La strategia della Merkel sulla questione in Ucraina

 La cancelliera tedesca Angela Merkel ha intensificato il suo sostegno per un accordo commerciale trans atlantico dicendo che l’Europa non deve temere il costo delle sanzioni economiche nei confronti della Russia.

La Merkel ha affermato che c’è la necessità di dare un nuovo slancio ai negoziati di libero scambio tra l’Unione europea e gli Stati Uniti. Una spinta necessaria per creare una zona di scambio comune di 800 milioni di persone. Come leader della più grande economia europea e del più grande partner commerciale della Russia nell’Ue, la posizione della Merkel è la chiave per raggiungere un accordo commerciale con gli Stati Uniti. Inoltre, si potrebbe rispondere all’annessione della Crimea da parte della Russia, abbassando il potere commerciale di quest’ultima legato al gas di cui la Germania è il primo importatore in Ue.

 

La Germania si aspetta che la Bce alzerà i tassi il prossimo anno

 

La cancelliera tedesca ha comunque detto che è utile continuare a parlare con il presidente russo Vladimir Putin fermo restando la volontà europea di adottare sanzioni economiche in caso di ulteriori violazioni in Ucraina. L’indice di gradimento della Merkel è aumentato per il terzo mese consecutivo al 72 per cento in un sondaggio televisivo pubblicato il 3 aprile. Lo stesso sondaggio ha suggerito che la maggior parte dei tedeschi vuole evitare il conflitto con la Russia. la posizione della Merkel ha un doppio approccio con una strategia intelligente. Da un parte rimprovera Putin e promette sanzioni, dall’altra lascia aperta la comunicazione. Nella congiuntura economica attuale e con le opzioni limitate è probabilmente la cosa più razionale da fare.

Come detto, la Germania è in importanti legami commerciali con la Russia, che è il suo terzo partner commerciale al di fuori dell’Europa dopo gli Stati Uniti e la Cina e il fornitore di circa un terzo del suo gas naturale.

Gli ucraini boicottano i prodotti russi e Mc Donald’s chiude in Crimea

 I riflessi economici della tensione tra Russia e Ucraina si vedono anche nei supermercati di Kiev. La lotta al Paese considerato occupante si mostra anche nel fatto che molti ucraini hanno deciso di boicottare i prodotti russi. In alcuni supermercati in Ucraina si trovano prodotti russi con un’etichetta in cui c’è scritto “Boicottiamo gli occupanti”.

Ad iniziare questa battaglia commerciale è stata la Russia, che ha imposto il divieto all’importazione dei cioccolatini Roshen, prodotti in Ucraina da Petro Poroshenko, un politico favorito a diventare presidente dell’Ucraina. La battaglia dei cioccolatini vede la risposta del governo ucraino che proibisce l’ingresso nel Paese di quelli russi. L’agenzia governativa ucraina ha addirittura deciso di inserire i cioccolatini russi “Orsetto” nella lista dei prodotti che “danneggiano la salute dei consumatori ucraini”. Oltre ai cioccolatini, il boicottaggio dei prodotti russi riguarda anche aringhe, sardine sott’olio, pesce in scatola e formaggio “President””.

 

Le aziende europee a rischio in caso di maggiori sanzioni alla Russia

 

Il boicottaggio era già partito dai consumatori e ora trova una strada ufficiale del governo. In diversi supermercati ucraini si pubblicizzano i prodotti propri con la scritta “Compra le nostre cose, difendi il Paese”.

L’identità il bisogno di indipendenza si notano quindi anche nei prodotti commerciali e significano che la tensione tra i due Paesi potrebbe durare ancora a lungo. Nelle scorse settimane, gli acquisti di prodotti alimentari russi sono scesi del 40%.

Il boicottaggio arriva anche ad altri prodotti oltre quelli commerciali. Nei cinema non ci sono film russi, in televisione non vengono proposte le fiction prodotte in Russia e i ristoranti e i negozi russi non sono frequentati.

Intanto una multinazionale come Mc Donald’s ha chiuso la sua attività in Crimea senza spiegarne i motivi.

Il cambio del quadro geopolitico e la visita di Obama

 La crisi tra Russia e Crimea ha rischiato e tuttora rischia di cambiare alcuni equilibri geopolitici. La Russia è il più grosso produttore ed esportatore di gas e l’Europa ne è dipendente. Il discorso sulle sanzioni a Mosca risente quindi di questo elemento che differenzia l’Europa e gli Stati Uniti e quindi anche la loro politica sulla vicenda.

Ieri il presidente russo Vladimir Putin ha chiamato Barack Obama, segno che la questione può rientrare. C’è il nodo Crimea annessa alla Russia, ma l’importante è che la Russia non provi a prendere altre regioni dell’Ucraina.

 

Obama elogia l’Italia ma chiede di più sulle spese militari

 

La visita del presidente degli Stati Uniti Barack Obama in Italia non è stata considerata da tutti come una cortesia. C’è chi ha parlato della sponsorizzazione degli F-35 e della voglia di vendere gas da parte degli Stati Uniti. L’intervento di Napolitano sui tagli si potrebbe leggere quindi in questo senso, con riferimento alle spese militari.
La cosa che sembra certa è che l’Europa ha bisogno del gas russo. La Germania ne è dipendente ed è un’economia avanzata e in crescita. Una ccordo è possibile perché un’eventuale gioco di sanzioni e sospensione di forniture di ga aprirebbe a pericolosi conflitti tra le varie posizioni.

Tornando a Obama, gli Stati Uniti non sono dipendenti dalla Russia per le energie naturali, in quanto sono autosufficienti. La loro posizione deve però considerare quella dell’Europa. Per le spese che riguardano la difesa, Obama ha parlato espressamente di stare attenti ai tagli, mentre in Italia il dibattito politico si sposta sulla necessità di utilizzare quei fondi in maniera diversa.

Le aziende europee a rischio in caso di maggiori sanzioni alla Russia

 Gli Stati Uniti e l’Europa discutono di possibili nuove sanzioni alla Russia. La situazione potrebbe peggiorare in Ucraina, con Putin che potrebbe provocare altre azioni separatiste nelle zone russofone. Il Presidente degli Stati Uniti barack Obama ha affermato che in questo caso ci sarebbero nuove sanzioni che vanno a toccare le aziende russe, ma l’Europa sta pensando a quanto costerebbero queste sanzioni e ai riflessi per alcune aziende.

Tra le aziende che potrebbero essere interessate c’è la compagnia petrolifera britannica Bp Plc che detiene il singolo più grande investimento straniero in Russia, una quota del 20% di Oao Rosneft che ha acquistato l’anno scorso. Rosneft ha progetti di esplorazione con altri produttori di petrolio internazionali, tra cui una joint venture con Exxon Mobil per perforare la zona della Russia dell’oceano artico che ha una prospettiva di miliardi di barili di petrolio.

 

Obama parla di possibili nuove sanzioni alla Russia, ma si cerca il dialogo

 

Un’altra azienda è Caterpillar, il più grande produttore di macchine movimento terra, che ha più di 1.000 lavoratori in Russia presso lo stabilimento di produzione vicino a San Pietroburgo e un ufficio a Mosca.

Accenture Plc, la seconda più grande azienda tecnologica di consulenza al mondo, ha detto ieri che la crisi in Ucraina sta causando incertezza nel mercato. Le azioni sono scese del 5% a 78,80 dollari a New York, il più grande calo in un giorno dal 28 giugno dello scorso anno. La società con sede a Dublino è cresciuta nei mercati emergenti per contribuire a compensare la lenta crescita in Europa occidentale e negli Stati Uniti.

Il Consiglio di amministrazione del Fondo monetario internazionale (Fmi) deve ancora firmare il pacchetto di salvataggio finanziario per l’Ucraina per sbloccare 27 miliardi di dollari in aiuti internazionali. A Kiev, i legislatori ieri hanno approvato le modifiche di bilancio necessarie per l’accordo.

 

Obama parla di possibili nuove sanzioni alla Russia, ma si cerca il dialogo

 Gli Stati Uniti stanno cercando di evitare ulteriori sanzioni per la Russia, mentre il Fondo monetario internazionale (Fmi) sta effettuando un prestito di diversi miliardi di dollari al governo ucraino.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, in visita in Italia,  ha affermato che le industrie russe sono possibili obiettivi se Putin cercherà di annettere ulteriori regioni dell’Ucraina. Nuove sanzioni potrebbero influenzare anche le economie degli Stati Uniti e dell’Europa e Obama ha detto che l’obiettivo è quello di limitare gli interventi e i problemi.

 

Le opzioni di Obama sulla crisi in Crimea e i risvolti economici

 

Nella conferenza stampa a Roma con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, Obama ha affermato che è importante minimizzare l’impatto per l’economia europea e italiana delle sanzioni alla Russia.

Il Presidente degli Stati Uniti ha parlato dopo che il Fmi ha presentato un accordo preliminare con l’Ucraina per un prestito biennale da 14 miliardi a 18 miliardi di dollari progettato per aiutare il Paese ad evitare default. Il governo dell’Ucraina, che è salito al potere dopo la rivolta che ha estromesso il presidente Viktor Yanukovich il mese scorso, è alle prese con le riserve in diminuzione, una moneta indebolita e una economia che rischia di scivolare nella terza recessione in sei anni.

Gli economisti hanno ridotto le loro aspettative per la crescita economica della Russia di quest’anno, proiettando l’espansione all’1,2%, in calo dal 2,2% del mese scorso.

Gli Stati Uniti e Unione europea hanno già imposto il congelamento dei beni e il divieto di viaggiare a singoli russi, tra cui imprenditori associati al presidente Vladimir Putin. I governi europei stanno discutendo i costi di altre sanzioni. I tagli in acquisti di gas russo potrebbero danneggiare una fascia di Paesi dell’Ue tra cui la Germania.

L’economia russa non cresce

 L’economia della Russia è a malapena in crescita, l’inflazione è in rapido aumento, e il capitale si riversa fuori dal Paese, come ha affermato il ministero dell’Economia. Questi sono i segni che le tensioni internazionali intorno all’Ucraina stanno già infliggendo gravi costi economici.

Il Prodotto interno lordo (Pil) della Russia a febbraio ha guadagnato appena lo 0,3% anno su anno, contro un dato rivisto allo 0,1% in gennaio. Lo scorso anno l’economia è cresciuta dell’1,3%, ben al di sotto delle previsioni iniziali, ma c’era stata la speranza che la crescita sarebbe rimbalzata quest’anno. Invece, la performance economica della Russia si sta deteriorando ulteriormente per le tensioni internazionali in Ucraina.

 

Le sanzioni stanno portando la Russia verso la recessione

 

Il governo ha detto che non ci sarà una recessione, ma un problema di stagnazione. Il crollo degli investimenti sta continuando fanno notare e non si prevede per quanto continuerà.

Mentre la crescita economica della Russia rallenta, l’inflazione è in crescita. Il ministero dell’Economia si aspetta che l’inflazione raggiungerà il6,9%-7% a marzo, dal 6,2% del mese di febbraio. Il forte aumento mostra come il crollo del rublo porta a prezzi di importazione più elevati.

Il Ministero dell’Economia della Russia prevede un deflusso netto di capitali nel corso del primo trimestre di circa 70 miliardi dollari.

Gli  indicatori economici della Russia si sono deteriorati, anche se le sanzioni occidentali hanno finora avuto solo un impatto economico minore. Il peggioramento delle relazioni internazionali è un fattore molto negativo per la crescita economica e di conseguenza è un elemento che influenza il deflusso di capitali.

Le sanzioni stanno portando la Russia verso la recessione

 Le sanzioni occidentali stanno spingendo la Russia verso una recessione che si potrebbe intensificare se i leader americani ed europei aumenteranno le stesse sanzioni per i problemi in Ucraina.

Le banche statali russe hanno affermato che la nona più grande economia del mondo si ridurrà per almeno due trimestri per le sanzioni e per i costi per annettere la Crimea. Questo frena gli investimenti e aumenta il costo del denaro. Le sanzioni, che finora sono state focalizzate su singoli individui attraverso divieti di visto e il congelamento dei beni, possono essere allargate per target specifici in alcuni settori dell’economia.

 

Alla Russia la Crimea costa molto a livello economico

 

Il presidente Vladimir Putin ha aumentato la sua popolarità a un massimo da cinque anni con l’annessione della Crimea che è tornata russa dopo 60 anni e dice che non sarà influenzato dalla rappresaglia straniera. I costi della decisione stanno però iniziando a svilupparsi, con i mercati finanziari russi che sono tra i peggiori interpreti di quest’anno e con l’economia che potrebbe soffrire più dell’Europa.

Il rischio è che a pagare il conto sia il popolo russo perché c’è una differenza enorme tra la forza economica dell’Unione europea e degli Stati Uniti e quella della Russia.

L’indice azionario della Russia Micex è precipitato dell’11,6% quest’anno mentre  MSCI Emerging Markets Index è sceso del 4,8%. Il rublo è il secondo peggior performer nei confronti del dollaro dietro la moneta Argentina, considerando le 24 valute più importanti, e si è indebolito del 9%.

Dopo che gli Stati Uniti hanno ampliato le sanzioni a imprenditori legati a Putin , come i miliardari Gennady Timchenko e Arkady Rotenberg, Standard & Poor e Fitch Ratings hanno tagliato la loro visione della qualità del credito della Russia a negativo da stabile, suggerendo che un downgrade prossimo è più probabile.

Anche prima che la situazione di stallo con l’occidente si manifestasse, l’economia della Russia si affacciava alla crescita più debole dal 2009 con una recessione della domanda dei consumatori che non è riuscita a compensare gli investimenti.

Alla Russia la Crimea costa molto a livello economico

 I legislatori russi stanno preparando un trattato per ratificare questa settimana l’annessione della Crimea, salutando come una vittoria il ritorno della penisola alla Russia che potrebbe però richiedere miliardi di dollari in una condizione non facile per l’economia nazionale.

Il Parlamento prevede di completare tutte le procedure legali per accettare la regione separatista questa settimana. Il presidente Vladimir Putin, nonostante le deboli prospettive economiche e le previsioni di aumento dei deflussi di capitale, sta sfidando le minacce occidentali di sanzioni e sta andando avanti con il piano di annessione della Crimea. Putin ha accusato l’occidente di costringendolo in un angolo.

 

Le possibili sanzioni alla Russia e le energie rinnovabili

 

Secondo il Ministero dell’Economia della Russia, la Crimea avrà bisogno di miliardi di dollari di investimenti in infrastrutture. Le imprese russe stanno mostrando interesse a investire in Crimea dopo che la regione si è staccata dall’Ucraina e la spesa per la Russia probabilmente raggiungerà i 5 miliardi di dollari, di cui circa 2,8 miliardi di dollari per le infrastrutture di trasporto e 1 miliardo di dollari per la ricostruzione delle strutture ricreative.

I disavanzi fiscali della Crimea e della sua città portuale di Sebastopoli sono stimati in circa 1,5 miliardi di dollari per quest’anno e saranno coperti integralmente dal bilancio della Russia.

I mercato globali sono prudenti per la crisi in Ucraina e per le decisioni della Fed

 I mercati azionari asiatici hanno apeto nel tentativo di riprendersi, mentre gli investitori sono prudenti considerando lo sfondo delle tensioni Est-Ovest che coinvolgono a livello geopolitico l’Ucraina e in vista della revisione della politica della Federal Reserve (Fed).

Nelle ultime settimane la crisi in Ucraina ha sballottato i mercati globali, cui si aggiunge il rallentamento della crescita in Cina e le attese per il ritmo di stimolo della Fed.

 

Prima riunione Fed con la Yellen e attesa su taglio acquisti bond e tassi

 

La Fed dovrebbe continuare a ridurre le dimensioni del programma di acquisto di obbligazioni di 10 miliardi di dollari. La revisione della politica della fed sarà la prima presieduta dal presidente Fed Janet Yellen.

L’inverno che gli Stati Uniti hanno sofferto potrebbe avere alterato il loro orientamento sulla ripresa economica. Tuttavia, questo difficilmente influenzerà le decisioni della Fed sullo stimolo monetario.

Wall Street ha fatto rigistrare un rialzo per due sessioni consecutive con l’indice S&P 500 anche per i commenti del presidente russo Vladimir Putin, che non ha in programma di cercare di annettere altre regioni dell’Ucraina. Un segnale che che la crisi non si amplierà.

L’euro è stato scambiato a 1,3967 dollari la scorsa settimana mentre è passato a 1,39305 dollari. Il dollaro è sceso di circa lo 0,1 % rispetto allo yen.

I buoni del Tesoro degli Stati Uniti a 10 anni sono al 2,672%, dopo avre toccato un recente minimo del 2,610% la scosa settimana.

La ripresa della propensione al rischio continua a frenare la domanda dell’oro. Oro spot è a 1.355,51 l’oncia , dopo essere scivolato a un massimo da sei mesi di 1.391,76.

Le possibili sanzioni alla Russia e le energie rinnovabili

 Nonostante lo sviluppo delle energie rinnovabili e delle infrastrutture, la dipendenza energetica dell’Ue dalla Russia è un fattore importante. Da Bruxelles si pensa alle possibili sanzioni alla Russia ma con meno certezze di Washington. L’Europa ha un approccio più diplomatico proprio per le relazioni commerciali con la Russia.

L’Europa è dipendente dalle importazioni di gas russo è teme un possibile impatto sugli stati più vulnerabili, tra i quali Ungheria, Romania e Bulgaria. Anche se la situazione è esplosa il mese scorso, le esportazioni di gas russo verso l’Europa hanno continuato a fluire ininterrottamente attraverso l’Ucraina. Una battuta d’arresto nel flusso di gas da parte del fornitore di esportazione russo Gazprom potrebbe avere conseguenze economiche.

 

Saipem stipula un contratto da due miliardi in Russia

 

Il gas russo rappresenta circa un quarto del consumo europeo. I produttori in Qatar e Algeria stanno mostrando una preferenza per l’Asia e per i mercati dell’America Latina. L’Ucraina riceve la maggior parte del suo gas naturale dalla Russia, e la Russia è dipendente dai ricavi del gas.

Nel bel mezzo di questa crisi politica, la Russia ha chiesto all’Ucraina di restituire l’equivalente di 65.000 spedizioni di gas o di pagare un prezzo non scontato per esso. Questo ha suscitato nuove preoccupazioni che le forniture di gas potrebbero essere spenti, come lo sono state per tre giorni nel 2009. Se i flussi attraverso l’Ucraina si dovessero fermare, il deficit si vedrebbe in tutta la rete di gasdotti europea.

L’idea è di un corridoio di gas verso l’Europa meridionale. Gli osservatori hanno recentemente commentato che se l’Azerbaigian dovesse decidere di vendere il suo gas alla Russia, l’intera filosofia del corridoio a sud cadrebbe a pezzi.

Con questo scenario, gli sforzi per accelerare una svolta nel senso delle energie rinnovabili è in corso in Europa. L’attuale crisi in Ucraina aggiunge un’ulteriore nota di urgenza per questo percorso. Allo stato attuale, tutti gli occhi sono sulla Germania, che ha visto le energie rinnovabili salire dal 6% al 25% di energia prodotta negli ultimi 13 anni.