Lo shutdown che in questi giorni ha colpito gli Stati Uniti, cioè la riduzione dei servizi non essenziali alimentati dalle risorse federali ha avuto quasi da subito effetti decisivi sui mercati, così come annunciato già in precedenza dagli economisti. Tra le conseguenze che si possono elencare in seguito al blocco dei fondi per la macchina statale americana vi è, dunque, anche una generale riduzione delle quotazioni internazionali del petrolio.
Prezzi
Aumento IVA – I rincari dei prezzi previsti dalle associazioni dei consumatori
Con il 1 ottobre l’aliquota dell’IVA passa ufficialmente dal 21% al 22%, non essendo stato in alcun modo possibile bloccarne l’aumento per via istituzionale. Così, a partire da oggi i consumatori italiani si troveranno a fare i conti con tre diversi tipi di aliquote che gravano sui prodotti di consumo:
Aumento dell’Iva, a conti fatti sono 207 euro in più all’anno
Nulla di buono all’orizzonte per le tasche delle famiglie italiane: mancano poche ore all’aumento dell’aliquota Iva, una maggiorazione della tassazione pari all’1% che coinvolgerà circa il 70% dei prodotti di più largo consumo – abbigliamento, benzina, vino, arredamenti, computer, tariffe di liberi professionisti e artigiani – e anche gli alimenti, anche se solo in maniera marginale, i quanto gli aumenti saranno solo sul 5% del paniere.
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A conti fatti si tratta di 207 euro in più all’anno per una famiglia di tre persone, a gravare sulle spese sarà soprattutto il settore dell’abbigliamento. Ad esempio, i base ai calcoli riportati da “Il Giornale” un cappotto da donna che oggi costa 149,90 euro costerà 153,90 (il 3%in più), una gonna passerà dagli attuali 55,90 a 58 euro (+4%), una camicetta da 39,95 a 42 euro (+5%), jeans da 125 euro passa a 129,90 (+4%.
Gli stessi aumenti sono previsti anche per profumi, cosmetici, valigie, mobili ed elettrodomestici, nonché per i prodotti informatici come tablet, pc, tv, foto e videocamere, cellulari e connessioni a Internet.
> Aumento Iva, dal 1° ottobre 2013 anche i carburanti saranno più cari
Gli aumenti più importanti nel settore alimentare sono previsti per vino e alcolici: una bottiglia di vino rosso da 6,90 passa a 7,40 (+7%), il bianco da 6,50 a 6,90 (+6%) e lo spumante da 13,80 a 14,80 (+7%). Gli articoli alimentari ‘protetti’, quelli che al momento hanno l’aliquota Iva al 4% come pane, riso, pasta, farina, formaggio, olio, frutta e verdura, libri, giornali, occhiali, avranno degli aumenti ma be poco percettibili.
I fattori di influenza del prezzo delle opzioni binarie
Le opzioni binarie sono uno strumenti di investimento relativamente rischioso che permette di poter avere un ritorno economico anche nel brevissimo periodo. Il problema, però, è che la velocità di queste transazioni rende difficile capire gli andamenti del prezzo delle opzioni stesse, il che condiziona in modo determinante il rendimento dell’investimento.
> Che cosa sono le opzioni – Le opzioni scoperte
Per capire le dinamiche dei prezzi delle opzioni si deve partire dall’inizio e quali sono i fattori che incidono direttamente sul prezzo delle opzioni.
Il primo fattore di influenza del prezzo delle opzioni binarie è, naturalmente, il prezzo dei sottostanti: ad esempio, le opzioni binarie che hanno come sottostante le valute, sono direttamente influenzate dalle decisioni sui tassi d’interesse decretate dalle Banche Centrali mondiali.
Le opzioni che hanno il greggio come asset di riferimento, invece, risentono della quantità di produzione giornaliera di petrolio decisa dai paesi estrattori.
Gli altri fattori che influenzano il prezzo delle opzioni binarie sono la volatilità, la scadenza, e la speculazione. Vediamoli nel dettaglio.
> Che cosa sono le opzioni – Le opzioni put
Volatilità: grado in cui il prezzo delle opzioni binarie può variare, che può essere determinata da fattori di natura economica o politica.
Scadenza: più la data di scadenza del contratto di opzione si avvicina, più si registra un picco della volatilità.
Speculazione: quando gli speculatori, come i fondi d’investimento o i trader che lavorano per le grandi banche, si uniscono per decidere il destino di un determinato asset, un titolo, un cambio o un indice, le opzioni che vi fanno riferimento possono subire delle rilevanti mutazioni del prezzo, in quanto gli speculatori dispongono di liquidità sufficiente per cambiare l’andamento del mercato..
Aumento Iva, dal 1° ottobre 2013 anche i carburanti saranno più cari
Fate il pieno finché potete, o almeno prima che scatti la mezzanotte del 1° ottobre 2013, giorno in cui scatterà l’aumento automatico dell’aliquota Iva di un punto percentuale, passando così dal 21 al 22 %. L’Iva aumenterà su una larga fetta di generi di largo consumo, tra i quali ovviamente anche i carburanti per i quali ci si aspetta un aumento dei prezzi anche fino a 1,5 centesimi di euro/litro.
> Le conseguenze dell’aumento dell’IVA a partire dal primo ottobre
Altro salasso per gli italiani che si troveranno a pagare due volte questo aumento: in Italia la maggior part e della merce viene trasportata su gomma e il maggiore prezzo che dovranno pagare i produttori e i fornitori per i trasporti sarà, naturalmente, riversato sui prezzi al consumo, già lievitati per effetto dell’aumento dell’Iva.
Nello specifico, il prezzo raccomandato della benzina salirà di circa 1,5 centesimi di euro/litro, quello del diesel di 1,4 ed il gpl di 0,7 centesimi. Unica e magra consolazione è che l’aumento del prezzo scatterà solo dopo che i rivenditori avranno terminato le attuali scorte.
Al momento i prezzi medi dei carburanti in Italia sono 1,796 euro al litro per benzina, 1,724 per il diesel e 0,813 gpl, con picchi per la “verde” fino a 1,844 euro/litro, il diesel a 1,751 e il gpl a 0,850.
> La crisi siriana incide sul prezzo della benzina
In realtà per una volta gli italiani ci hanno guadagnato: se fosse passata la bozza del decreto legge prima della crisi di governo, il rincaro sui carburanti sarebbe stato maggiore, i quanto erano previsti aumenti delle accise sui carburanti di 2 centesimi al litro per tutto il 2013 e poi di 2,5 fino al 15 febbraio 2015.
L’inflazione scende allo 0,9% nel mese di settembre 2013
L’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica ha pubblicato le ultime rilevazioni in merito all’andamento dell’inflazione e dei prezzi nel mese di settembre 2013. Nel corso del nono mese dell’anno, dunque, l’Istituto ha rilevato una battuta d’arresto di questi ultimi rispetto al precedente mese di agosto 2013 e un valore dell’inflazione che si è fermato allo 0,9%. Secondo le indagini dell’Istat un livello così basso di crescita dei prezzi al consumo non si registrava in Italia sin dal 2009.
L’inflazione aumenta dell’1,2% ad agosto 2013 per l’Istat
L’Istat ha rilasciato in questi giorni i dati definitivi relativi all’andamento dell’inflazione nel nostro Paese per il mese di agosto 2013. Dopo la pausa dei mesi passati, infatti, l’inflazione è tornata a salire e si è attestata su un livello pari all’1,2%, rispetto al dato dell’1,1% che era stato invece previsto in precedenza.