Modello Eas entro il 31 dicembre

 L’Agenzia delle Entrate è clemente con gli enti non commerciali che sono in ritardo nella presentazione del modello Eas e concede loro fino al giorno di San Silvestro per mettersi in regola, inviando e pagando la sanzione.

Gli enti non commerciali di tipo associativo che hanno dimenticato di presentare il modello Eas entro la scadenza prevista, non perdono l’opportunità di beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dall’Erario ma hanno tempo per regolarizzare la posizione fino al 31 dicembre 2012.

Contestualmente alla presentazione del modello dovranno pagare una sanzione pari a 258 euro. Sono tenute al pagamento esclusivo della sanzione, senza dover trasmettere di nuovo il modello, le organizzazioni che hanno tardato nell’invio dei documenti.

Questo tipo di precisazione è arrivato con la risoluzione 110/E del 12 dicembre con cui l’Agenzia delle Entrate ha cercato di fornire spiegazioni alle domande poste dal Forum del terzo settore.

Per applicare dunque la cosiddetta remissione in bonis gli enti non commerciali di tipo associativo devono rispettare dei criteri definiti, per esempio possedere i requisiti indicati nella disciplina che s’intende applicare, eseguire l’adempimento mancato entro il termine di presentazione della prima dichiarazione utile, versare la sanzione prevista di 258 euro.

La scadenza per la presentazione del modello Eos e i tempi per la remissione in bonis (presentazione del modello Eas + pagamento della sanzione) dipendono dalla data di costituzione dell’ente non commerciale. Una tabella esplicativa è fornita su FiscoOggi.

Consulenti del lavoro: altre nove causali

 Nel modello di pagamento unificato per versare i contributi dovuti dai professionisti delle sedi che hanno già stipulato una convenzione con l’Agenzia delle Entrate, va indicato il codice tributo che finisce con il “00”.

In questi ultimi mesi sono state molte le adesioni da parte dei Consigli provinciali dell’Ordine dei consulenti del lavoro alla convenzione che, siglata il 17 febbraio 2011, ha stabilito una relazione tra l’Agenzia delle Entrate e il Consiglio nazionale degli ordini dei consulenti del lavoro.

Di conseguenza è cresciuto il numero dei codici tributo da usare per il versamento tramite il modello F24 dei contributi che i professionisti “del lavoro” devono per l’esercizio della loro attività professionale.

Una recente risoluzione dell’Agenzia delle Entrate, la numero 109/E emanata l’11 dicembre 2012, ha istituito dunque altre nove causali da usare negli F24 relative ai Consigli delle città di Modena, Piacenza, Lecce, Vercelli, Macerata, Nuoro, Como, Rieti e Perugia. Per definire il codice è necessario inserire la sigla della città di riferimento e poi il doppio zero.

Nella stessa risoluzione si danno indicazioni per la compilazione del modello di pagamento unificato, dove devono essere sempre presenti: la causale del versamento nella sezione “Altri enti previdenziali e associati”, il “codice ente”, il “codice sede”, il “codice posizione” e il “periodo di riferimento” del contributo da corrispondere all’Erario.

Minore capacità reddituale: servono le prove

 L’Agenzia delle Entrate, in base ad alcuni parametri definiti per legge, valuta la congruità tra spese e redditi di un certo contribuenti. Per far sì che alcuni redditi siano eliminati dal reddito complessivo, c’è necessità di portare delle prove certe.

Sull’argomento è intervenuta di recente la Corte di Cassazione con la sentenza numero 21398 del 30 novembre 2012. E’ stato stabilito che davanti ad un accertamento dell’Agenzia delle Entrate che applica dei parametri specifici per le verifiche, il contribuente, per provare che il suo reddito è diminuito, deve fornire prove certe, per esempio distinguendo accuratamente il tempo dedicato all’attività di lavoro dipendente, da quella dedicata all’attività di lavoro autonomo.

Il fatto che ha originato il pronunciamento. L’Agenzia delle Entrate ha rilevato che i redditi dichiarati da un contribuente nel 1998 erano inferiori a quelli derivanti dall’applicazione dei parametri contenuti nel Dpcm 29/1996. Il reddito da lavoro autonomo è stato portato da 14534 a 50653 euro e al contribuente è stato chiesto di pagare maggiori imposte, le sanzioni, gli interessi e gli accessori.

Il contribuente ha dichiarato di aver svolto l’attività di lavoro autonomo in via residuale ed ha fatto ricorso alla Commissione tributaria prima e alla Cassazione poi, ma il ricorso è stato respinto, poiché il contribuente avrebbe dovuto portare prove certe del minor reddito conseguito, evitando dichiarazioni vaghe, relative per esempio all’uso personale e non più promiscuo dell’auto di lusso o considerando prevalente l’attività da lavoro dipendente.

All’Erario servono prove certe, quindi indicazione di orari, tempi di esecuzione delle prestazioni, impegni rifiutati o impossibili da svolgere per mancanza di tempo. Giustificazioni più precise avrebbero potuto evitare la sentenza tributaria.

Aggiornati i quadri dei modelli IVA

 L’Agenzia delle Entrate, prima di archiviare l’anno, ha deciso di pubblicare una serie di bozze di documenti utili ai contribuenti. Nei giorni scorsi è comparsa sul sito la bozza del modello CUD 2013, insieme al “pacchetto IVA” che stiamo per analizzare.

Il pacchetto IVA comprende sia l’IVA 2013, sia l’IVA Base/2013, sia l’IVA 26LP/2013 riservato all’ente o società controllante del gruppo IVA, sia l’Iva 74-bis, sia la Comunicazione annuale dati IVA. Tutti questi modelli, come anche il CUD, non sono in forma definitiva ma possono essere usati già per comprendere le differenze che sussistono rispetto all’anno scorso.

Per esempio nel Rigo VE26 è stato inserito il campo 3 che è dedicato a tutte le operazioni realizzate con il regime dell’IVA per cassa, è stato inserito il campo 3 anche nel rigo VF19 per gli acquisti che i contribuenti che hanno optato per lo stesso regime, hanno effettuato nell’anno.

Se avete la necessità di comunicare l’opzione IVA per cassa, adesso è stato inserito il rigo VO15. Sempre nel quadro VO sono stati inseriti i campi VO33 e VO34 dedicati rispettivamente ai contribuenti che non vogliono avvalersi del regime fiscale di vantaggio riservato ai giovani imprenditori e ai lavoratori in mobilità.

Escluso il quadro VR, la richiesta di rimborso del credito annuale IVA deve essere presentata tramite il quadro VX oppure tramite il quadro RX presente nel modello UNICO per chi presenti la dichiarazione unificata.

Pronto il modello CUD 2013

 Poco prima di questo fine settimana denso di novità a livello politico che potrebbero incidere sulla situazione finanziaria del nostro paese, è stato pubblicato dall’Agenzia delle Entrate il nuovo modello CUD per il 2013. Cambi di Governo a parte, infatti, tutti i contribuenti devono rispettare gli impegni con il fisco, sulla base della categoria d’appartenenza.

Sul sito internet dell’Erario, quindi, è presente la bozza del CUD 2013 con le relative istruzioni. Il modello in questione serve a certificare i redditi di lavoro dipendente equiparati o assimilati e percepiti nell’anno solare che sta per concludersi.

La certificazione deve essere consegnata da datori di lavoro ed enti pensionistici entro il 28 febbraio 2012, a patto che il rapporto di lavoro sia ancora in essere. In caso di cessazione del rapporto di lavoro, la certificazione deve essere consegnata entro 12 giorni dalla richiesta dell’interessato.

Il contribuente, sia esso dipendente, pensionato o percettore di redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente, deve ottenere il CUD il duplice copia. La bozza pubblica contiene delle agevolazioni, per esempio lo sconto d’imposta per i ricercatori che sono rientrati in Italia oppure l’imposta sostitutiva al 10 per cento sui premi produttività erogati ai dipendenti.

Novità anche sul fronte dei destinatari dell’8 per mille cui si aggiungono, oltre quelli già presenti, anche la Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia e l’Esarcato per l’Europa e la Chiesa apostolica in Italia.

 

Gli appuntamenti con il fisco del 31 dicembre

 Se guardassimo le scadenze fiscali previste per il 31 dicembre, ci verrebbe da dire che nemmeno a Capodanno il fisco ci lascia in pace, in realtà l’Agenzia delle Entrate prevede ben 34 scadenze per numerose tipologie di contribuenti a meno di 15 giorni dal pagamento del saldo IMU.

Gli appuntamenti di dicembre con il fisco sono numerosi. Abbiamo visto insieme le scadenze del 17 dicembre, quelle in programma per il 19 dicembre, quelle del 20 e del 27 ed ora passiamo in esame qualche appuntamento del 31 dicembre. Per l’elenco completo si consiglia di visionare il sito dell’Agenzia delle Entrate.

Facciamo qualche esempio. Il 31 dicembre è l’ultimo giorno per il versamento delle imposte e delle ritenute, maggiorate degli interessi legali e della sanzione ridotta per il pagamento con ravvedimento della seconda o unica rata dell’acconto IRPEF, IRES ed IRAP relativo al 2012 non effettuato entro il 30 novembre 2012.

Sono tenuti al rispetto di questa scadenza, le “persone fisiche, società semplici, società di persone e soggetti equiparati, nonché società di capitali, che presentano le dichiarazioni Unico 2012 e Irap 2012.”

Hanno tempo fino al 31 dicembre anche gli  eredi delle persone decedute successivamente al 29 febbraio 2012 per la presentazione della dichiarazione Modello Unico relativa alle persone decedute. Il tutto va effettuato tramite il modello F24 con modalità telematica per i titolari di partiva IVA.

19 dicembre: 2 scadenze

 Secondo il calendario Maya raccontato ai cittadini, il 21 dicembre ci sarà la fine del mondo. Nel calendario dell’Agenzia delle Entrate sono stati invece inseriti, prima di quella data, diversi appuntamenti con il fisco molto importanti, che arrivano giusto a ridosso del pagamento del saldo dell’IMU.

Il 19 dicembre, in scadenza, ci sono soltanto due imposte, niente a che vedere con i 73 appuntamenti del 17 dicembre.

Il primo appuntamento riguarda i sostituti d’imposta, comprese le Amministrazioni dello stato, che “nel 2011 hanno corrisposto somme o valori soggetti a ritenuta alla fonte o che nel 2011 hanno corrisposto contributi previdenziali e assistenziali dovuti all’INPS e all’INPDAP e/o premi assicurativi dovuti all’INAIL, e che non hanno presentato, entro il termine del 20 settembre 2012, la dichiarazione Modello 770/2012 Semplificato”. Con il codice tributo 8911 questi enti devono regolarizzare con il ravvedimento la presentazione della dichiarazione dei sostituti d’imposta per il 2011. Si tratta di sanzioni pecuniarie relative alle violazioni sulle imposte sui redditi, Irap, Iva e altre imposte sostitutive.

Sempre con il codice 8911 si possono pagare le sanzioni legate alle violazioni tributarie relative all’imposta sui redditi, alle imposte sostitutive, all’Irap e all’Iva. Gli interessati, si legge sul sito delle Entrate, sono: “Sostituti d’imposta, intermediari e altri soggetti che nel 2011 hanno corrisposto somme o valori soggetti a ritenuta alla fonte su redditi di capitale, compensi per avviamento commerciale, contributi ad enti pubblici e privati, riscatti da contratti di assicurazione sulla vita, premi, vincite ed altri proventi finanziari ivi compresi quelli derivanti da partecipazioni ad organismi di investimento collettivo in valori mobiliari di diritto estero, utili e altri proventi equiparati derivanti da partecipazioni in società di capitali, titoli atipici, indennità di esproprio e redditi diversi, e che non hanno presentato, entro il termine del 20 settembre 2012, la dichiarazione Mod. 770/2012 Ordinario”.

Entrate tributarie in aumento: le imposte dirette

 Le entrate tributarie e quindi il famoso gettito fiscale, nei primi dieci mesi dell’anno, è aumentato rispetto all’anno scorso. Questa discrepanza sembra debba essere attribuita alle misure correttive che sono state introdotte a partire dalla seconda metà del 2011.

Come sempre il Dipartimento delle Finanze cerca di riassumere l’andamento delle Entrate Tributarie e nell’ultimo Bollettino ha preso in esame i primi dieci mesi dell’anno da gennaio ad ottobre.

Il primo dato importante è che rispetto ad un periodo analogo del 2011, quest’anno le entrate tributarie sono aumentate del 4 per cento e sono arrivate a quota 322.814 milioni di euro. Per quanto riguarda le imposte dirette, sono cresciute del 5 per cento portando nelle casse dell’Erario ben 8234 milioni di euro in più.

Un po’ dell’incremento è dovuto all’aumento dei pagamenti dell’Ire, +0,3% che prende spunto dalle ritenute sui redditi dei dipendenti pubblici e privati e dalle ritenute sulle flessioni. Questo leggero incremento, secondo il dipartimento delle Finanze, va a controbilanciare la flessione degli incassi legati alle ritenute dei lavoratori autonomi.

In aumento dell’1 per cento anche il gettito che proviene dall’autoliquidazione. Con questo sistema in cassa sono finiti circa 137 milioni di euro in più rispetto al 2011. In salita anche le entrate derivanti dall’imposta sostitutiva delle ritenute, interessi ed altri redditi di capitale che sono aumentati del 53,9 per cento. Cresce infine dell’1,1 per cento anche il gettito IRES.

Sisma maggio 2012: lavoratori mai soli

 Lo Stato ha messo a disposizione un finanziamento agevolato che anche i lavoratori possono chiedere attraverso il proprio sostituto d’imposta o anche autonomamente. La rivista ufficiale dell’Agenzia delle Entrate spiega come fare a partire dalla circolare di riferimento.

In base alla circolare numero 46/E è stata resa più grande la categoria dei contributi per il versamento dei quali si può chiedere un finanziamento garantito da parte dello stato. Per esempio tutte le ritenute che devono essere versate tra il 16 dicembre 2012 e il 30 giugno 2013 e tutte quelle che tramite i sostituti d’imposta devono essere versate entro il 16 dicembre, possono essere oggetto di un finanziamento.

Questa disposizione serve a fare in modo che tutti i lavoratori e i datori di lavoro escano agevolmente dalla condizione d’emergenza e tornino sul posto di lavoro con maggiore serenità.

L’ultimo passo dell’Agenzia delle Entrate è stato dunque quello di estendere il finanziamento garantito a tutti i i tipi di tributi. Questa circolare si aggiunge quindi alla mole di documenti emanati nel periodo post terremoto che hanno preso il via dall’interpretazione dell‘articolo 1 del decreto legge 194/2012.

All’inizio il finanziamento garantito era stato rivolto ai titolari di reddito d’impresa, poi è stato esteso ai lavoratori autonomi, agli esercenti attività agricole e ai lavoratori dipendenti proprietari di una casa usata per svolgere l’attività. Con l’aiuto si potevano pagare tanti contributi ma fino a questo momento non si parlava di ritenute. L’Agenzia delle Entrate ha colmato dunque la lacuna.

Italiani, tredicesima a rischio

Il Natale è alle porte, mentre la crisi non accenna ad andarsene. Pressione fiscale e stretta del credito fanno si che il versamento delle tredicesime sia a rischio. Le piccole imprese non hanno la sicurezza di poter retribuire con lo stipendio extra i propri lavoratori.

La Cgia di Mestre ha lanciato l’allarme:

“La stretta creditizia ha lasciato senza soldi le Piccole e medie imprese e, tra il fitto numero di impegni finanziari e di scadenze fiscali previste per il mese di dicembre, sono a rischio i pagamenti delle tredicesime”.

A parlare è Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia, Giuseppe dopo aver ricevuto negli ultimi giorni un elevato numero di segnalazioni pervenute da molti piccoli imprenditori che navigano in cattive acque per mancanza di fondi:

”Non siamo in possesso di alcuna statistica in grado di dimensionare l’entità del fenomeno, tuttavia le segnalazioni giunte in queste ultime settimane presso i nostri uffici sono state numerosissime. Da sempre il mese di dicembre presenta un numero di scadenze fiscali e contributive molto onerose. Detto ciò, è probabile, vista la scarsa liquidità a disposizione, che molti piccoli imprenditori decideranno di onorare gli impegni con il fisco e di posticipare il pagamento della tredicesima, mettendo in difficoltà, loro malgrado, le famiglie dei propri dipendenti”.

Un preoccupante quadro generale, dunque, causato dalla contrazione dei prestiti bancari messi a disposizione delle PMI. Il sistema imprenditoriale soffre, dal momento che la produzione industriale ha fatto registrare un calo del 6,5%.