In Europa gli investitori sono cauti per la questione in Ucraina

 Il presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi cercherà indizi questa settimana nelle aziende della zona euro per vedere se c’è bisogno di ulteriori stimoli all’economia per contrastare i rischi della bassa inflazione e delle tensioni geopolitiche. Gli indici mostrano che la crescita dell’attività manifatturiera tiene al ritmo più debole di quest’anno.

La disputa territoriale tra Russia e Ucraina, da dove arriva gran parte dell’energia per l’Europa, sta minando la fiducia in una ripresa già minacciata dal rafforzamento dell’euro. Ciò porta alla prospettiva che i funzionari della Bce saranno chiamati ad allentare la politica monetaria, se necessario, anche con strumenti non convenzionali come il quantitative easing.

 

Draghi, Bce, potrebbe spingere i tassi in negativo

 

Per gli economisti, la tensione in Europa orientale potrebbe facilmente innescare turbolenze abbastanza grandi da fermare il temporaneo recupero dell’Eurozona. Questo è il più grande rischio per le previsioni di crescita ottimistiche per la zona euro in questo momento.

Gli Stati Uniti stanno pensando a ulteriori sanzioni economiche contro la Russia visto che l’accordo diplomatico non ha mostrato di essere in grado di disinnescare la crisi. In tale contesto, gli indicatori di questa settimana del sentimento nella zona euro mostrano segni di cautela.

L’impatto significativo della moneta non è quindi l’unico visti i venti contrari del mercato che concernono la Cina e la Russia. Il 2014 sarà un anno impegnativo, ma la Bce è fiduciosa di potere raggiungere gli obiettivi finanziari.
L’indice Ifo della Germania sulla fiducia delle imprese si prevede che scenderà a 110,4 ad aprile da 110,7 del mese precedente. La lettura è diminuita a marzo per la prima volta in cinque mesi . Il Zew, il Centro per la ricerca economica europea a Mannheim, ha detto la scorsa settimana che l’indice di fiducia degli investitori tedeschi è sceso per il quarto mese, in parte a causa del conflitto Ucraina.

La disoccupazione in Italia preoccupa gli investitori

 L’economia in Italia crescerà dello 0,8 per cento quest’anno, proseguendo una tendenza iniziata alla fine dello scorso anno, come ha affermato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi la scorsa settimana. Il tasso di disoccupazione rimarrà vicino al record del 13 per cento, alimentando le preoccupazioni degli economisti sul fatto che il recupero stia agendo poco sull’occupazione a lungo termine.

Il rendimento a 10 anni dei titoli italiani è cambiato poco negli ultimi giorni. Ci si aspetta che la domanda da parte degli investitori sarà rafforzata dagli stranieri con riferimento all’economia che migliora. Gli investitori sono molto attenti alla maggiore attività economica e all’aumento della produzione industriale in Italia. Tuttavia, è molto difficile pensare a una ripresa sostenibile senza un vero aumento dell’occupazione.

 

L’Italia rispetta i vincoli di bilancio imposti dall’Europa

 

Con un debito pubblico in aumento a 2,11 miliardi di euro nel mese di febbraio, o al 132,6 per cento del Prodotto interno lordo (Pil), Renzi punta sulla riduzione della spesa per sostenere i tagli fiscali a favore di imprese e lavoratori e rilanciare la domanda interna. Questo si farà mantenendo il deficit di bilancio entro il limite dell’Unione europea del 3 per cento del Pil quest’anno. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha promesso di pagare i debiti della Pubblica amministrazione rinviando di un anno l’abbassamento del debito rispetto al Pil.

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha detto che la disoccupazione è la minaccia numero uno per il progetto europeo e non solo per l’Italia. Nel mese di gennaio, l’Italia era l’unico dei Paesi dell’Europa del sud dove è stato registrato un aumento del tasso di disoccupazione. Il governo renzi sta lavorando al piano per il lavoro, e mentre prima parlava di portare il tasso di disoccupazione al di sotto del 10 per cento attuando le politiche economiche, ora è meno ottimista e ha detto che il tasso di disoccupazione in Italia sarà al 12,8 per cento quest’anno e al 12,5 per cento il prossimo. Nel 2018, quando il mandato di Renzi si avvicina alla chiusura, il governo vede il tasso di disoccupazione all’11 per cento.

La crescita in Germania dovrebbe accelerare, ma attenzione alla questione Ucraina

 La crescita dell’economia tedesca accelererà quest’anno all’1,8 per cento e riprenderà a crescere il prossimo anno, per il ministero dell’economia, anche se la questione in Ucraina potrebbe pesare sulle prospettive della più grande economia europea. L’economia tedesca è cresciuta di appena lo 0,4 per cento nello scorso anno. Il ministero dell’Economia ha fatto le sue previsioni su un ritmo di crescita che dovrebbe accelerare al 2,0 per cento nel 2015. Per il ministro dell’Economia Sigmar Gabriel l’economia tedesca sta vivendo una solida ripresa e la Germania ha due buoni anni davanti a sé. Egli è comunque a consapevole del fatto che un’escalation della crisi in Ucraina potrebbe influenzare le prospettive.

La domanda interna guiderà la crescita, salendo dell’1,9 per cento quest’anno e del 2,1 per cento l’anno prossimo, in quanto le famiglie spenderanno di più e gli investimenti in costruzioni e attrezzature saranno maggiori. In Germania, i salari sono aumentati, il mercato del lavoro è solido, l’inflazione è moderata e i tassi di interesse sono bassi. Tutti questi sono aspetti che incoraggiano i tedeschi, che tradizionalmente sono un popolo di risparmiatori, a spendere di più.

 

Germania, aumenta il salario minimo

 

Il ministero dell’Economia ha affermato che i salari aumenterebbero quest’anno e il prossimo, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al 6,7 per cento quest’anno e del 6,6 per cento nel 2015. La domanda interna in crescita in Germania dovrebbe risollevare le sorti dei Paesi della zona euro che esportano nel Paese attraverso l’uscita dalla crisi e riducendo alcuni squilibri economici della regione. Il ministero ha stimato che le esportazioni della Germania dovrebbero guadagnare trazione quest’anno con una crescita del 4,1 per cento grazie a un ambiente migliore nella zona euro.

Il ministro Padoan al Fmi parla del rapporto tra riforme e crescita

 Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a Washington per l’International monetary and financial committee del Fondo mometario internazionale (Fmi) ha parlato della situazione dell’economia italiana. Nella riunione dei ministri dell’economia e delle finanze dei Paesi più sviluppati, Padoan ha affermato che il nostro Paese ha un’economia in ripresa con diverse condizioni che sono migliorate e con una crescita che può essere più alta di quella attesa. Le condizioni del lavoro rimangono invece difficili con l’Italia che ha un tasso di disoccupazione alto e con la disoccupazione giovanile a livelli allarmanti.

Il ministro Padoan ha detto: “Il governo in Italia sta spingendo sul processo di riforma per assicurare che la ripresa sia abbastanza robusta da assorbire la disoccupazione. Dopo una forte recessione l’outlook dell’Italia è migliorato. Continueremo a consolidare il bilancio, ma in modo più grauale. L’Italia quest’anno sarà il Paese Ue con il rapporto deficit – Pil più basso”.

 

► Il ministro Padoan al G20 parla di crescita in Italia

 

Padoan mette quindi in relazione l’azione del governo, in termini di riforme in ambito fiscale ed economico, e la ripresa, sottolineando l’importanza delle prime. Riforme che l’Europa sembra avere apprezzato, dal cuneo fiscale al piano per il lavoro.

Su quest’ultimo punto c’è però l’opposizione dei sindacati. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi vede nel piano la possibilità di aprire l’accesso al lavoro a più persone, ma dalla Cgil si mette in evidenza il rischio di creare maggiore lavoro precario. Di certo è necessario affrontare la questione del lavoro e della disoccupazione che mentre in Europa scende, in Italia non sembra dare motivi di fiducia in questo periodo.

Il ministro Padoan al G20 parla di crescita in Italia

 A Washington negli Stati Uniti, dove è riunito il G20 dei ministri delle economie più sviluppate del mondo, il ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padoan ha parlato della situazione economica.

Il ministro dell’Economia si è mostrato fiero sul risanamento dei conti dell’Italia e ha affermato: “Quello europeo è quasi completato. E sono contento di poter dire che, tra le economie avanzate, l’Italia è uno dei paesi più sostenibili”.

 

Bilancio, l’Italia va nella direzione giusta, secondo Pier Carlo Padoan

 

Oltre che dei conti Padoan ha parlato anche della disoccupazione, dove l’Italia sta invece messa peggio della media europea e dove la questione del lavoro per i giovani è uno dei problemi principali. Il ministro Padoan ha detto: “Servono riforme di ampia portata. Bisogna far entrare i giovani sul mercato del lavoro. Occorre muoversi verso contratti più semplici, ancorando i salari alla produttività”.

Sulle nomine dei vertici delle aziende partecippate, tra cui ci sono Eni, Enel e Finmeccanica, ha affermato: “Ci saranno persone competenti e in alcuni casi nuove”.

La riunione del G20 per parlare di crescita dell’economia globale vede quindi il ministro Pier Carlo Padoan proporre le riforme italiane. Sugli obiettivi del governo il ministro ha affermato che tagliare il cuneo fiscale serve per aumentare i soldi a disposizione delle imprese e delle famiglie. Egli è consapevole delle difficoltà e ha detto: “In Italia, come in molte altre economie avanzate, vi sono interessi specifici, corporativi che negli anni hanno accumulato poteri e capacità di dire sì o no a piacimento. Cambiare questo stato di cose richiede un grande sforzo politico”.

Padoan ha anche parlato dell’importanza della credibilità del governo per attrarre gli investitori. Il riferimento è alla necessità di rinnovare i vertici delle aziende partecipate e il ministro ha affermato: “Siamo in una situazione in cui c’è molta liquidità in giro per il mondo e ci sono molti investitori pronti a investire da noi. Ma stanno aspettando la conferma definitiva di un cambiamento. Se il governo dimostra che le cose stanno cambiando il denaro fluirà e questo porterà a nuova crescita. Mi aspetto sorprese positive nel breve termine”.

In Europa mercato immobiliare in calo nonostante la ripresa economica

 I prezzi delle case nella zona euro sono scesi alla fine dello scorso anno nonostante l’accelerazione della ripresa economica. Nell’Eurozona i valori degli immobili residenziali sono diminuiti dello 0,7 per cento trimestre su trimestre nel periodo che va da ottobre a dicembre, come mostrano le statistiche di Eurostat, dopo due aumenti trimestrali consecutivi dello 0,4 per cento.

Rispetto allo stesso periodo del 2012, i prezzi delle case sono scese dell’1,4 per cento a dicembre, dopo un calo dell’1,3 per cento del trimestre precedente.

 

Il mercato immobiliare negli Stati Uniti è in ripresa

 

Il calo dei prezzi degli immobili è stato condotto dal dato negativo dell’1,3 per cento in Spagna e dall’abbassamento dell’1,2 per cento in Italia. In Francia, la seconda più grande economia della zona euro, i prezzi scendono dell’1 per cento sul trimestre.

Nonostante i tassi di interesse bassi, molte famiglie stanno lottando per ottenere un finanziamento per acquistare una proprietà. Le banche restano caute nel concedere il credito, perché ancora diffidenti sulla ripresa economica e fragili.

Tuttavia, Spagna, Italia e Francia hanno visto un rallentamento del ritmo di calo dei prezzi anno su anno. I dati per la Germania, la più forte economia europea, non sono disponibili per il quarto e il terzo trimestre.

Sette Paesi della zona euro hanno visto aumenti dei prezzi degli immobili residenziali alla fine dello scorso anno. In Estonia la crescita è stata del 15,6 per cento, segue l’Irlanda con un aumento del 6,3 per cento.

La crescita dell’Europa è stata sopra le aspettative alla fine dello scorso anno e dovrebbe crescere quest’anno dell’1,2 per cento per poi accelerare nel 2015.

La Cina mette in atto strategie per sostenere la crescita

 La Cina ha fissato una quota per l’importo totale che le banche e le società del debito estero a breve termine possono prendere in prestito nel 2014 a 43,39 miliardi dollari, il che implica un aumento del 16 per cento rispetto allo scorso anno. La State Administration of Foreign Exchange (Safe) non ha dato un dato di raffronto , anche se ha già detto che il contingente è stato di 37,3 miliardi di dollari nello scorso anno.

Del totale, la quota per le banche cinesi selezionate è di 13,9 miliardi di dollari, mentre quello per le banche straniere qualificate che operano in Cina è di 16,54 miliardi di dollari come si dice sul sito web di Safe. Safe ha anche affermato che avrebbe dato sostegno preferenziale alle imprese nelle regioni centrali e occidentali meno sviluppate della Cina e alle piccole banche nell’assegnazione del contingente.

 

La Cina propone misure per crescere come previsto

 

La Cina ha mantenuto a lungo uno stretto controllo sui finanziamenti a breve termine per le sue aziende per paura di attirare flussi speculativi nel Paese. Il governo non vede però alcun rischio alto rispetto al debito estero a breve termine per il debito estero totale, dicendo che aveva una grande pila di riserve in valuta estera su cui ripiegare.

La preoccupazione è cresciuta negli ultimi mesi con il debito nazionale della Cina associato a un rallentamento dell’economia che ha portato all’intervendo del governo per sostenere la crescita. La Cina ha conosciuto il suo primo inadempimento legame questo mese, quando Shanghai Chaori Solar Energy Science and Technology Co ha mancato un pagamento di interessi su un prestito obbligazionario emesso nel 2012.

Gli italiani hanno fiducia nella ripresa economica

 Anche in Italia il sentimento di fiducia dei consumatori è in fase di risalita, in linea con le tendenze positive che caratterizzano altri Paesi, quali Stati Uniti, Australia e Germania.

Il dato emerge dalle rilevazioni dell’ISTAT, che misura periodicamente il “clima di fiducia” dei cittadini sulla base di un questionario di nove domande-chiave mirate ad individuare il livello di ottimismo/pessimismo presente nel Paese: opinioni e aspettative circa la situazione economica nazionale; attese sulle problematiche dell’occupazione; prospettive circa lo stato economico familiare; capacità attuale e possibilità future del risparmio;opportunità e propensione verso l’acquisto di beni durevoli; giudizi sul bilancio familiare.

 

Fiducia dei consumatori in crescita e Padoan in Germania parla dell’economia italiana

 

Nel mese di marzo l’indice generale ha registrato un sensibile incremento, attestandosi sul valore di 101,7 punti rispetto ai 97,7 del mese precedente: l’indice più elevato dal giugno 2011. Si tratta di una crescita rilevante perché riguarda i giudizi espressi in relazione alla situazione corrente, alle attese per l’economia italiana e alle aspettative sul tema della disoccupazione.

La componente puramente economica del clima di fiducia si è elevata da 96,9 a 107,6 punti, mentre l’aliquota familiare ha registrato un miglioramento più modesto da 98,3 a 98,8. Risultano in aumento anche le componenti riferite al clima corrente e al clima futuro.

Per quanto concerne l’andamento dell’economia nazionale, i giudizi sulle condizioni attuali e su quelle prospettiche segnano un passaggio da -117 a -111, mentre le attese sullo stesso tema registrano un saldo positivo e risalgono da -20 a +2. Pur restando su livelli critici, sono in ripresa anche le aspettative circa la situazione economica della famiglia,così come salgono le opinioni sull’opportunità attuale di risparmio.

L’Europa è in ripresa e tornano gli investimenti

 La produzione industriale e le attività di servizi in Europa sono vicini al livello più alto da quasi tre anni, secondo i dati rilasciari ieri. I dati mostrano la crescita anche in un contesto di sconvolgimento geopolitico con la crisi politica in Ucraina e il rallentamento economico in Cina, suggerendo che le politiche del presidente della Banca centrale europea (Bce) sono state utili contro la crisi finanziaria della zona euro.

I tagli dei tassi di interesse di Draghi, le iniezioni di liquidità e l’impegno controverso per comprare i titoli dei Paesi in crisi hanno rafforzato la fiducia delle imprese e hanno spinto verso un’economia migliore. Draghi a mantenuto i tassi fermi in questo mese e a parte la ripresa ha avvertito che restano i rischi dei prezzi tenui, cioè l’inflazione bassa, e una valuta in rafforzamento, cioè l’euro.

 

L’Europa tra crescita e rischio deflazione

 

Il segnale che arriva dai dati economici è che c’è una migliorata fiducia e una modesta ripresa nell’Eurozona. A condizione però che l’inflazione non scenda ulteriormente.

L’indice sul settore manifatturiero e dei servizi nell’area dell’euro a febbraio, come ha comunicato Markit Economics Londra, è a 53,3 che è il più alto da giugno 2011. L’indicatore è stato superiore a 50, la linea di demarcazione tra espansione e contrazione, da luglio.

I dati dei primi tre mesi di quest’anno sono stati i migliori dal secondo trimestre del 2011 con la produzione in Francia, la seconda più grande economia della zona euro, che è aumentata per la prima volta da luglio 2011.

Gli investitori internazionali stanno tornando in Europa anche verso nazioni che hanno ricevuto salvataggi nelle profondità della crisi. Il Portogallo ha attirato più di 14,5 milioni di euro con un aumento di nove volte quest’anno. Il denaro è anche defluito in Grecia e Irlanda, che hanno visto gli investimenti aumentare rispettivamente del 75% e del 25%.

L’Europa cresce in produzione industriale, ma ci sono ancora rischi per occupazione e inflazione

 La crescita nel settore manifatturiero e dei servizi della zona euro a marzo è al livello più veloce dal 2011. Il miglioramento  della Francia fornisce ulteriori prove che la ripresa della regione è sulla buona strada.

Il presidente della banca centrale europea (Bce) Mario Draghi ha previsto la ripresa graduale dopo la crisi del debito sovrano. Le preoccupazioni che si possa ricadere nella crisi economica sono legate allo scenario attuale che vede l’aumento del 6,2% dell’euro nei confronti del dollaro nel corso dell’anno passato e i segnali di rallentamento della crescita in Cina. L’euro, che si è apprezzato del 6,1% contro il dollaro negli ultimi 12 mesi, è stato scambiato a 1,3779 dollari.

 

L’attività manifatturiera in Francia cresce a sorpresa in riferimento alle previsioni

 

La ripresa in Europa è in corso è a marzo completa il miglior trimestre della zona euro a partire dal secondo trimestre del 2011.

Anche se la Bce prevede che l’economia della zona euro tornerà a una crescita per l’intero esercizio quest’anno, si sta espandendo meno rapidamente rispetto alle altre grandi economie e la disoccupazione rimane elevata. I funzionari stanno anche misurando il rischio che l’inflazione bassa potrebbe trasformarsi in deflazione.

L’inflazione della zona euro ha inaspettatamente rallentato nel mese di febbraio, il che significa tasso di inflazione è stato inferiore all’1% per cinque mesi. La Bce mira a mantenere l’inflazione vicina al 2%.

La relazione Pmi evidenzia anche i rischi di una caduta dei prezzi nella regione dell’euro, una minaccia che ha spinto Draghi a mantenere i tassi di interesse al minimo storico per un periodo di tempo prolungato.