Lo stipendio di Zuckerberg

 Quando in un momento di crisi dell’azienda si scopre che il CEO della stessa azienda ha previsto per sé un aumento dello stipendio, gli investitori generalmente puniscono la scelta.

Marchionne e lo stipendio nel periodo di crisi

E’ già successo con Marchionne alla Fiat e con Bernabé per Telecom. Adesso nello stesso vortice descritto è entrato anche il mondo digitale e sotto accusa c’è proprio il capo di Facebook.

Superstipendio anche per Bernabé di Telecom

Il titolo del social network per eccellenza, in borsa, non è stato molto proficuo. Dal suo debutto ad oggi ha quasi visto dimezzarsi il valore iniziale e questo ha fatto sì che dopo pochissime settimane Mark Zuckerberg fosse mandato via dalla classifica dei 10 uomini più ricchi del mondo.

Una notizia che lo ha preso alla sprovvista proprio durante il viaggio di nozze in Italia. Adesso, invece, si apprende che per il 2012, il suo assegno da CEO di Facebook, è stato di ben 1,99 milioni di dollari. L’assegno è stato firmato dall’amministrazione dell’azienda che Zuckerberg ha fondato e di cui è CEO. 

 Facebook dovrà rimborsare 62 milioni agli azionisti

Rispetto al 2011 si tratta di uno stipendio maggiorato del 16 per cento. Nel 2011, infatti, il giovane magnate del mondo digitate aveva incassato “appena” 1,2 milioni di dollari.

I compensi esosi dell’amministratore

 L’Amministrazione finanziaria, in alcuni casi, può mettere in discussione le scelte fatte dagli amministratori delle società che magari decidono di pagare in modo troppo generoso le prestazioni dell’amministratore unico. L’ordinanza cui facciamo riferimento è la numero 9036 del 15 aprile 2013.

Quando l’IVA è indetraibile

In questa ordinanza la Corte di Cassazione ha spiegato che dal reddito d’impresa sono indeducibili i compensi versati all’amministratore unico che nelle indagini risultano sproporzionati e soprattutto privi di ragioni economiche giustificative.

Le buste paga gonfiate sono fraudolente

E’ come se l’amministrazione tributaria avesse deciso un tariffario limite per gli amministratori unici, un tetto massimo oltre il quale la spesa è da considerarsi sproporzionata. Il fatto cui fa riferimento il pronunciamento è il seguente: la commissione tributaria ha rigettato il ricordo di una società a responsabilità limitata che si era opposta ad un avviso di accertamento IRPEG/IRAP.

L’ente impositore, infatti, aveva intenzione di recuperare una parte, quella eccedente il famoso “tariffario”, versata all’amministratore unico. Il giudizio della Corte d’Appello è stato avverso alla società perché non erano state fornite prove dell’esistenza di valide ragioni economiche della deduzione dei componenti negativi del reddito, contestati.

La normativa fiscale sulle società di capitali e sulle società di persone, spiega che possono essere considerati elementi negativi i compensi all’amministratore unico e in capo alle società sono deducibili nell’esercizio in cui sono pagati e in capo agli amministratori sono tassabili nell’esercizio in cui sono incassati.

Il reato della doppia vendita

 Per evadere le tasse, un imprenditore, ha usato fatture relative ad operazioni inesistenti, ma il reato collegato alla doppia vendita di uno stesso bene, è stato scovato dall’Agenzia delle Entrate. Adesso esiste anche una sentenza della Corte di Cassazione a riguardo.

Si tratta della sentenza numero 16764 del 12 aprile 2013 in cui è stato accusato ufficialmente l’imprenditore in questione per dichiarazione fraudolenta. Il reato si è configurato nel momento in cui il contribuente ha venduto i beni “lavati”, cioè ha ceduto a delle società intermediarie di comodo dei beni senza l’addebito dell’IVA per poi rivendere gli stessi beni ai clienti effettivi con prezzi più bassi di quelli in vigore nel mercato di riferimento.

Smascherata la frode che coinvolgeva la colf

Come per ogni sentenza, anche in questo caso c’è un fatto alla base del pronunciamento. La Corte d’Appello aveva condannato il rappresentante legate di una società che si occupava di commercio di prodotti di telefonia mobile, dichiarandola colpevole di dichiarazione fraudolenta.

Le buste paga gonfiate sono fraudolente

L’imprenditore condannato aveva fatto ricorso in cassazione spiegando che per il reato contestato non aveva alcuna responsabilità. I porporati, invece, hanno dichiarato infondato il ricorso e hanno condannato l’imprenditore alla pena minima prevista dalla normativa.

Nel pronunciamento è evidente che c’è un’implicita condanna alle società cartiere, alle società di comodo interposte nelle normali attività commerciali.

 

Tutto sul modello 770

 Il modello 770 ha trovato ampio spazio nei nostri articoli anche se non è di diretto interesse per i contribuenti comuni ma deve essere usato dai sostituti d’imposta, dalle amministrazioni dello stato e dagli altri enti e amministrazioni simili.

I sostituti d’imposta, come abbiamo avuto modo di specificare nella scheda informativadevono infatti comunicare all’Agenzia delle Entrate  tutti i dati relativi alle ritenute effettuate nel periodo d’imposta della dichiarazione. In pratica devono effettuare una dichiarazione annuale riguardo i versamenti eseguiti, i crediti, le compensazioni e i dati relativi a contributi e assicurazioni.

Chi deve presentare il 770 ordinario? La risposta è molto semplice: i sostituti d’imposta che hanno corrisposto somme soggette a ritenuta alla fonte sui redditi di capitale, compensi per avviamento commerciale, contributi ad enti pubblici e privati, riscatti da contratti di assicurazione vita, premi legati a proventi finanziai, utili collegati a partecipazioni in società di capitali e redditi diversi.

E’ importante poi capire Come quando presentare il 770 ordinario. Fatto salvo che tutte le scadenze possono subire delle modifiche e che quindi è sempre meglio controllare il sito dell’Erario, in linea di massima il modello in qustione deve essere trasmesso telematicamente entro il 31 luglio in modo diretto, oppure attraverso un intermediario abilitato, sia esso un professionista, un CAF oppure un’associazione di categoria.

Chi deve presentare il 770 ordinario

Con la scheda informativa del 770 abbiamo sottolineato che si tratta di un modello di dichiarazione dei redditi per i sostituti d’imposta che devono usarlo per certificare ritenute operate, crediti e compensazioni, relative a diverse tipologie di redditi.

Come abbiamo già visto anche per gli altri modelli di dichiarazione, cerchiamo di capire chi è tenuto alla presentazione del modello 770 ordinario.

Tutto sul modello 730

Devono presentare il 770 ordinario i sostituti d’imposta che hanno corrisposto somme soggette a ritenuta alla fonte sui redditi di capitale, compensi per avviamento commerciale, contributi ad enti pubblici e privati, riscatti da contratti di assicurazione vita, premi legati a proventi finanziai, utili collegati a partecipazioni in società di capitali e redditi diversi.

Quindi devono presentare il 770 ordinario sia le società di capitali e gli enti commerciali ad esse equiparate che risiedono nel territorio dello Stato, gli enti non commerciali compresi gli enti pubblici, le associazioni non riconosciute, le società e gli enti di ogni tipo, i trust, i condomini, le società di persone fatte da residenti nel territorio dello Stato, le società e le associazioni senza personalità giuridica, i gruppi europei d’interesse economico, le persone fisiche che esercitano arti e professioni, le amministrazioni si stato, i curatori fallimentari.

Scheda informativa del 770

 Il 770 è un tipo di dichiarazione che non interessa i contribuenti comuni, infatti è propria dei datori di lavoro, degli enti pensionistici, degli amministratori di stato e via dicendo. I sostituti d’imposta devono infatti comunicare all’Agenzia delle Entrate  tutti i dati relativi alle ritenute effettuate nel periodo d’imposta della dichiarazione. In pratica devono effettuare una dichiarazione annuale riguardo i versamenti eseguiti, i crediti, le compensazioni e i dati relativi a contributi e assicurazioni.

Scegliere tra i diversi modelli di dichiarazione

La dichiarazione 770 come tutte le dichiarazioni dei redditi, sono disponibili in due formati: il 770 semplificato e il 770 ordinario. In base al tipo di contribuente, i soggetti devono trasmettere una sola o entrambe le dichiarazioni. Nel modello 770 semplificato devono essere riportati alcuni dati in forma obbligatoria: i dati relativi alle certificazioni rilasciate ai contribuenti, sia in relazione ai redditi di lavoro dipendente, sia riguardo indennità di fine rapporto, fondi pensioni, redditi da lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi; i dati contributivi, previdenziali e assicurativi effettuati per il sostituto d’imposta cui si riferisce la dichiarazione; i dati sui versamenti effettuati di crediti e compensazioni; i dati sulle somme liquidate in seguito a pignoramenti.

Chi deve presentare il modello 730

Nel modello 770 ordinario, invece, devono essere indicate da un lato le ritenute sui dividendi, sui proventi di partecipazione, sui redditi di capitale, sulle operazioni finanziarie e sulle indennità di esproprio, ma deve essere usato anche per i versamenti riguardo compensazioni e crediti d’imposta.