Le rateizzazioni restano la soluzione più usata da famiglie e imprese per pagare le cartelle di Equitalia. Finora sono attive 2,3 milioni per un importo di oltre 25 miliardi di euro.
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Mercato immobiliare in ripresa, le offerte di mutui convenienti sono aumentate
Si sta registrando una ripresa nel mercato immobiliare, i prezzi delle case sono scesi, le offerte di mutui convenienti sono aumentate e la nuova manovra di abbassamento dei tassi da parte della Bce potrà contribuire a cambiare in positivo ancor di più questo contesto. Mentre restano ferme le richieste di prestiti personali, torna a crescere il mercato dei mutui, con tassi sempre più convenienti.
Il prestito online BNL In Novo – Le caratteristiche
In un post pubblicato prima di questo abbiamo visto quali sono le caratteristiche del nuovo conto corrente online BNL, il conto corrente BNL In Novo – Il conto pratico web non solo gestibile, ma anche attivabile direttamente da internet, senza la necessità di recarsi personalmente in una delle filiali.
Le novità per i debiti contributivi, la rateizzazione breve
Con la Circolare n. 108 l’Inps ha apportato delle novità per quanto concerne il pagamento dei debiti contributi in fase amministrativa.
► Guida alla nuova procedura on line per la verifica dei contributi
In pratica l’Inps dà la possibilità ai contribuenti che abbiano già fatto richiesta di rateizzazione dei loro debiti contributivi nei confronti dell’Inps, di accedere ad una procedura di ‘ravvedimento’ nel caso non riescano a far fronte alle rate del primo piano di ammortamento, attraverso la quale sarà possibile, diversamente da come accadeva con regole fino ad ora in vigore, di richiedere una ulteriore dilazione delle somme da pagare.
Prima della Circolare n. 108, il contribuente poteva richiedere una seconda rateizzazione solo dopo aver estinto il pagamento delle rate precedenti.
Inoltre, l’Inps dà anche la possibilità della rateizzazione breve. Con questa procedura i contribuenti che hanno contratto debiti contributi per un periodo non superiore ai tre mesi con l’Inps (in caso di datori di lavoro/committenti, se si tratta di autonomi il periodo è un trimestre/rata) possono scegliere di pagare il loro debito a rate pur mantenendo lo status di correttezza contributiva.
► Guida all’iter unico per la rateizzazione dei contributi non pagati
La dilazione avviene al massimo per sei mesi e la si può richiedere all’Inps anche in caso di ulteriore scopertura sulle partite correnti riferite di una precedente gestione già rateizzata.
Guida all’iter unico per la rateizzazione dei contributi non pagati
Con la Circolare Inps n. 108 dello scorso 12 luglio, l’Inps ha voluto unificare le modalità di pagamento dilazionato dei debiti contributivi per tutte le gestioni di sua competenza (gestioni private, ex-Inpdap, ex Enpals), attivando, inoltre, la possibilità di rateizzazione breve in caso di mancati pagamenti dei contributi.
Però, prima di vedere come si effettua la richiesta per il pagamento dilazionato dei debiti contributivi in fase amministrativa, è opportuno controllare al propria situazione con l’Inps.
Per agevolare anche questo passaggio, l’Istituto ha messo a disposizione una nuova procedura on line per il controllo della regolarità produttiva. La piattaforma Regolarità contributiva on line dell’Inps è disponibile sul sito dell’Istituto ed è accessibile a tutti i soggetti responsabili dell’adempimento contributivo in possesso di un codice Pin dell’Inps.
La procedura produce un documento nel quale sono riassunte le diverse posizioni su tutte le gestioni dell’Inps.
Una volta che si è avuta la certezza di avere debiti contributivi in fase amministrativa, su può procedere alla richiesta di rateizzazione: è sufficiente che il contribuente invii la richiesta in via telematica seguendo le indicazioni del messaggio 11532/2013 dell’Inps per la compilazione della stessa ().
L’Inps poi procederà alla definizione del piano di ammortamento che, come specifica la Circolare 108, verrà considerato accettato dal contribuente con il pagamento della rata di “acconto”, entro il termine comunicato nel piano stesso.
Come funziona la rateizzazione dei debiti con Equitalia
Il Decreto del Fare prevede che i contribuenti che abbiano contratto dei debiti fiscali con Equitalia potranno accedere, in modo più semplice e veloce, alla rateizzazione, con metodologie e rate diverse in base all’ammontare del debito stesso.
► Come funziona il fermo amministrativo di Equitalia
Vediamo nel dettaglio come funziona la rateizzazione per i debiti contratti con Equitalia per importo fino a 50 mila euro, per importi superiori ai 50 mila euro e la rateizzazione in 120 rate e quali sono le restrizioni finanziarie prese in considerazione da Equitalia per concedere o meno la rateizzazione.
Prima di procedere all’analisi delle singole situazioni, ricordiamo che è stato anche aumentato il numero delle rate dopo le quali viene sospesa la possibilità di rateizzazione del debito: da 2 consecutive a 7 rate su tutto il periodo di dilazione del pagamento.
► Le nuove soglie del recupero crediti per gli errori per modico valore
Rateizzazione debiti Equitalia fino a 50 mila euro
Equitalia ha deciso di sua spontanea volontà di alzare la soglia massima per la quale è possibile richiedere la rateizzazione veloce del debito, portandola da 20 mila a 50 mila euro.
Per accedere a questa rateizzazione, che prevede la restituzione del debito in un massimo di 72 rate in due anni – è sufficiente presentare la domanda allo sportello Equitalia competente per il territorio.
Per questo tipo di rateizzazione è prevista una rata minima di 100 euro, ma il contribuente debitore può richiedere anche un piano personalizzato di restituzione del debito con rate crescenti ogni anno.
Rateizzazione debiti Equitalia superiori a 50 mila euro
Anche nel caso in cui il contribuente abbia contratto con il Fisco un debito superiore a 50 mila euro, ma inferiore ai 120 mila, è possibile accedere al piano di restituzione veloce – 72 rate in sei anni – ma la rateizzazione deve essere approvata da Equitalia.
Sarà quindi necessario produrre la documentazione che dimostra la possibilità da parte del contribuente di saldare il debito a rate o l’impossibilità di saldare il debito in tempi più ristretti.
► Pagamenti online più semplici per Equitalia
Possibilità di rateizzazione in 120 rate
La possibilità di rateizzazione dei debiti con il Fisco in 120 rate è riservata ai contribuenti la cui condizione economica non permette più di assolvere alla restituzione del debito in 72 rate.
La rateizzazione del debito in 120 è sottoposta, da parte dell’ente di riscossione, all’accertamento dell’esistenza di una comprovata e grave situazione di difficoltà che non possa ricondursi alla responsabilità del privato o dell’impresa.
Inoltre, per accedere alla rateizzazione del debito con il Fisco in 120 rate è necessario che il contribuente abbia anche i due seguenti requisiti:
accertata impossibilità per il contribuente di assolvere al pagamento del debito secondo il precedente piano di rateazione ordinario
valutazione di solvibilità del nuovo piano di rateizzazione in 120 versamenti.
Guida per ottenere un mutuo anche in tempo di crisi
I dati che ciclicamente rilascia l’Istat sui mutui che vengono concessi in rapporto alle richieste dimostrano che le banche non hanno fiducia nei risparmiatori italiani e, stando anche ai dati rilasciati dai vari broker on line di mutui, la percentuale dei richieste di mutui accettate dalle banche si ferma al 5% del totale.
Ciò vuol dire che il 95% delle richieste di mutui non viene presa in considerazione dalle banche, lasciando i clienti senza alcuna possibilità di ottenere quel prestito necessario all’acquisto, nella maggior parte dei casi delle richieste, della prima casa.
In questo modo, non solo si impedisce agli italiani di acquistare casa, ma si mette anche un blocco effettivo alle possibilità di ripresa del mercato immobiliare e, di conseguenza, del settore edile, italiano.
C’è da dire, però, che non sempre la colpa del credit crunch è da far ricadere sulle banche, anche se lo è nella maggior parte dei casi, alcune volte, infatti, chi vorrebbe accendere un mutuo non tiene conto di alcuni particolari che potrebbero facilitare le banche a riporre fiducia nelle loro possibilità di restituzione di quanto chiedono in prestito alla banca.
Proponiamo qui una piccola guida per alzare le probabilità che la banca risponda positivamente alla vostra richiesta di mutuo.
Come scegliere la banca alla quale fare richiesta di mutuo
Ci sono tantissime banche che operano in Italia. Ma non tutte funzionano allo stesso modo e non tutte hanno gli stessi standard per le concessioni di mutui e prestiti: alcune hanno delle maglie più strette e richiedono molte più garanzie, altre, invece, proprio per andare incontro alla necessità delle famiglie hanno allentato i cordoni delle loro borse e sono più disponibili alla concessione di liquidità.
Quindi. Anche se si ha una banca di fiducia della quale si è clienti da lungo tempo, non ci si deve fermare a questa prima richiesta e al possibile rifiuto. Per aumentare le probabilità di vedere accolta la propria richiesta di mutuo è necessario fare quante più richieste di mutuo possibili, rivolgendosi a più istituti.
Grazie agli strumenti on line come MutuiOnline, Mutui.it, MutuiSupermarket, poi, si possono confrontare le offerte di mutuo fatte dalle diverse banche che operano sul territorio e scegliere quelle più convenienti o le offerte di mutuo più vicine alle proprie esigenze.
Sempre grazie a questi strumenti è anche possibile inviare la richiesta di mutuo a più istituti contemporaneamente.
► Tasso del mutuo: meglio fisso o variabile?
La rata e il reddito
Un fattore molto importante nella richiesta di un mutuo è il peso che la restituzione di quanto concesso dalla banca ha sul proprio reddito mensile.
Per aumentare le possibilità che la banca conceda il mutuo richiesto, è importante che l’ammontare della rata non sia superiore al 33% del reddito mensile dei debitori.
Nel conteggio di questa percentuale è anche importante tenere conto della presenza o meno di altre rate che si pagano mensilmente, come, ad esempio, prestiti per altri acquisti, carte revolving etc.
Per evitare che queste rate precedenti influiscano in maniera negativa sulle probabilità che la banca conceda il mutuo richiesto, si possono percorrere due strade: estinguere i debiti precedenti in un’unica soluzione (ma in questo caso è necessario fare attenzione che l’estinzione non comporti troppi oneri aggiuntivi) oppure procedere con la rinegoziazione del prestito per avere delle rate molto più basse – che influiscono meno nel conteggio della percentuale mensile – da pagare in un periodo di tempo più lungo.
Cancellazione dalle liste dei cattivi pagatori
Altro passo importante da fare prima di rivolgersi ad una banca per chiedere un mutuo, è quello di provvedere alla cancellazione del proprio nome dalla lista dei cattivi pagatori. Per farlo è necessario essersi messi in regola con tutti i pagamenti non effettuati fino a quel momento.
A seconda della gravità del debito accumulato, la posizione di cattivo pagatore presso le banche può essere sanata in un periodo che varia dai 12 ai 36 mesi.
Superiori al 25% gli interessi per chi acquista a rate
Ad essere positivi potremmo dire che i tassi d’interesse sono un calati leggermente. Ma rimangono stellari, con massimi (leggi “American Express“) che toccano punte del 26%. Una sorta di usura. Forse, allora sarebbe meglio stare lontani carte di credito revolving, quelle con il rimborso a rate. Comode, probabilmente. Ma sono un peso incredibile per le tasche dei consumatori, che rischiano di non capire né quanto s’indebitano né quanto spendono. Ecco i dati e qualche esempio, elaborato dall’Università Bocconi che ha condotto un’importante ricerca nella quale ha confrontato dieci carte rateali.
Tasso annuo
Il tasso annuo effettivo globale medio (Taeg) delle revolving è nel 2013 del 18,97%, contro il 19,64% di un anno fa. Quello minimo è del 9,92%, isolata eccezione di Deutsche Bank (Carta Comfort). Quello massimo è del 25,92% (Amex Carta Blu) ed è al limite della soglia d’usura, visto che quella in vigore per le revolving è del 25,20%, ma non si riferisce al Taeg, bensì al Tegm, il tasso effettivo globale medio, che non comprende le imposte (ed è incredibile che non ci sia confrontabilità: sui fogli informativi c’è il Taeg, non il Tegm calcolato da Banca d’Italia).