Online il 730/2013 in versione definitiva

 Il 730/2013 è un modello di dichiarazione dei redditi valido soprattutto per chi ha dei redditi da lavoro dipendente o la cui fonte di reddito è un assegno pensionistico. Il modello 730 deve essere presentato entro il 30 aprile 2013 se si decise di avvalersi dell’aiuto di un sostituto d’imposta, oppure deve essere presentato entro il 31 maggio nel caso in cui si faccia affidamento su un CAF o su un professionista abilitato.

La prima scadenza sul 730 è oggi

Le due novità più importanti riguardano l’IMU: l’IRPEF e gli addizionali sul reddito dominicale dei terreni non affittati e sul reddito dei fabbricati non locati non deve essere più pagata perché sostituita dall’IMU e devono essere pagati gli addizionali se l’immobile è esente da IMU.

L’imposta municipale è trattata nel Quadro I del modello di dichiarazione.

Altre novità, non le elencheremo tutte, riguardano le spese sostenute per il recupero del patrimonio edilizio e per gli interventi finalizzati al risparmio energetico. Nel primo caso, per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013 è prevista una detrazione d’imposta del 50% per una spesa massima complessiva di 96.000 euro. In più è stata prorogata fino al 30 giugno 2013 anche la deduzione del 55% per gli interventi di risparmio energetico, compresa la sostituzione degli scaldabagni vecchio stampo con quelli a pompa di calore.

Bozza del 730/2013 online

Modalità di utilizzo, scadenze e sanzioni per i voucher lavoro occasionale

 La riforma del lavoro ha portato degli importanti cambiamenti per quanto riguarda l’utilizzo dei buoni lavoro voucher, lo strumento di pagamento utilizzato per retribuire i lavoratori occasionale con collaborazione di tipo accessorio, che, per essere validi, dovranno essere orari, numerati progressivamente e datati e utilizzati al massimo entra 30 giorni dall’acquisto.

Tutto ha inizio con la riforma del lavoro accessorio arrivata con la legge n. 92 del 2012. Secondo la nuova normativa, a partire dal 18 luglio 2012 in poi, salvo alcuni casi specifici, il lavoro occasionale di tipo accessorio potrà essere utilizzato per tutti i tutti i settori produttivi, sempre che però sia rispettato il limite quantitativo previsto dalla riforma, di 5.000 euro di compenso sulla totalità dei committenti nel corso di un anno solare.

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Per chiarire ulteriormente la questione il Ministero del lavoro ha rilasciato una circolare, la n. 4 del 2013, con la quale si stabiliscono i limiti e le sanzioni per l’utilizzo dei voucher per il pagamento di questa tipologia di prestazioni.

Limiti e sanzioni per prestazioni che eccedono i 5.00 0 euro

Nel caso in cui, infatti, il datore di lavoro utilizzi voucher per una somma complessiva superiore al limite prefissato dei 5.000 euro (che si riducono a 2.000 se il committente è imprenditore commerciale e professionista), il lavoro svolto non potrà più essere considerato come accessorio ma sarà trasformato in rapporto di natura subordinata a tempo indeterminato, con l’applicazione delle relative sanzioni civili e amministrative per il datore di lavoro che non ha rispettato il limite.

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Scadenza e sanzioni previste per l’utilizzo dei buoni voucher oltre il 30° giorno

Ulteriore novità per le scadenze dei voucher: oltre a dover essere orari, datati e numerati, i buoni lavoro dovranno essere utilizzati entro e non oltre il 30° giorno dal loro acquisto, termine oltre il quale scatta il lavoro nero, con le relative sanzioni, perché, come recita la circolare

la prestazione stessa sarà da ritenersi quale prestazione di fatto, non censita preventivamente e pertanto da considerarsi “in nero”.

Le sanzioni, in questo caso, partono da 1.500 euro per arrivare fino a 2.000 euro.

Sono due le interpretazioni possibili al limite di utilizzo dei buoni lavoro fissato al 30° giorno dalla data di acquisto. La prima considera i tempi di comunicazione per le imprese che devono dare preventivamente notifica dell’intenzione di utilizzare i voucher per il lavoro accessorio: la durata di trenta giorni permette una maggiore flessibilità nell’utilizzo del voucher, che sia in formato cartaceo o in quello telematico.

La seconda interpretazione, invece, è più restrittiva e

renderebbe assai difficile e oltremodo oneroso per il committente formalizzare preventivamente le singole giornate e le quantità di voucher da attribuire ad ogni lavoratore, in particolare in alcuni settori ove la effettuazione e la quantificazione della prestazione è condizionata da fattori esterni, anche di carattere climatico, di difficile prevedibilità.

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Limiti e sanzioni previste per durata della prestazione

La circolare n. 4/2013 prevede inoltre che il datore di lavoro può incorrere in sanzioni anche nel caso in cui la durata della prestazione resa dal dipendente occasionale sia eccedente il limite orario prefissato dai voucher. In questo caso, gli ispettori del ministero dovranno accertarsi dell’effettiva corrispondenza tra la quantità di ore lavorate dal dipendente e i buoni lavoro utilizzati per il pagamento.

 

 

Per il ministro Grilli si devono ridurre le tasse

fuori dalla recessione da aprile in poi. 

Se si riduce ancora lo spread o se i nostri titoli di stato ritrovano il fascino perduto tra gli investitori, il cittadino normale, senza un portafoglio d’investimenti, non sa in effetti di cosa gioire, ma Grilli, nel suo intervento europeo, prende di petto una questione cruciale per il paese: le tasse.

Strategie di riduzione della tasse

Secondo il nostro ministro, la riduzione delle imposte, in Italia, è un’esigenza e non va assecondata da sola ma nel rispetto degli impegni presi riguardo la spesa pubblica, da ridurre assolutamente.

Il prossimo governo, quindi dovrà sicuramente operare per la revisione della spesa pubblica e sicuramente dovrà mettere in campo una serie di manovre di austerità, ma questo non vuol dire che dovrà aumentare lo sforzo economico dei cittadini, anzi.

Con la riduzione degli sprechi e della spesa pubblica si dovrà poi procedere alla riduzione corrispondente della pressione fiscale sui cittadini. Per esempio l’IMU, tanto odiata e reintrodotta dal premier Mario Monti: la tassa sugli immobili, dietro indicazione delle autorità europee che hanno indicato come deve essere migliorata l’IMU, andrà estesa a tutti ma ridimensionata nell’aliquota e calibrata sugli sconti.

L’evasione è il grande neo dell’Italia

 L’Italia fa ben sperare nella ripresa dell’economia. Il recente diverbio tra la la BCE e Bankitalia ha rinfrescato il dibattito su mutui, prestiti e sofferenze di ogni tipo, ma la verità è che il problema più grande è soltanto ben mascherato. A dirlo è la BBC che accusa l’Italia di lottare poco o male contro l’evasione fiscale.

Per gli anziani non c’è redditometro che tenga

Secondo i giornalisti inglesi, quindi, il redditometro dimostra che l’Italia è un paese di evasori che adesso sembrano avere le ore contate. Dal Regno Unito, quindi, arriva il plauso per l’iniziativa dell’Erario e per le autorità tributarie e politiche del Belpaese fin troppo accusate di aver usato strumenti di polizia per stanare gli evasori.

Parametri, spese e spia del Redditometro

Nonostante con il Redditometro ci sia finalmente la possibilità di mettere in relazione le spese sostenute con i guadagni incassati, l’Italia della BBC resta un paese in cui l’evasione fiscale si perpetua come una male cronico da generazioni. Le autorità sono consapevoli di perdere redditi per 120 miliardi di euro e se non si dispone di strumenti adatti, non ci sarà mai una vera soluzione.

Adesso il Redditometro c’è ma il periodo scelto per il lancio è un po’ sfortunato visto che in Italia la campagna elettorale sta entrando nel vivo e lo strumento fiscale in questione, come le imposte, è un’arma a doppio taglio.

Redditometro franchigia al 20%

 Il nuovo redditometro entrerà in vigore a Marzo e l’Agenzia delle Entrate sta specificando come funziona. Le informazioni fornite sembrano maggiormente rassicuranti.

Non ci saranno accertamenti per le differenze tra il reddito dichiarato e quello ricostruito fino al 20%. Si potrà dimostrare la congruità delle spese senza conservare ogni scontrino. La multa per chi verrà scoperto come evasore sarà del 30% sulla parte eccedente.

Niente Redditometro per i pensionati

L’obiettivo del fisco con il nuovo redditometro è quello di recuperare più dei 13 miliardi di euro di evasione fiscale che sono stati accertati l’anno scorso. Il nuovo strumento considera i redditi dal 2009 e ogni anno saranno effettuati circa 40 mila controlli. Secondo alcuni dati, le persone dove il rapporto tra spese fatte e reddito percepito è incoerente sarebbero circa 4,3 milioni. Stanarli tutti è molto difficile e in Italia l’evasione fiscale è di circa l’8% del Pil.

Modifiche Redditometro

Il modo in cui funziona il nuovo redditometro è molto semplice. Si farà un confronto tra le spese e lo stile di vita e le fonti di reddito. Le incongruenze saranno approfondite in base all’entità che presentano, mentre non ci saranno controlli patrimoniali e bancari incrociati perché non necessari. Il nuoco redditometro considera 100 nuove voci di spesa che sono state divise in due gruppi.

Il primo considera lespese fatte in Italia. Il secondo è quello che comunica il contribuente. Per le spese correnti saranno considerati i dati dell’Istat.

Parametri, spese e spia del Redditometro

per gli anziani non c’è redditometro che tenga, nel senso che il Fisco vuol smascherare soltanto i finti poveri e analizzare gli scostamenti tra spese e reddito, superiori ai 12 mila euro.

Per tutti gli altri contribuenti, che del Redditometro sentono parlare in ogni arena che accolga i protagonisti della campagna elettorale, restano insoluti dei quesiti. Ne abbiamo enucleati tre, seguendo una guida per punti elaborata dal Corriere della Sera. Vogliamo quindi parlare dei parametri, delle spese e della spia del Redditometro.

Parametri. Il Fisco ha individuato 11 tipologie di famiglie e si propone di studiare le entrate dei contribuenti singoli, che facciano parte di un determinato nucleo famigliare e che abitino una zona geografica precisa: il Nord Ovest, il Nord Est, il Centro, il Sud e le Isole).

Tabella B del nuovo redditometro

Spesesi fa riferimento ai consumi sì, ma anche ai risparmi e agli investimenti.

Spia. Ogni anno l’Erario deciderà di controllare accuratamente una certa lista di contribuenti, quelli cui sarà applicato lo schema delle 100 voci. La tolleranza massima sarà riservata agli scostamenti che non superano il 20%.

I terremotati hanno tempo fino al 30 aprile

 Il sisma che l’anno scorso ha colpito l’Emilia Romagna ha messo in netta difficoltà tutte le aziende del territorio che hanno subito diversi danni alle strutture e al patrimonio vedendo precipitare i loro introiti. Il Governo ha immediatamente studiato un modo per posticipare almeno gli adempimenti fiscali.

► Aiuto garantito ai terremotati danneggiati

In pratica molti dei versamenti e degli adempimenti che erano stati sospesi l’anno scorso con riferimento alle dichiarazioni del 2011, sono tornate e riguardano le imprese di Emilia, Veneto e Lombardia.

► Sisma maggio 2012: lavoratori mai soli

Le istruzioni per gli adempimenti erano contenute nel decreto del 21 dicembre del 2012, a cura del Ministero dell?Economia e delle Finanze. Si parla di adempienti tributari e versamenti sospesi l’anno scorso fino al 30 novembre 2012.

Adesso qualcosa dovrà essere fatta entro il 30 aprile 2013: dovranno essere “regolarizzati” gli adempimenti che inizialmente erano stati sospesi fino al 30 settembre del 2012 e che poi hanno ottenuto un prolungamento della sospensione fino al 30 novembre.

► Il contenzioso tributario per i terremotati

L’ultimo provvedimento parla del pagamento dei tributi, del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali, del pagamento dei premi di assicurazione obbligatoria. Le dichiarazioni, sospese e non presentate, dovranno pervenire al Fisco in via telematica, da parte dei contribuenti o attraverso gli intermediari abilitati, usando il modello relativo al periodo d’imposta di riferimento.

Siccome ci si riferisce al periodo d’imposta 2011, andranno usati i modelli 730/2012 ed Unico 2012, indicando nella casella Eventi eccezionali il codice 4.

 

Pignoramenti record nel 2012

 Il 2012 è stato un anno critico ed una piccola ricognizione sui pignoramenti rende ancora più drammatico il quadro della situazione. In esame, nell’ultimo rapporto stilato da Adusbef e Federconsumatori, il settore mutui casa: attualmente ci sono circa 46 mila famiglie che sono state costrette a lasciare la casa acquistata perché non riescono a pagare tutte le rate del mutuo.

► Positivo il rapporto di Bankitalia sulle famiglie italiane

E’ chiaro che l’indebitamento ha raggiunto livelli record e tutti gli strumenti messi in campo per aiutare le famiglie in difficoltà economiche e finanziarie, non sono stati sufficienti.

l’affitto come alternativa alla crisi.

Di fatto, in cinque anni, fino al 2012, il dato sui pignoramenti è raddoppiato e attualmente ci sono circa 100 mila case all’asta e 100 mila famiglie che non sono più proprietarie dell’abitazione principale. A livello geografico, la distribuzione dei pignoramenti dimostra che a Milano c’è stato l’aumento maggiore di pignoramenti, 981 in più nel 2012 rispetto al mese precedente.

A seguire Roma, Torino Monza, Verona, Bari, Lecce, Como, Bergamo e Cagliari. Nella parte opposta della classifica c’è Prato, la città con meno pignoramenti in assoluto.

Il redditometro mette in crisi il mercato del lusso

 Il nuovo redditometro dell’Agenzia delle Entrate potrebbe colpire in particolar modo il mercato del lusso. Infatti, gli acquisti di beni di lusso, che vanno dai gioielli alle pellicce e alle auto fuoriserie, sono in diminuzione con un calo che è di circa il 30%.

Monti vuole abolire il redditometro

La base di questi dati è proprio il nuovo redditometro. Questo strumento è stato realizzato per stanare gli evasori e prevede 10 voci di spesa all’interno di 7 categorie. Dal mese di marzo l’Agenzia delle Entrate farà un confronto con i redditi dichiarati per vedere eventuali incongruenze. Queste, una volta riscontrate, dovranno essere poi spiegate altrimenti si passerà all’accertamento fiscale.

Come usare il redditometro

L’incrocio dei dati tra spese sostenute e redditi dichiarati sta portando molte persone a ponderare gli acquisti e a conservare le giustificazioni per eventuali richieste di chiarimenti.

I beni di lusso sono quindi quelli che maggiormente potrebbero risentire degli effetti del nuovo redditometro. C’è il rischio che chi ha possibilità di spendere dei soldi eviti di farlo per paura di eventuali indagini. E in Italia la crisi dei consumi, non solo quelli di lusso, è già presente con dati che dimostrano come questa sia anche in aumento. Dai gioielli alle pellicce, si lavora soprattutto con i clienti stranieri.

 

Il redditometro deve considerare anche le famiglie

 Il redditometro ha attirato su di sé numerose critiche accendendo il dibattito politico sulla certezza del metodo di rilevazione e sull’efficacia dello strumento. In un recente intervento TV, lo stesso Mario Monti ha specificato che andava abolito, anche se il suo governo l’ha ereditato dal gabinetto precedente.

► Monti vuole abolire Redditometro

Adesso, per il redditometro sono state pensate delle correzioni che servono ad integrare le informazioni su un contribuente in relazione al suo nucleo famigliare. Il problema, fino a questo momento, nasceva dal fatto che in un nucleo famigliare composto da più persone, il redditometro proponeva un accertamento sui singoli individui.

In pratica va recuperata un po’ la filosofia del redditest che al contrario ricostruiva il reddito delle persone considerandole all’interno del nucleo famigliare di appartenenza. In particolare i correttivi famigliari devono interessare la quota spesa media Istat e le modalità di imputazione dei redditi.

Per le spese si sottolinea come il parametro fornito dall’Istat tenga conto del dato medio di spesa nel nucleo famigliare sulla base di uno dei 55 modelli di famiglia proposto dall’Istituto nazionale di statistica e della coppia numerosità della famiglia/zona geografica dell’abitazione.

► Tabella A del nuovo Redditometro

Nella pratica, se la famiglia è monoreddito sono imputate le spese unicamente al percettore del reddito, nel caso delle famiglie con due entrate, le spese totali sono ripartite in percentuale, considerando quanto il reddito del singolo genitore contribuisce al reddito totale.