Iva al 22% sulla gestione individuale del portafogli

 Con l’emendamento fiscale a firma dei relatori Brunetta e Barnetta, a partire dal prossimo anno, i corrispettivi della gestione individuale del portafogli saranno soggetti all’Iva, che potrà potrà essere detratta sui costi concernenti i servizi se si sceglie la contabilità separata. Dal 1° luglio 2013, poi, scatterà anche l’aumento dell’aliquota, che passerà dal 21% al 22%.

L’emendamento mette in atto una sentenza della Corte di giustizia europea del 19 luglio 2012 ( causa C-44/11 della Deutsche Bank) nella quale si legge che la gestione di un portafogli di titoli non può essere esentato dal pagamento dell’Iva se l’istituto che lo gestisce, oltre a fornire la compravendita dei servizi finanziari, fornisce anche analisi e custodia del patrimonio, in quanto si tratta di una attività remunerata.

Secondo l’emendamento dell’articolo 10, primo comma, n. 4) del Dpr 633/1972, viene confermata l’esenzione dell’Iva

per le operazioni relative ad azioni, obbligazioni o altri titoli non rappresentativi di merci e a quote sociali, oltre che a valori mobiliari e a strumenti finanziari diversi dai titoli, incluse le negoziazioni e le opzioni.

Per quanto riguarda la contabilità separata per l’esenzione potrà essere effettuata per

i soggetti che svolgeranno sia il servizio di gestione individuale di portafogli, ovvero prestazioni di mandato, mediazione o intermediazione relative al predetto servizio, sia attività esenti da Iva.

ForEX: cambiamenti per EUR, JPY, AUD, USD

 Il mercato ForEX, alla fine dell’anno, ha sempre riservato un buon numero di sorprese, di cui hanno saputo approfittare soltanto gli investitori più scaltri ed attenti. Nelle “puntate” precedenti abbiamo visto come cambia il rapporto tra euro e dollaro e quali sono i market mover del 27 dicembre per sterlina e dollaro.

Adesso passiamo in rassegna altre coppie valutarie, cercando di prevedere come muterà il cambio.

USD/JPY. Gli analisti parlano della possibilità di sfruttare il cosiddetto trading intraday spostandosi su time frame più bassi per la coppia valutaria in questione. Attualmente il livello tenuto d’occhio dagli investitori è quello cristallizzato a 84,25. Al di sotto di questo libello ci sono ordini tali che potrebbero spingere la coppia verso gli 83,90. Lo scenario attuale è comunque rialzista anche se le oscillazioni non dovrebbero superare i 25 punti.

EUR/JPY. In questa coppia che mette in relazione l’euro con lo yen giapponese, sembra che i livelli da seguire siano il 110,60 e il 111,45. Nel momento in cui questi livelli saranno superati potrebbe esserci una rivalutazione dei punti enunciati. Attualmente si prevedono dei trend decrescenti ma non è da escludere il cosiddetto andamento laterale.

AUD/USD. Rispetto al dollaro americano, infine, tenta la risalita anche il dollaro australiano per il quale potrebbero esserci a breve delle opportunità di vendita di aussie, tenuto conto del superamento delle resistenze.

Petrolio, acciaio e caffè: i trend di fine anno

 Il mercato delle materie prime, in questo scorcio di fine anno è attraversato da modifiche profonde. La prima di cui abbiamo fornito un resoconto è quella dei semi di soia il cui prezzo è calato vertiginosamente dopo l’annullamento di importanti ordini provenienti dalla Cina.

Adesso prendiamo brevemente in esame quello che sta succedendo al petrolio, all’acciaio e al caffè.

Petrolio. Petrochina, che è la divisione della Cnpc (China National Petroleum Corp) ha deciso di avviare le trattative per rilevare la quota di Exxon Mobil in Iraq, presso lo giacimento di West Qurna-1. Questo giacimento è stato messo in vendita dall’azienda  a stelle e strisce che ha deciso di concentrare i traffici sul Kurdistan. Si prevede quindi che la Cina diventi per l’Iraq il partner privilegiato.

Acciaio. La produzione di acciaio, anche a novembre, è cresciuta del 5,1 per cento portandosi a 122 milioni di tonnellate. Tutto anche in questo caso si lega all’accelerazione della produzione sul versante asiatico dove in Cina, ad esempio, l’output è aumentato del 13,7 per cento. La produzione d’acciaio è invece rallentata sia negli Stati Uniti, sia in Europa.

Caffè. In Brasile il raccolto di caffè è stato di 50,8 milioni di sacchi da 60 chili. Si può parlare di record.

 

Come e dove è meglio investire nel 2013

 Secondo le previsioni della maggior parte degli analisti economici e finanziari l’intera economia mondiale inizierà un lento e difficoltoso periodo di ripresa già a partire dai primi mesi del 2013. Un fatto sicuramente importante per coloro che investono già e per tutti quelli che, invece, vogliono approfittare di questa ripresa per iniziare a guadagnare dalle transazioni finanziarie in un momento in cui la c’è la possibilità di investire poco e avere degli ottimi rendimenti.

Di seguito proponiamo l’andamento probabile dei maggiori settori di investimento.

Investimenti nelle aree economiche sviluppate

Le aree economiche più sviluppate non sono la destinazione migliore per gli investimenti del 2013, soprattutto per l’influenza che potrebbe avere su tutto il settore il Fiscal Cliff americano nel caso in cui non si riuscisse a giungere ad un accordo entro la fine del 2012. Aggiunge maggiore incertezza agli investimenti la situazione europea e le sue manovre di austerity. Male anche il Giappone.

Investimenti nelle aree economiche emergenti

Ottime possibilità nelle economie emergenti. Anche se la debolezza dell’economia delle aree sviluppate potrebbe mettere un freno alla ripresa, soprattutto per la debolezza della domanda, che comunque si prevede buona. Le stime parlano di +6,4% per l’Asia, +7,6% per la Cina, +3,2% per i paesi dell’Emea, +3,7% per l’America Latina e +4,1% per Africa e Medio Oriente.

Investimenti nelle Commodity

Il mercato delle materie prime dipende, almeno per la prima parte del prossimo anno, delle decisioni del governo cinese che sta puntando sulla crescita dei consumi per il suo nuovo modello di sviluppo economico. In base a questa premessa, per le commodity è stato previsto:

– oro e metalli preziosi: per tutta la prima parte del 2013 sono la migliore soluzione per la diversificazione dell’investimento e per la copertura del rischio;

– petrolio: si prevede un aumento del prezzo dell’oro nero, ma il settore è ancora dominato dall’incertezza e dall’influenza di fattori esogeni poco controllabili;

– materie prime agricole: debolezze e tensioni a causa delle crescita demografica e della scarsità dei raccolti; da evitare.

Investimenti sui debiti sovrani

Da vedere caso per caso. Anche se la Fed ha preso il suo impegno a mantenere stabili i tassi di interesse fino al 2015, l’incertezza sulle misure di emergenza che potrebbero essere messe in atto dalla banche centrali non rende l’investimento sicuramente redditizio. Alcuni tassi di rendimento, in generale quelli dei paesi che hanno mantenuto un rating alto, dovrebbero risalire, ma attenzione ai bond tedeschi e americani.

Investimenti sul debito sovrano italiano

Meglio evitare. I titoli di stato italiani non sono stabili e, anche se le elezioni dovessero dare un esito positivo portando al governo una coalizione che riuscirà a meritare la fiducia dei paesi esteri, si potrebbe comunque assistere un momento confuso post elezione.

Investimenti nelle borse azionarie delle aree sviluppate

Sicuri solo gli investimenti nelle società americane, per le quali si prevede un tasso di crescita del +4/5%. Anche in Europa la situazione non è male, ma in questo caso è meglio fare valutazioni caso per caso che generalizzare secondo un criterio geografico.

Investimenti nelle borse azionarie delle aree emergenti

Pochi rischi e elevati rendimenti attesi per Medio Oriente, America Latina, Asia e Africa Subsahariana (Nigeria, Kenya).

Investimenti nei settori delle borse azionarie

I migliori settori per il 2013 in cui investire sono Healthcare, Technology, Energy, Utility, in mood particolare se si sceglie di farlo nelle aree emergenti. Il settore finanziario ha sì un ampio margine di recupero, ma c’è ancora troppa incertezza.

Investimenti nelle valute e nei rapporti di cambio

Il dollaro americano rimarrà debole nei confronti dell’euro, meglio comunque investire con cautela aspettando maggiori segnali di stabilizzazione. Buono anche l’investimento sulle monete dei paesi emergenti.

Asset allocation del portafogli di investimento

Non male le azioni e i debiti corporate. I tassi bassi e la liquidità permettono creano le condizioni per rendimenti buoni nel mercato delle azioni. La scelta migliore si basa su tre preferenze: paesi europei, paesi emergenti e consumi.

Il prezzo dell’oro è ai minimi da agosto

 Stanno avendo conferme le previsioni degli analisti che hanno sconfessato una ventata di aumenti generalizzati per l’oro. Il metallo giallo, sebbene non abbia perso lo status di bene rifugio, è molto più insensibile agli acquisti delle banche centrali e subisce molto di più le vendite sul mercato.

L’oro, da dieci anni a questa parte, ha visto aumentare in modo incredibile le quotazioni per poi perdere terreno in modo altrettanto veloce. Il rally sembra adesso in una fase di stallo e i rialzi previsti all’inizio dell’anno potrebbero non essere confermati nei consuntivi di fine anno.

I rialzi dei prezzi alla fine del 2012, sono stati complessivamente del 5 per cento. Per il dodicesimo anno consecutivo si archivia un’annata in positivo ma i rialzi sono i più bassi dal 2008 a questa parte e, soprattutto, sono inferiori a quelli della maggior parte delle materie prime.

Il prezzo dell’oro, in seguito all’intensificarsi delle vendite, è arrivato a 1661 dollari l’oncia, dopo aver toccato un picco negativo al 1636,23 dollari. Questo movimento è dovuto ad un maxi ordine di vendita al Comex che ha instaurato una reazione a catena.

Il prezzo dell’oro è rimasto poi insensibili all’annuncio della banca centrale brasiliana che in tre mesi ha raddoppiato le sue riserve auree portandole a 2,16 milioni di once.

Conto italiano Per Noi con Monte dei Paschi

 Quando si cercano i prodotti creditizi offerti da una banca, si va subito a controllare l’elenco dei prestiti e dei mutui concessi alla ricerca dell’offerta del momento. Sono pochi quelli che considerano un “banale” conto corrente, un prodotto bancario come tutti gli altri.

Vogliamo per questo presentarvi oggi anche un conto corrente molto interessante del Monte dei Paschi di Siena: il Conto Italiano per Noi, dopo aver esaminato il Sostimutuo, il Mutuo On Off e il Mutuo Natura.

Il Conto Italiano per Noi è un conto cosiddetto modulare dedicato principalmente alle famiglie che, in base alla loro operatività possono scegliere un canone mensile diverso. Per esempio si può scegliere tra l’operatività illimitata che non dipende dalla tipologia delle operazioni e l’operatività illimitata per le operazioni svolte tramite i canali innovativi. 

In realtà, il set di base è composto da quattro tipologie di prodotti e servizi: il conto corrente, la carta di debito MPS Euroshop, il servizio di Muticanalità integrata e il servizio Documenti On Line. Chiaramente si tratta soltanto di un set di base al quale possiamo aggiungere altri tipo di servizi facoltativi che però fanno lievitare il canone mensile di base.

Tra gli altri servizi c’è la Carta di credito monofunzione CartaSi Unica Classic o Unica Oro, il Deposito Titoli, la polizza AXA per la protezione del conto o la Carta revolving M’Honey.

Il conto con operatività illimitata online ha un canone mensile di base di 6 euro che cresce a 8 euro per l’operatività illimitata a prescindere dal canale.

 

 

Fondi di investimento con cedole periodiche

 Cambiare la formulazione dei fondi di investimento è stato una buona idea per le società che si occupano di gestione del risparmio. I fondi comuni di investimento che danno anche cedole periodiche, uno dei prodotti più innovativi che si trova sul mercato, sono stati il mezzo migliore per far tornare la fiducia dei risparmiatori nell’investimento.

La convenienza di questa tipologia di fondi è che sono molto semplici nella loro struttura e permettono, oltre al rendimento che arriva allo scadere del contratto, anche di incassare periodicamente le cedole sugli interessi. In pratica questi fondi prima attraversano un periodo di collocamento in cui è possibile sottoscrivere i contratti, la scadenza è solitamente a tre o cinque anni, rari quelli con scadenze più lunghe, termine al quale si ottiene la liquidazione dell’investimento, ma, nel frattempo, come avviene anche per i BTp o i CcT, ogni sei mesi si ha anche l’assegno con l’ammontare degli interessi maturati fino a quel momento.

La maggior parte dei fondi a cedola che sono stati proposti sul mercato nell’ultimo periodo sono contraddistinti da un investimento prevalente in obbligazioni, ma la composizione del portafogli può essere molto diversa: titoli di stato, obbligazioni americane o di società private, in modo da essere compatibili con i più diversi profili di rischio/rendimento.

 

Trading Forex: ridurre i rischi

 Il trading ForEx, vale a dire il trading fatto sul mercato valutario è considerato uno dei migliori strumenti per ottenere grandi profitti in pochissimo tempo. Il problema è che nel momento in cui si guadagna molto, anche i rischi da correre aumentano.

Nel senso che si guadagna tanto investendo tanto. E se s’investono grosse quantità di denaro è facile che si perda anche parecchio capitale. L’obiettivo degli investitori quindi deve essere quello di trovare il trend proficuo ma anche di ridurre i rischi dell’attività finanziaria. 

Questo si può fare definendo una strategia di trading, un piano d’azione che comporta la diversificazione dell’investimento. Affidiamoci ai consigli degli esperti in materia che parlano ad esempio di stop loss.

Con questo termine ci si riferisce al metodo con cui gli investitori definiscono la perdita massima. Se si va sotto una certa soglia ci si ritira dal mercato. Per attuare questo metodo è importante monitorare accuratamente e tempestivamente il settore ForEX.

L’altra tecnica consigliata è l’importo della posizione che impone all’investitore di riflettere sull’importo dell’investimento in modo da prevedere i guadagni in base ai trend possibili. Prevenire il mercato è meglio che leccarsi le ferite della perdita.

Nelle prossime “puntate” affronteremo anche il tema della protezione dei guadagni e della leva.

Perché i fondi di investimento comune sono sicuri: la trasparenza

 Poter controllare quello che succede ai propri risparmi, una volta che sono stati investiti  non è faccenda agevole soprattutto per chi non si occupa giornalmente di questioni finanziarie.

La mancanza di informazione è spesso, infatti, tra le principali cause di un basso rendimento di un investimento. Decidendo di affidare i proprio risparmi ad una società di gestione, il rischio di una cattiva performance del portafogli si assottiglia  in quanto i fondi di investimento e i loro gestori sono regolamentati con apposite leggi sulla trasparenza.

In base a questa regolamentazione ogni giorno i singoli investitori possono sapere come stanno andando i loro titoli anche solo leggendo il giornale e controllando i NAV (net asset value) che vengono pubblicati giornalmente sui quotidiani (il NAV che si trova sui giornali è quello del giorno prima, in quanto prima di essere pubblicato deve essere sottoposto a rigidi controlli).

La normativa italiana, inoltre, obbliga le società di gestione a valorizzare il patrimonio con cadenza almeno settimanale e molto spesso le società fanno questa operazione anche con cadenza giornaliera, in modo che gli investitori possano essere sempre al corrente di ciò che accade ai loro soldi.

Tutti i motivi della sicurezza dei fondi di investimento comuni:

Autonomia

Controllo

Diversificazione

 

Perché i fondi di investimento comune sono sicuri: la diversificazione

 La differenza dell’investimento tra un singolo titolo e l’investimento in un fondo comune sta nel fatto che, grazie proprio alla composizione stessa del fondo che distribuisce il capitale su più fronti, nel caso in cui uno dei titoli presenti nel portafogli dovesse andare in perdita questa perdita sarebbe bilanciata dai rendimenti che comunque si continuano ad avere sulle altre attività presenti e che hanno delle buone performance.

Questa possibilità data dall’investimento in un fondo comune si definisce come diversificazione, ossia l’investimento su un numero alto di titoli diversi per capitalizzazione, mercato e settore di appartenenza. Ovviamente non si tratta di una possibilità data solo dai fondi di investimento comune, anche un investitore singolo può creare un portafogli ben diversificato, ma è un’operazione che comporta la necessità di un investimento molto grande per l’acquisto dei diversi strumenti.

Affidando i propri risparmi ad un fondo comune il costo della diversificazione viene spalmato sul capitale di tutti gli investitori.

Inoltre la diversificazione è possibile non solo all’interno di un singolo fondo. Ogni investitore, infatti, può anche decidere di frammentare il suo capitale in più fondi di investimento che, in questo modo, andrebbero a bilanciare la correlazione tra i mercati.

Tutti i motivi della sicurezza dei fondi di investimento comuni:

Autonomia

Controllo

Trasparenza