Più rendimento con RendiMax

 I conti correnti, ormai, sono strumenti che non riescono più a soddisfare integramente i risparmiatori che se hanno un gruzzoletto da parte, in genere, lo investono nel mattone, ma se poi vogliono arricchire questo tesoretto, si dedicano al trading online oppure ai conti redditizi.

Ecco allora che un conto corrente che calcoli un rendimento sul capitale medio tenuto da parte, è certamente una soluzione interessante. Per esempio il ContoMax di banca IFIS offre l’1,50% sui soldi tenuti da parte. Ma lo stesso istituto di credito, ascoltando le esigenze della clientela, ha ritenuto importante di offrire anche il conto RendiMax. 

Si tratta di un conto deposito online, caratterizzato dalla semplicità del funzionamento e dalla gratuità del servizio. Il conto RendiMax, infatti, non prevede costi di apertura o di chiusura, né costi di gestione. E’ uno strumento pensato per diversi tipi di clienti: per i privati, per le aziende o anche per le procedure concorsuali.

E’ disponibile in tre versione: RendiMax libero, RendiMax Like, RendiMax depositato a scadenza. Interessante il fatto che insieme al conto sia offerta ai clienti anche una carta di pagamento, un bancomat, collegato al conto e senza canone per fare cinque prelievi gratuiti in un mese e tutti i pagamenti POS senza ulteriori addebiti.

Il ContoMax di banca IFIS

 Un conto corrente giovane, redditizio, con un alto rendimento e una spiccata facilità d’uso? La risposta a tutti gli interrogativi può essere nel ContoMax di Banca IFIS, un conto corrente online ad alto rendimento che è nato considerando le esigenze espresse dai correnti e dai clienti della banca in rete.

Più rendimento con RendiMax

Il ContoMax è da considerarsi nato dal confronto con i social network, un prodotto finalizzato al soddisfacimento delle esigenze dei suoi utilizzatori. All’inizio era nato come un conto base, ma poi in base alle richieste di chi navigata il sito della banca e in base alle esigenze dei clienti, sono stati ampliati i servizi.

Carta prepagata KDue Web

La Banca IFIS prova anche a riassumere tutte le caratteristiche del ContoMax in un punto elenco: si tratta di conto che fa fruttare il capitale donandogli un rendimento interessante, è un conto dal costo molto contenuto, ma con un livello di sicurezza molto elevato. I servizi bancari inclusi nel prezzo, rispettano le esigenze di chi, questo conto, lo ha costruito insieme alla banca.

Per incrementare i risparmi ContoMax offre diverse soluzioni, per esempio si calcolano gli interessi sul saldo del conto corrente che può fruttare fino all’1,5 per cento. Non ci sono costi di apertura, né è previsto un canone annuo. Chiudere ContoMax non comporta alcuna spesa.

Battuta d’arresto dell’oro

 Adesso sembra chiaro a tutti che le banche d’affari che avevano guardato con scetticismo alle previsioni sull’oro, coinvolto in un trend di rialzi continui, avevano ragione. Questo metallo, infatti, a livello di quotazioni, ha subito una sonora battuta d’arresto.

L’oro, dopo ben 12 anni di rialzi, è crollato ed ha iniziato a perdere valore. Il trend rialzista, dicono molti analisti, era quasi considerato inarrestabile. L’oro, infatti, è sempre stato il migliore dei beni di rifugio. Adesso, chi aveva accumulato lingotti, ha deciso di venderli e sul mercato è stato inaugurato il nuovo ciclo ribassista.

Le elezioni italiane e gli investimenti

L’oro, in poche ore di scambi, ha raggiunto la quota minima mai registrata dallo scorso luglio, crollando a quota 1559,25 euro. Ad avviare il nuovo trend sembra abbiano contribuito almeno due elementi: la decisione della FED sul quantitative easing, quindi la volontà di stoppare gli stimoli all’economia interrompendo l’acquisto mensile di bond, e poi la liquidazione di un hedge fund grande.

Tra le materie prime scegliete il rame

Questo concatenarsi di cause rispetto alle valutazioni dell’oro, è stato subito ribattezzato “croce della morte”. Anche a livello iconografico, infatti, guardando alla media dei prezzi si nota un incrocio di variabili.

Nella questione aurea, però, hanno sicuramente inciso anche i tassi d’interesse a 10 anni che si sono ripresi in modo da scoraggiare l’acquisto di lingotti.

La scelta ancora valida della cedolare secca

 L’imposta sostitutiva sui contratti d’affitto già registrati a partire dal 7 aprile del 2011, indicata nel modello Unico 2012 l’anno scorso, oppure indicata nel modello di dichiarazione 730, non deve essere replicata anche quest’anno compilando il modello 69.

E’ questa la precisazione dell’Agenzia delle Entrate che è intervenuta sull’argomento dopo che migliaia di cittadini avevano reclamato pensando di essere in procinto di perdere i vantaggi di questa procedura. In realtà una risposta era già stata data l’anno scorso, in seguito ad un quesito posto dai lettori del Sole 24 Ore.

 L’epilogo della cedolare secca

Quanto detto dall’Agenzia delle Entrate riguarda soprattutto i contribuenti che hanno una casa di proprietà affittata ed avevano scelto di segnalare la situazione avvalendosi della possibilità di pagare  l’imposta sostitutiva che era del 19 o del 21 per cento, invece che far riferimento alle aliquote ordinarie IRPEF. Tutti i contratti già dichiarati erano quelli registrati fino al 7 aprile 2011, giorno in cui la legge sulla cedolare secca è entrata in vigore.

Per tutti i contratti registrati dopo questa data, di precisa, valeva il fatto che l’opzione indicata nel modello 69 oppure nel modello Siria, doveva durare fino alla fine del contratto.

 Come si esercita l’opzione della cedolare secca

Quindi, riassumendo, l’opzione per la cedolare secca vale dalla data della presentazione, fino alla fine del contratto di locazione, salvo una revoca espressamente comunicata. Quest’ultima evenienza non è plausibile visto il risparmio che si ottiene con la cedolare secca.

Più freedom con Mediolanum

 Ogni consumatore, nella sua vita di relazioni che intrattiene con la banca, arriva ad un momento in cui gli piacerebbe avere qualche rendimento dai risparmi di una vita. Con SoS tariffe, abbiamo provato a vedere la soluzione più comoda, la banca che riesce ad offrire il maggior rendimento dai conti correnti.

Sicuramente, tra le offerte migliori ci sono il Conto Deposito CheBanca! e il Conto InMediolanum che offrono rispettivamente il 3 e il 3,60 per cento di rendimento, ma l’offerta più intrigante è sicuramente il conto corrente Freedom di Banca Mediolanum.

► Costi del conto corrente CheBanca!

Si tratta di un conto corrente che combina l’operatività illimitata e la buona remunerazione, senza che queste operazioni comportino per forza il vincolo delle somme. Per capire bene il guadagno occorre fare un piccolo esempio pratico: sulla giacenza di 15 mila euro, si può avere un rendimento annuo lordo del 2,55 per cento, ma se la somma in questione è vincolata per un anno, il rendimento lordo sale al 3,60 per cento.

L’intuizione della Banca Mediolanum è legata all’operatività del conto. Molti cittadini, infatti, hanno un numero discreto di risparmi ma movimentano spesso il conto. Per loro, teoricamente, esistono pochissime opportunità di “guadagno”.

Il tasso indicato del 2,55 per cento è una condizione promozione riservata a chi fino al 31 marzo 2013, ha deciso di vincolare gli importi che superano i 15 mila euro.

 Le borse chiudono la settimana “contrastate”

JP Morgan si avvicina all’Italia

 Troppi pregiudizi e la perdita di credibilità di vari settori dell’economia italiana: forse ha ragione il ministro Vittorio Grilli che spera in una ripresa del nostro paese a partire dal secondo semestre del 2013. Intanto, però, bisogna fare i conti con gli analisti che combinano l’apprezzamento dell’euro con la poca affidabilità dei paesi, per depennare quelli meno convenienti o troppo rischiosi.

L’euro ai massimi da novembre 2011

In questa “pericolosa” categoria che allontana i flussi di denaro dai paesi, c’è anche l’Italia e l’atteggiamento che JP Morgan riserva al nostro paese, è emblematico in tal senso.

La banca d’affari in questione, infatti, come strategia azionaria, in genere cerca di puntare sulle opportunità offerte dai paesi che sono considerati periferici rispetto al cuore finanziario dell’Europa, oppure spinge molto sulle banche. Di regola, quindi, dovrebbe puntare anche sull’Italia, invece, di recente, c’è stata un’inversione di tendenza.

Dove si corre il rischio c’è più gusto

Secondo gli analisti di JP Morgan, infatti, sia l’Italia che la Spagna hanno dimostrato di soffrire troppo in questo periodo e quindi per la banca d’affari occorre acquistare titoli di questi paesi. In generale, comunque, i paesi periferici stanno andando meglio degli altri: il Portogallo, la Grecia o l’Irlanda, crescono dall’inizio dell’anno ad un ritmo più o meno costante e su buoni livelli.