Previdenza complementare: fondi pensione negoziali

 Diversamente dai fondi pensione aperti, i fondi pensione negoziali sono destinati a raccogliere le adesioni di determinate tipologie di lavoratori.

I fondi pensione negoziale si istituiscono attraverso una contrattazione collettiva su iniziativa di associazioni senza scopo di lucro (nella maggior parte dei casi sono i sindacati o le associazioni di categoria ad occuparsi della loro istituzione).

Esistono due tipologie principali di fondi pensione negoziali, che si distinguono in base alla forma di adesione: si hanno i fondi aziendali o di gruppo (destinati ad una singola azienda o ad un gruppo di aziende); i fondi di categoria o comparto (destinati a specifiche categorie di lavoratori) e i fondi territoriali (raccolgono le adesioni dei lavoratori di una determinata area territoriale).

Anche in questo caso si tratta di una forma di risparmio gestito, in quanto i patrimonio del fondo pensione negoziale (che è diverso e distinto da quello dell’azienda), viene assegnato ad una società di gestione del risparmio, compagnia di assicurazione, banca o SIM (società di intermediazione mobiliare), che si occupa, secondo quanto esposto nella normativa di riferimento, di massimizzarne i rendimenti.

 

Wall Street: sembra già “Natale”

 Il ritorno di Wall Street dopo il Giorno del Ringraziamento è stato abbastanza interessante perché ha dimostrato che il mercato americano si prepara già ai dividendi di Natale. Un po’ in anticipo, ma tutto trova giustificazione nelle previsioni degli analisit.

Le società USA, rispetto all’anno scorso, hanno aumentato di quattro volte il ritmo di erogazione dei dividendi straordinari delle società. Si tratta di un’accelerazione nella retribuzione degli azionisti che nasce dalle previsioni per l’inizio del nuovo anno. Sembra infatti che ci sarà presto un aumento delle aliquote sulle rendite finanziarie.

A sottolineare questa nuova situazione ci ha pensato anche Bloomberg che ha osservato e spiegato che ci sono state ben 59 società americane, quotate nell’indice Russell 3000 che hanno pagato dividendi extra, se si confrontano i numeri con quanto accaduto nel 2011.

La corsa ai dividendi, secondo gli analisti, passa anche da un cambio di prospettiva con il nuovo mandato di Obama. Con George W. Bush, per esempio, era stata varata una tassa al 15 per cento su dividenti azionari. Adesso che l’America attraversa un periodo di crisi, Obama potrebbe scegliere d’incrementare questa imposta.

L’unica alternativa per invertire la rotta delineata è un intervento del Congresso prima che l’aliquota sulle rendite finanziarie arrivi al livello “di partenza” pari al 39,6 per cento.

Evasione fiscale, gli italiani fuggono in Svizzera

Tasse troppo alte. Chi può fugge dall’Italia alla volta della Svizzera. Un posto sicuro per liberarsi dal peso delle tasse. I dati in nostro possesso dicono che due anni fa gli italiani che richiedevano la residenza nella vicina Lugano erano circa 700. Oggi sono 6.000. I motivi? La crisi, la gestione del Paese di Berlusconi e Monti e, ovviamente, il conseguente aumento delle tasse.

Il Canton Ticino, dunque, diventa una meta ambita per i più benestanti. Coloro che vogliono salvaguardare il proprio patrimonio e la sua gestione, scelgono la Svizzera per il management di denaro, partecipazioni e fondi. Non è un fenomeno migratorio con valigie di cartone, bensì le valigie sono griffate.

Ci si trasferisce alla ricerca del benessere, della volontà di mantenere uno stile di vita agiato, cosa che l’Italia non permette più.

Il Consolato di Lugano conferma i dati sulle richieste di domicilio in Svizzera:

“6.000 persone, e sempre persone famose, conosciute e benestanti. Da quando, nel 2009, la Confederazione Elvetica ha aderito al trattato di Schengen, entrare a Lugano è diventato più facile. Ci vogliono interessi legati al Paese elvetico e una casa in affitto o acquistata e si può fare richiesta per trasferire la propria residenza. Interessi e case fanno però la differenza. Infatti, in pochi si possono permettere di acquistare una casa a Lugano. Allora chi può ne approfitta, potendo contare su una tassazione generale del 20% e una buona qualità della vita”.

 

Gli strumenti del risparmio gestito: gli Exchange Traded Funds (ETF)

 In sostanza, quando si investe in Exchange Traded Funds si sceglie un un fondo comune di investimento gestito passivamente.

Gli Exchange Traded Funds hanno alcune caratteristiche in comune con i fondi comuni, come il fatto che la partecipazione degli investitori avviene mediante quote rappresentative di un portafogli finanziario, che comunemente è costituito da azioni, obbligazioni e liquidità.

La strategia di investimento degli ETF è quella passiva, quindi il portafogli non varia la sua composizione nel tempo, ma replica la composizione di un indice di mercato e ogni sua variazione interna è dovuta esclusivamente a variazioni dell’indice di riferimento. Grazie alle loro caratteristiche, gli ETF sono una valida alternativa alla scelta di un fondo comune aperto, in quanto ne riducono i i tempi di sottoscrizione/rimborso e hanno meno formalità burocratiche.

L’Exchange Traded Fund più comune, e anche quello più antico, è lo Spider (Spider è la pronuncia inglese di SPDR, acronimo di Standard and Poor’s Depositary Receipt) che replica l’andamento dell’indice S&P 500 ed è scambiato all’American Stock Exchange.

Altri esempi di Exchange Traded Fund sono il Qube, che replica il NASDAQ-100, e il Diamond, dall’acronimo del Dow Jones Industrial Average.

 

Gli strumenti del risparmio gestito: gli Hedge Funds

 Con il termine Hedge Funds si indica un organismo d’investimento collettivo che, non avendo particolari vincoli nella scelta dell’asset location, porta a rendimenti positivi indipendentemente dall’andamento del mercato. L’attività correlata agli Hedge Funds, ossia l’Hedging (copertura) serve a creare una specie di garanzia per le perdite in conto capitale attraverso attività non correlate a quelle dell’investimento originale.

Obiettivi degli Hedge Funds

Gli obiettivi degli Hedge Fundse delle strategie di investimento che li caratterizzano sono principalmente tre: ottimizzazione del rapporto rischio/rendimento dell’investimento, mantenere bassa la correlazione tra gli investimenti e avere rendimenti anche in caso di fluttuazioni negative del mercato.

Rischi degli Hedge Funds

Per le loro caratteristiche, gli Hedge Funds ponono all’investitore alcuni importanti (per quanto gli Hedge Funds siano degli investimenti sicuri, nessun investimento è mai esente dal rischio).

Un primo rischio è quello della liquidità: essendo degli investimenti alternativi hanno dei tempi di preavviso per il disinvestimento piuttosto lunghi.

Un secondo fattore di rischio è legato al gestore dell’investimento, che potrebbe scegliere degli strumenti sbagliati in base alla congiuntura del mercato, in quanto si tratta di strumenti particolarmente sofisticati e di difficile gestione.

Il terzo fattore deriva dalla regolamentazione degli Hedge Funds: dal momento che gli obblighi di comunicazione e rendicontazione sono meno rigidi di quelli degli investimenti tradizionali, ci possono essere dei problemi legati alla trasparenza e all’informazione dell’investitore.

Le strategie degli Hedge Funds

Le strategie di gestione degli Hedge Funds sono molto diverse e cambiano in base al gestor, ma si possono comunque ricndurre a quattro grandi categorie:

Relative value: sfruttano anomalie di prezzo fra attività finanziarie correlate.
Event driven: le decisioni di investimento sono legate a vicende societarie, come fusioni e acquisizioni.
Long-short equity: sfrutta le combinazioni di posizioni “lunghe” e “corte” sui mercati.
Global macro: ricerca opportunità di rendimento a livello globale.

Economie stabili? In Asia

 Se cercate un posto per investire i vostri risparmi, forse, state pensando già ad un paradiso fiscale ma se il vostro obiettivo sono le opzioni binarie remunerative, allora siete alla ricerca di un’economia stabile. Chi investe in opzioni binarie, in questi giorni, prende atto dell’aggravarsi della condizioni argentina.

Questo paese, infatti, secondo una sentenza di un giudice di New York dovrà rimborsare anche i creditori che avevano acquistato bond prima del del default e dopo il fallimento non avevano accettato la ristrutturazione.

Se invece state cercando qualche economia stabile per non avere sorprese sul breve e brevissimo periodo, dovete far riferimento alle previsioni dell’Economist che addita l’Asia come il contenitore delle economie più stabili del mondo.

Il primo esempio fatto dalla rivista è quello del Laos che è anche un paese povero e poco abitato, ma sta avendo una crescita assolutamente degna di nota, tanto da ottenere il “badge” d’ingresso per l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il WTO. Un traguardo interessante che dimostra un tasso di crescita non indifferente.

Nel periodo che va dal 2002 al 2011, secondo l’Economist, ci sono soltanto tre paesi che hanno avuto una crescita più stabile delle solite oscillazioni tra il 6,2 e l’8,7 per cento del “resto del mondo”. Due di questi paesi sono asiatici: si tratta dell’Indonesia e del Bangladesh.

Adesso il quadro non è completo ma chi investe in opzioni binarie ha già a disposizione qualche suggerimento.

Gli strumenti del risparmio gestito: i fondi immobiliari

 Come i fondi comuni di investimento, i fondi immobiliari danno la possibilità al risparmiatore con un fondi comuni di investimento (o, per un risparmiatore con grande disponibilità, solo una piccola parte del capitale) di investire nel mercato immobiliare. Le azioni principali di cui si occupano i fondi immobiliari sono l’acquisizione di immobili, i diritti reali immobiliari e la partecipazione in società immobiliari.

In rendimenti dei fondi immobiliari sono legati, in via quasi esclusiva, dalla valutazione degli immobili contenuti al suo interno, nel caso di cessione e acquisti, e dall’importo dei canoni mensili in caso di contratti di locazione. Proprio per questa loro strutturazione, i fondi immobiliari sono degli strumenti di investimento adatti a coloro che hanno una bassa propensione al rischio, in quanto il loro valore e il loro rendimento non è particolarmente legato alla fluttuazione del mercato finanziario.

Esistono tre principali tipologie di fondi immobiliari che si differenziano a seconda della sottoscrizione delle quote e del conferimento dei beni: si possono trovare, quindi, fondi immobiliari ordinari, misti o ad apporto.

I fondi immobiliari sono storicamente nati come fondi chiusi. Solo successivamente è stato prevista la possibilità di emettere quote anche dopo la costituzione del fondo e di avere rimborsi anticipati, al fine di facilitare l’ingresso e l’uscita dei sottoscrittori.

L’Europa finanziaria torna a crescere

 Sulle borse europee ha pesato un po’ la decisione dell’Eurogruppo di rinviare la questione greca. Sono state molto importanti le parole di Angela Merkel e François Hollande ma oggi le Piazze Affari del Vecchio Continente sembrano animate di un nuovo entusiasmo.

Sono migliorati tutti gli indici e la spinta è stata fornita dall’esito dell’asta dei titoli spagnoli. Le richieste di Bonos hanno avuto un valore complessivo di 3,88 miliardi di euro e sono andate al di sopra dell’offerta del Ministero del Tesoro Iberico.

Chiaramente la performance della borsa di Madrid è stata traghettata verso l’ascesa da questi risultati e Milano ne ha seguito l’esempio. Un po’ meno brillanti i risultati degli altri indici sintetici nazionali. Dando soltanto un piccolo sguardo a quel che è successo a Wall Street si scopre una decisa contrazione degli scambi dovuta alla ricorrenza della Festa del Ringraziamento.

Lo spread cui ormai si riserva un’attenzione particolare soprattutto in Italia, ha aperto a 338,6 punti. Il differenziale tra Btp decennali e Bund tedeschi dello stesso periodo si era chiuso ieri a 341 punti. Il rendimento dei titoli di stato è stato del 4,8%.

Sul mercato dei titoli di stato è stata molto interessante l’opinione di uno dei maggiori gestori mondiali di obbligazioni, Pimco che ha spiegato di preferire, in questo momento, i bond italiani e i bonos spagnoli rispetto ai titoli francesi e tedeschi.

I dati ISTAT sulla produttività italiana

 La diffusione dei dati Istat sulla produttività italiana non hanno avuto un effetto immediato sulle borse dove hanno inciso di più le decisioni dell’Eurogruppo che ha rinviato la questione greca. Eppure i dati sulla produttività italiana sono emblematici, descrivono una situazione di stallo ed indicano settori in crescita e settori fermi dell’economia tricolore.

Chi investe in opzioni binarie, a parte la previsione dell’incidenza di questo rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica, può usare il documento redatto per individuare i settori che sono cresciuti nel nostro tessuto economico e quelli che invece si sono bloccati.

In generale, il rapporto sulla produttività italiana dell’Istat mostra che il tasso annuo di crescita è pari allo 0,5 per cento ed è un punto d’incontro tra l’aumento della produttività del lavoro pari allo 0,9 per cento e il calo della produttività del capitale dello 0,7 per cento.

Nell’ultimo anno, nel 2011, in più, si evidenzia la crescita del settore agricolo del 2 per cento e un incremento delle attività ricreative-culturali del 5,1 per cento con un’opposta flessione del 2,4 per cento degli indici legati al settore informativo della comunicazione.

A livello tendenziale, dal 1992 è stato in crescita il settore agricolo, come anche quello della finanza e delle assicurazioni e quello dell’informazione e della comunicazione. Mentre in calo dal 1992 troviamo i settori delle attività professionali, delle costruzioni, dell’istruzione, della sanità e dei servizi sociali.

 

Gli strumenti del risparmio gestito: i fondi comuni di investimento

 Le caratteristiche dei fondi comuni di investimento

Un fondo comune di investimento si costituisce con la raccolta del capitale di piccoli risparmiatori che mettendo insieme le loro possibilità possono così creare un portafogli di investimento sostanzioso e ben diversificato. Ogni sottoscrittore partecipa mediante delle quote che sono direttamente proporzionali all’importo versato per la costituzione del fondo.

Partecipando alle quote di un fondo comune di investimento si accettano anche i rischi e i vantaggi ad esso legati: in caso di crescita avrà un maggiore rendimento, in caso di perdita il risparmiatore vedrà restringersi il capitale investito.

I vantaggi dei fondi comuni di investimento

Possibilità di accesso ad un portafogli di investimento diversificato

In primo luogo, grazie ai fondi comuni di investimento, è stato possibile l’accesso al mercato anche ai piccoli risparmiatori, che, in questo modo, possono giocare avendo a disposizione gli stessi mezzi di chi dispone di grandi capitali e non rischiare ad investire il poco che si ha in una singola società.

Gestione professionale del risparmio

Dal momento che i fondi comuni di investimento sono gestiti da società esperte ne ìl campo degli investimenti, chi partecipa alle loro quote ha la garanzia che, grazie alle competenze e alle conoscenze di chi gestisce, i rendimenti siano sempre i più alti possibili.