comporta anche prendersi carico dei contratti in essere e dei debiti eventuali.
Come chiudere una Partita IVA
La partita IVA consente a liberi professionisti, commercianti ed artigiani di svolgere la propria attività (insieme all’iscrizione presso la Camera di Commercio). Come? Provvedendo al pagamento delle tasse obbligatorie, previste per legge. Coloro che sono in possesso di partita IVA al cessare dell’attività, tuttavia, dovranno provvedere allo spegnimento (chiusura) della stessa.
Ecco, dunque, una serie di consigli molto utili per chiudere la propria Partita IVA.
Periodo di inutilizzo
In primo luogo occorre sottolineare che anche se la partita IVA non viene adoperata, una volta aperta andrà comunque effettuata regolarmente la denuncia dell’ IVA mediante i moduli F24, qualora quest’ultima non sia utilizzata da almeno tre anni e non sia stata fatta nessuna dichiarazione nel periodo sopraindicato. L’attuale prassi permette di spegnere la partita IVA, versando una sanzione non molto elevata ed effettuando la dichiarazione dell’IVA relativa a tale periodo (quello di inutilizzo) con saldo pari a zero.
Entro trenta giorni dalla cessazione dell’attività
Va inoltre ribadito che al termine dell’attività, o successivamente ad un’eventuale variazione dell’attività, la partita IVA andrebbe sempre e comunque chiusa entro trenta giorni. Questo tipo di procedura può essere perfezionata da un professionista del settore, oppure rivolgendosi presso l’agenzia delle entrate. In entrambi i casi, le modalità da seguire saranno le medesime che si sono effettuate per la procedura di apertura della partita IVA.
Sanzione (in caso di decorrenza di 90 giorni dalla cessazione dell’attività)
Nel caso in cui il libero professionista dimentichi di segnalare e perfezionare la chiusura della partita IVA una volta decorsi i trenta giorni dalla cessazione attività, questo procedimento potrà comunque essere finalizzato entro i novanta giorni previo versamento sanzione di 129 euro come stabilito dalla legge 98 del 2011, diminuita notevolmente se si tiene in considerazione che inizialmente questa sanzione si aggirava sopra la cifra di cinquecento euro.
Moduli f24
Al fine di perfezionare questa prassi, sarà necessario provvedere a scaricare i moduli dell’F24 “elementi identificativi” reperibili on line o allo stesso ufficio delle entrate di appartenenza locale.
All’interno della compilazione dovrà essere indicato il codice tributo che corrisponde al numero 8110, il numero partita IVA e l’anno di cessazione attività. Non sarà obbligatorio inviare la copia del pagamento in quanto lo stesso effettuato in modo regolare sostituisce la dichiarazione come previsto dal decreto legge del 6 Luglio 2011. Nella compilazione dovrà essere indicato il codice tributo che corrisponde al numero 8110, il numero partita IVA e l’anno di cessazione attività Non sarà necessario inviare la copia del pagamento in quanto lo stesso effettuato in modo regolare sostituisce la dichiarazione come previsto dal decreto legge del 6 Luglio 2011.
Modello AA7/10 per i soggetti diversi da persone fisiche
A differenza dei privati i soggetti diversi da persone fisiche, dovranno avvalersi del modello AA7/10 tanto per l’inizio attività quanto per la cessazione. Questo modello rimpiazza il normale F24 contemplato per i privati.
Modello AA9
Per quanto riguarda invece le imprese individuali e lavoratori autonomi il modulo inerente sarà il modello AA9.
Questa dichiarazione può essere inviata per via telematica direttamente dal contribuente o da eventuale intermediario che risulti abilitato a tale attività.
Nel caso in cui sorga la necessità di verificare la validità di una partita IVA ci si dovrà recare sul sito dell’agenzia delle entrate alla voce “servizio di verifica partita IVA”.
Per coloro i quali non adempiono agli obblighi di chiusura partita IVA e cessazione attività l’agenzia delle entrate sarà in diritto procedere d’ufficio, richiedendo all’intestatario il pagamento di una relativa sanzione.
Recandosi sul sito dell’ufficio delle entrate sarà possibile reperire la modulistica, le informative, ed i relativi decreti legge aggiornati continuamente.
Come si apre una Partita IVA online
La Partita IVA è assolutamente indispensabile al fine di poter esercitare un’attività lavorativa in maniera autonoma.
Al giorno d’oggi, tuttavia, c’è un’informazione che non è arrivata a tutti, per cui è necessario ribadirla. Sono infatti moltissimi i lavori autonomi (liberi professionisti, artigiani etc), i quali ignorano il fatto che non è più necessario rivolgersi presso gli usuali uffici dell’Agenzia delle Entrate e come da procedura sottoporsi alle estenuanti file per l’apertura di una Partita IVA.
Alcune cose sono cambiate. Da un pò di tempo, infatti, è possibile avviare la procedura comodamente seduti dinanzi alla propria postazione pc a casa propria. Come? E’ possibile, in altri termini aprire una Partita IVA direttamente via web, on line, in maniera semplice, veloce e capace di far risparmiare molto tempo ai lavoratori autonomi. Un tempo che gli stessi lavoratori autonomi possono naturalmente utilizzare in altre attività più dispendiose, senza perdere una giornata di lavoro per recarsi presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate e fronteggiare lunghissime file.
Allo scopo di conoscere meglio le procedure per l’apertura di una Partita IVA direttamente online, è possibile leggere tutti i consigli di questa mini-guida. Senza la pretesa di essere esaustiva al cento per cento, infatti, questa piccola guida ha lo scopo di volere essere d’aiuto a tutti coloro che sono nella posizione di aspiranti lavoratori autonomi. La guida, ricca di consigli, si rivolge in altri termini a coloro i quali hanno manifestato o manifestano ancora oggi la necessità di lavorare con la partita Iva.
La grande novità, attiva da qualche tempo a questa parte, è che la Partita IVA può essere aperta anche on line. Ecco come:
Registrazione presso i servizi telematici Entratel e Fisconline dell’Agenzia delle Entrate
Al fine di aprire la partita Iva on line è, anzitutto, fondamentale ed obbligatorio registrarsi presso i servizi telematici Entratel e Fisconline dell’Agenzia delle Entrate. Una volta perfezionata in maniera corretta questa procedura, per gli utenti sarà possibile avviare la richiesta formale di apertura di una Partita IVA.
Selezione e compilazione del modello più adatto alle esigenze del lavoratore autonomo
Il primo passo, anche esso obbligatori, si configura nella selezione del modello da compilare. Il modello da scegliere deve essere quello che più si adatta alle esigenze del lavoratore autonomo. Per selezionare questo modello è necessario andare andiamo sul sito dell’Agenzia delle Entrate, alla pagina http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/Nsilib/Nsi/Home/CosaDeviFare/Richiedere/Partita IVA/.
Entrando nel sito dell’Agenzia delle Entrata e raggiungendo la pagina sopraindicata sarà possibile notare che l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione degli utenti ben due tipologie di documenti.
La prima tipologia di documento è rappresentata dal modello AA9. Questo modello deve essere utilizzato nel caso in cui si desideri avviare una attività di lavoro autonomo come libero professionista o come ditta individuale. Il secondo modello è il modello AA7. Questo modello, invece, va utilizzato nel caso in cui si decida di effettuare l’apertura di nuova attività imprenditoriale o di un soggetto giuridico differente rispetto alla persona fisica.
L’ultima fase per l’apertura online di una Partita IVA è la seguente. Anche per questa fase c’è bisogno di una connessione ad internet funzionante. Una volta selezionato il modulo che fa al caso proprio, è possibile scaricarlo sul proprio Personal Computer.
Occorre, successivamente, compilare il modulo on line. Dopo averlo fatto sarà possibile inviarlo,direttamente on line, seguendo le procedure indicate nel menu a sinistra della pagina relativa alla sezione “compilazione ed invio”. Una volta effettuato l’invio del modulo il sistema invierà una comunicazione di accettazione o diniego che sarà possibile visualizzare sul sito accedendo nella propria pagina di iscrizione ai servizi telematici Entratel.
I motivi del boom delle partite Iva under35
Il 2012 ha segnato il record delle partite Iva under 35. In un anno si sono registrate ben 549.000 aperture di partite Iva, in aumento del 2,2% rispetto al 2011, e, tra queste, il 38,5% è composto da partite Iva under 35, l’8,1% rispetto all’anno precedente che segna ben 211.500 giovani professionisti in più.
Il sospetto che il fenomeno non sia motivato da una forte spinta imprenditoriale dei giovani italiani è forte. Sentimento comune, confermato anche da Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre:
Riteniamo che molte delle nuove partite Iva stiano operando per un solo committente.
► Dichiarazioni annuali IVA 2013
Operare per un solo committente, però, non significa essere un libero professionista, ma svolgere un lavoro dipendente, che dovrebbe essere tutelato da un apposito contratto. Non sono certamente i giovani a voler stringere un tale tipo di accordo, ma si tratta, nella maggior parte dei casi, dell’unico modo per poter lavorare: essere un dipendente mascherato da libero professionista.
Nonostante le nuove regole che sono entrate in vigore con la riforma Formero che hanno posto nuovi limiti e maggiori controlli. Una stretta che aveva proprio l’obiettivo di evitare un tale tipo di atteggiamento da parte delle imprese, dopo l’entrata in vigore, nel gennaio del 2012, del regime fiscale dei superminimi: partite Iva di professionisti sotto ai 35 con un fatturato netto inferiore ai 30.000 euro annuo che pagano solo il 5% di Irpef.
Un incentivo all’imprenditoria giovanile che si è trasformata in un’arma a doppio taglio, perché anche alle aziende conviene. Un collaboratore esterno comporta molti meno oneri di contribuzione rispetto ad un dipendente o un un collaboratore a progetto, soprattutto, ancora una volta, dopo che con la riforma del ministro Fornero sono entrati in vigore maggiori vincoli sui contratti a termine.
► Notizie dell’ultimo minuto per gli ex minimi
Anche il collaboratore guadagna di più rispetto a quanto farebbe con un contratto a progetto ma ha molte meno garanzie: le partite Iva under 35 non prevedono maternità e ferie, il datore di lavoro può interrompere il rapporto a sua discrezione senza alcun obbligo e, nel caso in cui l’azienda dichiari fallimento, si verrà pagati solo dopo la liquidazione dei veri dipendenti.
Una situazione che vale per tutte le professioni: ingegneri, architetti, fisioterapisti ma soprattutto commercio ed edilizia. Quante di queste partite Iva indicano una monocommittenza? Difficile dirlo, i controlli per ora ci sono ma non sono stati sufficientemente efficienti.
Dal Ministero del Lavoro fanno sapere che verranno intensificati e verranno utilizzati altri strumenti, ma le prime verifiche con le nuove metodologie non saranno attive prima del giugno 2014.
Il Cassetto fiscale apre agli studi di settore con una nuova applicazione dedicata alle partite Iva
E’ la nuova funzionalità del Cassetto Fiscale, lo strumento on line messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate per tutti i contribuenti che permette di conoscere, on-line e in sicurezza, tutte le informazioni sulla propria posizione fiscale, dedicato però solo ai possessori di Partita Iva.
► Dichiarazioni annuali IVA 2013
Le metodologie di accesso sono sempre le stesse (si accede con il codice fornito dall’Agenzia delle Entrate) e tutti coloro che lavorano tramite Partita Iva potranno consultare molte delle informazioni relative agli studi di settore. Al momento le informazioni contenute riguardano solo il periodo di imposta 2010.
Nello specifico, il Cassetto Fiscale permetterà ai possessori di P.I di:
– controllare eventuali anomalie emerse in sede di trasmissione della dichiarazione sulla base dei controlli telematici volti a verificare la coerenza dei dati indicati nel modello Unico 2011 e nel software Gerico 2011;
– ricevere l’eventuale invito a presentare lo studio di settore, nel caso non sia mai stato fatto;
– ricevere comunicazioni delle anomalie presenti nei dati degli studi di settore, che hanno lo scopo di portare a conoscenza del contribuente eventuali possibili irregolarità relative ai dati presenti nei modelli degli studi di settore;
– avere risposte, giustificazioni o chiarimenti inviati, a seguito del ricevimento delle comunicazioni di cui al punto precedente, dal contribuente o dall’intermediario tramite l’apposita procedura informatica resa disponibile dall’Agenzia delle Entrate sul proprio sito.
► Salvati gli archivi cartacei delle fatture dalla telematizzazione
L’accesso a queste informazioni permette ai professionisti di evitare di incorrere in sanzioni per eventuali anomalie e di correggere, ove necessario, dichiarazioni fallaci o non congruenti con la situazione reale.