ABC del Decreto Lavoro, tutto quello che c’è da sapere sul testo approvato dal Senato

 Ammortizzatori Sociali

Al fine di promuovere l’occupazione, il Decreto Lavoro prevede degli incentivi per chi assume lavoratori in condizioni di difficoltà.

Nello specifico è stato previsto un contributo mensile alle aziende o imprese che assumono lavoratori che percepiscono l’Aspi (Assicurazione Sociale Per l’Impiego,  la vecchia disoccupazione) che prevede un contributo statale pari al 50% dell’indennità residua del lavoratore, per ogni mese di retribuzione.

Al contributo non possono le imprese che assumono lavoratori licenziati, nei sei mesi precedenti alla nuova assunzione, da altre imprese con le quali sono in rapporto di collegamento o di controllo.

Altra modifica apportata dal Decreto del Lavoro riguarda la Social Card, il contributo economico che lo Stato eroga alle famiglie in condizioni di comprovata difficoltà economica.

La sperimentazione viene estesa a tutti i territori del Mezzogiorno, con un rifinanziamento pari a 167 milioni per il 2014-2015.

Incentivi

Con questo Decreto il Governo mira a dare un aiuto ai giovani che, in un periodo come questo, hanno molte difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro.

Per questo sono stati previsti incentivi per le aziende e le imprese che assumono entro il 30 giugno 2015 giovani con età compresa tra i 18 e i 29 anni con un contratto a tempo determinato. L’incentivo consiste in uno sgravio contributivo pari a 650 euro mensili per 18 mesi. L’incentivo è disponibile solo in caso di assunzione di giovani disoccupati da almeno 6 mesi e senza titolo di scuola media superiore o professionale.

Apprendistato

Con l’approvazione da parte del Senato del testo del Decreto Lavoro (Dl 76/2013) è stato abolito il carattere di straordinarietà e temporaneità della nuova disciplina che prevede che sia la Conferenza Stato Regioni ad adottare le linee guida dell’apprendistato professionalizzante.

Se la Conferenza non provvede alla stesura delle linee guida entro i termini stabiliti (30 settembre) scatta la disciplina derogatoria.

► Riforma del Lavoro – Nuove norme in vigore per contratti a progetto, apprendistato e associazione

Associazione in partecipazione

Il Decreto Lavoro prevede degli incentivi specifici per l’assunzione degli associati in partecipazione, nella misura della conciliazione per tutti i contenziosi dell’azienda, dietro il pagamento di un contributo straordinario del 5% per 6 mesi, durante i quali il lavoratore così assunto non potrà essere licenziato.

Inoltre, il Decreto sancisce l’esclusione dalla sanzione per violazione del tetto massimo di tre associati nella stessa attività se si tratta di imprese mutualistiche che assumono associati e i rapporti tra produttori e artisti, interpreti ed esecutori, volto alla realizzazione di registrazioni.

► Cos’è il contratto di associazione in partecipazione

Contratti a termine

L’attuale disciplina sui contratti a termine prevede per i contratti a termine acausali – contratti che non obbligano il datore di lavoro a specificare le ragioni tecniche, produttive o organizzative che hanno portato all’assunzione del lavoratore – la possibilità di essere prorogati fino ad una durata massima complessiva di 12 mesi.

Con il Decreto 76/2013, inoltre, è stato modificato il periodo di tempo minimo che deve intercorrere tra un contratto a termine e il successivo presso lo stesso datore di lavoro: l’intervallo scende da 60 a 10 giorni per contratti di durata fino a 6 mesi e da 90 a 20 giorni per contratti di durata superiore a 6 mesi.

Contratti flessibili

Il Decreto Lavoro approvato dal Senato, in attesa di legge di conversione, prevede tre novità principale per i contratti flessibili, i contratti che si contraddistinguono per il carattere di discontinuità e saltuarietà del rapporto di lavoro:

1. Il Decreto Lavoro limita a 400 giornate di lavoro prestato presso lo stesso datore di lavoro nell’arco di tre anni il tetto superato il quali il rapporto di lavoro intermittente si trasforma in contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Le giornate lavorative da computare sono solo quelle effettuate dopo la data di entrata in vigore del decreto legge.

2. Il termine di validità dei contratti intermittenti sottoscritti alla data di entrata in vigore della legge 92 del 2012 non compatibili con le modifiche introdotte, è stato prorogato al 1° gennaio 2014.

3. Il Decreto Lavoro modifica anche il contratto a progetto, specificando che non può sussistere in caso di «compiti meramente esecutivi e ripetitivi», ampliando così la validità del divieto.

Chi assume un lavoratore con un contratto a progetto ha l’obbligo di specificare per iscritto nel contratto i termine del progetto del quale si occuperà il nuovo assunto.

Credito d’imposta

Con il Decreto Lavoro si modifica il periodo di fruizione del credito di imposta per le imprese del Mezzogiorno che assumono lavoratori con contratti a tempo indeterminato, introducendo la scadenza del 15 maggio 2015. La precedente legislazione prevedeva un periodo di tempo di due anni a partire dal giorno dell’assunzione.

Le imprese che intendono usufruire del beneficio, devono farne specifica richiesta alle regioni di riferimento secondo quanto specificato nei provvedimenti attuativi.

Rifinanziamento dei tirocini

Il Decreto lavoro prevede una dotazione di 1 milione di euro per il Fondo straordinario “Mille giovani per la cultura”, da utilizzare per la promozione di tirocini formativi e di orientamento nel settore della cultura.

6 milioni di euro nel triennio 2013/2015 andranno alle Pubbliche Amministrazioni per le indennità di partecipazione ai tirocini.

3 milioni di euro nell’anno accademico 2013-2014 e altri 7,6 per i periodi successivi, infine, sono stati messi a disposizione delle università statali per il finanziamento dei tirocini curriculari.

► Mini – guida del Ministero al Decreto Lavoro 2013: gli interventi per i giovani

Fondo di Garanzia per i Giovani – Youth guarantee

Con il Decreto Lavoro viene istituita, presso il Ministero del Lavoro, una missione che avrà il compito di coordinare e gestire il programma di attuazione del Fondo di Garanzia per i Giovani, che prevede un contributo comunitario pari a 450 milioni di euro.

Questa struttura sostituisce fino alla fine del 2015 i centri per l’impiego, attualmente in via di ristrutturazione. Il suo compito sarà di interagire con gli organi di governo che si occupano di politiche occupazionali e l’analisi dei dati sull’occupazione che le regioni dovranno periodicamente inviare.

Start-up innovative

Il Decreto del Lavoro estende fino al 2016 gli incentivi in favore di persone fisiche e persone giuridiche che intendono investire nel capitale sociale di imprese “start-up innovative” già previsti per il biennio 2013-2015.

► Start up innovative: definizione, requisiti e agevolazioni previste con il Decreto Lavoro

Arrivano i tagli per le auto blu e gli aerei di Stato

 Non si ferma l’ opera di revisione della spesa portata avanti dal Consiglio dei Ministri. Questa volta, ad essere interessati dalle cesoie della spending review di governo, sono i mezzi di trasporto di Stato. Auto blu a disposizione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ore di volo e aerei di Stato subiranno infatti della riduzioni..

400 giudici ausiliari in più grazie al Decreto del Fare

 All’ interno del  Decreto del Fare, il cui testo definitivo ha ricevuto solo alcuni giorni fa l’ ok da parte della Camera, non poteva mancare il capitolo dedicato alla giustizia. La giustizia italiana, infatti, per molti versi sofferente a causa di un permanente sottodimensionamento potrà ricevere nuove forze operative su cui contare. 

Taglio del 25% agli stipendi dei manager pubblici nel Decreto del Fare

 Nel Decreto del Fare, il cui testo definitivo ha ricevuto solo pochi giorni fa il via libera da parte della Camera, si guarda anche al risparmio. L’ ottica della spending review è stata applicata, questa volta, alle retribuzioni dei manager delle amministrazioni pubbliche

Retribuzioni pubblico impiego bloccate fino al 2014

 Il Consiglio dei Ministri ha approvato il regolamento, stilato in occasione della spending review per la Pubblica Amministrazione, che prevede il blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti fino al 2014.

Solo dal 2015 i dipendenti delle pubbliche amministrazioni potranno rivedere i contratti e sperare in un miglioramento del trattamento economico.

► Bloccati gli stipendi dei manager fino al 2014

Il regolamento prevede che saranno estesi dal 2013 al 2014 i seguenti blocchi degli automatismi stipendiali dei dipendenti delle PA:

– i trattamenti economici individuali;

– la riduzione delle indennità corrisposte ai responsabili degli uffici di diretta collaborazione dei ministri e l’individuazione del limite massimo per i trattamenti economici complessivi spettanti ai titolari di incarichi dirigenziali;

– il limite massimo e la riduzione dell’ammontare delle risorse destinate al trattamento accessorio del personale;

– meccanismi di adeguamento retributivo, classi e scatti di stipendio, le progressioni di carriera comunque denominate del personale contrattualizzato e di quello in regime di diritto pubblico.

► Quanto costano le auto blu

Con questo regolamento il Governo tenta di duplicare i buoni risultati ottenuti con il blocco del turn over nella Pubblica Amministrazione, che, nel periodo 20122/2012 ha portato ad un risparmio complessivo nell’amministrazione pubblica di 6,6 miliardi al lordo dei contributi. Un risultato ottenuto grazie alla diminuzione del numero dei dipendenti (-120 mila unità, pari al -3,5%) e alla riduzione delle retribuzioni (-,6% per il 2012 e -0,7% per il 2011).

Saccomanni fa il punto della situazione su IMU, PIL e PA

 E’ ottimista il Ministro dell’ Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni in merito ad eventuali possibilità di ripresa dell’ economia italiana che sembrano già profilarsi all’ orizzonte in vista del prossimo autunno. Ottimista, del resto, come i vertici del Governo, che hanno riconfermato la solidità del sistema bancario e la fine del ciclo congiunturale negativo. 

In calo i costi della Pubblica Amminsitrazione per le auto blu

 In tempi in cui la spending review è diventata uno degli obiettivi nazionali, tutti gli organi dello Stato sono chiamati a dare il proprio contributo per ridurre l’ammontare delle spese superflue. Anche la Pubblica Amministrazione. E infatti il grande comparto della burocrazia italiana ha iniziato piano piano a fare la sua parte.

Altri 25 miliardi per i debiti della PA nel 2014

 E’ stato approvato dal Senato il testo del Decreto Lavoro, che apporterà misure di rilevante importanza nel mondo del lavoro, nell’ assetto dell’ economia italiana e sotto il profilo fiscale. 

Prepensionamento forzoso e mobilità per gli statali in esubero

 È arrivata l’austerity anche per la Pubblica Amministrazione che dovrà rimettere mano all’organico e tagliare 7.800 lavoratori in eccedenza.

In queste ora è stata emessa la circolare 3/2013 che fissa i criteri per la cessazione dei dipendenti eccedenti. Le possibilità per le Pubbliche Amministrazioni coinvolte sono due: la mobilità o il prepensionamento.

► Come funziona l’indennizzo per i ritardi delle pubbliche amministrazioni

Pre pensionamento forzoso

Chi, tra i 7.800 fra i lavoratori esuberati delle PA avrà raggiunto entro la fine del 2013 i requisiti per andare in pensione con le regole vigenti prima della riforma Fornero sarà collocato in prepensionamento, ma la PA dovrà dare preavviso di sei mesi.

Mobilità ‘dura’

I lavoratori che la Pubblica Amministrazione dovrà mettere fuori organico che non possono accedere alla pensione saranno inseriti in progetti di mobilità che mirano al ricollocamento della risorsa in un’altra amministrazione.

Per loro stipendio si potrà abbassare dal 50 all’80% e, se non avviene il ricollocamento entro due anni, il lavoratore è licenziato.

► Come certificare lo stato di disoccupazione

Da dove arrivano i lavoratori in esubero

La maggior parte dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni che dovranno essere messi fuori organico con i tagli previsti dalla spending review proviene dall’Inps, che ha avuto una immissione di lavoratori piuttosto sostanziosa dopo l’accorpamento con l’Inpdap e l’Enpals, per un totale di 3.314 lavoratori.

Seguono i ministeri (3.236 esuberi), gli enti pubblici non economici e gli negli enti di ricerca.

Come funziona l’indennizzo per i ritardi delle pubbliche amministrazioni

 L’articolo 28 del decreto 69/2013 ha introdotto la possibilità, per chi ha rapporti con le Pubbliche Amministrazioni, di ricevere un indennizzo in caso di ritardi, da parte dell’Istituzione alla quale ci si è rivolti, nella conclusione dei procedimenti amministrativi.

L’indennizzo al quale si avrà accesso – in questa fase sperimentale della sperimentazione l’indennizzo è riservato a procedimenti amministrativi riguardanti l’avvio e lesercizio di attività di impresa – consta di 30 euro per ogni giorno di ritardo, per un massimo di 2 mila euro (quindi 66 giorni di ritardo).

► Altri 10 miliardi per i debiti della Pubblica Amministrazione

L’indennizzo formalizzato dal Governo non sarà corrisposto automaticamente, ma spetta all’imprenditore fare la richiesta entro sette giorni dalla data di scadenza dei termini per la conclusione del procedimento amministrativo, direttamente al titolare del potere sostitutivo (ossia la pubblica amministrazione coinvolta nel procedimento amministrativo, che dovrà provvedere ad indicare chi è sul suo sito internet).

L’indennizzo, inoltre, non sarà corrisposto in denaro, ma attraverso delle detrazioni su eventuali risarcimenti per altri tipi di danni o comunque attraverso modalità che dovranno essere indicate dalla PA coinvolta.

In caso di contenziosi tra l’imprenditore o il cittadino e la Pubblica Amministrazione riguardo a possibilità, modalità e termini dell’indennizzo, si può fare ricorso al Tar, ma, se il tribunale giudica inammissibile l’indennizzo, il ricorrente sarà costretto a pagare una somma da due a quattro volte il contributo unificato a vantaggio della pubblica amministrazione.