Inizia una nuova settimana e i listini europei sono alla ricerca di stabilità dopo lo shock del referendum britannico che il 23 giugno scorso ha decretato la volontà di uscire dalla Ue, i maggiori osservatori economici fanno i conti dei possibili impatti del divorzio tra Londra e il Vecchio Continente: secondo l’agenzia di rating Standard&Poor’s il Regno Unito eviterà a malapena una recessione, ma i rischi di un quadro peggiore sono numerosi.
Standard & Poor’s
Standard & Poor’s, cesoia sul rating Volkswagen
Volkswagen ha annunciato un piano di drastici tagli dei costi per difendere il rating. Ma non bastato. Il nuovo programma della casa automobilistica tedesca non convince Standard & Poor’s che ha tagliato il giudizio sulla casa auto di Wolsburg ad ‘A-‘ da ‘A’, mantenendo il giudizio in creditwatch negativo.
Perquisizioni a Francoforte, piove sul bagnato per Deutsche Bank
Per Deutsche Bank si tratta di un momento davvero duro. Neanche il tempo di riprendersi dalla ancora caldissima rivoluzione al vertice che ha portato all’uscita dei due con-direttori, Anshu Jain e Juergen Fitschen, che il gruppo di credito è al centro di notizie riguardanti nuovi possibili guai giudiziari.
Il ruolo delle agenzie di rating internazionali – Standard & Poor’s
Il mondo della finanza viene oggi dominato dal ruolo svolto dalle agenzie di rating, le quali offrono giudizi di affidabilità creditizia sulle aziende e sulle banche che operano nel mercato.
Per S&P l piano di recupero crediti delle banche italiane è ancora lontano
Per l’agenzia di rating Standard & Poor le banche italiane dovranno mettere da parte fino a 42 miliardi di euro in nuovi accantonamenti per le perdite sui redditi entro la fine del 2014.
Per l’agenzia, un pieno recupero per il settore, che è stato duramente colpito dalla crisi del debito nell’Eurozona e sta facendo fronte all’aumento dei crediti inesigibili, è rimasto lontano a causa delle deboli prospettive economiche dell’Italia e ha continuato con il deterioramento della qualità del credito.
Standard & Poor’s si aspetta che i crediti inesigibili in Italia per le banche possano salire a 310.000-320.000 milioni di euro entro la fine di questo anno, o circa il 18% dei crediti alla clientela.
► In Italia si vede la ripresa economica ma la disoccupazione è alta
Questo costringerà gli istituti di credito ad accantonare un ulteriore 32-42 miliardi di euro a copertura delle perdite sui crediti tra giugno dello scorso anno e dicembre 2014, secondo le stime dell’agenzia.
Questi aspetti sono destinati a rimanere un onere per le banche italiane come la prolungata ripresa economica e l’aumento della disoccupazione che potrebbero portare a un ulteriore deterioramento della qualità dell’attivo.
Standard & Poor’s ha precisato che mentre la maggior parte delle banche dovrebbe essere in grado di generare profitti sufficienti a coprire l’aumento delle rettifiche su crediti, alcuni istituti di credito potrebbero avere necessità di ulteriori capitali.
L’agenzia non ha specificato quali banche potrebbero dovere raccogliere capitali, ma ha detto che i due più grandi istituti di credito, Intesa Sanpaolo e UniCredit, così come la maggior parte delle banche di credito cooperativo sono ben posizionati per soddisfare i nuovi requisiti normativi noti come Basilea III.
Per Standard and Poor’s il Pil italiano crescerà dello 0,5%
La crescita economica annua dell’Itali che cerca di uscire dalla recessione sarà in media solo dello 0,5% tra oggi e il 2016 per l’agenzia internazionale di rating Standard and Poor’s. Tale stima è più bassa della crescita del prodotto interno lordo (Pil) stimata dalla Banca d’Italia dello 0,7% quest’anno, e di altre agenzie, che hanno previsto una espansione del Pil nel 2014 dello 0,6%.
Standard and Poor’s ha anche affermato che sta tenendo sotto osservazione il debito sovrano in Italia a causa delle incertezze sulle politiche di governo e perché il debito dovrebbe salire al 134% del Pil entro la fine di quest’anno. L’agenzia, in un rapporto sul debito sovrano nelle economie europee, anche esortato il governo italiano a prendere ulteriori misure per aumentare la produttività, liberalizzare i mercati del lavoro e aumentare la crescita del Pil.
S&P mantiene in “negativo” il rating sull’Italia
Standard and Poor’s ha anche affermato che potrebbe rivedere l’outlook per il debito italiano se il governo non avrà realizzato riforme strutturali nei mercati del lavoro e dei prodotti e servizi. Queste riforme sono considerate importanti per arrivare a un livello più elevato di crescita dell’economia italiana.
La scorsa settimana, il Fondo monetario internazionale ha detto anche che l’Italia sembra emergere dalla sua più lunga recessione in due anni e si aspetta che l’economia italiana possa recuperare lentamente, con una crescita del 0,6% quest’anno e dell’1,1 % nel 2015. Le previsioni sono quindi della fine della recesssione e di un ripresa debole. Le riforme del mercato del lavoro, con la disoccupazione a livelli record, e le privatizzazioni sono le mosse con le quali il governo cercherà di migliorare l’economia e il debito pubblico.
Altri possibili abbassamenti di rating in Europa nel 2014
Dopo aver ridotto il rating dell’Europa, solo alcuni giorni fa, l’agenzia di rating americana Standard & Poor’s annuncia ulteriori modifiche all’affidabilità creditizia degli stati europei nel corso del 2014. Proprio in questa settimana, infatti, il giudizio di affidabilità di lungo termine dell’Europa è stato portato dal valore precedente AAA all’attuale AA+, ma questa stessa modifica potrebbe presto anche toccare ad altri stati europei.
Le motivazioni dell’abbassamento del rating dell’Unione Europea
L’agenzia di rating americana Standard & Poor’s ha recentemente abbassato il rating dell’Unione Europea, con una mossa che ha destato molta sorpresa nel Vecchio Continente. Il giudizio sull’affidabilità creditizia dell’Unione è stato infatti portato ad AA+ dal precedente AAA, almeno per quanto riguarda il profilo di lungo termine.
L’Unione Europea perde la tripla A secondo Standard & Poor’s
L’agenzia di rating americana Standard & Poor’s ha recentemente rivisto a ribasso il rating dell’Europa, che, secondo le ultime stime non meriterebbe più la tripla A. Il giudizio di affidabilità di lungo termine sul Vecchio Continente è stato infatti ridotto da AAA ad AA+ e questa decisione ha destato oggi non poca sorpresa nell’Unione.