IMU IVA e Service Tax – Il gioco delle tre tasse – II

 In un post pubblicato prima di questo abbiamo visto come in questi giorni si stia facendo sempre più spinosa la questione rappresentata dal reperimento delle coperture per le imposte come l’IMU, che sono state da poco cancellate, o l’IVA di cui si vorrebbe bloccare l’aumento. Il governo, intanto, nel Consiglio dei Ministri che si terrà venerdì, sarà costretto a varare una manovra economica da tre miliardi di euro per risolvere i recenti problemi connessi con lo sforamento del rapporto deficit – PIL. Che situazione devono quindi aspettarsi gli italiani in merito alle grandi tasse dell’ultimo periodo?

IMU IVA e Service Tax – Il gioco delle tre tasse

 Più passano i giorni, più la situazione diventa spinosa e incandescente. All’interno della compagine di Governo, infatti, ancora non si sono trovate soluzioni possibili, sia politiche che economiche, per far quadrare due cose di cui l’Italia ha assolutamente bisogno in questo periodo: la solidità dei propri conti pubblici e la stabilità politica.

Tolta l’Imu arriva l’Irpef – Una stangata da quasi 300 euro

 Dal 2010 ad oggi le addizionali locali sono aumentate fino ad arrivare a 284 euro. Una strategia necessaria alle amministrazioni locali per fare cassa quando il governo decide di abbassare le imposte nazionali e che, come denuncia la CGIA di Mestre, è diventata una costante che caratterizza la politica fiscale degli Enti locali.

Per l’anno in corso i comuni hanno tempo fino al 30 novembre per stabilire le aliquote delle imposte locali che, se il Governo non porrà dei paletti più stringenti al federalismo fiscale, potrebbero essere una vera a propria scure che si abbatte sulle famiglie, che si troveranno a doversi districare tra Irap, la Service Tax, l’Imu sui capannoni e le addizionali Irpef.

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Proprio su questo ultimo punto si è concentrata la CGIA che ha analizzato lo status delle aliquote Irpef nei 40 Comuni capoluogo di provincia che hanno già deliberato l’aliquota: in 11 casi l’aliquota Irpef è stata aumentata e negli altri 29 è rimasta invariata, ma 13 di questi comuni applicano già l’aliquota massima (0,8%).

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Esempi di aumento Irpef

La CGIA di Mestre riporta tre esempi di come l’aumento delle aliquote dell’Irpef andrà ad incidere sul reddito dei contribuenti secondo tre diversi livelli:

  1. operaio con un reddito annuo di 20 mila euro (circa 1.240 euro netti mensili): 401 euro;
  2. impiegato con un reddito annuo di 32 mila euro (quasi 1.840 euro al mese): 664 euro;
  3. quadro con un reddito annuo di 60 mila euro (pari ad uno stipendio mensile netto di quasi 3.100 euro):1.328 euro in più da versare nel 2014.

Stangata Tares: le ragioni dell’aumento

 Con l’avvento del nuovo anno cambierà ancora la situazione fiscale degli italiani. Via Imu e via Tarsu e Tia, arriva la Service tax, che le sostituirà entrambe. Ma, come sempre accade in questi casi, è molto probabile che l’importo che i cittadini si troveranno a pagare potrebbe essere di più rispetto alla somma dei due tributi.

La Service tax racchiuderà, quindi, la tassa comunale sugli immobili  – nella Service Tax sarà la Tari – e la tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti – la Tasi – ma prima di allora, le famiglie e le aziende italiane dovranno pagare il conto della Tares.

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Secondo il numero uno della CGIA di Mestre, la Tares sarà una vera e propria stangate, soprattutto sulle attività produttive che, nonostante abbiano visto ridurre le loro attività e, di conseguenza, anche la produzione dei rifiuti, si potrebbero trovare a pagare anche fino al 22,7% in più. Gli aumenti toccheranno anche le abitazioni e i negozi, ma in maniera minore.

Se per le aziende, infatti, l’aumento potrebbe essere di 1.133 euro, un negozio medio di circa 70 mq potrà subire un aumento del 19,7%, pari a 98 euro, mentre per le abitazioni, se si prende in considerazione un’abitazione di 114 mq, l’aumento della tassa per i rifiuti sarà del 29,1%, circa 73 euro.

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La CGIA di Mestre ha anche voluto dare alcune spiegazioni per questo aumento, che sembrerebbe davvero ingiustificato. Secondo l’istituto, infatti, l’aumento è da far risalire al maggior gettito necessario per la copertura della Tares, ossia sia i costi di raccolta che di smaltimento dei rifiuti, e la maggiorazione di 0,3 euro a m/q su tutti gli immobili per finanziare le spese per i servizi indivisibili dei Comuni, come la manutenzione delle strade o l’illuminazione pubblica.

 

 

Criteri per il calcolo della Service Tax

 Vita breve per la Tares che dopo la sua entrata in vigore all’inizio dell’anno e il pagamento dell’ultima rata previsto per dicembre, sarà inglobata,  a partire dal 1° gennaio 2014, dalla Service Tax, la tassa sui servizi indivisibili che sostituirà l’Imu e le imposte sui rifiuti.

 Decreto Imu in vigore: tutte le novità dal 31 agosto 2013

Questa nuova imposta sarà gestita dai Comuni che dovranno calcolarne le aliquote in base a dei determinati criteri che faranno variare l’importo da pagare in base alla superficie dell’immobile e alla capacità di produrre i rifiuti in base a determinate categorie che saranno meglio identificate con la Legge di Stabilità.

La Service Tax sarà composta da due diverse imposte, una specifica per i rifiuti e una per i servizi indivisibili necessari al mantenimento delle aree residenziali (illuminazione, strade, aree verdi, etc.).

A pagare entrambe le componenti della Service Tax saranno i proprietari e gli occupanti, a qualsiasi titolo, dell’immobile.

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Per quanto riguarda la componente della Service Tax dovuta per la gestione dei rifiuti, le aliquote saranno calcolate in base alla superficie dell’immobile, alla quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti in relazione agli usi e alla tipologia delle attività e al costo del servizio sui rifiuti.

Per quanto riguarda la componente per i servizi indivisibili, anche questa pagata da proprietario ed eventuale usufruttuario dell’immobile, ogni Comune potrà scegliere se applicare le aliquote in base alla superficie o alla rendita immobiliare.

Più sfratti e aumento degli affitti in nero: le conseguenze della Service Tax

 La Service Tax – la tassa sui servizi indivisibili che il Governo ha voluto per sostituire l’Imu – sarà pagata sia da chi detiene l’immobile che da chi lo usa (affittuario o occupante), la nuova stangata colpirà tutti i cittadini italiani. Secondo l’Unione Inquilini chi ha o occupa un immobile in Italia potrà arrivare a pagare anche fino a 1000 euro, indipendentemente dal suo reddito.

► Service Tax – Ecco come funzionerà e quanto si pagherà con la nuova tassa sulla casa

La Service Tax distribuisce la maggior parte degli oneri che al momento, con l’introduzione dell’Imu, erano a carico del proprietario. Con l’80% degli affittuari italiani che ha un reddito lordo inferiore ai 30mila euro, la conseguenza prima che avrà l’entrata in vigore della Service Tax dal prossimo anno sarà un’onda anomala di sfratti. L’Unione Inquilini, infatti, ribadisce che già adesso il 90% delle sentenze di sfratto sono per morosità.

Questa nuova tassa – denunciano le principali sigle di rappresentanza degli inquilini – avrà come effetto un ulteriore aumento dei costi sull’abitazione che già devono sostenere le famiglie, inaccettabile in una situazione come quella italiana.

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Senza contare che questa tassa potrebbe dare nuovo slancio anche agli affitti in nero per gli studenti fuori sede che si troveranno a dover accettare di pagare l’affitto in nero: se risultassero occupanti di un immobile si troverebbero a pagare una tassa della quale non sanno l’importo, che sarà deciso liberamente (entro i limiti che il Governo dovrà fissare) dai singoli comuni italiani.

Service Tax – Ecco come funzionerà e quanto si pagherà con la nuova tassa sulla casa

 Il 22° Consiglio dei Ministri del 2013 ha decretato la fine della tanto odiata IMU, la tassa sugli immobili che tanto ha fatto discutere, che è stata sostituita dalla Service Tax, una nuova tassa sui servizi, che sarà pagata sia dai proprietari che dai reali usufruttuari degli immobili in base ad aliquote definite dai singoli Comuni.

IMU abolita, prima rata cancellata, ma ancora si è in attesa di sapere cosa ne sarà della seconda rata dell’Imu, anche se il governo ha preso l’impegno politico per trovare le risorse che possano permettere di cancellarla.

 Chi pagherà la Service Tax

Taser, una tassa federale

Quindi, dal 2014 non si pagherà l’Imu, ma la Tares, una tassa federale della quale si occuperanno i singoli comuni della penisola, provvedendo alla determinazione delle aliquote a alla riscossione del tributo, secondo i parametri che saranno stabiliti con la Legge di Stabilità, attesa per il prossimo 15 ottobre.

Ai comuni anche la scelta delle esenzioni, mentre al Governo rimarrà il compito di decidere il tetto massimo di tassazione oltre il quale i comuni non si potranno spingere. Un fatto, questo, che lega indissolubilmente il destino dei sindaci di tutta Italia alle aliquote che decideranno di applicare.

Tari e Tasi – Le due componenti della Service Tax

La Tari

Una delle due componenti della Taser, la tassa sugli immobili, è la Tari, la vecchia Taser, la tassa che si paga per i rifiuti che, come la precedente, dovrà essere pagata da chi occupa, a qualunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani.

Chiunque detenga un locale o un immobile – occupante, proprietario o affittuario – che sia predisposto per la produzione di immondizia, dovrà sostenere l’intero onere della Tari.

L’importo della Tari sarà determinato dai singoli comuni in base al principio chi inquina paga, quindi in proporzione alla superficie dell’immobile, con criteri che saranno definiti dalla Legge di Stabilità del 15 ottobre prossimo e della riforma del catasto.

La Tasi

La seconda componente della Service Tax, la nuova tassa sugli immobili, ha lo scopo di finanziare le spese che le amministrazioni comunali sostengono per la gestione dei cosiddetti servizi indivisibili, come la manutenzione delle stradel’illuminazione pubblica o la cura dei parchi.

Come ha indicato il presidente Letta, la Tasi è l’applicazione su scala cittadina delle spese condominiali, ossia le spese che servono al mantenimento degli spazi comuni. Per questo tutti devono pagare: a differenza della Tari, la Tasi sarà pagata sia da chi detiene l’immobile – in quanto sia da chi lo usa (occupante o affittuario).

Il proprietario dovrà pagare perché i beni e i servizi pubblici locali concorrono a determinare il valore commerciale dell’immobile, l’affittuario o l’occupante pagheranno in quanto usufruiscono di tali servizi.

► A quanto ammonterà la nuova Service Tax

Le 10 città dove si pagherà di più

Ciò che balza agli della nuova Service Tax voluta dal Governo Letta per sostituire l’Imu è che più che sostituire una tassa, la si sia distribuita su più contribuenti. Infatti, a differenza dell’Imu, non saranno solo i proprietari a pagare, ma anche chi occupa la casa.

Le polemiche sono già molte, anche perché la Service Tax è slegata dell’effettiva capacità contributiva delle famiglie italiane, non basandosi sul reddito ma sulla superficie della casa e il suo valore catastale.

Saranno previste esenzioni, ma prima dell’arrivo della Legge di Stabilità non si potrà sapere chi sarà a beneficiarne (sicuramente disabili e single).

Il costo per le famiglie della Service Tax è stato simulato da Repubblica, che ha preso in considerazione abitazioni A2 e A3 di 80 metri quadrati, con un’aliquota media del 2%. La simulazione è stata fatta nelle dieci città più care d’Italia (gli importi si riferiscono alla Tasi, quindi alle cifre riportate si deve aggiungere il valore della Tari, l’ex Tares).

Roma:  euro 222

Milano: euro 211

Bologna: euro 206

Firenze: euro 168

Rimini: 166

Verona: 163

Padova: 162

Pisa: 153

Bolzano: 146

Siena 145.

Chi pagherà la Service Tax

 Dopo gli interventi dei giorni scorsi del Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, del vice Ministro all’ Economia Pier Paolo Baretta e dello stesso Enrico Saccomanni, anche il ministro degli Affari Regionali, Graziano Delrio, dal meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini, torna sullo spinoso tema dell’ IMU, che troverà soluzione a breve.

Per l’IMU si pensa all’abolizione della prima rata e alla Service Tax

 E’ atteso per venerdì prossimo, 23 agosto, il Consiglio dei Ministri, durante il quale verranno probabilmente decise con più sicurezza le misure definitive da prendere per sciogliere il complicato nodo rappresentato dall’ IMU. E mentre si attende l’ esito del Consiglio e presentazione della bozza di riforma del sistema di tassazione degli immobili italiani, che, come promesso dal Presidente del Consiglio Enrico Letta, dovrebbe essere pronta per fine agosto o i primi di settembre, si moltiplicano le anticipazioni

Il legame tra Service Tax e IMU

 In politica, in Italia, si cerca di capire dove possono essere trovati i soldi per abolire l’IMU, la tassa più odiata per gli italiani. Il Codacons ha fatto la sua proposta, spiegando che si potrebbero ritirare i finanziamenti erogati al Monte dei Paschi di Siena, recuperando 4 importanti miliardi di euro.

Proprio nei giorni di festa, però, è stata messa a punto la Service Tax e si cerca di capire quanto possa valere e che impatto possa eventualmente avere sull’Imposta Municipale sugli Immobili. In generale, secondo la prima stima, sembra che la Service Tax incida per 110 euro a contribuente.

Come si trovano i soldi per abolire l’IMU

Una piccola cifra da sommare alla tassa dei rifiuti. Il PdL, come in campagna elettorale, ha ribadito che vorrebbe abrogare l’imposta. Il PD, da parte sua, vorrebbe una riforma dell’IMU e un superamento dell’imposta. Insomma, un punto d’incontro non è all’orizzonte, ma la Service Tax potrebbe comporre le divisioni. Con questi 110 euro a contribuente, si potrebbe infatti dimezzare l’imposta sulla prima casa.

Lo sguardo sul debito proposto da Bankitalia

Ci sono però dei punti ancora da chiarire. Per esempio la Service Tax dovrà essere pagata da tutti, anche da chi non possiede una casa di proprietà ma paga un affitto. In più non sarà comprensiva della tassa sui rifiuti che dovrà essere pagata in un altro modo.