Le compravendite immobiliari potrebbero beneficiare in questo periodo della felice congiuntura di due fenomeni positivi:
- l’ abbassamento del tasso dei mutui
- il calo generale dei prezzi di vendita degli immobili.
Il fenomeno del credit crunch colpisce pesantemente l’ economia e l’ imprenditoria italiana anche nel secondo trimestre del 2013. Il centro studi della Confcommercio ha infatti rilevato che da aprile a giugno 2013 per le aziende del commercio, del turismo e dei servizi la situazione del credito non è affatto migliorata, ma in realtà sono stati concessi solo il 26,9% del totale dei finanziamenti richiesti.
La morsa del credito, in Italia, che prosciuga i rubinetti delle aziende, è ormai una realtà consolidata. Lo afferma, infatti, la Cgia di Mestre, che in una recente ricerca sulle operazioni finanziarie compiute dalla banche del Belpaese negli ultimi tre anni ha rilevato come il numero dei prestiti sia continuato a diminuire negli anni, mentre quello degli acquisti dei titoli di Stato sia in realtà aumentato.
Dopo i dati diffusi nei giorni passati, da parte di istituti come l’ Abi, l’ Associazione Bancaria Italiana e come le stesse statistiche realizzate da Bankitalia, anche la BCE, la Banca Centrale Europea, ha confermato i recenti andamenti del mercato finanziario italiano ed europeo nel settore dei prestiti.
Sono sempre più numerosi gli italiani che, per concedersi il lusso delle vacanze estive si fanno aiutare dalle società finanziarie accendendo un prestito.
Lo rilevano, infatti, le statistiche di alcuni fra i più frequentati siti online per la comparazione dei prezzi, che hanno registrato per il 2013 40 mila richieste caratterizzate da un aumento del 13% della cifra finanziata, rispetto al 2012, e del 5% del tempo previsto per la restituzione delle somme.
E’ sempre più evidente la contrazione dei prestiti bancari ai privati. A marzo, stando a quanto riportato dalla Banca d’Italia, sono diminuiti su base annua dell’1,6% (1,4% a febbraio). I prestiti alle famiglie sono diminuiti dello 0,8% sui 12 mesi (-0,7% a febbraio), quelli alle società non finanziarie sono scesi del 2,8% (-2,7% a febbraio).
Si velocizza, a marzo, il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze bancarie. Stando a quanto comunicato dalla Banca d’Italia è aumentato al 21,7% rispetto al 18,6% del mese precedente.
I tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese di marzo alle famiglie per l’acquisto di abitazioni (prima quindi del taglio dei tassi della Bce di inizio aprile) sono diminuiti al 3,90% (3,98% a febbraio). E’ quanto dichiara la Banca d’Italia secondo cui i tassi sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono diminuiti al 9,64% (9,78 a febbraio). I tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono ancora invariati (4,36% fino a 1 milione di euro, 2,93% dopo tale soglia), così come quelli passivi sul complesso dei depositi in essere.
Continua il buon andamento della raccolta bancaria a marzo. Stando a quanto informa la Banca d’Italia il tasso di crescita su base annua dei depositi del settore privato è rimasto sostenuto, attestandosi al 7,0% (7,8% a febbraio). Il tasso di crescita sui dodici mesi della raccolta obbligazionaria è sceso al -3,3% (-0,8% nel mese precedente).
Una ricerca recentemente condotta dall’ Eurotower ha confermato che le piccole e medie imprese italiane sono state nell’ Eurozona quelle maggiormente colpite, negli ultimi sei mesi, da problemi di liquidità, con aumento dello scoperto e necessità di prestiti. Problemi, dunque, strettamente collegati con il calo dei profitti conseguente la crisi economica.
> Le banche hanno paura di fare prestiti
La palma delle PMI più colpite dalla crisi è andata dunque, purtroppo, alle realtà di casa nostra, che, seguite subito da quelle spagnole, hanno fatto registrare tra ottobre 2012 e marzo 2013 i peggiori numeri a livello di utili e fatturato.
> Le banche italiane sono solide, ma devono concedere più prestiti alle PMI
La Banca Centrale Europea aggiunge, tuttavia, che un po’ in tutta Europa si è potuta rilevare, negli ultimi mesi, un aumento delle necessità di finanziamento e una concomitante pesante indisponibilità dei prestiti bancari e che queste condizioni hanno pesato in maniera negativa sulle reali possibilità di crescita e di ripresa nei diversi Paesi, in particolar modo per l’ Italia.
Andando ancora più nello specifico e valutando la questione in cifre, la Bce ha calcolato nel suo rapporto che la disponibilità di accesso a prestiti per le PMI europee è scesa al 10%, mentre vi è stato un calo del un tasso di respingimento delle domande di prestiti che ha toccato il 15%.