Il tema dell’uscita dal lavoro continua a impegnare Governo e Inps. Si tratta di un argomento caldo, che necessita una trattazione delicata e urgente.
Riforma Fornero
Riforma pensioni, per la Fornero è tempo di introdurre nuovamente la flessibilità
L’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero ritiene che sia arrivato il tempo per reintrodurre flessibilità nell’età di pensionamento, tuttavia mette in guardia dal trasferirne il costo sulle generazioni giovani.
Pensioni d’oro, stop per chi lascia dal prossimo anno
Tiene banco la questione ‘pensioni d’oro’. In questo momento presidenza del Consiglio e Ministero dell’Economia stanno discutendo apertamente per l’emendamento alla Legge di Stabilità.
Pensioni, l’emendamento che corregge gli errori della riforma Fornero
Il Governo sta preparando un emendamento sulle pensioni d’oro per colmare il gap apertosi a livello normativo a seguito della riforma Fornero. Questa falla permette un cumulo a chi è passato dal sistema contributivo a quello retributivo.
Le novità sulle pensioni dal 2014
- Pensione fino a 1.487, 100% indicizzazione Istat, aumento del +1,20;
- Pensione da 1.487 a 1.982, 95% indicizzazione Istat, aumento del +1,14%;
- Pensione da 1.982 a 2,478, 75% indicizzazione Istat, aumento del +o,90;
- Pensione da 2,478 a 2.973, 50% indicizzazione Istat, aumento del +o,60.
Iscritti all’Avis, possibile decurtazione della pensione
Secondo una norma prevista nella riforma Fornero, i donatori di sangue che si sono assentati dal lavoro per donare dovranno recuperare tutti i giorni di permesso accumulati per questo scopo per poter accedere a pieno titolo all’assegno pensionistico, altrimenti verrà applicata una decurtazione del 2%.
> Pensioni dipendenti pubblici: le ultime novità di settembre 2013
Un provvedimento che è in aperto contrasto con quanto previsto dalla disciplina sulla donazione del sangue in Italia come da legge n. 219/05, articolo 8, comma 1, nel quale si stabilisce che i donatori di sangue e di emocomponenti che hanno un rapporto di lavoro dipendente hanno diritto ad astenersi dal lavoro per l’intera giornata in cui effettuano la donazione, che sarà normalmente retribuita e sulla quale verranno versati interramenti i contributi previdenziali.
Con la riforma voluta dal precedente governo, invece, come spiega Ferruccio Giovetti, presidente dell’Avis Cremona, tutti coloro che andranno in pensione entro il 2017 senza aver raggiunto i 62 anni di età dovranno recuperare in sede di conteggio oppure il pensionato subirà una penalizzazione del 2% sull’assegno vitalizio.
Questo vuol dire che il donatore che avesse effettuato 100 donazione nell’arco della sua carriera lavorativa dovrà recuperare tutti i 100 giorni di permesso.
> Pensioni Quota 96: cosa sono e le implicazioni di una nuova riforma
Al di là della questione etica che la legge non tiene in considerazione, a fare scalpore è anche la retroattività del provvedimento che, se fosse stato introdotto a partire da ora avrebbe permesso al donatore di regolarsi di conseguenza, ma avendo valenza anche sugli anni passati ricade anche su chi ha donato senza la consapevolezza dell’esistenza di una simile normativa.
Trovate le coperture per altri 6.500 esodati: chi e come può fare richiesta
Il Decreto 101 del 2013 sulla razionalizzazione delle spese della Pubblica Amministrazione e con il Decreto 103, quello che ha eliminato la rata dell’Imu, entrambi già pubblicati in Gazzetta Ufficiale (31 agosto 2013) sono entrate in vigore delle interessanti novità per i lavoratori esodati e per i dipendenti del settore pubblico.
► Pensioni dipendenti pubblici: le ultime novità di settembre 2013
I Decreti sono serviti, infatti, a trovare le coperture per altri 6.500 esodati, ossia i lavoratori che hanno lasciato il lavoro ma che sono stati privati della possibilità di andare in pensione con l’entrata in vigore della Riforma Fornero, cha ha innalzato i requisiti per l’accesso alla previdenza.
I requisiti per gli esodati
I lavoratori che sono usciti dal mondo del lavoro entro la fine del 2011 e che da allora non percepiscono né stipendio né pensione, potranno accedere al trattamento pensionistico dell’Inps, secondo i requisiti previsti prima della Riforma Fornero solo se:
1. in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi vigenti prima della riforma, avrebbero maturato il diritto ad avere la pensione entro il 2014;
2. l’uscita dal lavoro non è precedente al 1° gennaio 2009 e successiva al 31 dicembre 2011;
3. non sia stato percepito dopo il licenziamento un reddito annuo lordo complessivo per qualsiasi attività non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente, superiore a 7.500 euro.
► Risorse in arrivo per gli esodati e per la CIG
Tempistiche e modalità di presentazione della domanda per gli esodati
Il termine ultimo fissato dal Governo per presentare la domanda di accesso al trattamento pensionistico per chi rientra nei requisiti sopra esposti è il 25 settembre 2013. Le informazioni necessarie, i documenti da presentare e anche maggiori dettagli sui requisiti sono reperibili sul sito del Ministero del Lavoro.
Come potrebbe cambiare la riforma Fornero
Il Consiglio dei Ministri che si terrà il prossimo 21 giugno potrebbe già trovarsi a discutere del cosiddetto pacchetto – lavoro, ovvero di quell’ insieme di misure che il Governo Letta ha intenzione di varare per modificare alcuni aspetti della precedente riforma del lavoro, quella che porta il nome dell’ ex Ministro Fornero.
Giovannini parla di una revisione della riforma Fornero
Non solo, come ormai da tempo, l’ Unione degli Industriali, ma anche gli esponenti della Confartigianato chiedono ora al Governo di intervenire sulla legge 92/2012, ovvero la riforma del lavoro firmata da Elsa Fornero, che continua a scontentare i settori produttivi italiani.
> Confartigianato contro la pressione fiscale e la riforma Fornero
La Riforma Fornero fa risparmiare, ma chi paga?
Il report sulla spesa pensionistica stilato dall’Inps – che comprende il periodo che va dallo scorso anno fino al 2021, con proiezioni fino al 2050 – mette in risalto come la Riforma Fornero abbia permesso all’Istituto di Previdenza di risparmiare 80 miliardi di euro in più rispetto a tutte le altre riforme precedenti.
► Nessun prelievo sulle pensioni d’oro, lo dice la Consulta
Con questo risparmio la spesa pubblica subisce una contrazione che arriverà a toccare un punto di Pil nel 2019, dopo il risparmio sarà sempre minore fino a divenire nullo nel 2045.
Come è stato possibile arrivare a questo risparmio? In primo luogo la Riforma Fornero ha portato ad un abbassamento del 15% degli assegni pensionistici più alti lasciando però inalterato l’ammontare delle pensioni che non superano il trattamento minimo di almeno tre volte il suo importo.
► Pensioni certe ma più leggere
Questo grazie alla riforma del meccanismo di rivalutazione automatico delle pensioni. Ma c’è da segnalare che la Riforma delle pensioni approntata dal ministro Fornero si basa anche su dei meccanismi di stabilità – aumento dei requisiti di pensionamento per vecchiaia, blocco delle uscite per anzianità, calcolo delle pensioni solo con il metodo contributivo – che hanno sì fatto risparmiare ma hanno anche alzato l’età pensionabile e alleggerito gli assegni pensionistici.