La Commissione Europea chiede all’Italia un piano di smaltimento dei debiti delle PA

 Il problema del blocco dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni italiane verso le aziende sta diventando sempre più centrale nelle discussioni politiche ed economiche, sia all’interno dell’Italia che fuori dal paese.

► Ancora fermi i pagamenti della PA alle aziende

Tanto che, per la prima volta, dalla Commissione dell’Unione Europea arriva una chiara e forte indicazione all’Italia e al suo prossimo governo sulla linea di intervento da tenere. Il tutto attraverso una nota congiunta del commissario agli Affari economici Olli Rehn e da quello dell’industria, Antonio Tajani.

Nella nota la Commissione chiede all’Italia che sia approntato il prima possibile un piano di smaltimento di questo debito, che prevede che la Pubblica Amministrazione potrà pagare quanto dovuto in due anni. Il beneficio che arriva al paese è un ammorbidimento delle regole che l’Unione Europea prevede per il bilancio dei paesi membri.

Antonio Tajani, nella conferenza stampa che si è tenuta a Roma, ha inoltre dichiarato di aver dato il via ad una task force per esaminare nel dettaglio quanto le pubbliche amministrazioni hanno già pagato alle imprese italiane e a quanto ammonta ancora il debito da saldare. Un’operazione che sicuramente porterà ad un ammorbidimento anche del Patto di Stabilità.

► Il presidente Napolitano chiede misure urgenti per sbloccare i pagamenti delle PA

Secondo i due commissari:

Una soluzione realistica al problema dell’ammontare di debito commerciale pregresso – che si stima essere di notevoli dimensioni – deve, probabilmente, prevedere un piano di liquidazione avente come obiettivo quello di portare tale ammontare di debito pregresso a livelli non attribuibili a ritardi nei pagamenti (livelli fisiologici) in tempi relativamente brevi. Questo piano dovrebbe prevedere adeguate misure contro il rischio di comportamenti opportunistici (azzardo morale) da parte delle pubbliche amministrazioni titolari del debito pregresso.

 

 

Il presidente Napolitano chiede misure urgenti per sbloccare i pagamenti delle PA

 Dopo l’incontro con il presidente di Confindustria, Giorgio Napolitano ha fatto suo l’appello di Squinzi e ha voluto lanciare un forte messaggio al Governo: la situazione dell’economia italiana è in una fase molto critica ed è necessario prendere dei provvedimenti immediati e mirati per le aziende e le imprese che stanno ancora aspettando i pagamenti delle pubbliche amministrazioni.

► Ancora fermi i pagamenti della PA alle aziende

Quello dei pagamenti delle PA alle imprese è una nota dolente del sistema, come evidenziato spesso negli ultimi tempi da Giorgio Squinzi, maggiormente preoccupato, ora a causa della possibilità, sempre più concreta, di un rinnovato acutizzarsi della crisi delle attività produttive e dell’occupazione.

Una preoccupazione che il Capo dello Stato ha fatto immediatamente sua, tanto da lanciare, poco dopo la fine della riunione, un appello alla politica italiana perché l’economia reale venga posta nuovamente al centro dell’attenzione e, soprattutto, per sbloccare immediatamente i pagamenti delle pubbliche amministrazioni.

► Mancati pagamenti delle imprese italiane a quota 40 miliardi di euro

Considerata l’urgenza di sollevare le imprese da una pesante condizione anche sul piano delle disponibilità finanziarie – dice il presidente della Repubblica in una nota – risultano urgenti misure come quelle volte a rendere possibile lo sbocco dei pagamenti dovuti dalle Pubbliche amministrazioni a una vasta platea di aziende. Queste ed altre misure dovranno essere definite rapidamente attraverso le necessarie intese in sede europea, sollecitate dall’Italia e divenute ormai improcrastinabili.

CDM approva il codice di comportamento per i dipendenti delle P.A.

 E’ stato approvato oggi dal Consiglio dei Ministri il pacchetto di regole per i dipendenti e i dirigenti delle amministrazioni pubbliche proposto dal ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi. Un ultimo ‘regalo’ prima della fine del suo mandato, che prevede regole e pene molto più severe, fino al licenziamento.

Il codice è stato approvato ‘salvo intese’ e è stato emanato in attuazione della legge n. 190 del 2012 (la legge anti-corruzione) e seguendo le direttive dell’Ocse.

Cosa prevede il codice di comportamento per i dipendenti delle P.A.?

L’illecito disciplinare derivante dalla violazione di un dovere di comportamento previsto dal presente codice va accertato all’esito del procedimento disciplinare regolato dalla normativa vigente e il tipo di sanzione disciplinare concretamente applicabile, incluse quelle espulsive, va rinvenuto nei contratti collettivi e nella normativa, anche regolamentare, vigenti in ciascun settore, tenuto conto, anche ai fini dell’entità della sanzione, della gravità del comportamento e dell’ammontare del pregiudizio, anche morale, arrecato al decoro o al prestigio dell’amministrazione.

Questa la premessa del nuovo codice di comportamento per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche italiane che ha l’intento di disciplinare anche il comportamento dei dirigenti che da ora in poi hanno l’obbligo di comunicare all’amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possono porli in conflitto d’interesse con le funzioni che svolgono.

I regali

Parlando dei dipendenti, il nuovo codice prevede che sia precluso chiedere e accettare regali, di qualsiasi natura, per un valore superiore ai 150 euro, stretta che vale anche per i regali ricevuti sotto forma di sconto. Tutto ciò che arriva al dipendente delle pubbliche amministrazioni che abbia importo superiore a quanto indicato deve immediatamente essere messo a disposizione dell’amministrazione per essere devoluti a fini istituzionali.

Obblighi di comunicazione

I dipendenti sono altresì obbligati a dichiarare la partecipazione o l’appartenenza ad associazioni e organizzazioni (esclusi partici politici e sindacati) i cui ambiti di interesse possano interferire con lo svolgimento delle attività dell’ufficio. Ma non solo, i dipendenti devono anche dichiarare, al momento della loro entrata nella pubblica amministrazione, tutti i rapporti diretti o indiretti di collaborazione avuti con soggetti privati nei 3 anni precedenti e in qualunque modo retribuiti.

I dipendenti delle P.A. devono anche astenersi, si legge nel provvedimento,

dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti le sue mansioni in situazioni di conflitto di interessi anche non patrimoniali, derivanti dall’assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici.

Con obbligo di tracciabilità e di trasparenza di tutti i processi decisionali adottati.

Utilizzo dei materiali e delle strutture

Ultimo punto sul quale si concentra il nuovo codice di comportamento per i dipendenti delle P.A. è quello dell’utilizzo dei materiali e delle attrezzature messe a disposizione dalle P.A. per lo svolgimento delle mansioni di ufficio, con particolare riferimento a linee telematiche e telefoniche e mezzi di trasporto, che possono essere utilizzati solo per ragioni d’ufficio.

Ancora fermi i pagamenti della PA alle aziende

 Nulla di fatto neanche con gli interventi voluti dal governo Monti. Le pubbliche amministrazioni, nonostante la grande macchina telematica messa in piedi dal governo uscente che avrebbe dovuto accelerare la restituzione di quanto dovuto alle imprese italiane, sono ancora molto lontane dal saldare i loro debiti, a tutto discapito delle aziende coinvolte.

► Pagamento obbligatorio entro trenta giorni per la Pubblica Amministrazione

E’ quanto denuncia l’Abi, l’associazione delle  banche italiane, che ha analizzato i dati del rapporto stilato da Corrado Passera, nel quale è ancora evidente lo squilibrio tra il numero di istanze di pagamento presentate (467) e quelle accolte (71) e anche lo squilibrio tra quanto ancora dovuto (circa 45 milioni di euro) e quanto effettivamente pagato (3 milioni di euro).

Uno dei motivi alla base di questo evidente ritardo è la mancanza di un collegamento della piattaforma con gli istituti di credito e con il Cbi (Customer to business interaction), lo strumento indispensabile per la procedura di certificazione. Colpa della Consib, che ha inviato al Cib le informazioni necessarie solo alla fine di febbraio.

► Nella PA stipendi e rimborsi dei consiglieri online

Pesa poi la mancanza di trasparenza sui crediti che le aziende possono certificare telematicamente che non possono essere verificati dalle banche che, dal canto loro, quindi, si trovano impossibilitate a operazioni di compensazione o di smobilizzo.

 

Stipendi statali bloccati fino al 2014

 Sta per entrare in vigore il decreto ministeriale per l’attuazione della legge sulla spending review che blocca i contratti dei dipendenti pubblici e le rispettive retribuzioni. Situazione ancora più dolorosa per la scuola, dove il blocco riguarda anche gli scatti di anzianità previsti per l’anno in corso.

► Pubblica Amministrazione, nelle scuole il maggior calo

Il decreto attuativo del ministero dell’Economia e delle Finanze non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma si tratta di attendere ancora pochi giorni perché diventi effettivo. Nel decreto si legge:

Non si dà luogo, senza possibilità di recupero, alle procedure contrattuali e negoziali ricadenti negli anni 2013-2014 del personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche. Non si dà luogo, senza possibilità di recupero, al riconoscimento degli incrementi contrattuali eventualmente previsti a decorrere dall’anno 2011.

Oltre a questo nel decreto sono contenute anche le modalità di calcolo dell’indennità di vacanza contrattuale per gli anni 2015-2017:

Non si dà luogo, senza possibilità di recupero, al riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale per gli anni 2013 e 2014. Con riferimento al triennio contrattuale 2015-2017 l’indennità di vacanza contrattuale, calcolata secondo le modalità e i parametri individuati dai protocolli e dalla normativa vigenti in materia, è corrisposta a decorrere dal 2015.

► Nessuna stabilizzazione di massa per i precari delle P.A.

Spazio anche ai nuovi provvedimenti sugli scatti di anzianità del settore scuola: per il 2013 valgono le disposizioni contenute nel decreto 78 del 2010 che prevedevano per il personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario della scuola la non validità degli anni 2010, 2011, 2012 al fine della maturazione degli scatti di anzianità e relativi benefici monetari previsti.

Nella PA stipendi e rimborsi dei consiglieri online

 Il decreto legislativo sulla trasparenza nella pubblica amministrazione che domani sarà all’esame della conferenza Stato Regioni, prevede che i consiglieri locali dovranno mettere online i stipendi e i rimborsi. Il regolamento riguarda già i parlamentari e i rappresentanti del governo, e ora si potrebbe applicare anche ai rappresentati delle istituzioni locali. Per chi non pubblicherà questi dati la multa sarà tra i 500 a 10 mila Euro.

I programmi elettorali per i quattro temi caldi dell’economia

Il testo di legge afferma che:

Con riferimento ai titolari di incarichi politici di carattere elettivo o comunque di esercizio di poteri di indirizzo politico di livello statale regionale e locale, le pubbliche amministrazioni pubblicano con riferimento a tutti i componenti l’atto di nomina; il curriculum; i compensi di natura fissa o variabile.

La questione dei rimborsi che tanti casi ha sollevato negli ultimi tempi è considerata e nel testo si dice che devono essere indicati anche “gli importi di viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici.

Il decreto considera anche le assenze dei dipendenti e parla di un monitoraggio che si fa ogni tre mesi.

Sulla questione delle opere e dei lavori pubblici, il decreto propone che ogni amministrazione dovrà pubblicare le procedure per l’affidamento e l’esecuzione dei lavori.

Registro pubblico dei cattivi pagatori

 Gogna mediatica per chi non rispetta la legge che ha reso effettiva la normativa europea che limita il tempo di attesa per il saldo delle fatture alle imprese a 30 giorni.

► Piccole e medie imprese schiacciate dalla pressione fiscale: più della metà chiede prestiti

A scendere in campo per assicurarsi che tutto proceda per il verso giusto è stata la Confartigianato che, come annunciato dal suo presidente Giorgio Merletti, si sta dotando di uno strumento con il quale vuole monitorare che sia rispettato il termine dei trenta giorni sia per i privati che per la pubblica amministrazione.

Infatti, anche se è prevista una multa per chi procrastina il pagamento oltre i trenta giorni, il presidente di Confartigianato evidenzia come la pratica dilatoria ancora largamente in uso per saldare le fatture nelle transazioni commerciali, a danno delle piccole e medie imprese.

► Italia, il 70% delle imprese ha problemi di liquidità

Questo Osservatorio, quindi, servirebbe per monitorarne l’applicazione di tale norma ed è anche stata avanzata l’idea di creare un registro pubblico dei cattivi pagatori, ossia di coloro, pubblici o privati che siano, che non la rispettano. Un nobile progetto che andrebbe a facilitare molto la vita di quelle imprese che si trovano in difficoltà proprio perché non vedono saldati i crediti per il lavoro svolto. Un fattore che impedisce la crescita e la possibilità di creare occupazione.

Pagamento obbligatorio entro trenta giorni per la Pubblica Amministrazione

Scatta lo stop ai tempi troppo lunghi e alla burocrazia infinita delle transazioni commerciali.

Dal primo gennaio 2013 la ‘musica’ è cambiata. Le nuove regole europee introdotte dal Decreto Legislativo numero

192/2012 regolarizza diversamente tutte le transazioni commerciali che si sono concluse ad inizio 2013.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Il Dlgs regolamenterà soprattutto le transazioni riguardanti la Pubblica Amministrazione. La Pa, infatti, dovrà pagare i propri fornitori entro trenta giorni. Non più oltre, a meno che non si tratti di eccezioni giustificabili legalmente. In questo caso il pagamento dei fornitori potrà avvenire entro i 60 giorni.

TRANSAZIONI AZIENDA-AZIENDA

Lo stesso vale da ieri per le transazioni da azienda ad azienda, a meno che non ci sia un accordo preventivo tra le parti in grado di non diventare iniquo per il creditore.

Occorre ricordare che tali regole valgono per quelle transazioni che si sono concluse il primo giorno di quest’anno. In questi casi il termine ordinario fissato a 30 giorni sarà rispettato per evitare problemi di ogni tipo.

DEROGHE

Non mancano, tuttavia, le deroghe. Asl, Ospedali e Imprese Pubbliche potranno beneficiarne in alcuni casi, portando il termine massimo a 60 giorni. Le proroghe dovranno però essere giustificate:

– dalla natura o dall’oggetto del contratto;

– dalle circostanze esistenti al momento della sua conclusione;

SANZIONI

Sono previste sanzioni per le Pa che non rispetteranno i termini previsti dalla legge. Scatterà infatti la sanzione degli interessi legali di mora (i quali si calcoleranno prevedendo una maggioranza di otto punti in percentuale sul tasso fissato dalla Bce), a partire dal giorno successivo alla scadenza dei tempi di pagamento.

Pubblica amministrazione, presenza femminile minore ma più omogenea

Nell’arco del triennio negativo per quanto riguarda il calo dei dipendenti che afferisco alla pubblica amministrazione, si è ridotta in maniera drastica la quota rosa.

Tuttavia, il numero di nonne, seppur più basso, è ora più omogeneo. Le donne sono ora presenti in tutti i comparti. Aumentate in percentuale, hanno infatti raggiunto la soglia del 55% degli occupati nei settori pubblici.

L’aumento della quota percentuale della presenza femminile si spiega con il maggior numero di assunzioni, nonché con il minor numero di cessazioni.

La presenza elevata di donne è destinata a crescere in maniera consistente. In quali settori? Quelli preminenti: Scuola e servizio Sanitario Nazionale in primis. Si procede dunque a gonfie vele verso la parità. Ulteriori passi in avanti sono stati effettuati in altri settori dove la presenza femminile è tradizionalmente minoritaria. Parliamo della Magistratura e l’Universitá. Pur essendo ancora molto limitata, nella carriera Diplomatica si è avuto un apprezzabile incremento della presenza femminile, che risulta in crescita anche nei settori di più recente apertura quali i Corpi di Polizia e le Forze Armate.

Una goccia di sole in un mare buio, dunque, allieta la brutta notizia del calo profondissimo dei dipendenti della Pubblica Amministrazione.

Pubblica Amministrazione, nelle scuole il maggior calo

I dati messi a disposizione dalla Ragioneria dello Stato circa il calo dei dipendenti pubblici dell’ultimo anno, parlano molto chiaramente: ci sono infatti 155.000 dipendenti pubblici in meno negli ultimi 3 anni.

Entriamo nel dettaglio dei dati. Noteremo che il trend negativo che si verifica consecutivamente dal 2009 ad oggi porta con sé dei risultati sconcertanti. Dai dati erogati dalla Ragioneria dello Stato si evince che nel 2011 i dipendenti della Pubblica Amministrazione erano 3.282.999 . In sintesi, dunque,  sono quasi 154.000 in meno rispetto quanti erano nel 2008. Quattro anni fa, infatti, erano occupati nelle Pubblica Amministrazione ben 3.436.814 dipendenti.

SCUOLA

Il dato più grave riguarda i tagli degli insegnanti. Dobbiamo nuovamente rifarci al 2010. Il calo rispetto a due anni fa è dell’uno per cento. Nel 2010 i dipendenti pubblici che lavoravano nelle scuole erano infatti  3.315.238. Tuttavia, la Ragioneria dello Stato sottolinea una variante da tenere in considerazione. La variazione totale che risulta dal bilancio del 2011 rispetto al 2010 è più alta, ed arriva al -1,6%. Occorre infatti effettuare il calcolo a parità di enti. Ciò è possibile non tenendo in considerazione gli enti inseriti nella valutazione per la prima volta nel 2011.

La scuola, dunque, rappresenta il segmento della P.A, che ha contribuito più di tutti gli altri alla diminuzione del personale.