Che cosa sono le opzioni – Le opzioni scoperte

 Che cosa sono le opzioni – Le opzioni call e le opzioni put

In alcuni post pubblicati in precedenza abbiamo proposto un piccolo approfondimento sulle due tipologie basilari di opzioni con cui è possibile avere a che fare sui mercati finanziari.

Che cosa sono le opzioni – Le opzioni put

 Anche questo post sarà dedicato a tutti coloro che, pur attratti dal nome, magari ancora sconosciuto, di opzioni binarie, hanno tuttavia la curiosità di conoscere più a fondo l’ argomento di cui si parla quando nel mondo finanziario si tratta di opzioni.

Che cosa sono le opzioni – Le opzioni call

 Vogliamo dedicare questo post a tutti coloro che, pur attratti dal nome, magari sconosciuto, di opzioni binarie, hanno avuto la curiosità di conoscere più a fondo l’ argomento di cui si parla quando si tratta di opzioni.

Come funziona il valore temporale del premio delle opzioni

Al giorni d’ oggi il mercato finanziario delle opzioni è diventato un mercato molto sofisticato, con tanti, diversi tipi di prodotto che è possibile acquistare. Tutte le opzioni, però, comprese quelle binarie, possiedono delle caratteristiche comuni, di cui stiamo cercando di fornire un utile approfondimento.

Una di queste è il premio e in un post pubblicato in precedenza abbiamo visto che il premio di una opzione, cioè il suo costo, è basato su due elementi:

Che cos’è il premio di un’opzione

 Che cosa sia un’ opzione binaria è un concetto abbastanza noto in ambito finanziario. Le opzioni binarie sono le ultime nate all’ interno del grande panorama delle opzioni, di cui condividono, come è immaginabile le principali caratteristiche di base.

Ed è per questo motivo che ci dedicheremo alla scoperta di alcune di queste caratteristiche fondamentali.

In questo post vedremo infatti più da vicino che cosa si intende per premio di un’ opzione.

Ancora novità dall’IVASS per i consumatori

 Il mondo delle assicurazioni è in continuo fermento e ancora una volta, prima della pausa estiva, dobbiamo prendere nota di una serie di novità che sembrano andare a vantaggio degli utenti finali delle compagnie assicurative.

Ancora aumenti per le assicurazioni

L’IVASS ha pubblicato un provvedimento il cui obiettivo è rendere più limpido il legame tra assicurazioni e clienti. L’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni ha ribadito che si tratta di un decreto legge pubblicato nel 2012 che adesso deve iniziare ad essere rispettato in toto. Parliamo del decreto legge n. 179 dell’ottobre 2012.

 Sulle truffe assicurative c’è un nuovo alleato

Il termine perentorio per il rispetto della normativa in materia di Home insurance è fissato al primo settembre 2013. Entro quella data le compagnie assicurative dovranno predisporre un’area riservata sul loro sito internet per tutti i clienti. 

Questi devono in fatti avere la possibilità di accedere al portale dell’assicurazione da casa verificando tutti i dati delle polizze. L’accesso all’area riservata deve avvenire tramite un username e una password univoci. In questo modo i clienti possono essere avvertiti per tempo delle cadenze dei premi, delle possibilità assicurative, in forma assolutamente gratuita.

L’impegno alla trasparenza potrebbe incrementare il livello di fiducia riservato a questi attori del mondo assicurativo.

Le strategie giuste per evitare i rischi

 Chi investe in opzioni binarie sa che con tali strumenti di trading è possibile avere un rendimento molto alto ma è anche facile che si corrano dei rischi “eccessivi”. Per tamponare l’emorragia di risparmi è sufficiente adottare delle strategie d’investimento e di copertura.

Il Decreto Sviluppo per gli opzionaristi tricolore

E’ facile immaginare come tutto dipenda dalla distribuzione degli investimenti, delle puntate, su più commodities. Per esempio, per evitare di correre troppi rischi si può sempre inserire uno stop loss legato alla posizione d’investimento in modo tale che se l’andamento del mercato è stato interpretato male, allora si possono contenere le perdite.

Lo stop loss è uno degli strumenti privilegiati nel campo delle opzioni binarie, per la gestione del rischio. Funziona in modo tale che superato il livello dello stop loss, l’ordine viene eseguito, ma per via dello slittamento del prezzo ci può essere comunque una perdita dell’investimento. In più, una volta effettuato l’ordine, è possibile che il mercato cambi direzione e torni nel rango delle previsioni.

La crescita di Svizzera e Giappone

Ecco perché è importante la copertura. Per esempio se si verifica una posizione stop lunga in acquisto, ci si può tutelare tramite l’acquisto di un’opzione put il cui prezzo coinciderà con il prezzo da pagare per eliminare il rischio della perdita.

 

Come funzionano i Buoni Fruttiferi Postali: costi, rischi e rendimenti

 I Buoni Fruttiferi Postali (BFP) sono uno dei prodotti di risparmio preferiti dalle famiglie italiane e rappresentano circa il 7% della ricchezza delle famiglie per circa 200 miliardi di euro.

I motivi per i quali le famiglie preferiscono questo tipo di strumento possono essere diversi, ma sicuramente tra i principali ci sono il fatto che i BFP hanno un basso prelievo fiscale sui loro rendimenti (solo il 12,5%, ossia quasi l’8% in meno di altri strumenti di investimento come le zioni o le obbligazioni) e sono poco rischiosi.

Buoni Fruttiferi Postali e titoli di Stato a confronto

I Buoni Fruttiferi Postali sono molto simili ai titoli di Stato: come questi ultimi sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti e, quindi, sono sotto la garanzia dello Stato e hanno lo stesso profilo di rischio.

Tra le principali differenze tra i titoli di Stato e i Buoni Fruttiferi Postali è che questi sono emessi esclusivamente dagli sportelli di Poste Italiane e, a differenza dei titoli di Stato, i BFP non subiscono alcuna modifica del loro prezzo.

I titoli di Stato, infatti, vengono scambiati quotidianamente sul mercato e, nel caso il risparmiatore voglia venderli prima della loro scadenza, può trovarsi a perdere una parte sostanziosa del capitale investito (soprattutto in questo periodo che il debito pubblico italiano non gode di alta considerazione).

Questo non accade per i Buoni Fruttiferi Postali che hanno un prezzo fisso e anche nel caso in cui il risparmiatore voglia provvedere al loro rimborso prima della scadenza, non subisce alcuna perdita, in quanto riceverà indietro il valore nominale al quale li ha acquistati più gli eventuali rendimenti accumulati fino al momento della vendita.

I costi dei Buoni Fruttiferi Postali

Il costo dei BFP è pari al loro valore nominale in quanto il loro acquisto non è sottoposto a nessuna commissione, né per le negoziazioni né per la gestione.

A parte il prelievo fiscale del 12,5% sui rendimenti, l’unico altro costo al quale sono sottoposti i BFP è l’imposta di bollo, che grava dello 0,1% del capitale investito, per un importo minimo annuo di 34,2 euro.

Le tipologie di Buoni Fruttiferi Postali

Attualmente gli sportelli di Poste Italiane hanno in vendita 9 diverse tipologie di Buoni Fruttiferi Postali.

I migliori e i più facili da gestire sono i Bfp a 18 mesi, che garantiscono un rendimento minimo piuttosto basso: circa l’1% ogni anno, che, al netto delle tasse, è pari allo 0,875%.

Rendimenti più alti, invece, sono garantiti dai Buoni Fruttiferi Postali che hanno scadenze a lungo termine come i buoni postali ordinari, i buoni postali dedicati ai minorenni e, infine i buoni postali indicizzati all’inflazione. Per queste tre categorie di BFP il rendimento annuo varia dallo 0,5 al 2% lordo, in più queste tipologie sono sottoposte ad una rivalutazione pari all’aumento dei prezzi al consumo (esclusi i tabacchi).

Altra tipologia di Buoni Fruttiferi Postali indicati per chi vuole ottenere rendimenti alti sono i Bfp 3×4 fedeltà, per i quali il rendimento garantito è fino al 7% lordo annuo (che diviene il 6% al netto delle tasse).

Un’altra tipologia di BFP dagli alti rendimenti sono i Bfp7 insieme, ma sono degli strumenti poco indicati ai risparmiatori che non hanno famigliarità con calcoli ed investimenti. 

Per tutte le tipolgie di Buoni Fruttiferi Postali, inoltre, va ricordato che per ottenere degli interessi soddisfacenti è necessario che i titoli siano mantenuti all’interno del portafogli per un periodo di tempo sufficientemente lungo per la loro maturazione che, a seconda della tipologia prescelta, può variare dai 10 ai 12 anni.

Per chi decide di richiedere il rimborso prima del non anno, il rendimento può scendere anche fino ad una percentuale compresa tra il 2,5 e il 4% lordo (tra il 2 e il 3,5% netto).

 

Per l’Unione Europea ci sono molti rischi

 Bankitalia, come sempre, ha pubblicato il rapporto sulla stabilità finanziaria ed ha fatto notare che la situazione economica nell’Eurozona è ancora molto preoccupate e molto di quanto sta accadendo ora, è da legare alla crisi di Cipro, all’incertezza politica dell’Italia. Anche se è stato fatto il governo, infatti, molte famiglie continuano a soffrire.

Meno tasse e più crescita per Saccomanni

Il documento della Banca d’Italia, il Rapporto sulla stabilità finanziaria, lancia un allarme importante. In pratica spiega che nel Vecchio Continente ci sono ancora dei rischi legati alla stabilità finanziaria. Il fatto è che se anche le situazioni estreme si possono dire ormai sporadiche, persistono delle sacche di rischio difficili da debellare.

Il mercato approva il governo Letta

Un virgolettato del rapporto, in modo più o meno esplicito, fa capire che sia quello che è successo in Italia, sia la crisi che ha interessato Cipro, hanno in qualche modo influito sul rallentamento della ripresa del Vecchio Continente. Di seguito il virgolettato:

“Per i Paesi più direttamente colpiti dalla crisi del debito, compresa l’Italia, il principale fattore di rischio è rappresentato dalla possibilità che la recessione si protragga nel tempo, risentendo della spirale tra debolezza della domanda, rischio sovrano e riduzione della leva finanziaria delle banche.”

 

La scuola entra in crisi sul fronte gite

 La crisi economica, adesso, è davvero penetrata in ogni settore della società civile e un report recente dedicato al mondo della scuola spiega perché non si può escludere nemmeno il settore “formativo”.

Il Decreto Sviluppo per gli opzionaristi tricolore

I genitori che hanno i figli in età scolastica, con sempre maggiore frequenza chiedono agli istituti frequentati dai figli di eliminare o ridurre le gite, i viaggi organizzati. Un modo come un altro per evitare discriminazioni tra i ragazzi che possono permettersi la gita e ragazzi che al contrario non possono partire per ragioni economiche.

L’Italia non investe nella cultura

Nelle scuole superiori, per esempio, questa “richiesta” ha avuto un certo impatto e sembra che 20 classi su 100 abbiano rinunciato a partire. La primavera che avrebbe dovuto portare nel nostro paese una ventata d’entusiasmo finanziario, non fa che gettare nello sconforto la popolazione.

Il report che abbiamo riassunto è stato stilato dalla Coldiretti che si è dedicata al turismo scolastico provando a proporre delle “alternative” alla non partenza per la gita. Per esempio le scuole potrebbero scegliere destinazioni più vicine alla città di partenza, o potrebbero accorciare i tempi del soggiorno. Gli studenti che rischiano di restare a casa, infatti, sono il 20 per cento. L’anno scorso, in partenza, ci sono stati ben 930 mila studenti.