L’economista Jacob Funk Kirkegaard, autorevole voce del Peterson Institute for International Economics (locato in Washington D.C. negli USA) ha dato la sua personale lettura dell’attuale crisi europea.
Ne viene fuori un parere totalmente diverso rispetto agli altri. In sintesi “Non solo il bicchiere non è rotto, ma nemmeno mezzo vuoto”. A ben vedere, sarebbe mezzo pieno almeno per cinque buone ragioni:
1) La Banca Centrale Europea va sempre più configurandosi come una Banca Centrale: fornisce liquidità alle Banche sia acquistando ( sul mercato secondario e quindi non in maniera diretta) i Titoli di Stato dei Paesi in difficoltà come Spagna e Italia. Un Istituto ormai capace di imporre austerità fiscali e riforme agli Stati più refrattari. Insomma una visione più ampia della stabilità finanziaria che procede oltre il mandato di tenere sotto controllo l’inflazione. Anche se ovviamente c’è ancora molta strada da fare prima di arrivare ad interventi tipo FED ( la Federal Reserve, la Banca centrale degli USA).
2) La strada verso l’integrazione fiscale, necessaria a rendere più omogenee le economie dell’area euro e quindi più compatibili con la moneta unica sembra essere in ‘discesa’: Urgono regole comuni sul Bilancio degli Stati, nonché controlli centralizzati a livello europeo. Un cammino non facile e molto lungo, ma alcuni passi quali l’istituzione di un fondo per venire incontro agli Stati e/o Banche in difficoltà sono stati già fatti.
3) Riforme ‘work in progress’ per aumentare concorrenza, competitività, apertura di mercati prima chiusi, ridurre il ruolo dello Stato, nei paesi Mediterranei: prima di questa crisi era impensabile. Ora tali riforme aiuterebbero l’Europa, nel suo insieme, a prevenire le crisi del futuro.
4) Cambiamento culturale che pone al centro la sostenibilità finanziaria delle politiche fiscali, economiche e del welfare.
5) Larghe intese su politiche di tagli alla spesa pubblica e ai sistemi di welfare (pensioni ad esempio) che in altre epoche avrebbero creato non pochi problemi.
In sostanza, e in conclusione, Jacob Kirkegaard ha una certezza: “L’Europa ha molta strada da fare, ma sta usando bene la crisi”. Se lo dice lui…