Le piccole e medie imprese d’Europa hanno pagato alla crisi un prezzo molto alto. Negli anni più duri della recessione economica, infatti, quelli che vanno tra il 2008 e il 2012, il numero delle piccole e medie imprese si è ridotto in totale del 2 per cento, mentre il numero degli addetti si è ridotto del 5 per cento e il valore aggiunto del 10 per cento.
PMI
L’industria manifatturiera europea è in espansione a novembre 2013
Per il mese di novembre 2013 arrivano buone notizie dall’Europa per quanto riguarda la produzione industriale. L‘indice PMI, infatti, l’indicatore che segnala il grado di sviluppo della produzione del settore manifatturiero, nel corso di questo mese è risultato essere in crescita rispetto a quanto registrato nel mese di settembre ed ottobre 2013, in cui si erano avute solo le prime avvisaglie.
I debiti delle Pmi italiane mettono in crisi il sistema bancario
Quella che si gioca in Italia ormai da troppi mesi è una partita senza vincitori tra piccole e medie imprese da una parte e banche e istituti di credito dall’altra. Una partita che non ha vincitori perché dà luogo solo ad una generale sconfitta. Il complesso delle piccole e medie imprese italiane, infatti, colpite dal drastico calo della redditività e dunque sempre più interessate dal problema del debito, sta mettendo a dura prova il sistema bancario italiano.
Il conto corrente per professionisti e piccole imprese di Intesa Sanpaolo
Anche il gruppo bancario Intesa Sanpaolo riserva ai propri clienti delle soluzioni appositamente pensate per le esigenze dei professionisti e degli altri piccoli operatori economici. All’interno della sua offerta, infatti, vi sono una serie di prodotti dedicati a tutti coloro che sono attivi nel ramo del business, sia a livello individuale, sia come piccole imprese.
In calo la produzione industriale dell’Eurozona a settembre 2013
Nel mese di settembre 2013 anche l’Eurozona non aggancia del tutto la ripresa economica, almeno a giudicare dai livelli della sua produzione industriale, che mostra solo un leggero tasso di espansione rispetto al mese di agosto. Secondo gli ultimi dati dell’indice PMI manifatturiero definitivo, infatti, raccolti da Markit, nel nono mese dell’anno il livello si è attestato a 51,1 punti, scendendo rispetto al dato più incoraggiante del mese di agosto, in cui la produzione industriale europea aveva raggiunto i 51,4 punti.
Cambio Euro/Dollaro – Le previsioni per settembre 2013
Durante il mese di agosto il cambio Euro/Dollaro è stato sempre sui massimi livelli, per poi riportarsi verso quote più basse appena è subentrato il mese di settembre. Potrebbe essere questo il trend che seguiranno Euro e Dollaro nei prossimi giorni, ma mai come in questa settimana è difficile fare delle previsioni a lungo termine.
► Le valute maggiormente in crisi
Prima di capire se è possibile fare delle previsioni, magari non a lungo termine, vediamo quali sono i fattori che determineranno l’andamento del cambio Euro/Dollaro (come base di partenza c’è un solo dato già certo, che è quello relativo alle PMI della zona Euro sulla manifattura, che è risultato di 51.4 punti, superiore a quanto si attendevano gli analisti):
– dati PMI del settore dei servizi: attesi per mercoledì, secondo gli esperti potrebbero essere molto positivi;
– dati sulle vendite al dettaglio nella zona euro, che la BCE vede in crescita dello 0,5%, ma bisogna attendere mercoledì per il dato reale;
– decisioni della BCE sulla politica monetaria, che saranno comunicati in conferenza stampa giovedì, come da tradizione;
– per venerdì sono attesi i dati della bilancia commerciale tedesca; per i quali è atteso un surplus di 15.9 miliardi di euro.
► Da settembre via al tapering
Quindi, prima di poter prevedere come sarà il cambio Euro/Dollaro per settembre, è necessario attendere fino alla fine della settimana, quando la Germania, al momento l’economia centrale dell’Europa, rilascerà i dati sulla sua situazione. Ma le acque sono parecchio mosse anche sull’altra sponda dell’oceano: difficile dire come reagirà il Dollaro alla decisione della Federal Reserve sull’avvio o meno del tapering peril mese di settembre.
Come migliorare il rapporto tra banche e PMI
Se le banche concedono un prestito è perché hanno la certezza, grazie alle garanzie pretese, che quel credito sarà rimborsato. Il guadagno dell’Istituto è dato dagli interessi che si pagano sulla somma concessa in prestito.
► Novità sul Fondo di garanzia per le PMI nel Decreto del Fare
Un gioco molto facile che faceva stare tutti più o meno bene fino a che le imprese italiane, soprattutto quelle più piccole, non hanno iniziato ad affondare sotto i colpi della crisi, che ne ha tagliato le capacità produttive e la crescita, tanto da renderle un soggetto da evitare per le banche, che non vedono nessun guadagno possibile rispetto al rischio elevato di insoluto di un mutuo alle PMI.
Ma senza credito le PMI sono destinate alla morte, per questo è necessario cercare di risanare gli strappi tra i principali interlocutori economici italiani: una rinnovata collaborazione porterebbe enormi benefici da entrambi i lati. Vediamo quali sono i punti cardine di questo rapporto così come sono stati individuati da Fabio Bolognini (A.D. di Linker), esperto di finanza intervenuto all’ultimo convegno ABI sul rapporto Banche e PMI.
Oltre il bilancio
Le banche devono uscire dal circolo vizioso garanzia-prestito. Un sistema più morbido ed elastico che comprenda il rinnovo dei fidi e programmi di ristrutturazione, potrebbe essere la soluzione migliore per evitare le crisi di liquidità aziendali.
Premi per i più virtuosi
L’esperto parla di un sistema premiante per le banche che si sono mostrate più attive nel prevedere le crisi di impresa dei suoi clienti e nell’aiutarli.
► Prorogati i finanziamenti dell’ABI per le PMI
Maggiore collaborazione tra banche e imprese
Banche e imprese devono dialogare e condividere business plan, piano dei costi, gestione del magazzino e dei clienti e tutti gli elemneti necessari alla riuscita dell’impresa.
In crescita l’indice Pmi per il settore manifatturiero europeo
La ripresa dell’ economia dell’ Europa riparte dal settore manifatturiero
Dall’ Europa arrivano segnali positivi in merito alla ripresa della produzione industriale. L’ indice Pmi europeo per il settore manifatturiero ha infatti fatto registrare un consistente incremento negli ultimi mesi. Segnale che la ripresa economica, almeno per quanto riguarda il settore dell’ industria, è più che reale.