Marchionne rassicura su futuro della Fiat

 Tanto polemiche tra Lingotto e gli altri poli industriale europei, soprattutto quelli della Volkswagen. Ma Marchionne, ad di Fiat, replica e garantisce che gli stabilimenti italiani non sono interessati da un possibile intervento della Commissione Europea volto a tagliare in modo equo la capacità produttiva europea .

► Chrysler cresce grazie a Fiat

Nessuna preoccupazione neanche per gli operai che in questo periodo si trovano in cassa integrazione: saranno riassunti, come già detto, entro tre o quattro anni. Questo è quanto detto alla convetion organizzata da La Repubblica. Marchionne continua parlando della possibilità -sempre meno remota- della fusione con Chrysler e di come l’azienda americana, grazie agli sforzi congiunti, stia resistendo in un periodo in cui si è assistito ad una contrazione del mercato senza precedenti: 3,5 milioni di sovracapacità produttiva e 5 miliardi di perdite tra tutti i costruttori.

Sono ritmi insostenibili per qualsiasi azienda, per questo la Fiat ha deciso di alzarsi dal tavolo.

► Fiom non firma accordo Fiat Melfi

Stoccata anche per Landini, segretario generale della Fiom, per quanto riguarda i 19 esuberi dello stabilimento di Pomigliano, chiedendosi il motivo di tanta ostilità nei confronti dell’azienda e degli altri sindacati: quello che sta succedendo alla Fiat non può e non deve essere imputato ad una malagestione dell’azienda, ma a quello che sta accadendo al mercato dell’auto nel suo complesso. Non è un problema di modelli o di auto in sé, ma di una mancanza di disponibilità all’acquisto da parte dei consumatori.

Per questo le nuove strategie della Fiat si rivolgeranno al settore del lusso con i marchi premium come Alfa Romeo e Ferrari, senza però rinunciare alle utilitarie, per le quali, però, è necessario considerare che tipo di posto può occupare la produzione italiana nel mercato internazionale.

Chrysler cresce grazie a Fiat

 Chrysler può finalmente considerare finito il suo periodo nero. Dopo aver chiuso il 2011 con un deludente utile di 183 milioni di dollari, il 2012 si è concluso con utili pari a 1,7 miliardi di dollari, più di quanto si aspettasse lo stesso Lingotto che ne ha voluto prendere le redini.

► Accordo Fiat, Chrysler e Gac Group

E’ così che la Cenerentola di Detroit ha ritrovato la sua scarpetta di cristallo e il suo principe, che risponde al nome di Sergio Marchionne, che è stato in grado di portare le vendite mondiali della casa americana a 2,2 milioni di dollari per il 2012, che si traduce in una crescita del 18% rispetto all’anno precedente.

Solo nel quarto trimestre Chrysler ha fatto registrare un utile netto di 378 milioni -pari a 17,2 miliardi di dollari di ricavi. Facendo i conti su tutto l’anno i ricavi della Chrysler sono cresciuti del 20% (arrivando a 65,8 miliardi di dollari dai 55 dell’anno prima) grazie soprattutto ad un aumento nelle consegne di veicoli, come fanno sapere da Torino.

► Fiat molto bene a dicembre negli Stati Uniti

Marchionne si è detto particolarmente soddisfatto anche se il suo compito non è ancora terminato. L’ad di Fiat e Chrysler punta ancora più in alto e prevede che per il 2013 la controllata Fiat possa raggiungere vette ancora più ambiziose, preventivate in 2,2 miliardi di dollari.

Piano Cars2020 Fiat per l’Europa

 Sergio Marchionne ha in mente un piano significativo per l’Europa. Prende quota in un momento storico molto importante. Un piano al passo con il modello di business moderno. Fiat vuole lanciare un messaggio di impegno e speranza.

CARS2020

Il piano Cars2020, presentato al Quattroruote Day riguarda il ‘Vecchio Continente’.

► Fiat riassorbirà tutti i dipendenti in quattro anni

Per l’automobile europea dal punto di vista delle vendite il 2013 non sarà molto differente dal 2012. Marchionne, dunque, guarda alle news provenienti da Bruxelles, le quali segnano una discontinuità significativa in confronto ai diversi bocconi amari trangugiati negli ultimi anni, sin dal famoso accordo con la Corea del Sud, conclusosi a favore dei costruttori di Seul.

L’Oriente è l’unica zona uscita vincitrice dal punti di vista delle vendite in Europa al termine di un anno disastroso. Marchionne lo dice con un pizzico di amarezza. Per consolarsi parla di Cars2020, un progetto tutto ancora da scoprire che tuttivia mira ad aumentare dal 16 al 20% il peso dell’auto sul Prodotto Interno lordo europeo.

AUTO ECO

Prima di metterlo in atto, Marchionne vuole fare le opportune valutazioni. Poi sarà la volta degli accordi di libero scambio, così da portare significative innovazioni. Una su tutte? Marchionne e Fiat hanno intenzione di spingere sulle vetture ecologiche con tutti i carburanti alternativi, compreso il metano di cui Fiat è leader.

Impegni Fiat per Italia

 L’amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne ha dato la definitiva certezza che gli impegni presi dal lingotto per il nostro Paese saranno rispettati: Queste le sue parole nel corso di una prolusione al Quattroruote Day.”Siamo intenzionati a confermare tutti i nostri impegni per l’Italia”.

► La svolta cinese della Fiat

Marchionne ha inoltre aggiunto che in quattro anni Fiat giungerà ad impiegare pienamente i suoi dipendenti.

Come?

Il target dell’azienda di autoveicoli torinese è quello di esporre e realizzare 17 modelli e 7 aggiornamenti prodotti entro tre anni. Parliamo pertanto del periodo che va dal 2013 al 2016. Marchionne è sicuro di riuscire a realizzare tale obiettivo.

Oltretutto Marchionne ha desiderato esprimere un parere sulle dichiarazioni dei politici in relazione all’annuncio dato da Fiat sulla Cig a Melfi. L’ad di Fiat, con voce scossa, ha affermato di aver “trovato oscene le dichiarazioni di ieri dei politici sul caso Melfi”.

JEEP CINA

► 10 cose da sapere sulla riforma del lavoro

Capitolo rapporti Fiat-Cina. Marchionne ha ripetuto più volte che con Gac potranno essere realizzate 100 mila autovetture all’anno. Il lavori per la creazione dello stabilimento sono ormai giunti al termine e potenzialmente la produzione potrebbe iniziare tra un anno e sei mesi.

La produzione di Jeep in Cina riguarderàù inizialmente 100 mila vetture all’anno, ma è potenzialmente raddoppiabile a oltre 200 mila.

Per quanto concerne invece la situazione del mercato europeo, Marchionne ha affermato che terminerà il 2013 in linea con il 2012: “Andranno bene America, Brasile e Cina”.

 

Fiat riassorbirà tutti i dipendenti in quattro anni

 Sergio Marchionne è stato molto chiaro e non ha usato mezzi termini: la richiesta di due anni di CIG per la Fiat di Melfi sono una richiesta legittima e doverosa, anche nei confronti dei lavoratori. E continua:

Le dichiarazioni dei politici su questo stabilimento sono oscene

Marchionne ha rassicurato tutti su quanto promesso dalla Fiat all’Italia: tutti gli impegni presi verranno mantenuti, ma per riuscirci è necessario fare degli interventi che, anche se al momento sembrano molto dolorosi, sono il primo passo, quello fondamentale, per rendere la Fiat di nuovo competitiva sul mercato internazionale.

► Fusione Fiat – Chrysler

I lavoratori di Melfi, come anche quelli della altre sedi produttive, saranno riassorbiti entro due o tre anni, grazie ai 17 nuovi modelli e all’aggiornamento di sette di quelli già esistenti che la Fiat presenterà da qui al 2016.

Accordo Fiat, Chrysler e Gac Gruop

Anche l’accordo stretto ieri tra Fiat-Chrysler e Gac si pone come un’ulteriore facilitazione nel percorso dio internazionalizzazione della casa automobilistica torinese. La produzione cinese sarà di circa 100 mila vetture all’anno e potrà iniziare al massimo entro 18 mesi. Per il numero uno della Fiat, focalizzare gli investimenti sulla sola Europa, infatti, è una strategia inutile, se non deleteria. Il mercato è cambiato e

Fiat e Chrysler insieme sono una realtà industriale profondamente diversa rispetto a 3 anni fa: i mercati di riferimento sono extraeuropei. Dobbiamo fare degli stabilimenti italiani una base per veicoli destinati ai mercati di tutto il mondo.

 

 

Due anni di CIG per la Fiat di Melfi

 Per Sergio Marchionne, ad di Fiat, la richiesta di due anni di cassa integrazione per i dipendenti della Fiat di Melfi è prassi normale e non c’è alcuna intenzione di chiudere gli impianti, anzi.

Questi due anni sono il periodo di tempo necessario per adeguare gli stabilimenti alla produzione dei nuovi modelli annunciati dalla casa produttrice lo scorso 30 ottobre. Si tratta di modifiche necessarie per la produzione dei due nuovi SUV (uno Fiat e l’altro Chrysler) che riguardano i reparti e le linee di produzione.

Fusione fiat – Chrysler

Marchionne assicura, inoltre, che non si prevede un blocco totale degli impianti, ma periodi in cui si continuerà a lavorare per la produzione della Grande Punto e periodi in cui, causa lavori, la fabbrica sarà ferma.

Dati cassa integrazione 2007-2012

In questi momenti ai lavoratori sarà data la possibilità di usufruire della cassa integrazione, che sarà equamente distribuita tra tutti i dipendenti. L’ad di Fiat ha inoltre confermato che in Italia non verranno chiusi altri stabilimenti di produzione, che sono stati salvati con la chiusura di quelli al di fuori del territorio italiano.

Fiat Auto Poland taglia 1500 posti di lavoro

Soddisfatti anche i vari sindacati. Luigi Angeletti (UIL), Roberto Di Maulo (Fismic) e Antonio D’Anolfo (UGL) concordano nell’affermare che questa cassa integrazione, per quanto dolorosa, deve essere accolta in modo positivo perché finalizzata al rilancio della produzione.

Industria europea in allarme per l’accordo con il Giappone

 

 Secondo l’Associazione europea dei costruttori Acea un accordo di tale portata con il Giappone mette in serio pericolo la ripresa del settore dei veicoli a motore in Europa, uno dei comparti economici che ha maggiormente risentito della crisi. Si stima che 35-73.000 persone potrebbero perdere il loro posto di lavoro.

Una prospettiva tutt’altro che rosea, che era stata già contestata dai produttori europei. Sergio Marchionne, in qualità di presidente Acea, aveva già chiesto il congelamento dei negoziati con Tokio, almeno fino a che la l’attuale fase di difficoltà del settore auto europeo non fosse stata superata.

Richiesta rigettata dalla Commissione Europea, in quanto i precedenti accordi con il paese del Sol Levante prevedono che nel caso in cui le barriere non tariffarie non vengano eliminate entro un anno, l’Unione Europea può, anche nell’eventualità di trattative già in corso, interrompere i rapporti in tal senso.

Clausola che è stata confermata dai ministri del commercio di tutti gli stati membri che rassicurano che la fine delle trattative potrebbe arrivare anche fra parecchi anni. Se le trattative andranno in porto per l’Eurozona  si prevede una crescita del PIL di almeno l’1%, con un aumento delle esportazioni europee di un terzo, il che porterebbe ad un incremento addizionale di 400mila posti di lavoro in Europa.

Fusione Fiat – Chrysler: Marchionne aumenta l’offerta

 Lo Special Committee di Cnh è un consiglio di indipendenti stipendiati dalla Fiat che ha il compito di vagliare le proposte che mano mano vengono fatte per creare le condizioni migliori per una fusione tra la controllata americana e la Fiat.

Le prime proposte avanzate (3,9 azioni per ogni titolo della controllata Usa) furono duramente criticate dagli investitori istituzionali e poi bocciate e, ora, Sergio Marchionne rilancia con una nuova offerta.

Il concambio offerto ora da Marchionne è di 3,82, per un dividendo pari a 10 dollari per ogni azione. Secondo i calcoli della Fiat

l’aggiunta di questo dividendo straordinario alla proposta di Fiat Industrial del 30 maggio rappresenta un miglioramento del 25,6% rispetto al valore implicito dell’offerta iniziale cui si deve aggiungere l’ulteriore valore dato dall’anticipata distribuzione del dividendo.

Anche se in questo modo si va a svuotare il portafogli della famiglia Agnelli, si tratta dell’unico modo in cui la famiglia potrà continuare a mantenere una parte di controllo sul capitale. Agli Agnelli rimarrà il 28%, fattore che renderà molto difficili eventuali scalate societarie di un gruppo italiano che, dopo l’accordo, diventerà olandese per la sede e americano per detenzione delle quote azionarie.

Il termine ultimo per la decisione è mercoledì 21 novembre entro le 23.59 (ora di New York) e l’accordo dovrà essere sottoscritto dalla varie parti in causa entro domenica 25 novembre 2012.

Marchio Alfa rimane in Fiat, anche dopo la fusione con Chrysler

 Non si tratta di soldi o di affari. Quando c’è di mezzo un brand che ha fatto la storia di una casa automobilistica e che,da sempre, è stato il fiore all’occhiello della produzione, non ci sono cifre che possano valerne la cessione. E’ quanto afferma Sergio Marchionne, numero uno del Lingotto, che, in un’intervista al periodico americano Automotive News, ha paragonato l’Alfa Romeo all’Audi:

Se andate a chiedere l’Audi alla Volkswagen non ve la daranno, non è un questione di soldi e lo stesso vale per l’Alfa.

Confermando che il nuovo modello – Giulia, che sarà l’erede della 159 – è già in fase di progettazione e che sarà prodotta negli stabilimenti italiani.

La Giulia sarà una prima iniezioni di fiducia, che sarà seguita da quella dei risultati della fusione tra Fiat e Chrysler: la produzione dei modelli del marchio americano potrà portare le vendite a 4 milioni e 300 mila veicoli, la metà dei quali (2,6 milioni) con le insegne Chrysler.

Marchionne interviene anche sulla possibilità di aiuti statali, come successo in Francia dove il governo ha concesso 7 miliardi di euro per salvare il gruppo Psa Peugeot-Citroen

Il rischio è che ci siano interventi degli Stati destinati a proteggere le entità nazionali che non necessariamente faranno bene al mercato europeo. Stiamo tutti aspettando le determinazioni dell’Unione Europa sul fatto se l’intervento sia corretto e all’interno delle regole.