La Commissione europea non si esprime sul Def in attesa della valutazione

 Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha difeso i suoi piani di riforma fiscale contro la critica dentro e fuori al suo partito, mentre la Commissione europea ha ricordato all’Italia il suo impegno per equilibrare il bilancio.

Renzi, che ha illustrato il Documento di economia e finanza (Def), è stato criticato per non avere fornito dettagli sui tagli alla spesa. Il DEF, che deve essere presentato alla Commissione europea, aggiorna le previsioni economiche del governo e fornisce il quadro per i suoi piani di bilancio nei prossimi anni.

 

Nel Def stime di crescita riviste e più soldi per pagare i debiti della Pa

 

Stefano Fassina, membro del Pd e all’interno del precedente governo e che si è scontrato spesso con Renzi, ha affermato che il Def non ha segnato alcun cambiamento nella politica economica per l’Italia e si tradurrà in meno crescita, meno posti di lavoro e più il debito pubblico.

Si prevede che entro la fine dell’anno il governo sarà costretto a prendere misure correttive per raggiungere l’obiettivo per il deficit di bilancio. Il Presidente del Consiglio Renzi ha affermato che per quest’anno è esclusa la necessità di una correzione fiscale e ha detto che le previsioni del governo di una crescita economica dello 0,8 per cento è stato molto prudente.

La Commissione europea e il Fondo monetario internazionale (Fmi) prevedono una crescita per l’Italia dello 0,6 per cento, ma non tengono conto di 6,7 miliardi di euro di tagli fiscali per i salari che Renzi ha detto entreranno in vigore a maggio. Questi tagli si tradurranno in un aumento di circa 80 euro al mese in busta paga per circa 10 milioni di italiani e la speranza del governo è che i cittadini potranno spendere i soldi e rinvigorire la domanda interna cronicamente debole.

Il Def prevede che il debito pubblico in Italia, il secondo più alto nella zona euro, salirà a un nuovo record di 134,9 per cento del Pil quest’anno, contro una precedente previsione del 132,8 per cento. Il portavoce Simon O’Connor ha affermato che la Commissione europea non ha potuto valutare se il Def abbia rispettato gli impegni dell’Italia e che lo potrà fare quando avrà ricevuto il documento completo. La Commissione pubblicherà le sue raccomandazioni specifiche gli Stati membri il mese prossimo, quando si aggiorneranno anche le previsioni economiche.

Nella Legge di Stabilità “Web tax” riformulata e niente Tobin tax

 La Legge di Stabilità arriva oggi alla Camera per la votazione. Ieri notte si è chiuso l’esame degli emendamenti e le ultime novità sono state inserite. Tra queste, c’è una modifica sulla cosiddetta “Web tax“. Dopo l’intervento del segretario del Pd Matteo Renzi, la Commissione Bilancio della Camera ha alleggerito la tassazione. La novità confermata è quella del nuovo fondo per il cuneo fiscale.
La Legge di Stabilità potrebbe arrivare in aula con la richiesta da parte del governo del voto di fiducia per velocizzare i tempi. I tempi dell’arrivo in aula si sono allungati e tra i gruppi parlamentari e nella maggioranza c’è abbastanza consenso sulle scelte.
La “Web tax” è stata quindi riformulata dopo l’intervento di Renzi per evitare di colpire in maniera eccessiva i colossi che operano su internet. La tassa, sponsorizzata dal Pd, non prevede più l’obbligo dell’apertura della Partita Iva per chi effettura commercio elettronico in Italia. Aprire la Partita Iva è invece necessario per la pubblicità online e per il diritto d’autore.
Per Renzi, è importante riflettere sulla questione nel semestre europeo. Il segretario del Pd ha affermato: “Certo, c’è il tema della tassazione dei servizi online, è giusto evitare l’elusione da parte delle grandi piattaforme informatiche, ma questo non lo si risolve con una battaglia di principio che fa l’Italia”.
La “Web tax” è stata riformulata e l’emendamento sulla Tobin tax ritirato. L’emendamento, proposto dal Pd, sulla tassazione delle transazioni finanziarie proponeva di allargare i soggetti cui la tassa è riferita considerando tutti i titoli, a parte quelli non speculativi come i titoli di Stato. Si proponeva anche l’abbassamento dell’aliquota allo 0,01%. Il governo ha detto che riferirà sulla questione entro gennaio e che la stessa sarà affrontata meglio nel semestre italiano di presidenza europea.

Dove trovare i soldi per abolire l’IMU?

 Nel corso delle consultazioni che si sono tenute durante la giornata di ieri tra i principali esponenti delle forze politiche italiane e il neo incaricato Presidente del Consiglio Enrico Letta sono emerse posizioni sostanzialmente differenti in relazione la futuro dell’ IMU.

Il Pdl ha infatti manifestato la sua disponibilità ad abolire la tassa sugli immobili, come ha spiegato anche il Segretario Angelino Alfano, per tenere fede agli impegni assunti con gli elettori durante la campagna elettorale.

> Il Pdl vorrebbe cancellare l’IMU sulla prima casa

Di diverso parere, invece, sono apparsi i rappresentanti del Pd e di Scelta civica, che propongono semplicemente di apportare delle future modifiche alla legislazione inerente il versamento del tributo.

Il nocciolo dell’intera questione, tuttavia, al di là delle reciproche posizioni assunte dalle diverse forze politiche resta dove effettivamente trovare le risorse economiche necessarie alla cancellazione della tassa.

L’IMU è infatti un tributo che assicura alle casse del fisco italiano risorse per oltre 20 miliardi di euro (23,7 miliardi nel 2012), di cui 4 in arrivo solo dalle prime case. Secondo i rappresentanti del Pdl, tra cui Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia, il rimborso dell’IMU potrebbe essere effettuato con l’emissione di Titoli di Stato a 10 anni.

> L’IMU sarà una tassa permanente

Ma è anche vero che il gettito dell’IMU compare nel Def consenento a Bruxelles e, in mancanza di questo, ci sarebbe la necessità di coprirlo con ulteriori manovre per tener fede agli impegni europei.